12. Maratea ha bisogno di un’idea!

Ma non di una idea qualsiasi, così come Maratea non è di una bellezza qualsiasi. Non il festival, quindi, non il premio, la gara, la sagra, la passerella di televisive star. Non il seminario, il simposio, il convegno. Naturalmente niente va sottovalutato, trascurato o snobbato. Ma serve qualcosa di meglio e di più. Melpignano e Giffoni, che in termini di bellezza naturale del territorio in confronto a Maratea, e chiedo alle due umilmente scusa, non sono nessuno, con la festa della taranta o il festival del cinema per ragazzi si sono conquistate una notorietà e una immagine di prestigio uniche al mondo. Forse Maratea diventerebbe unica al mondo se si consacrasse concretamente e persuasivamente alla celebrazione dell’idea stessa di bellezza, ne diventasse cenacolo e laboratorio. Ma allora, così come si varano commissioni impegnate su temi e questioni di grande attualità, per Maratea dovrebbe esserne istituita una a livello mondiale, ché tale raggio di attenzione e impegno merita la bellezza, di casa in tutto il mondo. E dovrebbe vedere al servizio e all’opera maestri ed esperti italiani a livello di Umberto Eco, e, per altri Paesi e Continenti, talenti della stessa indiscussa levatura.

Maratea dovrebbe raccogliere una sfida capace di consentire a chi è suo ospite di nutrirsi di bellezza, restituendone di diversa e nuova in una gara di emulazione virtuosa. Poeti, pittori e scrittori dovrebbero sentire un onore e un premio essere suoi ospiti, e restituire in forma di quadri, poemi e racconti i benefici goduti. E così per scultori, per musicisti e artisti di tutte le forme, linguaggi, avanguardie e discipline. Dovrebbero esserne ospitati periodicamente a decine, con il patto di restituire a una città così ospitale i loro frutti. Negli anni, chi sceglierà per ispirarsi Castrocucco e la sua Secca, chi Marina e la sua dolce e selvatica bellezza, chi le più moderne Porto o Fiumicello, chi, ispirato dal caleidoscopico movimento delle loro coste, Acquafredda e Cersuta; e chi invece salirà la montagna per immergersi nel verde ubertoso di Brefaro e Massa, avendo scoperto quanto il mare si riscopra ancora più bello quando per raggiungerlo si attraversino vallate e boschi. Per poi tutti riposarsi, scambiandosi storie, impressioni ed esperienze, negli ampi spazi di Villa Tarantini, o nella piazzetta del centro storico insaporita di pan di zucchero e gelati come nelle favole per bambini, nelle ville già esistenti e nelle strutture ancora da edificare - o in quelle, come Villa Nitti, semplicemente da decidere come meglio utilizzare. Decine e decine di opere create si proporrebbero così come museo vivo, vivaio fecondo. Come città di ospitalità elettiva per opere di ingegno e arte, Maratea diventerebbe giustamente famosa in tutto il mondo. E come a quel punto non accettare anche la sagra del vino e dei formaggi, del pesce azzurro o del soave bocconotto? La cultura di un luogo (di una regione, di una nazione) non comprende infatti soltanto produzione simbolica da un lato e comportamenti rispettosi della sostenibilità ambientale dall’altro, ma anche necessità di base come cibo, casa, salute e istruzione - gastronomia tradizionale e creativa inclusa.

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