“ALLAH AKBAR…”

LA PREGHIERA E….LA BESTEMMIA

di Emanuele Labanchi

“Non nominare il nome di Dio invano”

È uno dei Comandamenti scritti nella sacra Bibbia, fatto proprio dalle religioni che ad essa si sono ispirate e si ispirano ma divenuto, da subito e nel tempo, in vario modo, oggetto di umana violazione più o meno grave.

In vetta alla classifica di queste umane violazioni, senza timore alcuno che altre possano prenderne il posto, vi è da qualche tempo il grido “Allah akbar” (“Dio è il più grande”), che precede un attacco terroristico ed una strage come da ultimo attuati a Parigi. Qui diventa un grido da parte di chi si accinge ad uccidere e ad uccidersi in contemporanea o poco dopo ma si tratta, pur sempre e comunque, della formula iniziale, poi ripetuta più volte, di una preghiera propria della religione islamica che, naturalmente, nulla ha a che vedere con il grido di morte risuonato più volte a Parigi come in tanti altri attentati terroristici compiuti in nome di Allah.

“Questa è una bestemmia”, ha detto Papa Francesco con voce ferma , riferendosi all’uso del nome di Dio per giustificare la violenza , l’odio e la morte ed invitando tutti alla preghiera, alla comprensione reciproca , al dialogo, all’apertura del cuore e della mente perché la violenza non generi altra violenza in quella che ha definito essere già la terza guerra mondiale…a pezzi.

E come non essere d’accordo con Papa Bergoglio?

È proprio il momento che l’umanità intera opponga al male ed al terrorismo, in coro ed a voce alta, l’esortazione: “Sursum corda” (“In alto i cuori”), sino a raggiungere il cuore e la mente anche di quei giovani, divenuti terroristi, per impedirne e neutralizzarne il grido e l’azione di morte, recuperandoli alla vita ed alla preghiera “Allah akbar”, da essi trasformata in bestemmia.

Indice