L'ASSURDA LITE GIUDIZIARIA TRA ISTITUTO
"DE PINO" E COMUNE DI MARATEA
di Emanuele Labanchi
Credo
di interpretare il pensiero della stragrande maggioranza dei marateoti nel non
comprendere come sia stato possibile arrivare fino a questo punto nel rapporto
tra parti, da sempre improntato alla pi ampia collaborazione ed al rispetto reciproco tali da giovare ad entrambi gli
Enti e soprattutto alla collettivit marateota.
Con
il passare del tempo e per ragioni varie, tra le quali una gestione piuttosto
miope dello storico Istituto, le "Entrate" di quest'ultimo si sono
notevolmente ridotte, tanto da dover fare affidamento sostanzialmente quasi del
tutto su quelle legate ai canoni di locazione pagati dal Comune per Villa
Tarantini con annesso Parco, cui si sono aggiunti altri canoni a carico
dell'Ente pubblico, allorquando ha avuto necessit di
fruire temporaneamente di un immobile prossimo all'edificio Scuola elementare
"San Giovanni Bosco", bisognoso di urgenti lavori edili.
Nel
frattempo, il Consiglio di amministrazione del "De Pino" con il suo
Presidente si costantemente disinteressato, omettendola, della pur necessaria
straordinaria manutenzione di Villa Tarantini, prevista a carico del
proprietario, mentre l'Amministrazione comunale ha cominciato a ritardare il
pagamento dei concordati canoni di locazione e poi non ha pagato quelli per
l'immobile in temporanea sostituzione dei locali della Scuola elementare
statale.
Ed ancora, il legale rappresentante p.t.(da oltre un decennio) dell'Istituto, erroneamente
convinto che l'Ente da lui amministrato, non dovesse alcunch al Comune di
Maratea a titolo di IMU, ne ha omesso il pagamento, mentre l'Amministrazione
comunale affermatasi alle ultime elezioni (Lista civica "Rinascita")
arrivava a prevedere nel suo programma elettorale, giustificandola,
l'acquisizione al patrimonio comunale di Villa Tarantini (cosa che speriamo
possa avvenire al pi presto per iniziativa di Comune e Regione).
Dunque,
il fuoco da qualche tempo covava sotto la cenere e le
parti, a fronte del loro DARE/AVERE, hanno cominciato a litigare senza
pervenire, come pure sarebbe stato possibile, a opportuna se non doverosa,
soluzione transattiva, tale da prevenire una sconsigliabile lite giudiziaria,
poi insorta ed ancora perdurante, in assenza ad oggi di transazione idonea a
farla cessare.
A
tanto sono state costrette ad assistere le poche, silenziose Suore rimaste tra
le mura del "De Pino", tanto care alla nostra comunit, alle quali ed a quante le hanno precedute nel tempo vanno coralmente
espresse gratitudine e solidariet.
Allo
stato, l'amministrazione dell'Istituto, la prima a preferire le vie legali e ad
agire esecutivamente nei confronti del Comune, che nulla ha osservato, ha
ottenuto, come si evince dall' Ordinanza del Tribunale
di Lagonegro del 16 maggio scorso, in calce riportata, l'assegnazione della
somma vantata a suo credito a seguito di pignoramento presso terzi e non ha di
che lagnarsi, facendo salvo possibile, ulteriore suo credito.
Solo
dopo ha fatto la stessa cosa il Comune, con il suo
competente Ufficio, per il legittimo recupero del suo credito da tributo evaso
e ne derivato un prolungato strepito da parte del legale rappresentante p.t. dell'Istituto contro il Sindaco p.t.,
forse dimenticando che:
CHI VA PE CHISTE MARE CHISTE PISCE PIGLIA
E
non c' bisogno di alcuna traduzione.
Non
sarebbe stato e non sarebbe ancora preferibile trovare, nel comune interesse e
per il bene delle Suore e della nostra collettivit, una soluzione transattiva,
senza dichiararsi...una guerra..., che mai sarebbe
dovuta cominciare?
Maratea 10 giugno 2023 |
Emanuele
Labanchi |