A proposito di 8
marzo
UNA DONNA DA NON DIMENTICARE
di Emanuele
Labanchi
Si tratta di Lidia Pot, nata a Perrero
(TO) il 26 agosto 1855, la prima donna in Italia a chiedere lĠiscrizione
allĠAlbo Avvocati.
Si era laureata il 17 giugno
ÒLĠavvocheria un ufficio soltanto da
maschi e nel quale non devono punto immischiarsi le femmineÓ.
Con queste parole ed altre scritte dai giudici, tutti uomini, della
Corte di Appello di Torino lĠavvocata piemontese venne
cancellata dallĠAlbo degli Avvocati di Torino.
Lidia Pot non si arrese e,
continuando a frequentare lo studio del fratello avvocato, present un
articolato ricorso alla Corte di Cassazione che, tuttavia, conferm la
decisione dei giudici della Corte di Appello,
impedendole di esercitare la professione ma non di continuare a coltivare la
sua passione per il diritto sino a specializzarsi nella tutela dei diritti dei
minori, degli emarginati e delle donne.
Finalmente nel luglio 1919 il Parlamento approv la legge Sacchi,
che autorizzava ufficialmente le donne ad entrare nei pubblici uffici, ad esclusione della magistratura, della politica e dei ruoli
militari. Cos nel 1920 Lidia pot ripresentare, con
immediato accoglimento, la richiesta di iscrizione
allĠOrdine degli Avvocati. AllĠet di 65 anni torn ad indossare la toga, che
le era stata tolta tanti anni prima, e ad utilizzare
il titolo di avvocato. Due anni dopo divenne presidente del Comitato italiano
pro voto delle donne e riusc a vedere il frutto del suo impegno votando alle
prime elezioni a suffragio universale in Italia nel 1946. Si spense a 94 anni
il 25 febbraio 1949 dopo essersi battuta tutta la vita, da avvocato ma
soprattutto da donna, per la definitiva vittoria, almeno in diritto, del
sacrosanto principio di uguaglianza.