Il caso Piano degli zingari ad Acquafredda di Maratea

-Quid non mortalia pectora cogis, auri sacra fames - Virgilio - Seneca

-A cosa non spingi i petti mortali, miserabile cupidigia delloro-

LA FERITA APERTA

  di Emanuele Labanchi

In modo del tutto casuale alcuni anni fa (il diavolo fa le pentole ma non i coperchi) stata scoperta a Maratea unassociazione a delinquere, costituita da un funzionario infedele, responsabile dellarea tecnica del nostro Comune, dalla sua seconda moglie, dal suo avvocato di fiducia dellepoca e dalla moglie di questultimo. La Procura della Repubblica di Lagonegro contest ai quattro professionisti nonch persone perbene innanzitutto il reato di cui allart. 416 c.p. per essersi associati allo scopo di commettere una serie indeterminata di reati di abuso dufficio, falso ed altro con programma criminoso concepito nella prospettiva di appropriarsi con linganno di beni immobili, privati e/o pubblici, attraverso procedure giudiziarie attivate con ricorsi per usucapione speciale. Il Funzionario del Comune, poi non pi dipendente dellEnte, e lAvvocato patirono un breve periodo di arresti domiciliari il primo ed un breve periodo di sospensione dallesercizio della professione forense il secondo. Laccusa resse al vaglio del Giudice per le indagini preliminari di Lagonegro, il quale dispose il rinvio a giudizio di tutti gli imputati. Si costituirono parti civili nel processo il Comune di Maratea, Ente pubblico proprietario di beni immobili oggetto di usucapione ad opera dellassociazione a delinquere e numerosi cittadini di Maratea, la maggior parte dei quali nella qualit di livellari di tali beni, come nel caso di Piano degli zingari, rimasti di fatto sempre nella detenzione degli immobili ed interessati alla loro affrancazione, che il Comune non ha potuto poi disporre a seguito dei fatti-reato in suo danno (illegittima usucapione in favore della consorte del Funzionario comunale nonch della consorte del suo Avvocato).

 E pensare che il nostro Comune si era pienamente fidato dellArchitetto responsabile dellarea tecnica tanto da conferirgli incarico per la ricognizione e laffrancazione di tutti i beni comunali gravati da livelli o usi civici. Proprio durante il periodo di adempimento di tale incarico si sono poi verificati i fatti descritti, con sottrazione della propriet al Comune di appetibili terreni con fabbricati ubicati in posizione panoramica a Piano degli zingari, sottrazione scoperta, per fortuna, dai soggetti livellari degli stessi terreni.

Per farla breve, alludienza di ieri 20 ottobre, il processo penale, ancora nella sua fase istruttoria nonostante il tempo trascorso dai fatti, su richiesta del Pubblico Ministero e, non avendo optato gli imputati per la pur possibile rinuncia alla prescrizione, si concluso con sentenza di non doversi procedere in ordine a tutti i reati contestati perch estinti per intervenuta prescrizione.

I quattro imputati avrebbero potuto, a fronte delle gravi accuse, rinunciare alla prescrizione dei reati con prosieguo del processo per pervenire alla loro assoluzione, magari con la formula pi ampia possibile, ma si son guardati bene dal farlo anche per evitare il rischio di una probabile, pesante condanna penale con le connesse conseguenze.

Responsabilit penale a parte, rimangono in tutta la loro gravit i fatti, frutto di evidente infedelt comunale con apporto di altri che, associandosi e da protagonisti di questa umana e misera vicenda, miravano allincremento del patrimonio personale in danno di quello pubblico.

E rimane, purtroppo, per tutte le parti comunque coinvolte nella vicenda e per la nostra collettivit, una ferita ancora aperta!

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