I tre ragazzi di Lione, Palermo ed
Acquafredda
Mimma mi accoglie nella sua bottega con uno straordinario sorriso
di traverso che non promette niente di buono, e infatti annuncia secca:”
Marchesì, qui da noi ad Acquafredda in tutto luglio non si è
ancora visto praticamente nessuno!” Anche gli amici che lavorano negli
alberghi della costa di Maratea mi confermano un livello di presenze più
che dimezzato rispetto all’anno scorso. E gran parte della case rimangono
sfitte. La crisi quest’anno è proprio rovinosamente arrivata. In
compenso la natura è strepitosamente in forma, il sole è caldo e
l’aria profumata e leggera, ma negli alberghi e ristoranti, sulle spiagge
e in giro per le strade dei centri abitati turisti se ne vedono pochi. Quest’inverno
la strada costiera era chiusa per massi, costringendo gli abitanti dei luoghi
praticamente in clausura. Ora che le strade sono aperte e il tempo è
eccellente le cose non sono cambiate di molto. Solo le feste di matrimonio
sembrano una dimensione non in crisi, e pur di accaparrarseli alberghi e
ristoranti hanno notevolmente abbassato i prezzi. Sono i bed&breakfast che
si sono attrezzati e segnalati nei siti giusti della Rete a intercettare ancora
un discreto flusso di vacanzieri provenienti dai Paesi del centro e nord Europa.
Ma si tratta ancora di un fenomeno di nicchia. Maratea non è luogo
attrezzato per un turismo di massa, per il quale mancano proprio i presupposti
fisici, né un luogo che attiri i ricchi (la sera non saprebbero che
fare, se non andare a letto e dormire). Il fascino per il ceto medio coltivato
europeo, anche se sollecitato, incontra ostacolo nelle distanze non
indifferenti, e gli aeroporti non sono così vicini, le autostrade non
così funzionanti: quindi anche lì i risultati sono ancora scarsi.
Devo dire che per incrementare le presenze ieri ho fatto la parte
mia con impeto e diligenza. Finita la spesa da Mimma per prepararmi sul
terrazzo di casa una cena a base di formaggio canestrato, olive, pomodori
freschi, tonno, uova sode e cipolla di Tropea, conditi da olio extravergine
d’oliva e accompagnati da un bicchiere di Aglianico di Barile, ho
invitato a dormire a casa mia due ragazzi ciclisti francesi. Erano entrati
nella bottega bardati di tuta e zaino, sudati sui volti accesi. Parlavano bene
anche l’italiano, essendo figli di genitori italiani emigrati. Erano
partiti da Lione in bici quindici giorni prima, e diretti a Palermo,
procedevano a colpi di
Poi la sera sul tardi sono venuti a trovarmi Giannino, Maria e
Alice, amici che io trovo sempre più belli sia in termini estetici, che
etici e politici. Giannino presiede l’Associazione Scuola&Vita,
ospitata nell’edificio della scuola elementare chiuso per deficit
generazionale, e mi racconta con grande soddisfazione l’esito delle tre
giornate dedicate ai primi di luglio al ricordo di Costabile Carducci, martire
risorgimentale trucidato ad Acquafredda su ordine del prete reazionario saprese
don Vincenzo Peluso. Nella stanza sopra la cantina con la vecchia macina del
frantoio ancora intatta i due ragazzi italo-francesi dormono alla grande,
stanchi dei loro
Stamattina Giorgio e Olivier, giovani eroici ciclisti miei ospiti,
prima di inforcare le bici e ripartire hanno voluto che ci facessimo una foto,
poi me l’hanno scaricata nel computer intitolandola: i tre ragazzi di
Lione, Palermo ed Acquafredda. Io mi sono fatto una bella risata, ma devo dire
che un po’ mi sono pure commosso.