A CERSUTA DI
MARATEA
UNINCANTEVOLE GROTTA CARSICA DIMENTICATA
di
La nostra grotta una rarit, che va rispettata, come la caverna di Adelsberg
nelle Alpi Giulie, come lantro di Nettuno a Capo Caccia in Sardegna, come le
grotte de monti Giura e della Maremma Toscana, come quella dellisola Antipari in Grecia. Questi pensieri mi affollano alla
mente, allorch, rimmessomi
in barca, feci ritorno con gli amici, il 24 settembre, al Porto di Maratea.
Desiderio e voto sono, da allora,
rimasti nel vento e Cersuta
dallanno scorso ha il suo SKY WALK, nuova, artificiale e bella terrazza sul
mare.
Il tempo ha fatto, comunque, la sua parte sino a
cancellare quasi del tutto la spiaggetta e a rendere ancora pi difficoltoso,
se non impossibile, laccesso alla magnifica cavit naturale, oggetto di
presentazione ed illustrazione da parte del Dott.
Pompeo Limongi, Geologo, nel libro La grotta delle meraviglie di Maratea e
altre importanti cavit naturali del territorio – Mondomaratea
S.T. – 2018- pagg. 78-90.
Egli cos si esprime: A parere dello scrivente,
nonostante gli sfregi, la grotta di Cersuta rimane tra i pi grandi e belli esempi di grotte carsiche di Maratea e del golfo di
Policastro.
Nel condividere il suo parere, dispiace osservare
che tuttora un
siffatto, meraviglioso attrattore naturale sia dormiente edimenticato, tanto
da ben potersi qui richiamare alla mente desiderio e voto rivolti da Federico
Rossi agli egregi amministratori marateesi gi alla fine del 1800 proprio da
quella spiaggetta di Cersuta per
rilanciarli coralmente e con rinnovato vigore.
Maratea 09 gennaio 2024 |
|
Rossi Federico, La grotta della Cersuta a Maratea, Torino, Direzione del giornale lUnione dei Maestri e G. B. Paravia, 1898.
Sul breve lembo della provincia di Potenza, lunico bagnato dal Mar Tirreno, tra il villaggio dAcquafredda, stazione ferroviaria lungo la linea Eboli-Reggio, e quello del Porto, entrambi appartenenti a Maratea, evvi la frazione cos detta Cersuta, composta di poche case introno ad una chiesetta, che fan parte anchesse del nominato Comune. In tenimento di questa frazione si trova appunto la maravigliosa grotta, che dalla Cersuta prende il nome.
Il tratto della costiera tra due villaggi, e propriamente dallinsenatura di Fiumicello ad Acquafredda, frastagliato da alti monti, con contrafforti che si elevano a picco sul mare, gioghi sassosi, declivi immensi, forre inaccessibili, promontori giganteschi, balze orribili, burrati, dirupi, qua rientranti nel sinuoso pendio, l sporgenti ad emiciclo, e su que precipizi spaventevoli, a mezza costa, come linea aerea serpeggiante, un sentiero per cui passa timorosa la gente che dal Comune centro deve recarsi a Cersuta ed Acquafredda, e in certi punti va proprio a picco da quellaltezza vertiginosa sul [p. 4] mare, tanto da far venire la pella doca a chi, dal basso in barca, contempla il precipizio e i pericoli di chi cammina per quel cos detto sentiero. Un punto si appella anche oggi Apprezzamilasino, ed fama che l dove langusto passo di pochi centimetri, mezzo roso dalle piogge, posto tra le nubi e labisso sottostante e fa venire il capogiro, due bifolchi, incontratisi una volta con gli asini rispettivi, uno che veniva e il secondo che andava, e non potendo scostarsi per dar passaggio allaltro n far voltare gli animali per cos riprendere la via fatta, convennero di apprezzare de due ciuchi quello che meno valeva, sicch, con una debole spinta fu questo slanciato nel vuoto, mentre laltro prosegu a stento il suo cammino.
Ed oggi la locomotiva della ferrovia Eboli-Reggio attraversa questi sentieri aerei in lunghi trafori succedentisi ad intervalli, mentre, trascinando un lungo treno, su ponti, arcate, viadotti, spesso riappare tra una galleria e laltra, e sbuffando romba e passa come fulmine su quei dirupi, quasi a sfida dellorrida natura e della spaventevole tradizione del luogo!
A due chilometri da Acquafredda, nellangolo di una piccola spiaggia limitata da uno de soliti baluardi rocciosi, vedi, a due metri sul livello del mare ed a pochissimi passi da questo, un foto che una volta [p. 5] era chiuso da una porta, ma attualmente circoscritto da poca fabbrica laterale che gli d una forma regolare. Vi penetri, ed appena dopo qualche metro, la luce quasi si arresta al limite dello spiraglio, e ad un tratto buio pesto, profondo, che fa impressione e paura ad un tempo. Si accede una grossa torcia a vento, ma dessa appena basta a rischiarare le tenebre dellantro immenso che ti appare davanti. Fai pochi altri passi, e, come per incanto, al lume delle torce vedi la volta della grotta rabescata di stallattiti piccole e grandi, di ninnoli fantastici di mille forme: gusci di chiocciole, rosoni, ghiacciuoli, sigari enormi, candelotti, coni rovesci, gallozzole, frange e fiocchi che, al lume improvviso, appariscono di svariati colori.
Ai lati della caverna, lincrostazione ritrae le sinuose pieghe e gli strascichi dun panneggiamento che ti dan lidea di cortine e drappi stesi sulle pareti come artifiziosi paramenti di magnifica festa. Tinoltri ancora, e una grossa colonna qua e l scanalata tra il piano e la volta ti fa restar muto e stupefatto a contemplarla. Stalattiti e stalagmiti, unitesi tra loro dal lavoro de secoli, lhan formata. Passi da due lati della colonna, e pi in l la grotta cresce di altezza fino a metri trenta con altrettanti di ampiezza. Dalla volta sempre le stesse e nuove [p. 6] meraviglie. Dalle pareti mille oggetti fantastici che incantano locchio del visitatore: ricami e frastagli di mille forme; qu padiglioni da cui scendono panneggiamenti che sembrano ornare un trono, l un organo grandioso con le canne separate ad uguale distanza tra loro; pi oltre un gruppo di statuette, di piccoli alberi, prospettive ridotte di edifizi, palchetti, animalucci di strane forme, delineati cos dalla fiamma fumosa delle torce. Sul piano, stalagmiti di pochi centimetri, di un metro, di due e pi, conficcate nel suolo: pani di zucchero, tronchi capitozzati, ceppi, basi enormi di pilastri, colonnine miliari, paracarri colossali. Ai lati, nel basso, al punto dove i panneggi discendono e sincontrano, piccole nicchie con lo sfondo e la cupola lucidi e lisci come linterno di una gran valva di conchiglia pietrificata. Nel fondo, che la parte pi asciutta della caverna, a ben novanta metri dellentrata, un magnifico altare col piano di alabastro, con fregi e ricami di nuova forma, con pieghe scolpite e meandri architettati da un artista invisibile e capriccioso.
N la natura si stancata al lavoro immenso, per cui si dovettero impiegare dei secoli. Per terra, in alcuni punti, la calce carbonata prodotta dal continuo stillicidio, l pronta ad altri lavori di [p. 7] stalagmiti. Altra calce carbonata filtrosa si deposita per evaporazione in ammassi formati di fibre ora grosse ora filiformi, sulle pareti, dallo stillicidio che geme incessantemente dalla volta della grotta.
N basta. Lacqua che si distilla per le cavit e per glintricati giri della roccia, serve a dissetare gli abitanti delle case del villaggetto, pi vicine alla caverna. Commuove davvero il veder delle donne accostarsi al foro di questa, accendere ciascuna la sua fiaccola e poi internarsi lentamente col vaso in testa e il secchiello in mano, Dopo molto tempo ne vidi uscir due, e, richieste di favorire a me e gli altri della comitiva un tantino dacqua per bere, gentilmente ce la offrirono. Lacqua era limpida, fresca e leggera.
Oh Provvidenza benefica! Per te tutto utile e dilettevole, buono e bello in natura. Sei ammirevole nella luce e nelle tenebre, alla ridente superficie della terra come ne tetri sotterranei della medesima.
Luomo per, o gran madre natura, ha se non distrutto, infranto e deturpato, con vandalica soddisfazione, a solo scopo di ornarsi le case, quanto tu hai architettato e costrutto per secoli. Peccato imperdonabile!! Nella grotta della Cersuta si trovano sparsi al suolo e nella mota frammenti di [p. 8] mille stalattiti e di centaltre stalagmiti, che ricordano la forma grandiosa degli oggetti spezzati forme a colpi di pietra, e portati via chi sa da quanti anni.
Cessi una buona volta il genio distruttore; torni a serrarsi lapertura della grotta di Cersuta, e la provvida e pietosa natura ripiglier il suo lavoro e riparer essa allavvenuta strage dellopera sua.
E' questo un mio desiderio, questo un mio voto, o egregi amministratori marateesi. La nostra grotta una rarit, che va rispettata, come la caverna di Adelsberg nelle Alpi Giulie, come lantro di Nettuno a Capo Caccia in Sardegna, come le grotte de monti Giura e della Maremma Toscana, come quella dellIsola Antipari in Grecia. Questi pensieri mi si affollano alla mente, allorch, rimmessomi in barca feci ritorno con gli amici, il 24 settembre, al Porto di Maratea.