Cari amici a vario titolo
conoscitori ed estimatori delle bellezze di Maratea.
Un paio di mesi fa c’è stata una discussione
interessante nel gruppo dirigente della sezione ANPI di San Lorenzo in Roma di
cui faccio parte. Si doveva varare il programma di iniziative
nel 150mo dell’Unità e, in presenza del fatto che l’intero
pacchetto di iniziative proposto era riassunto con il titolo
“L’Unità d’Italia dal Risorgimento alla Resistenza
Antifascista”, io sono intervenuto
e ho detto: bene, d’accordo,
ma l’oggi? Come sollecitiamo riflessione e dibattito nel confronto
tra questi importanti accadimenti storici, e il loro stato di salute (in
termini di valori di libertà effettivamente goduta e di democrazia
partecipata) ai giorni nostri? A che serve ricordare e celebrare un tormentato
e glorioso passato se poi non ne ricaviamo indicazioni di insegnamento
utili per il nostro presente? Devo dire che la
discussione che ne è seguita si è rivelata interessante e proficua.
Citato il caso, vengo all’oggetto del mio appunto. Ho
scorso con attenzione il programma delle 50 iniziative predisposte per
l’intrattenimento e la riflessione alla ribalta dell’estate di
Maratea appena iniziata, e mi sono trovato indotto a una riflessione analoga.
Le iniziative elencate – non entro nel merito e
non mi pronuncio sulla loro qualità tecnico-artistica, non è di
mia competenza – hanno tutte lo sguardo o poeticamente rivolto
all’alto (ne cito alcune: Festival sette lune, L’assalto al cielo),
o verso il passato (la maggior parte:
Mostra radio d’epoca; Canzoni del Risorgimento; Le brigantesse;
Preti, contadini e rivoluzionari; Costabile Carducci; L’idea di
Unità; Maratea nel panorama postunitario) e
infine verso il lontano e l’altrove (Omaggio a Garcia
Lorca, Omaggio a New York). E’ forse in
sé sbagliato occuparsi del passato, dell’alto, del lontano?
Assolutamente no! Ma io che vivo radicato nell’oggi, e che ne voglio
essere il più possibile, insieme ad altri,
protagonista attivo, mi chiedo: a che serve se il tutto non è finalizzato a renderci più capaci
di ragionare e riflettere su ciò che siamo diventati, i problemi e gli
ostacoli che abbiamo di fronte, e a come superarli? E’ vero o no che siamo
dentro una crisi che non è solo economico-finanziaria ( e turistica!) , ma anche sociale e politica, e ancor più morale e
culturale, e rischiamo di precipitarvi ancora più pesantemente dentro: e
noi qui, a me sembra, corriamo il rischio di utilizzare risorse culturali,
poetiche e artistiche non per attrezzarci meglio nell’affrontarla e
superarla, ma piuttosto per costringere il nostro sguardo a guardare indietro,
in alto e nel passato. Si tratta forse – sono indotto a pensare
– di un frutto di disattenzione casuale, o di una regia intenzionalmente
volta a distogliere, sopire, dirottare?
Patrioti e partigiani – e pure, perché no, briganti
e brigantesse – lottavano a rischio della vita per migliorare il presente
per sé e il futuro per i loro figli. Siamo sicuri che presente e futuro
che ci riguardano siano così rassicuranti e tranquilli da poterci
dilettare e intrattenere con le gesta dei nostri eroici avi? Ulderico Pesce,
Ascanio Celestini, Marco Travaglio, Crozza e i Guzzanti fratello e sorella, per citarne solo alcuni, sono quest’estate in tournée con spettacoli che
intrattengono piacevolmente ma fanno anche riflettere
e discutere sulle gravi questioni oggi aperte. E la proiezione di Noi credevamo di Mario Martone
è un’ottima idea, ma a patto che ne segua un confronto e un
dibattito su cosa noi crediamo non solo delle diverse opinioni e chiavi di
lettura sulle vicende del nostro Risorgimento, ma anche su quelle politiche e
istituzionali (costituzionali!) aperte oggi, qui e ora.
P.S. A essere onesti, devo
riconoscere che nel programma delle 50 iniziative ce n’è anche,
orfanella, una finalizzata a discutere di green economy
e di energie alternative. Non occorre io dica che
faccio il tifo perché essa contribuisca a orientare i cittadini di
Maratea e chi li governa a scelte di approvvigionamento elettrico ed energetico
impostate sulla realizzazione di una rete capillare e diffusa di impianti
eolici e solari sul territorio…
Ringraziando per l’attenzione, un caro saluto.
Gian Carlo Marchesini