M A R A T E AI N P O E S I A
di
Con una sua poesia, tra le tante ispirate dal suo amore per il natio loco, desidero ricordare, da nipote, Letizia Labanchi e renderle omaggio.
Nata a Maratea il 27
dicembre 1919, dopo gli studi universitari (Lettere classiche) a Roma, si
dedic allinsegnamento. Docente a Lagonegro per alcuni anni,
stata la Preside della Scuola Media di Maratea appena istituita ed sino al
suo pensionamento (per un breve periodo Preside presso il locale Istituto
Magistrale). La sua vita stata interamente dedicata alla Scuola e ora la
ricordano tre generazioni di marateoti e i tanti studenti, anche fuori sede,
che hanno frequentato il Magistrale alla fine degli anni 60. Si distinta
anche nel campo della Poesia, ottenendo ambiti premi a livello nazionale;
stata, altres, attivamente impegnata nella vita ecclesiale e, per un breve
periodo, in politica. Ha trascorso
gli ultimi anni della sua vita presso la Casa di Riposo Maria Consolatrice in
Maratea, dove si spenta il 9 febbraio 2016.
M A R A T E A
di
Letizia Labanchi
Aggrappata al suo
monte
e da esso protetta,
verso il mare degrada
in un gruppo ridente
di case
che lalto
campanile sovrasta
col suo vertice
aguzzo.
Se domandi: Ma
come!
Alla gelida Orsa
son le case orientate?,
la sua storia
non sai,
che precisa ti narra
come il vecchio paese
trasferitosi a valle
dal monte,
si sottrasse con cura
alla vista del mare.
In quei tempi
I pirati
su leggere golette
il Tirreno correndo
assalivan le coste,
uccidendo feroci
e impuniti predando.
La pacifica gente
fece prima la chiesa
poi vi aggiunse pia piano
quasi a grappolo intorno,
case e case
che Borea,
dalla Colla irrompendo,
batte a volte
impetuoso
col suo soffio violento.
Questo il nucleo pi
antico,
lo storico centro,
dove il sole
per mesi
non saffaccia,
dinverno,
ma che gode,
destate,
la frescura dellombra
e la brezza del mare.
Dai comignoli ritti
salza il fumo
ed indugia
sopra
tetti,
tranquillo,
o si sfiocca nel vento
che lo spinge pi in alto.
Gli abitanti
guardando
la bandiera che gira
sulla torre,
san dire
quale tempo si aspetta,
sia che spiri il maestrale,
sia che laustro
o il libeccio
prevalga.
Spesso al monte
ritorno
fa la gente del luogo
perch l del Patrono
le reliquie e il Santuario
son richiamo damore.
E S. Biagio!
La Chiesa
il d tre di febbraio
ne ha fissato il ricordo,
ma il paese solenni
gli tributa onoranze,
celebrando la festa
nel bel mese di maggio.
Da qualche anno
Il Santuario
ha di fronte,
maestosa,
una statua del Cristo
che sul cielo si staglia,
ben visibile
e bianca.
Sul paese ai suoi piedi
Egli allarga le braccia,
ne ravviva la Fede,
ne sostiene il coraggio.
E di notte
sul borgo
lungo il monte adagiato,
veglia calma la luna
col suo pallido raggio,
e risplende a ponente,
scintillando sul mare
con riflessi dargento.
Maratea 10 novembre 2023 |
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