Basilicata
Ancora su
Costabile Carducci e Acquafredda di Maratea.
di Gian Carlo Marchesini
L'eroe
risorgimentale Costabile Carducci, costretto da una tempesta a sbarcare sulla
costa tirrenica della Basilicata, viene nel lontano luglio del 1848 catturato, imprigionato e trucidato
nottetempo con un colpo di pistola in faccia da un gruppo di abitanti di
Acquafredda capitanati da don Vincenzo Peluso, prete borbonico di Sapri. Un gruppo di cittadini acquafreddari, impegnati
nelle attività socio culturali della locale benemerita associazione Scuola e
Vita, anche quest'anno, nella ricorrenza specifica, ha ricordato con varie
iniziative la memoria e il sacrificio del martire di Capaccio. La cosa che però
particolarmente colpisce è che c'è ancora oggi chi racconta che i nonni dei
nonni delle famiglie di Acquafredda hanno tramandato un allarme inquietante: stiamo tutti attenti
alla maledizione che Costabile Carducci, prima di morire, ha lanciato su noi
abitanti di Acquafredda. Il che suona come operazione singolare e un pò inquietante: l'eroe del Risorgimento
nazionale, catturato e assassinato a tradimento, viene nella memoria dei
locali, almenodi alcuni, trasformato in
nemico da cui guardarsi perché vendicativo. Non siamo noi che l'abbiamo da
innocente ucciso: è lui che era perfido e cattivo. E' sbarcato ad Acquafredda
senza che nessuno l'avesse invitato. E prima di morire ci ha pure maledetto.
Visto che abbiamo fatto bene a
«tagliargli a capa»?
Così, nella
memoria tramandata, per qualcuno si direbbe essere andata. Al punto da indurre
a considerazioni di questo tipo: ma Acquafredda - e Maratea,
Costabile
Carducci era di Capaccio, quindi un campano del Cilento. Aveva 40 anni, era
sposato e padre di due figli piccoli. Voleva contribuire a portare il Sud ai
migliori livelli di progresso e civiltà democratica raggiunti allora da altre
parti e regioni dell'Europa e del nostro Paese stesso. E' stato rifiutato e
ucciso, su guida di un rappresentante della Chiesa, da chi considerava quello allora
esistente il migliore dei mondi possibili, e ogni sua messa in discussione un
attentato e una minaccia. Il suo sacrificio è ancora oggi utile, a patto però
che serva a riflettere e capire che cosa è oggi innovazione e cambiamento
positivo, e chi e cosa invece, in modo conservatore e reazionario, ottusamente
gli si oppone. Il confronto e il
conflitto tra questi due poli opposti non si esaurisce nel tempo dello
specifico fatto storico, ma, in forme nuove e diverse, ancora si ripropone. E sempre ci chiama a
prendere una attiva ed esplicita posizione. Cosa che hanno fatto i promotori
dell'associazione Scuola e Vita, ma alle iniziative pubbliche benissimo
organizzate guarda caso dei cittadini ha partecipato una ristretta minoranza.
Mentre, se a essere portato a spalla in processione è un santo - così come ai gorgheggi sul palco in piazza
di Katia Ricciarelli -, il grande concorso di popolo è garantito.