Ministero dei beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata
Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata
Centro Operativo Misto di Maratea
Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Maratea
Città di Maratea
SANTA MARIA DELLE GRAZIE
“…qual vuol grazia ed a te non ricorre
sua distanza vuol volar senz’ali”
(Pd XXXIII, 12-13)
I documenti disponibili, quali i Verbali delle visite pastorali, si
riferiscono ad un periodo che muove dal 1655. Dagli stessi si apprende che la
chiesa, reiteratamente citata quale cappella di S. Maria delle Grazie, “extra moenia” , era impreziosita da un
affresco raffigurante
Se dunque la documentazione disponibile non ci consente di datare il sacro edificio prima del ‘600, l’analisi formale dello
stesso e la sua ubicazione inducono a ritenere che il medesimo abbia avuto
origine in epoca ben più remota.
L’edificio in parola, di proprietà comunale, è a navata unica, con tetto
a due falde in coppi e capriata lignea interna, con un solo altare, sormontato
da una nicchia che accoglie la statua della Madonna delle Grazie, ricoverata
agli inizi del ‘900 nella Chiesa Madre, a seguito del
crollo del tetto.
Il recente restauro, curato
dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della
Basilicata, ha consentito di rinvenire sulla parete a monte
una porta murata, che costituiva un
secondo accesso dall’esterno ed un contrafforte absidale, ponendo in
evidenza l’eleganza essenziale del manufatto ed in particolare della facciata,
in cui sottili linee di coccio disegnano l’arco di ingresso e una elementare
trabeazione, a mo’ di marcapiano.
Il simulacro della Vergine, scolpito in legno a tutto tondo,
raffigura
Trovandosi la stessa ubicata “extra moenia”
sulla via degli Eremi della “Eparchia del Mercurion”, nel bosco dei Carpini, è probabile che ne abbia fatto parte e tanto induce a pensare anche il suo
collegamento viario con
La riapertura al culto
di tale suggestiva ed antica Cappella invita a
riflettere sulla sua dedicazione. La venerazione alla Madonna delle Grazie ha radici nel Concilio di
Nicea del 325, che riconosce la nascita verginale di Gesù,
ovvero la sua nascita da Maria Vergine, peraltro già
affermata nel Vangelo di Matteo, nonché nel Concilio di Efeso del 431, che
riconosce
In particolare, la venerazione alla Madonna, quale dispensatrice di
grazie, si diffonde nel Meridione di Italia e, quindi,
a Maratea, grazie soprattutto alla presenza dei monaci basiliani,
che giungono tra noi dal VI secolo in poi e in particolare al tempo della guerra
greco-gotica (553) e della persecuzione
iconoclastica, a seguito dell’Editto dell’ Imperatore Leone III Isaurico (726).
Tale venerazione continua con la diffusione del monachesimo benedettino e in
particolare cistercense, francescano e domenicano, in specie dopo
Per le suesposte ragioni storiche e religiose e per il particolare
interesse paesaggistico
E giacché ogni impegno di salvaguardia del
nostro prezioso patrimonio nasce dalla consapevolezza dei valori etico-estetici che lo innervano e della funzione educativa,
che è chiamato a svolgere, è sembrato giusto e opportuno auspicare il
coinvolgimento, ancora una volta, della gioventù di Maratea e, anzitutto, degli
allievi del Liceo Artistico, perché possano gli stessi arricchire la
interessante Cappella con opere prodotte dalla propria creatività d’arte, con la
collaborazione delle Soprintendenze competenti e, ovviamente, della Parrocchia
S. Maria Maggiore.
“MARIA, MADRE E MEDIATRICE
DI GRAZIA”
All’interno della storia della salvezza un posto di
particolare rilevanza è occupato dalla Beata Vergine Maria. La sua comparsa
risale fin dalle origininel racconto della caduta dei
nostri progenitori Adamo ed Eva (Gen 3,15: “porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua
stirpe e la sua stirpe. Le insidierai il calcagno, ma essa ti schiaccerà la
testa”). In questa narrazione Ella viene
preconizzata come
UN PATRIMONIO
STORICO-ARTISTICO RIDATO ALLA COMUNITÀ
L'Amministrazione
Comunale è lieta della riapertura della cappella per la comunità dei fedeli e per tutti gli estimatori del ricco patrimonio
artistico di Maratea, segno tangibile dell'attenzione e dell’impegno rivolto
alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici che la nostra bella città
vanta. Recuperare un luogo, soprattutto se di intrinseco
valore spirituale, è un’operazione dall’innegabile valenza e implicazione
culturale: significa riappropriarsi della storia, delle radici, dei valori e
dell’identità di una collettività, ma anche instillare nella coscienza di
ciascuno l’amore per quel luogo e il desiderio di rispettarlo e preservarlo.
Poiché ogni sforzo
volto alla tutela del nostro prezioso patrimonio scaturisce dalla
consapevolezza dei valori etico-estetici ad esso connessi e dalla funzione educativa che esso
assolve, anche gli studenti del Liceo Artistico di Maratea saranno chiamati con
la loro creatività a dare un personale contributo per arricchire ed abbellire
In chiusura mi preme
rivolgere un sincero ringraziamento al Centro Operativo Misto di Maratea per la
professionalità e la disponibilità manifestata e al Prof.
Francesco Sisinni per lo zelo e il trasporto con cui
si adopera da sempre per la valorizzazione del
patrimonio culturale anche nella sua città natale. Inoltre, desidero esprimere
sincera gratitudine all’Associazione culturale “Lo scoglio del cuore” e a quanti vorranno contribuire a far
rivivere un luogo del passato che può significare ancora molto nel presente.
L’Assessore alla cultura – Isabella Di Deco
Dante, Divina Commedia, Pd XXXIII, 1-21
"Vergine
madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d'eterno consiglio.
Tu se' colei che l'umana natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore
Per lo cui caldo nell'eterna pace
Così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s'aduna
Quantunque in creatura è di bontate!
Preghiera alla
MADONNA DELLE GRAZIE
dell’Em. Card. GENNARI
O Madonna delle Grazie, gettato nella
più desolante angustia, son venuto a mettermi ai Tuoi
piedi, per essere da Te aiutato. Povero me! se Tu non ci mettessi
Tanti e tanti, vedendomi così afflitto, mi han
detto: Se vuoi la grazia in questa circostanza, devi ricorrere alla Madonna
delle grazie, alla quale chiunque ricorre per grazia, sicuramente la ottiene,
non essendovi un solo esempio, dacché il mondo è mondo e in tutta la storia
dell'umanità, che uno, ricorrendo a Te, sia rimasto senza grazia. Ed è per
questo che io, benché fossi un povero ed indegno
peccatore, pure, nella tribolazione che mi opprime, ho avuto la fiducia di
venire a piangere dinanzi a Te. Epperó, con i gemiti,
con i sospiri e con le ardenti lagrime che mi piovono dagli occhi, a Te grido. Te chiamo, a Te alzo le mani, chiedendoti grazie. Oh, me
sventurato, se, solo, solo ad esempio unico nel mondo, rimanessi
senza ottenere la grazia sospirata!
O Madonna tutta Santa e tutta piena di grazie, io ho ferma la speranza che Tu mi farai la grazia; da Te
assolutamente l'aspetto, perché sei la mamma di tutte le grazie: me lo dice il
cuore che Tu mi esaudirai, altrimenti che ne sarà di me afflitto e sconsolato?...
Ah! che se Tu non mi ascolterai, senti che
farò io, o Mamma di Grazie: Ti bacerò i piedi, Te li bagnerò di calde lagrime,
inginocchiato a Te dinnanzi, Ti strapperò il manto, Ti stringerò le mani, e
tanto mi starò cosi, tanto piangerò gridando, in sino a che Tu, intenerita e
commossa, mi dirai: alzati che la grazia Te l'ho fatta.
Ed ora che hai
udito quello che io farò, che mi dici, o Mamma di Grazie? che
mi rispondi? mi devi Tu aiutare? me
la devi concedere questa grazia? Ah si, buona quale sei,
son certo che me la farai; anzi l'aspetto da quei
Tuoi occhi di Grazia, l'attendo da quella Tua bocca che allora solamente si
apre, quando ha da pronunziare una Grazia: la desidero da quella fronte, da
quel seno, da quelle mani, dai Tuoi piedi, e, sovrattutto,
da quel Tuo benedetto e materno Cuore tutto ripieno di Grazie.
Grazia, si, grazia Ti cerco, o Mamma di
Grazie, fammi grazia alla mia disgrazia, Te la chiedo con tutto il cuore... Te
la chiedo con la voce di tutti i bambini della terra che sono anime innocenti,
di tutti gl'innamorati di Te, di tutti i fervorosi Tuoi figli e Tuoi devoti. Da
Te dunque l'aspetto, e Tu me la devi fare a qualunque
costo; Ti prometto, o Mamma di Grazie, che fino a quando la mia mente avrà un
pensiero, la mia lingua un accento, il mio cuore un palpito, sempre, si, sempre
griderò, e nelle ore del giorno e in quelle della notte, Ti sentirai chiamare;
O Mamma di Grazie, fammi la grazia. Quel grido, o Mamma, sarà l'ultimo mio
sospiro: o Mamma Santa Maria, e cosi sia.
7 Ave con l'aggiunta ad ognuna Mater Divinae Gratiæ, Ora prò nobis. POI Litaniæ.
40 giorni d'Indulgenza.
Noci, 7 giugno 1892
Card. CASIMIRO GENNARI da Maratea