AGITATO, CALMO,
URLA E SUSSURRA
IL MARE.
LO ASCOLTO ANCH‘IO.
MI DICE
UN SACCO DI COSE.
da una dedica di un’amica
ECCONE ALCUNE
Che simpatica
soddisfazione...
Ho voluto rendere partecipi i miei amici più intimi
ed alcuni marinai
del Porto di un lavoro che da anni tenevo
nel cassetto della mia scrivania. Un lavoro meticoloso fatto insieme agli
ultimi marinai ormai anziani, per non dimenticare quei termini dialettali che
costituiscono la peculiarità di un luogo e lo rendono diverso da tutti gli
altri; attraverso il loro studio inoltre, si può risalire alle origini, punto
principale di partenza sia per il presente che per il
futuro.
Le persone si sono riconosciute in
quei termini, a volte unici, che hanno un significato così ampio e particolare
che spesso non possono essere tradotti nella lingua
nazionale perché nessun termine li contiene nella loro interezza. Le parti
della barca, i pesci, i proverbi, la costa di Maratea punto per punto così come
la chiamano i Marinai; mentre scrivevo queste cose mi
sono lasciato prendere dalla nostalgia della mia gioventù, passata sulla
spiaggia del Porto tra i marinai a pescare e ad ascoltare incantato le loro
storie, storie tramandate solo verbalmente.
Alcune di queste, piccole ma
simpatiche, le ho raccontate nella premessa e alla fine dell’opuscoletto che ne
è venuto fuori. Poiché nel mio lavoro - mi occupo di
archeologia - ho la fortuna di fare attività didattica
nelle scuole elementari e medie del circondario di Lagonegro, mi sono
ripromesso di inserirlo in qualche progetto che di volta in volta sottopongo ai
docenti dei vari plessi scolastici.
Questo opuscoletto è piaciuto ai miei amici che lo hanno
a loro volta regalato ad altri ed in poco tempo sono stato assalito dalla
richiesta di tanti concittadini che ne hanno voluto una copia. In esso cito
storie e personaggi del passato e del presente che tutti hanno conosciuto e che
ancora ricordano con simpatia e nostalgia perché con quasi tutti ci sono dei
vincoli di parentela.
L’accoglienza data al mio
modestissimo opuscolo mi ha veramente lusingato, non lo dico per schermirmi
perché è ben poca cosa, ma devo riconoscere che ha la positività di conservare
per iscritto un poco di storia delle genti del porto,
storia locale che è sempre di compendio alla storia ufficiale.
Tanti conoscenti mi hanno fermato
per strada per commentare alcuni termini, alcune storie, alcuni punti della
costa omessi oppure chiamati in altro modo: “Ti si scurdatu
di ‘nci mitti a Punta da
Mala Mugliera” mi diceva appunto l’altro giorno un
marinaio col quale non è facile conversare.
Senza falsa modestia
non mi sono pentito affatto di averlo scritto anzi mi sono
ripromesso, visto che sono piaciute, di scriverne altre di storie di mare che
ho vissuto o di cui sono a conoscenza.
Un amico in particolare, per giunta
non di Maratea, per invogliarmi a scrivere mi ha regalato un libro che racconta
episodi della vita di un uomo vissuto per molto tempo in un posto sperduto a
fare, insieme al padre, il guardiano del
faro ,con una valigia
di fibra pronta per partire, l’autore è
Turi
Vasile. L’ho letto e mi è piaciuto, dai toni siciliani che
trasparono da alcuni racconti ho preso lo spunto per raccontare
una storia che ha come protagonisti marinai siciliani:
U vroncu mi
talìa , raccontata dai marinai del Porto.
Buona lettura e mi raccomando, al
primo sbadiglio lasciate stare, il mio intendo è quello di provocarvi del
piacere non della noia e non sono affatto sicuro di
esserci riuscito.
Mi scuso inoltre per eventuali e
probabilissimi errori ma, non essendo uno scrittore, ho preferito
l’immediatezza dell’esposizione ad una accurata e
barbosa rivisitazione.
Affetto.