Agli amici che adorano pescare.

Ovvero: dalla parte dei totani e dei tonnetti.


“Noi non facciamo male a nessuno, ci godiamo la nostra breve esistenza guizzando beati in fondo al mare. Arrivano all'improvviso esseri nella scala dell'evoluzione a noi nettamente superiori e indiscutibilmente più forti: e invece di nuotare con noi e insieme divertirci, ci infilzano a centinaia per il gusto di esibire i nostri cadaveri su un tavolaccio, e farsi ammirare in posa gladiatoria fotografati su facebook. Esultano per averci rubato la gioia di vivere, se ne vantano come eroi e benefattori. Poi si lamentano che il mare muore e la vita del nostro pianeta langue. Dovrebbero darsi una smossa, uscire dalle caverne e godersi la bellezza che li circonda. Rispettandola.

Io, da carnivoro, accetto la mia parte di contraddittorietà, anche se carne non ne mangio quasi più, e pesce sempre meno. Non sono né vegetariano né vegano, so però che i tonnetti da mezzo chilo vengono pescati a centinaia, anche dalle nostre parti. Io prometto di contribuire ad alimentare sempre meno la domanda sul mercato di pesce, pretendo però che le leggi sulla pesca siano rispettate, e che tutti i cittadini di Maratea che hanno a cuore la bellezza ambientale e paesaggistica firmino una petizione di richiesta per l’attuazione di un'area marina protetta. Con tutte le regole e le conseguenze di autolimitazione che questo comporta. Insomma, meno vanterie fotografate, meno spedizioni predatorie in mare, più rispetto per la natura e le specie marine, specialmente quelle in via di estinzione.

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