Angeli e demoni a Maratea

La nostra terra è nelle mani di angeli e demoni. Un demone di vent’anni gira la notte, i lunghi capelli schiacciati in testa da un elmetto come un guerriero soldato, a seminare lungo la costa scintille di fuoco. Pochi minuti dopo arriva dove arde il fuoco, in compagnia di un amico, un angelo ventenne che si slancia a spegnere quel vorticare di faville sinistro.

Nell’impeto del suo impegno incespica, scivola, dimentica di essere un angelo e con un grido precipita nel vuoto. L’amico disperato chiama il soccorso, dopo una lunga ricerca angosciata tra balzi scoscesi e dirupi l’angelo portato a braccia riemerge dall’abisso. Ha spento il fuoco, ma i piedi con cui l’ha calpestato sono in pezzi e frantumi, l’occhio è spalancato, lo sguardo vitreo, un rivolo di sangue gli esce dall’orecchio.

La nostra bella terra è contesa da angeli e demoni che nottetempo si affrontano e sfidano. Pochi si soffermano a condannare il demone incendiario, i commenti dei più compatiscono l’impulso generoso dell’angelo. Bisognerà che decidiamo a fianco di chi è il nostro cuore, da che parte stiamo.

Intanto il comandante dei vigili del fuoco annuncia che, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, in Basilicata il numero e l’estensione degli incendi è aumentato del sessanta per cento. Dobbiamo decidere se assistere indifferenti allo spettacolo e al massacro, o da che parte schierarci per piazzare decisivo il nostro intervento.

La nostra bella terra è nelle mani di angeli e demoni che nottetempo criminali sversano percolato, attizzano le fiamme, o generosamente precipitando le riducono spente.

Possiamo anche decidere di continuare a ballare fino allo sfinimento la taranta, e ingozzarci di salciccia pezzente.

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