Carissimo
Gian Carlo Marchesini,
Mi permetto di usare la pagina Facebook dell'amico Biagio, non potendo rispondere sul suo blog-calderano.it, per evidenziare il mio stupore nel leggere alcune sue considerazioni sul Cristo Redentore di Maratea che citando Giorgio Bassani e un suo scritto del 1967, definisce il monumento grosso, massiccio, gessoso, aereonautico, sudamericano, fratello di tante altre statue del tempo fascista e addirittura elemento diversivo rispetto alla bellezza del monte San Biagio.
Non
mi esprimer chiaramente su Bassani, non ne il
luogo, tanto meno motivo della mia riflessione anche se le citazioni
necessitano, a mio avviso, di essere contestualizzate nel periodo e nel
contesto in cui vengono espresse, non sempre lesercizio di
decontestualizzazione riesce ad avere un senso. Difatti, partir dal termine
fascista impropriamente utilizzata. Pu un opera
darte essere considerata fascista? Unopera ideata e pensata venti anni dopo
la caduta del regime? Sarebbe un p come ammettere,
forzando ancor di pi lesegesi dellaffermazione, che le opere di Sironi,
Carr, Boccioni, Maccari, Pagano, Moretti, De Chirico, Terragni e cento altri
ancora hanno fatto Arte fascista e quindi Arte da censurare e negare a
prescindere dalla libera creativit e dallespressione artistica. Larte mi
creda non ha nessuna matrice politica e lartista,
figlio del suo tempo, ha il compito di raccontare la realt che lo circonda e
da intellettuale, ne determina visioni, immagini, opere darte. lArte, affermava Giulio Carlo Argan, nasce dallArte stessa.
Come
gi accennato lartista figlio del suo tempo e Bruno
Innocenti non poteva che assorbire le dinamiche che il Modernismo imponeva a
livello internazionale. In Italia, a Firenze in particolare
modo, un gruppo di artisti, poco propensi a seguire i dettami stilistici del
modernismo astratto, decisero di seguire e intraprendere una strada diversa,
quella di un neopurismo che affondasse le sue radici nellarte del primo 400
ma tennero ben presente le linee stilistiche del razionalismo non solo italiano.
Bruno Innocenti stato tra i pi grandi interpreti di
questo movimento e grazie alla committenza del Rivetti venne chiamato a Maratea
per la colossale statua. Lartista fiorentino, che la invito a conoscere
meglio, ha caratterizzato tutta la sua opera da una forte linea lirica,
sinuosa e morbida. La sfida, difficile per ogni artista, stata quella di
rendere dinamica un opera gigantesca. Chi fa Arte sa
benissimo che con il cambiare delle proporzioni lopera cambia anche al
cospetto dello stesso artista che ne determina la forma. Ma
nonostante ci, Innocenti pur affrontando enormi complessit, riusc a
determinare un considerevole movimento alla statua nonostante la difficolt del
monumentale. Lopera, ritraente il Redentore risorto, cammina
a piedi nudi sulla pietra, sede della Basilica e simbolo della Chiesa di
Cristo.
La posizione delle mani non un riferimento aeronautico o
sudamericano. Ma da fonti storiche lo stesso artista
narra di aver preso come modello lespressione di Pio XII, in visita al
quartiere di San Lorenzo a Roma, allindomani del bombardamento dello stesso da
parte delle forze naziste sulla citt. Le braccia cosi posizionate
stanno a simboleggiare labbraccio che il Papa fece ai romani nel periodo pi
bui della storia dItalia. Innocenti ne ritrae la
forza cristologica e la ripone nel bianco fanciullo romano che va verso i suoi
fedeli, verso la cristianit. La conformazione dellopera scaturisce inoltre
anche dallo studio delle torri costiere e da una serie di riflessioni cristologiche
e teologiche che Innocenti approfondisce proprio in quel periodo. Difatti, il
Cristo Redentore di Maratea parte di un progetto artistico pi ampio e
varrebbe la pena studiarlo prima di screditarlo a mo
di souvenir poco riuscito. LArte contemporanea una scienza e come tale va
considerata, pu essere compresa solo se studiata, lasciamo il qualunquismo a
chi meglio pu interpretarlo. Il discorso lungo e
non ho lo spazio per narrare la complessit dellopera e dellimportanza che
nel tempo ha acquisito dal e per il territorio. Le consiglio intanto una pi
attenta analisi non trascurando gli scritti di Marco Fagioli, il catalogo della
mostra Bruno Innocenti e il Cristo Redentore di Maratea e chiss, magari il
prossimo anno la inviter alla presentazione di una
monografia fatta proprio sul nostro caro Redentore. Si goda le vacanze,
distinti saluti.
Prof.
Biagio
Limongi