Acquafredda di Maratea
Se voi
osservate attentamente la curvatura
di un notturno cielo stellato di Acquafredda,
in particolare la luminosità palpitante di alcune stelle
in aerea sintonia,
e cogliete la trama di fisionomie allusive
e di connessioni suggestive che il firmamento evoca,
riconoscerete il sorriso trepidamente espanso e
lieve di Alice,
lo sguardo scanzonato e allegro di Enzino,
lo stupore un po’ sornione e un po’ candido
che è il modo di stare al mondo scelto da Mimmo,
l’incalzante e mai sazia voglia di conoscere di Ottavio,
la mansuetudine dolce, smarrita,
e alla fine definitivamente arresa di Filippo.
In certi
luoghi
isolati dal mondo e iscritti nella grazia
dell’universo,
galleggianti tra cielo e terra
dentro un gioco mirabile di rimandi e flussi,
ciò che tra le due dimensioni
si manifesta e scambia in segreta corrispondenza
costituisce di entrambi essenza.
E ciò che scorre oltre i loro confini
è realtà insipida e superflua.