QUANDO CERA LA MALARIA
di Emanuele Labanchi
Ho un vago ricordo di mio nonno Emanuele ormai anziano, persona
colta e generosa, che mi appariva con il suo cipiglio austero, quasi a celare,
come aveva fatto gi con i figli, anche a me ragazzetto laffetto, la bont e
lumanit di cui era capace e concretamente manifestati gi in giovent e
durante la sua vita.
Cos era a quel tempo quando i figli davano ancora del Voi al
padre.
Era giovane mio nonno quando nel 1909,
come documentato da una storica fotografia, partecip allinaugurazione a
Maratea di un ambulatorio contro la malaria.
Ho appreso poi che liniziativa per lambulatorio era stata
proprio sua e che per ospitare il presidio sanitario aveva messo a disposizione
la sua abitazione a Castrocucco.
Era stato anche promotore di una serie di iniziative
umanitarie e benefiche.
Pi di una volta mio padre mi ha raccontato un fatto, cui aveva
assistito nei pressi del terreno di famiglia attiguo alla casa di Castrocucco:
era, da ragazzo, insieme al suo pap quando si accorsero che alcuni ragazzini del
luogo raccoglievano in quel terreno arance e mandarini
per portarli via. Mio nonno Emanuele ferm subito il figlio che voleva
intervenire dicendogli: lasciali continuare perch
non fanno nulla di male e, se si accorgono di noi, scapperanno impauriti senza
portar via niente. E cos stettero ad osservarli di
nascosto fino a quando quei ragazzi, soddisfatti, non si allontanarono.
Quel suo cipiglio austero nascondeva, in realt, un animo nobile
ed un sorriso bonario.