| Maratea in Fotografia |
I Privilegi di Maratea | |||
Fotografie | Poche città furono colmati di tanti privilegi quanti ne sentì venire su di sé la città di Maratea. Per il Regno di Spagna e il Reame di Napoli fu una fulgida gemma, onorata di privilegi e di favori che si susseguirono nei secoli da parte dei Regnanti. Nel 1300 il Re Roberto d'Angiò innalzò il Castello di Castrocucco al grado di «Feudo Nobile». Nel 1419, il 4 marzo, La Regina Giovanna II concedeva altri privilegi: - i Magistrati recantisi a Maratea non avevano diritto a trasferta, per l'amenità del luogo, ma al solo vitto; - Gli esattori delle imposte non avevano diritto a provvigione; - Immunità da qualsiasi multa per i ribelli politisi che si trovavano nell'agro di Maratea; - Maratea non doveva essere ceduta in feudo ad alcun Signore, ma governata direttamente dalla Corona; - Privilegio del «Mercato franco» ogni prima domenica di Maggio. | Gli Aragonesi, succeduti agli Angioini nel Reame di Napoli, non si mostrarono meno generosi. Il Re Ferdinando I d'Aragona, con carta del 18 ottobre 1469. stabilì che gli abitanti di Maratea godessero dei privilegi del «Foro», che fossero, cioè, giudicati dalla Magistratura locale per reati commessi in qualsiasi parte del Regno, e in più: esenzioni della «decima» per i pescatori, permesso di pascolo nel territorio demaniale senza alcuna tassa, divieto di sosta ai militari di passaggio per Maratea, esenzione di dogana o gabella per comprevendite in tutto il Regno; e. infine, che nelle vertenze tra gli abitanti di Maratea Superiore e quelli di Maratea Inferiore, toccasse a questi di salire a Maratea Superiore per i loro uffici, e non a quelli di scendere. Di nuovo nel 1505 Re Ferdinando III di Spagna, dichiarava Maratea «Feudo della Corona». Filippo III di Spagna nel 1605, in omaggio alla mitezza dei Marateesi, concedeva loro il porto d'armi gratuito in tutto il territorio del Regno. | |
In molte località di Maratea si notano spesso grotte, sprofondamenti, ventaruole, anfratti, burroni, fenditure, antri. Lungo la costa, accessibili solo dal mare, sono grotte di tutte le dimensioni con strane denominazioni; dal Vallone di Mezzanotte alla Torre Caja, esse si susseguono presentando ognuna le sue caratteristiche; la grotta del Monaco, di San Pietro ad Acquafredda, dei Colombi a Cersuta, di Fiumicello, dei Monacelli, la Santarella, Gutturu, della Sciabella, di Cala della Vecchia, di Calaficarra, di Ricciolilla, di Judia, della Torre Caja ecc. Quando si procedeva alla costruzione della SS. 18 a Marina di Maratea, nel 1929, a poca distanza dalla Cappella di San Giuseppe, in seguito ad una mina che si fece brillare in una caldissima giornata di luglio, nella roccia si aprì uno spiraglio, che, allargato in qualche modo dagli stessi operai, apparve ciò che non si era mai atteso! Stalattiti e stalagmiti, quali liberi, quali congiungentisi nello spazio, quali pendenti, quali quali incastonati nella levigata parete giallastra. Al di sopra dell'ingresso fu incisa la seguente epigrafe: SULLE REMOTE TENEBRE DELL'ANTRO TRANQUILLO EBBE VANTO RADIOSO L'ANNO SETTIMO DELL'ERA RINNOVELLATRICE
Le fotografie sono state tutte riprese con la flebile luce irradiata per le visite.
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