10. Bene, allora facciamo così

come da tue deprecazioni e suggerimenti. Limitiamo drasticamente la già non così elevata attività in campo edilizio. Ma non pensi a chi - e non parlo di banche e intermediari finanziari, o di spregiudicati tecnici spiccia faccende e politici con tentazioni affaristiche: parlo di piccole imprese, di geometri e muratori e manovalanza stagionale e occasionale - ci campa interamente la famiglia? Dopo il turismo e le attività connesse che costituiscono per i più la fonte di reddito principale, da dove credi nasca una componente non marginale del necessario per campare? Tu elenchi bene: l’ospedale che è andato in progressiva eclisse ed estinzione, lo stabilimento, prima tessile e poi calzaturiero, ora in definitiva chiusura, il collegio scuola e la colonia estiva idem, mentre nuovi alberghi dagli anni Settanta non sono più stati costruiti, e i progetti di sviluppo turistico in grande falliscono e i programmi di attività estive di divulgazione e intrattenimento culturale languono… E tu vorresti a questo punto, nel nome di una battaglia nobile contro l’economia assistita, eliminare anche i cespiti di sostenimento e reddito residui? E’ bello avere le idee serie e severe come le tue, coltivare un pensiero a indirizzo nobilmente etico, reclamare fronte alta e schiena dritta: ma chi glielo va a dire alle famiglie che caparbiamente resistono, che una ennesima e ulteriore parte del loro ridottissimo reddito viene così estinta?

Questa è gente semplice e concreta, abituata a destreggiarsi tra biondi svevi idealisti e pirati saraceni olivastri e predoni. La loro pazienza, l’eterna arte del destreggiarsi tra Scilla e Cariddi è comunque limitata. I piedi per camminare hanno bisogno di un ventre soddisfatto, un minimo di sicurezza economica, un percorso e un futuro sufficientemente tranquilli per i figli. Chi li procura e assicura: la tua sdegnata poesia?O qui dobbiamo proprio emigrare tutti?

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