GIAN CARLO MARCHESINI

Pillole del 2021

Ho avuto la fortuna di trascorrere questi giorni di festa in particolare con due vecchie amiche nate e cresciute insieme in quel di Lauria. Donne seriamente e proficuamente impegnate nel loro lavoro professionale, colte ed esperte grazie a un percorso di vita complesso e difficile, determinate e volitive nel superare ostacoli e risolvere problemi. Posso dire che al di l di ogni Cristo, Natale e Chiesa, Budda, Maometto e Allah, l'amicizia nella vita la pi bella risorsa?  

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Ma vi rendete conto che ora anche Acquafredda avr l'onore e il vanto di essere attraversata da una Grande Opera di Alta Velocit? Le sue montagne tra i Crivi e il Canale di Mezzanotte saranno sventrate da due lunghe gallerie, cos chi in auto potr infilarsi in un buco e correre pi veloce per guadagnare dieci minuti di tempo prezioso. Evitando cos la noia e il fastidio di osservare sempre gli stessi panorami del Golfo di Policastro: quelli che le grandi aziende mondiali usano come spot promozionali dei loro prodotti, e 50 anni fa erano definiti di una bellezza terribile perfino da Pasolini. Ma bisogna pur mettersi al passo con i tempi. Ora una impresa di costruzioni di Brolo, in quel di Messina, occuper nei prossimi anni scuola elementare e campo sportivo di Acquafredda per ospitare i suoi macchinari e gli operai sventratori. Ma possibile mai che per una logica di protagonismo ultra moderno pilotata dall'alto e dall'esterno, e molto sensibile al denaro, si sia cos disponibili a compromettere visione del territorio, e di una comunit storica identit e orgoglio? Ma ci rendiamo conto che un progetto cos devastante e prolungato nel tempo stato approvato nel 2016 da regione Basilicata e Anas, con il Comune di Maratea che non l'ha neppure approvato e sottoscritto, ma soltanto in virt del suo dubbioso e recalcitrante silenzio assenso?  

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In Basilicata succedono anche cose incredibili. Regione e ANAS decidono di mettere in sicurezza il tratto della Statale 18 che collega Sapri ad Acquafredda. Troppe frane e cadute massi. E cosa decidono? Forse di intervenire sui pascoli abusivi e sugli incendi estivi che contribuiscono a far precipitare frane e massi, e con un piano di sviluppo del verde e con nuove reti e barriere arginanti? manco per niente. Decidono piuttosto di realizzare due gallerie dentro le montagne di Acquafredda, costo di 47 milioni, i cui lavori dureranno minimo tre anni. Varano il progetto nel 2016, e indicono una gara d'appalto per affidarlo a una impresa. La gara viene vinta dalla Ricciardello costruzioni di Brolo, provincia di Messina, impresa che lavora molto spesso con l'ANAS. Nel frattempo inviano il progetto al Comune di Maratea che per non risponde nel tempo previsto. Quindi il progetto passa in virt della regola del silenzio assenso. Oggi, il progetto varato cinque anni fa partito con l'avvio dei primi cantieri. I cittadini di Acquafredda, diretti interessati, pi gli innamorati di quel borgo e di quel magnifico tratto di costa sul Golfo di Policastro, reagiscono costituendosi in Comitato civico, e invitando l'attuale Sindaco a un incontro pubblico che ho seguito attentamente grazie al digitale. Bell'incontro, stimolanti e interessanti tutti gli interventi. Il Sindaco ha confermato che fin dal 2016, nell'accordo tra Regione Basilicata e ANAS, stato tutto deciso, e che quindi si pu soltanto chiedere qualche marginale miglioramento. Ma il territorio dove sono nati, cresciuti e vivono gli acquafreddari che per i prossimi anni sar sottoposto a un un carico pazzesco. Si tratta di un magnifico tratto di strada panoramica che verr frequentissimamente chiuso per i lavori in corso. La Statale 18 collega ai servizi necessari in quel di Sapri, e porta nei territori i turisti. Le gallerie, sostiene il Sindaco, hanno ragione d'essere per la messa in sicurezza della Statale 18. Ma poi precisa che, una volta in funzione, la Statale non sar pi di competenza dell'ANAS. Quindi non sar pi n gestita n messa in sicurezza. Insomma, a un certo punto io non ho pi capito una mazza. Nel frattempo, l'impresa che ha in questi giorni iniziato i lavori, ha chiesto di utilizzare due delle migliori risorse di Acquafredda: la scuola elementare, da dieci anni chiusa e sede dell'Associazione Scuola e Vita, e il campo sportivo dove i ragazzi del luogo vanno a giocare. Il che come vedersi arrivare in casa qualcuno che, per poterti aiutare, ti chiede come prima cosa di occupare e utilizzare quello che hai di meglio a proprio vantaggio. Ma siamo sicuri che le istituzioni pubbliche e le grandi imprese lavorino d'intesa per migliorare le condizioni di vita delle comunit locali?  

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Quindi, invece di essere onorati si avere sul proprio territorio una piazzetta intitolata a Pasolini, uno dei nostri poeti e intellettuali pi importanti del secolo scorso, l'attuale Giunta comunale di Maratea ha deciso di eliminare quella intitolazione per sostituirla con un altro nome locale. Quindi, a Maratea pu succedere che un precedente Sindaco, Domenico Cipolla, decida di onorare Pier Paolo Pasolini, che a Maratea c' stato e ne ha scritto, intitolandogli una piazzetta, mentre il Sindaco attuale decide di levare targa e intestazione della piazza a Pasolini. Quanto mi piacerebbe avere spiegate di un gesto cos emblematico e grave motivazioni e ragioni. Forse non accettabile il fatto che Pasolini fosse omosessuale? 

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Siete morti. Voi che non amate e non siete innamorati, siete morti. Voi che avete rinunciato a guardarvi intorno mentre camminate, siete morti. Voi che mangiate insieme senza guardarvi negli occhi, siete morti. Voi che non alzate lo sguardo sorpreso e ammirato alla luna in cielo, siete morti. Voi che avete perso il desiderio di entrare in un parco per passeggiarvi in lungo e in largo rapiti, siete morti. Voi che inneggiate all'alta velocit a scapito della bellezza del mare, del verde e della natura, siete morti. Voi che state intrappolati nelle auto, una mano con la sigaretta, l'altra con il cellulare, siete morti. Anche se, o proprio perch, vi credete esperti, benestanti e onnipotenti.

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Oscilla tra il minimo necessario e il massimo vertiginoso la mia amata Acquafredda, borgo verso Sapri lungo la costa di Maratea. Vuole il sentiero che attraversa e lega insieme tutto il verde e aspro suo territorio in ogni minuscolo dettaglio, vuole che ancora si produca l'erba tagliamano per fare ceste leggere buone per ogni uso. Anche in versione lampada e lampadario. E, insieme, vuole accelerare i tempi di percorso e attraversamento degli spazi sventrando rocce e montagne per costruirvi gallerie che consentano di stringere i tempi lunghi in un lampo. E' un bel dilemma: essere al passo con i tempi correndo a perdifiato, o restare il pi possibile beati e protetti dentro ogni piega, risvolto e ombelico su cui si costruita e nutrita la propria identit? Insomma, mica si tratta di poca roba. Detta altrimenti: quale la forma migliore di transizione ecologica per chi vissuto finora di naturale bellezza, e teme che l'alta velocit, del mercato nuova divinit, la scombussoli e rovini portando in tasca a pochi molti soldini? Dite che non quesito e dilemma che oggi riguarda la sola Acquafredda? Appunto, a maggior ragione partiamo da l per farne tema e soggetto di un laboratorio di formazione e scelta collettiva. Villa Nitti l'adatto contenitore, l'Associazione Scuola e Vita il miglior motore. 

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Il mio primo Sessantotto stato piuttosto precoce: l'ho praticato scappando da casa, dalla famiglia, dalla scuola. Avevo quattordici anni, misi due panni in una valigetta, un gruzzoletto di lire in tasca, inforcai la bicicletta e poi il trenino che da Trissino mi ha portato fino a Vicenza. E poi sono salito sul treno scendendo a Milano, dove, dopo avere visto gli Ammutinati del Bounty con Marlon Brando, trascorsi la notte alla stazione ferroviaria sdraiato su una panchina. Proseguii il giorno dopo per Genova, avevo voglia di godermi la libert del mare. Rimasi una settimana a passeggiare lungo l'angiporto di Via Pr, la strada cantata da De Andr. Il secondo Sessantotto l'ho praticato tra Trissino, Arzignano e Valdagno, a manifestare contro l'inquinamento del territorio e lo sfruttamento operaio. E poi a Milano occupando in massa la Cattolica e la Statale diventate una prigione autoritaria. Il terzo Sessantotto l'ho fatto portando soccorsi nella terremotata Valle del Belice. E poi insieme alla migliore giovent lottacontinuista di Enna, Trapani, Agrigento e Palermo. Esprimendo appassionatamente insieme bisogni e idee libertarie e scontrandoci con ogni tipo di potere. Tra esperienze che potevano sfociare nella mistica religiosa, nella lotta armata e nella droga. L'ultimo Sessantotto l'ho praticato a partire dai primi anni Ottanta con i giovani di Acquafredda di Maratea, Sapri e altri luoghi del Golfo di Policastro e della Basilicata. Energie e passioni in libert contro ogni caligine oppressiva. Il mio pluridecennale Sessantotto continua anche oggi a navigare, in mezzo a molte difficolt, dentro una irriducibile corrente. E poi volete che non mi metta a piangere ascoltando Pietrangeli che canta Contessa? 

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Ad Acquafredda di Maratea sono attivi quattro alberghi e due ristoranti, un negozio di alimentari con l'essenziale per campare e una chiesetta dove sepolto Costabile Carducci, eroe risorgimentale. E poi una splendida Villa che si innalza sul ciglio del mare e conserva le memorie della famiglia di Francesco Saverio Nitti. Non vi basta per venire? C' il pi bel tratto panoramico della statale 18 sul Golfo di Policastro dove passeggiare, e spiaggette sul mare dove nuotare. Non ci sono impianti sportivi e campi da calcio, chiusi perch troppo impegnativi. Ahim, non c' pi neppure la scuola elementare con la sua festa di bambini. Ma se accettate l'invito a venire e magari poi decidete di restare, pu anche darsi che tutto riprenda piano piano a funzionare. Conviene sia al luogo che a chi se lo gode.

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Penso non esista al mondo nessuno che nel corso della sua vita e nel suo cuore non sia stato innamorato di un luogo. E magari anche pi di uno. Si tratti di un borgo o paese, di una citt o di una costa sul mare, di una campagna, collina o montagna. Si tratti di un colpo di fulmine legato alla scoperta dell'infanzia, ai fervori dell'adolescenza, o alla maturit dell'et adulta. Sia stato alimentato da un incontro speciale, da un innamoramento, da una particolare esperienza. Io e Cecilia siamo approdati a Maratea nell'autunno del 1979. Siamo subito scesi al mare, e l a tuffarsi tra le onde abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi del posto di cui siamo diventati subito amici. Il giorno dopo, nel nostro desiderio che spingeva a conoscere il mare, siamo arrivati alla spiaggia del Macarro. Era tanto splendida quanto deserta, per cui cedemmo felici all'impulso di immergerci completamente nudi nell'acqua. Male ce ne incolse perch dal boschetto alle spalle usc gridando una vecchietta che vi stava a raccogliere la legna, e che ci si rivolse incollerita definendoci diavoli. Per consolarci siamo poi saliti a scoprire il centro storico di Maratea, dove in una piazzetta interna grande come un fazzoletto scoprimmo una minuscola trattoria che per offriva il meglio della lucana gastronomia. Ci siamo seduti a un tavolino e abbiamo gustato tutto con grande delizia. Ecco le immagini del primo incontro di quarant'anni fa con Maratea: il mare, i ragazzi e i vecchi, la rete dei vicoli del centro storico e la scoperta di piatti gastronomici squisiti. Come si pu non restarne innamorati? Questo e altro ho raccontato nel mio settimo libro uscito nel 2004 e intitolato Maratea. Un omaggio in cinque parti e venticinque punti. Confesso che mi piacquero molto i complimenti e l'abbraccio che Edoardo La Marca, u barone di Acquafredda, mi diede commosso dopo averlo letto.  

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A proposito del gemellaggio tra Maratea e Rio de Janeiro: posso dire che sarei felice se Maratea riuscisse finalmente a gemellarsi con la parte migliore di se stessa?

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Il mio quinto libro, pubblicato nel 2002, si intitola Colui che non diventato, e racconta la vita ahim piuttosto breve di Gian Paolo, nipote di Francesco Saverio Nitti. Nato nel 1933, morto nel 1970 in un incidente d'auto sulla statale costiera di Maratea nel giorno successivo alle elezioni regionali, cui aveva partecipato come candidato indipendente in lista con il PCI ed era risultato eletto. Riporto parte della lettera che mi ha scritto Francesco Barbagallo dopo avere presentato il libro all'Istituto Superiore di Studi storici di Napoli. "Caro Marchesini, ha scritto un libro molto bello, emozionante, intenso. L'ho letto tutto d'un fiato. Mi sembra un contributo importante. Anche sul piano letterario ben riuscito. La figura di Gian Paolo Nitti risalta con grande vigore e fascino. La tecnica della testimonianza, nella forma dell'oratorio, ben riuscita, efficace, coinvolgente. Mi congratulo molto per il lavoro compiuto e per il risultato." Nel libro, raccontando la vita breve di Gian Paolo, in buona sostanza mi chiedo quale contributo avrebbe potuto dare all'universit, alla scienza, alla politica, all'intera societ. Sarebbe diventato un leader ascoltato della sua regione? Avrebbe avuto un incarico importante in qualche governo nazionale? Sarebbe diventato uno storico di valore? Tutto ci appariva naturalmente iscritto nel suo percorso. Una sequenza disgraziata di fattori, e il fato, gli hanno impedito di essere oggi con noi. La sua parabola spezzata ricorda la minaccia che incombe su ogni essere umano: il titolo, piuttosto crudele, stato scelto per questo. Gian Paolo appartiene alla schiera delle anime che "essendosi in vita generosamente spese" come dice Walter Benjamin "nella memoria si mantennero." Per questo mi piace immaginare che ora si trovi in compagnia di quelle che Fabrizio De Andr definisce "Anime salve".

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Il terzo libro che ho scritto, pubblicato nel 1999, intitolato Francesco Saverio Nitti, Una intervista immaginaria, ed in stretta relazione con il primo. Nel senso che tutti e due sono frutto degli stessi fattori: la bellezza dei luoghi e l'importanza della storia che li contrassegna. Nel primo, la Questione Meridionale e la bellezza del territorio agrigentino. Nel secondo, l'innamoramento per la bellezza di Maratea e la scoperta di un grande pensatore storico e politico meridionalista come Francesco Saverio Nitti. Ma voi avete visto la villa in stile liberty che Nitti ha fatto costruire sul ciglio della costa di Acquafredda da cui si gode il panorama sul Golfo di Policastro? L'eleganza e l'armonia dell'edificio e la bellezza del contesto non inducono al pensiero che la decisione di viverci viene a chiunque naturale e perfino ovvia? In quel luogo, in quel contesto, prima di essere per vent'anni esiliato in Francia dal fascismo, e poi al suo rientro, Francesco Saverio Nitti ha ideato e composto tutte le sue principali opere. Io mi sono cos lasciato coinvolgere e appassionare dalla sua storia che ho letto tutti i suoi scritti e ci che altri su di lui hanno scritto. E ho immaginato, Nitti ottantenne vivo, di andarlo a trovare dentro la Villa di Acquafredda per fargli raccontare la sua vita intensissima, le sue opere, la sua storia. Insomma, mi sono fatto raccontare da Nitti in presa diretta la sua importante e magnifica vita. Tale e tanta stata l'energia che mi ha suscitato dentro la conoscenza del suo pensiero e l'incontro con la sua bellissima Villa. E di questo devo essere riconoscente a Cecilia, senza l'incontro con la quale probabilmente non avrei mai conosciuto Maratea e la Basilicata.  

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La mia vita ha preso corpo e forma anche attraverso la scrittura di una ventina di libri. Che, in termini di progressione temporale, di seguito elenco.

1974. I nuovi termini della Questione Meridionale.

1979. Mia cara. Da un marito compagno.

1999. Francesco Saverio Nitti. Una intervista immaginaria.

2001. Verso un mondo globale.

2002. Gian Paolo Nitti. Colui che non diventato.

2003. L'impresa etica e le sue sfide.

2004. Maratea. Omaggio in cinque parti e venticinque punti.

2005. Quando. Trecento proposizioni per interrogarsi sulla scuola.

2009. Shock Brasil.

2010. Maratea. Il sogno di una cosa.

2010. Compagno di viaggio.

2010. Ragazzi. Storia di possessione e disincanto.

2011. Lettere dal Sud.

2012. Io sono la Villa.

2013. Diario militante. L'impegno politico in un circolo del PD.

2014. La scrittura che salva.

2016. Io non ci sto (alla cacciata di Ignazio Marino dal Campidoglio)

2020. Maratea ancora e ancora.

- pi due che non sono stati pubblicati: L'estate bambina e Se la Coop non sei tu. Ognuno di questi libri raccoglie testimonianza dell'esperienza di una stagione della mia vita. Ci sono dentro viaggi e luoghi, scuola e amici, amori e odi, famiglie e figli. Impegno sociale e professionale, politico e culturale. Preghiere e comizi, passioni e visioni, invettive e poemi. Non parlo di stile, di qualit e valore letterario. Ci penseranno eventualmente i critici. Parlo di come ho vissuto la vita, del mio tentativo di darle forma e sostanza, traccia e consistenza. Tutto il resto vanit. Forse anche questa.

Con un suo comunicato, la Regione Basilicata annuncia che dal 15 gennaio prossimo saranno cantierati i 3 km di Statale 18 tra Acquafredda e Sapri per avviare la realizzazione dei tunnel previsti. L'investimento stanziato di 47 milioni, 20 dei quali a carico della Regione Basilicata. In cambio - si garantisce nel comunicato - si eliminer il pericolo della caduta massi. Cos sar sicuramente dentro le gallerie: ma sulla Statale 18? O si prevede che quel tratto di statale meravigliosa rester definitivamente chiuso? Ah, dimenticavo: nel comunicato della Regione Basilicata si dice anche che, approfittando dei lavori per la realizzazione dei tunnel, si provveder anche ad ampliare il cimitero di Acquafredda dotandolo di un pi ampio parcheggio. A dire il vero, nel comunicato della Regione che annuncia l'avvio dei lavori per i tunnel ad Acquafredda anche precisato che i materiali rocciosi ricavati saranno destinati a ripascere le spiagge sempre pi ristrette e risicate. La cosa per era stata promessa anche per le spiagge di Cersuta in occasione dei lavori di quel tunnel. Per poi scoprire che il materiale ricavato dagli scavi era stato venduto per far finire nelle tasche di qualcuno altri soldi.  

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Qualche domanda sulle gallerie la cui costruzione prevista a breve tra Sapri e Acquafredda. Quanto previsto in finanziamenti pubblici? C' chi dice 42 milioni di euro, ma non si sa nulla di preciso. Quanto ci vorr di tempo? c' chi sostiene almeno due anni, ma potrebbero anche essere tre o quattro. La statale 18 quindi destinata a restare chiusa per tanto tempo. Ma, assicurano, poi sar possibile da Sapri arrivare ad Acquafredda in pochi minuti, e viceversa. Ma perch non si considerata pi soddisfacente la mezz'ora di stupenda strada panoramica? Non quella la ragione per cui i turisti di tutto il mondo vengono a Maratea? E non era meglio spendere un decimo di quella cifra per mettere in sicurezza dalla caduta sassi la montagna? Quando si muovono tanti soldi, e si tace su chi, quando e come, sui dati e sui tempi, c' sempre da temere il peggio. Serve un controllo degli abitanti dal basso e dall'interno. Si chiama democrazia trasparente e partecipata. Altrimenti rischia di diventare business per i clan.

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Dieci anni fa usciva il mio Lettere dal Sud, dove scopro e racconto la bellezza di Capri e Ischia. del Cilento e del Golfo di Policastro, di Maratea e della costa della Calabria Tirrenica. Duecentocinquanta pagine in cui descrivo luoghi, citt e territori tra i pi belli delle nostre coste e isole meridionali, e racconto storie, fatti ed episodi significativi di cui sono stato testimone nei miei incontri con comunit e persone. Del libro non possedevo pi neanche una copia, Francesco Salvia, che gestisce la comune di Brefaro dove ogni anno ospita 150/200 persone desiderose di godersi le bellezze di Maratea, ieri me ne ha procurata una che conservava. Stanotte ho trascorso un paio d'ore rileggendo quello che anni fa ho raccontato nel mio libro, e i ricordi di tanti incontri e scoperte si sono riaccesi ancora emozionandomi. Penso abbia proprio ragione Pasquale Persico ad assegnarmi, nella sua Universit ideale, la cattedra di esperto nel racconto dei luoghi e delle loro trasformazioni economiche, politiche, sociali.

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Scusate, io sono stato a Rio, sono salito fino al Cristo, ho ammirato e apprezzato la bellezza che si gode dall'alto. Sulla bellezza del Brasile e di Rio, pur essendoci stato solo dieci giorni, ho scritto un libro: Shock Brasil. Quello che mi convince poco questo gemellaggio Maratea-Rio. Ma come si pu paragonare una citt con sette milioni di abitanti a Maratea che non arriva ai cinquemila? Sono forse contrario agli incontri, ai confronti, ai gemellaggi? Assolutamente no. Vorrei per che si avesse il senso delle dimensioni, della diversit, delle proporzioni. Non basta una statua sulla vetta di una montagna per dare per fondato e acquisito un gemellaggio Ci vuole molta pi strada, pi umilt, pi conoscenza. Non bastano una formula e uno slogan.

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Non sono un ingegnere esperto, n un tecnico arci competente, ma mi permetto di porre qualche quesito. Come mai non si riesce a tenere sotto controllo gli incendi estivi sulle colline tra Maratea e Sapri, e si ha tanta difficolt ad accettare e organizzare l'area marina protetta, e poi si decide di investire ingenti risorse per attraversare rapidamente con dei tunnel il tratto di statale tra Acquafredda e Sapri, quando si spenderebbe molto meno a ripulire e imbrigliare i punti pi pericolosi delle rocce, mantenendo cos aperta e fruibile una delle strade pi panoramicamente belle del Paese? E perch comunque si procede senza coinvolgere e consultare i diretti interessati, cio i cittadini che vivono su quel tratto di territorio? Ma viviamo in una democrazia partecipata, o qualcuno dell'oligarchia politica ha bisogno di tenere nascosti i movimenti cospicui di denaro?  

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Sono andato al cinema a vedere l'ultimo 007 James Bond in No time to die, perch sapevo che alcune scene erano state girate anche in Basilicata, a Maratea e a Matera. E infatti nella parte iniziale mi sono goduto le panoramiche sulla statale che porta da Sapri ad Acquafredda, e poi le scene girate a Matera, e infine la vacanza che il protagonista si gode sulla spiaggia del Santa Venere a Fiumicello. E rivedere quelle parti di territorio a me care mi cos piaciuto che mi sono perfino emozionato. Ma per il resto il film un susseguirsi di tonitruanti sparatorie da trasformarlo via via in una specie di apoteosi paranoica della morte. Tanto che, a met circa. mi sono chiesto: ma io che ci faccio qui? E la risposta stata che mi sono alzato e me ne sono da quell'inferno e da quella sala uscito. Maratea e Matera sono state le immagini pi belle e i veri effetti speciali. Il susseguirsi di mitragliate mortali le ho lasciate a James Bond.

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Un mare, un territorio, un ambiente sostenibile grazie anche all'accoglienza e all'integrazione dei migranti visti non come minaccia, ma come risorsa da accogliere, mettere all'opera e integrare. Non successo cos nei decenni passati anche per i lucani migranti? Nel 2012 Fabrizio Barca, allora ministro della coesione territoriale, propose che Villa Nitti diventasse sede di un laboratorio di formazione permanente. L'Italia al centro del Mediterraneo e delle tematiche che ne conseguono: un mare e una natura sostenibili, il crescere dei flussi migratori. Cosa aspettano Maratea e la Regione Basilicata ad attrezzare Villa Nitti destinando fondi, risorse ed energie perch l'indicazione data da Barca dieci anni fa finalmente si realizzi? O vogliamo che Villa Nitti continui ad essere utilizzata due giorni l'anno come passerella istituzionale o come set per un film? 

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In che cosa consiste la bellezza particolare di Maratea? Nel non avere in s nulla di estraneo, superfluo o eccessivo. Nel non avere alcun elemento squilibrante o squilibrato. Nel contenere l'essenziale e l'ottimo di cui capace la natura al suo meglio. L non c' macchia o difetto, trucco o abbaglio. La sua voce forte e pura come un grido o un silenzio assoluto, non povera come un gemito o stonata come un raglio. A dominare nella loro migliore vena sono il blu del mare, l'azzurro del cielo, il grigio della roccia, il verde della pineta. Ci sono fragole e ciliege, melograni e fichi, arance e carrube, limoni e cachi, uva, castagne e olive a mai finire. E nell'orto tutte le insalate. Perch Maratea natura piena.

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Ma che ne sappiamo noi se la spigolatrice di Sapri aveva o meno un bel corpo formoso, un bel seno, un bel culo? Cosa sappiamo di come amava vestirsi e drappeggiarsi, se con una vestaglia trasparente o con un copricapo e mantello da suora talebana? Vogliamo lasciare all'artista che l'ha scolpita con una statua, ora esposta sul lungomare di Sapri, la libert di immaginarla?  E l'artista diventa un maschiaccio sessista se sceglie di scolpirla con le forme del corpo in evidenza? Ma la spigolatrice di Sapri d fastidio se immaginata come guagliona giovane e bella? Nella poesia da tutti imparata a memoria fin dalla scuola media non accoglie forse Pisacane porgendogli in confidenza la mano e chiedendogli in motivo del suo sbarco? Ma non che circola anche tra di noi un pregiudizio sessista talebano?

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Venite, venite a visitare, conoscere e godere la bellezza di Maratea. Venite a contemplare i suoi paesaggi e ad assaporare i mille frutti della sua natura. Venite ad aspirare odori e profumi di piante e fiori, ad ascoltare i racconti e le esperienze dei suoi abitanti. Venite a dare una mano per cercare di capire perch in tanta abbondanza di storie, esperienze e risorse o giovani se ne vanno, di bambini ne nascono sempre meno, gli abitanti diminuiscono, le case, una volta morti i vecchi, rimangono vuote.  Maratea si riempie di turisti famelici di vacanze solo d'estate, specie in agosto. Non sar che l'eccesso di bellezze tale da faticare assai a farci i conti tutto l'anno? Per conoscere e capire un territorio bello, complesso e importante, per poterlo trasformare valorizzandolo al suo meglio, non bastano attenzione, studio, interesse. Serve l'amore. Il che significa immedesimazione, empatia, condivisione. E, nel luogo, le amicizie vere.

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Mia figlia Angela, che vive in Francia, oltre a crescere i quattro figli adolescenti si occupa con passione e competenza di una disciplina dell'alimentazione che l hanno inventato e battezzato con il nome di Cuisine Therapie. Per spiegare di che si tratta dir qualcosa sul rapporto con il cibo che ho avuto in varie fasi della mia vita. Dei tanti anni trascorsi nell'anonimato collettivo - 3 anni in seminario, 5 anni in collegio gestito da religiosi, 2 anni di servizio militare trascorso in caserme varie - del cibo che veniva somministrato in grandi refettori non ricordo praticamente nulla. Nessuna immagine, nessun sapore. Veniva tutto preparato a nostra totale insaputa in grandi cucine, io non ci mettevo alcuno sguardo, conoscenza, parola. E' come se, in ci che ricordo, in quegli anni di collegi e caserme io non avessi mai mangiato. Ricordo invece perfettamente i gustosi piatti di polenta e baccal. o pollo, o coniglio, che mangiavo in campagna in casa dei miei amici contadini, le enormi e gustose pastasciutte preparate nel campeggio del CAI al lago di Molveno e divorate al rientro delle escursioni sulle Dolomiti, la scoperta dell'ottimo vino Sciacchetr alle Cinque Terre in Liguria, le ottime torte e budini preparati da mia nonna nella sua casa di campagna dove andavamo a trascorrere le vacanze estive. Ecco, a seconda del legame con chi lo preparava, in che atmosfera emotiva e affettiva, il cibo pu essere ristoro allegro, consapevole e gustoso, oppure un impasto necessario alla sopravvivenza che non sa di nulla e non lascia alcuna esperienza positiva. Penso ora abbiate capito che cosa la Cuisine Therapie che sta praticando in casa, e insegnando a chi lo desidera, mia figlia.

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Perch Sapri in qualche decennio passata da quattromila a settemila abitanti? Perch invece Maratea scesa da 5750 a 4800?

E come intervenire per invertire chi colpito da un cos evidente processo di spopolamento? Una delle possibili soluzioni, oggi, accogliere profughi e migranti in fuga da miseria e guerre. Ad esempio 50 famiglie afghane, cio circa duecento persone, alle quali assegnare come alloggio abitazioni da decenni abbandonate. Ristrutturandole e rendendole funzionali, con il concorso attivo della regione Basilicata e del Comune di Maratea, grazie ai finanziamenti previsti dall'Unione europea. Famiglie alle quali assegnare appezzamenti di orti, campagne e boschi oggi abbandonati e da riprendere a curare e coltivare producendo, come succedeva in passato, frutta e verdura e altri prodotti agricoli e animali domestici. Questo il modo concreto per rallentare e far cessare l'abbandono e lo spopolamento delle zone boschive e collinari del territorio di Maratea e di tanti altri borghi delle aree interne delle regioni meridionali. Pi presenza umana anche di chi in fuga da miseria e guerra, pi terreno coltivati, meno frane e incendi, pi strade e sentieri, pi nascite a compensare le morti. Pi sviluppo economico e benessere equo e solidale per tutti. Non facile, ma la sola strada oggi percorribile. Se si vuole rendere efficace l'agire locale grazie al supporto di un realistico pensiero globale.

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Oggi si celebra la Basilicata come il Texas petrolifero dell'Italia. Qui si estrae l'80% del petrolio italiano: una produzione aumentata nel 2020 e che dovrebbe ulteriormente aumentare nel 2021, specialmente con la messa a regime del nuovo giacimento di Tempa Rossa di propriet della francese Total. Dopo le vigorose proteste per i danni ambientali a seguito degli sversamenti dell'impianto di Viggiano di almeno 400 tonnellate di petrolio vicino al bacino idrico del Pertusillo (il maggiore dell'Italia meridionale), l'Eni ha firmato recentemente un nuovo accordo con la regione Basilicata. Esso prevede una aggiunta fissa di un euro per barile di petrolio come prezzo per far dimenticare i danni all'ambiente. Il petrolio della Basilicata non ha cambiato di una virgola il suo posto come una delle economie pi povere d'Italia.

(Giuliano Garavini, Il Fatto Quotidiano)

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Vaccino contro il Covid e Green Pass hanno messo in gioco una questione non da poco: il peso riconosciuto o meno della credibilit di autorit istituzionali importanti dello Stato e del Governo. Se si convinti che a decidere e comandare in cabina di regia ci sono le multinazionali del farmaco, gli interessi e la crescita del loro profitto, chiaro che si invoca il diritto alla libert personale per sottrarsi a quella che si ritiene una operazione di imbroglio e sfruttamento. Se invece a prevalere un giudizio di credibilit e affidabilit delle istituzioni che ritengono fondata la minaccia del virus, come ci si pu rifiutare di assumere il vaccino, ritenendo prevalente il diritto alla salute di tutti? Io propendo per la seconda opzione, mi sono quindi vaccinato e ora ho in tasca il relativo attestato. Sono convinto di avere correttamente scelto. Certo che ad essere rafforzata ed estesa deve essere la sanit pubblica, e alle multinazionali va tolto, sul brevetto dei vaccini, il potere assoluto.

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Tutti gli amici importanti della mia vita, tutte le persone con le quali nelle varie fasi e stagioni ho avuto relazioni significative, da Milano alla Sicilia, da Maratea a Roma, questa notte in sogno sono convenute, come le avessi convocate, in un grande edificio per partecipare a una sorta di terapia collettiva. L'intento e il senso era quello di una verifica e un confronto da cui nessuno era escluso, perch finalizzato a spiegare e capire meglio cosa era veramente successo, il perch dei conflitti, dei malintesi e dei disaccordi a causa dei quali ci eravamo allontanati e persi. Eravamo nel mio sogno riuniti in tanti, non so se proprio tutti, ma moltissimi. Ognuno ascoltava e interveniva per chiedere spiegazioni o dire la sua. Stanotte in sogno stato come se tutti i corsi d'acqua si fossero collegati sfociando in un solo mare. Io ero felice di questo iconcerto di tante vite di cui ero parte. Stanotte ho avuto conferma che io sono io grazie alla somma di tanti incontri. Io sono quello che sono, omdividuo trasversale, multiplo e collettivo, perch tutto lascia traccia, niente mai definitivamente concluso. Tutto finir solo con l'ultimo respiro.

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La causa principale degli incendi l'abbandono dei territori. Le zone interne negli ultimi decenni hanno conosciuto un imponente movimento migratorio verso le coste. Un processo di urbanizzazione delle aree costiere che ha fatto crescere in fretta e male le citt e spopolato le campagne. Da una parte uno sconsiderato consumo di suolo per attivit edilizie e e turistiche sulla costa, e dall'altra paesi che si sono svuotati, tanti piccoli centri dove gli indicatori demografici predicono addirittura l'estinzione di alcuni di essi perch l le morti sono stabilmente superiori alle nascite. Spopolamento significa riduzione delle colture tradizionali, che sono una sorta di stabilizzatore degli equilibri ecologici, in mancanza dei quali si ha una prevalenza della macchia e dei boschi che, se non governata, pu essere pericolosa. I boschi e la macchia sono abbandonati a s stessi. Il lavoro del corpo forestale regionale non basta. E' la presenza attiva dell'uomo, delle piccole comunit locali, il fattore che garantisce che il bosco e la macchia siano mantenuti puliti e in condizioni di controllo e sicurezza. (Ignazio Camarda, docente universitario di agraria a Sassari)

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Buone notizie da quel di Maratea.

L'ex Collegio Scuola di Fiumicello, che per decenni ha ospitato bambini orfani o socialmente problematici, e da altri decenni era chiuso e abbandonato, si trasformato in Ostello Internazionale della Giovent. I giovani provenienti da tutto il mondo, sottoposti a vaccino, possono soggiornare a prezzi modici godendosi il mare che si apre splendido a duecento metri, ed essere accompagnati a visitare il bosco del Santavenere e il Porto, la Grotta delle Meraviglie, il centro storico e la statua del Cristo, la spiaggia di Acquafredda con sopra la svettante Villa che fu dimora di Francesco Saverio Nitti. Senza dimenticare una puntata per godersi le colline di Massa e Brefaro fino alla cima del Coccovello. Intanto, in quel di Castrocucco, l'ex Pamafi, grande azienda florovivaistica e zootecnica, stata riattivata come laboratorio di agricoltura biologica ricca di ortaggi naturali. Villa Nitti, infine, grazie ai contributi finanziari europei e alla collaborazione tra universit di Potenza, Salerno e Cosenza, diventata laboratorio di formazione permanente su tematiche strategiche quali i flussi migratori nel Mediterraneo e il loro impatto sui Paesi europei. Inoltre, la Regione Basilicata ha ripreso a finanziare e organizzare durante il periodo invernale, all'interno di alcuni alberghi disponibili, corsi di formazione professionale nel settore del turismo per giovani lucani.

Tutto bene, quindi? S: quantomeno per la capacit di immaginazione di chi non si arrende al pessimismo rinunciatario.

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Scrivo un post piuttosto lungo in cui parlo di me. Narcisismo puro? A voi il giudizio. La scelta di rivendicare corre il rischio dell'enfasi auto elogiativa. Ma io penso che quando ce v ce v.

1. Rivendico di essere scappato di casa a 14 e a 16 anni come prove generali di emancipazione da un sistema famigliare e sociale che mi andava troppo stretto. (Ah, dimenticavo di rivendicare anche che a cinque anni, all'asilo, per puro e naturale istinto conoscitivo, sfilavo, sotto lo sguardo allibito delle monachelle, le mutandine a Bianca, mia amichetta coetanea che non opponeva alcuna resistenza. Anzi appariva entusiasta).

2. Rivendico di avere partecipato a Milano all'occupazione delle Universit Statale e Cattolica, r di avere contribuito attivamente all'assedio del Corriere della Sera in Via Solferino per le sue miserabili menzogne diffuse contro gli anarchici indicati come autori della strage di Piazza Fontana. Garantendo cos la morte di Pinelli scaraventato dal quarto piano della Questura perch non confessava.

3. Rivendico la scelta di lasciare Il Veneto e Milano per migrare dieci anni in Sicilia, cominciando con il portare soccorso ai terremotati del Belice. Decidendo poi di restarci a lavorare dirigendo a Enna, Trapani e Agrigento i Centri Servizi Culturali forniti di biblioteche di settemila volumi e spazi creativi per i giovani. Realizzando con un gruppo di loro un percorso di analisi e studio che si tradotto in una antologia di scritti sui Nuovi Termini della Questione Meridionale pubblicata da Savelli e venduta in quattro edizioni.

4. Rivendico poi di avere detto schiettamente la mia in un libro, Mia cara, sul femminismo e sul rapporto uomo-donna, pubblicato da Feltrinelli e venduto in 20.000 copie. E poi di essere stato a Cinisi tra i mille che hanno lanciato fiori sulla bara di Peppino Impastato, e di avere partecipato a Trapani piangendo ai funerali di Mauro Rostagno.

5. Rivendico di avere lavorato e vissuto cinque anni a Maratea, della cui bellezza mi sono innamorato. Esperienza dalla quale ho ricavato cinque libri in cui racconto quello che ho visto e vissuto in quei luoghi.

6. Rivendico di avere lavorato vent'anni con la Lega delle Cooperative utilizzando quell'esperienza per ricavarne due libri: Verso un mondo globale e L'Impresa etica e le sue sfide pubblicati dalla Bocconi. Rivendico pure di avere raccolto documentazione per un libro di denuncia - Se la Coop non sei tu - per le cose che anche nel mondo cooperativo della gloriosa sinistra non andavano bene affatto, tipo l'uso del risparmio conferito dai soci per alimentare speculazioni finanziarie finalizzate ad arricchire i loro gruppi dirigenti. Libro che non stato mai pubblicato per la paura delle case editrici di ritorsioni da parte della Coop proprietaria tra l'altro di diverse catene di librerie.

7. Rivendico la manifestazione del 2001 a Genova dei trecentomila contro il G8 e la globalizzazione neo liberista. Sono stato anch'io moralmente picchiato e torturato alla scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto. E anch'io ucciso insieme a Carlo da una pallottola sparata da un carabiniere a Piazza Alimonda.

8. Rivendico di essermi nel 2010 iscritto nel PD al Circolo romano di Via Catanzaro, lo stesso dove stato iscritto Pietro Ingrao, tenendo su quell'esperienza critica e conflittuale appunti e riflessioni poi trasformati nel libro Diario militante.

9. Rivendico di avere convintamente aderito alla figura e all'opera del Sindaco Ignazio Marino, dimettendomi dal PD una volta che i 19 consiglieri capitolini, su ordine di Renzi e Orfini, si sono dimessi davanti a un notaio pur di cacciarlo. Ho raccontato in cronache quotidiane il tutto raccolto in un libro intitolato Io non ci sto.

10. Rivendico di avere contribuito, come componente dell'omonimo comitato, e insieme a migliaia di cittadini del quartiere, a tutte le iniziative messe in atto per impedire che Confindustria e la Luiss realizzassero al posto di un ettaro di verde pubblico, un parcheggio di 300 auto proprio sotto le finestre della scuola pubblica frequentata da 1400 bambine e bambini. E di averne ricavato, insieme a Mimmo Fischetto, un libro, Io sono la Villa, in cui vengono raccontati di Villa Blanc i cento anni di storia significativa.

E qui smetto e mi taccio. E chiedo scusa se ho infastidito.

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La vecchiaia quell'et in cui in testa ti si sono accumulati tanti di quei dati, nomi, volti, esperienze e fatti da ritrovarti alle prese con un sovraccarico sempre pi confuso e senza nuovi spazi disponibili. E cos i rischi cadono anche sull'amicizia, gli affetti, i sentimenti e le emozioni. Hai sempre meno risorse ed energie, abbracci, parole e sorrisi da distribuire. La vecchiaia come un paio di vecchie scarpe consumate per il troppo camminare. E' sempre pi difficile anche il semplice tentativo di risuolarle. Rimangono un quadernetto e una penna per scrivere. Ma devi farlo subito e raccontare, perch la memoria si sgretola e cede.  

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Ecco, prima di andarmene definitivamente, mi piacerebbe immensamente sapere chiari e precisi i nomi dei responsabili di tutte le bombe, delitti politici e stragi commesse nel nostro Paese: a partire da quella di Milano nel dicembre del 1969 nella banca di Piazza Fontana. I nomi di tutti: ideatori, organizzatori, esecutori e complici. Allora s che scenderei in piazza a gridare, ridendo e piangendo con chi ci sta, tutto il mio entusiasmo. Sentirei finalmente questo Paese come mio. Ma temo che questa resurrezione politica, sociale, morale e civica non accadr mai. Pier Paolo Pasolini al proposito ha detto: io so, ma non ho le prove. Ma anche soltanto per averlo detto, poi stato ammazzato.  

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Ovviamente sono contento che l'Italia abbia vinto sull'Inghilterra - molto per merito di Donnarumma. E capisco i tifosi scesi in strada a esultare. Ma posso dire che io penso che si esulta come matti per le strade per una partita di calcio vinta ai rigori perch da troppo tempo che non vinciamo nulla in alcun campo n pubblico n privato? 

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Come possibile che in una cittadina lucana splendida come Maratea, alla quale del meglio della natura non manca nulla, su dieci manifestazioni pubbliche una sia di carattere civile, le altre nove ecclesiastiche e religiose? Come possibile che in una comunit che vive su un territorio strepitosamente bello, Chiese, Cristi, Santi e Madonne, siano nel Duemila e passa dopo Cristo ancora modelli cos importanti se non assoluti? Ma non che stare perennemente genuflessi davanti a creature celesti onnipotenti ha a che fare con la necessit di sentirsi importanti e speciali, temendo in loro assenza di non esserlo per nulla? Ma quanto c' di spiritualit religiosa autentica, quanto di astuzia bambina strumentale e opportunistica?  

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Universo io

Battito e respiro, percezione e stimolo,

intuizione e desiderio, emozione e pensiero.

Idea e progetto, tensione e fermento,

beatitudine nellappagamento.

E ricomincio indomito da battito e respiro.

Tutto si tiene, tutto si muove insieme,

tutto precede e procede, tutto avanza e segue.

Se cՏ mistero e buio perch non capisco o non vedo.

Sono degno di stare al mondo quando, eretto,

partecipo e non cedo.

Vivo e lotto tra notte e luce,

chioma fremente e fonda radice,

feccia e monnezza,

lampi di grazia, genio e bellezza.

Universo io.

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Sono stato in attento ascolto di qualcuno degli interventi - in particolare quelli di Amato e Finocchiaro - fatti ieri e oggi ad Acquafredda nel convegno che si tenuto dentro Villa Nitti. Una immagine che mi ha colpito, usata da un relatore per definire l'opera di Francesco Saverio Nitti, stata quella che ha definito il grande storico, politico e meridionalista lucano come un ponte interrotto. Nitti, che giusto cento anni fa stato Presidente del Governo nazionale, per realizzare il suo progetto di sviluppo socialista e democratico del Paese aveva iniziato a costruire in quella direzione il ponte che riteneva necessario. Qualche anno dopo arrivato Mussolini con le sue squadracce fasciste finanziate dagli agrari padani, e Nitti, minacciato e aggredito sia ad Acquafredda che nella sua casa romana, se n' dovuto emigrare con la sua famiglia esule e perseguitato in Francia. Altrimenti probabilmente sarebbe stato ammazzato come Giacomo Matteotti. Ma quanti sono stati i, questi ultimi anni i ponti che altri come Nitti hanno cercato di costruire a partire dal Sud del Paese, da Pio La Torre a PierSanti Mattarella, da Mimmo Lucano ad Angelo Vassallo, e sono stati costretti a interrompere e a lasciare? E la stessa Villa Nitti non rimasta oggi una bellissima opera costruita per marcare la necessit di quel ponte, e poi abbandonata in attesa dei due giorni di convegno annuale?  

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Nel 2011, cio un decennio fa, la Fondazione Francesco Saverio Nitti, nata in quel di Melfi e promossa dagli eredi del grande statista, storico e meridionalista lucano, si affid a Fabrizio Barca, allora ministro per la coesione territoriale, per avviare ad Acquafredda, ospite della magnifica Villa Nitti acquisita nel 1971 dalla Regione e poi per i successivi decenni abbandonata, un laboratorio di alta formazione centrato su tematiche e progetti quali le politiche per lo sviluppo locale, la qualit dei servizi, una classe dirigente adeguata. E poi per promuovere eventi culturali, attivit editoriale, comunicazione. Tale laboratorio di alta formazione si ispirava alla visione del pensiero moderno liberal democratico di Nitti, a una cultura di pace condivisa, a uno sviluppo economico e delle infrastrutture capace di suscitare la migliore vitalit della societ civile. Aderirono entusiasti a quel progetto del laboratorio di alta formazione l'allora presidente della Regione Vito De Filippo, e Mario Di Trani, allora Sindaco di Maratea. Il laboratorio doveva partire gi nel 2012, l'anno successivo. Ci fu qualche mese di tentativo di avvio, poi tutto si blocc e da allora Villa Nitti viene utilizzata un paio di giorni l'anno per consentire la passerella a qualche autorit accademico istituzionale. D'altra parte cosa ci si pu aspettare da una Giunta regionale come quella attuale guidata da un ex Generale della Finanza indicato nel suo ruolo da Berlusconi e dalla destra leghista? Voi riuscite a trovare qualcuno che sia pi incompatibile e lontano da Francesco Saverio Nitti di Berlusconi, Salvini e Meloni?

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Ovviamente c'ero anch'io tra i cinquecento partecipanti all'incontro con Giovanni Caudo e Ignazio Marino a Piazza Conca d'Oro. Li ho ascoltati, e mi hanno come al solito colpito e impressionato positivamente perch persone impegnate e appassionate in politica come dovremmo esserlo tutti. Insomma, non sono dei fenomeni eccelsi o eccezionali. E' la politica in Italia e a Roma ad essere precipitata a livelli infimi. Loro agiscono perch credono che far politica significhi occuparsi concretamente del benessere di tutti, a partire dagli ultimi. Questo significa di questi tempi apparire come dei fenomeni incredibili. Ma per questo Marino e Caudo appartengono al filone e al genere di pochi, tipo Pio La Torre e Piersanti Mattarella, Mimmo Lucano e Angelo Vassallo. Quelli appunto cos convintamente integri, sani e normali da non poter essere tollerati. 

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Acquafredda di Maratea. Il sentiero pulito, la quercia e il carrubo protetti dalla voracit dello scoiattolo, il mare stupendo,. Tutto buono e bello, certo. Ma le troppe case vuote, la scuola abbandonata, la stazione ferroviaria praticamente chiusa, l'area sportiva dalle erbacce invasa, Villa Nitti bellissima ma spettrale come un fantasma? Ma come possibile che essendo di risorse naturali e storiche tanto ricchi, ci si possa accontentare di cos poco? Ma possibile che, ad esempio, una collaborazione tra Universit - Potenza, Napoli, Salerno, Cosenza - non riesca a utilizzare Villa Nitti, grazie anche ai fondi europei disponibili, come Centro Studi sui flussi migratori? Penso che Francesco Saverio Nitti, meridionalista ed europeista storico convinto, ne sarebbe felice e soddisfatto.

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Come traccia di un percorso per raccontare ai ragazzi di oggi parti e persone della storia dell'Italia che mi piace, partirei dalla Sicilia con la strage di Portella della Ginestra, la prima di una lunga serie organizzata da mafia e pezzi dello Stato contro i braccianti e i sindacalisti che si opponevano al latifondo. Sempre restando in Sicilia, racconterei di Mauro Rostagno e Peppino Impastato, dei giudici Falcone e Borsellino e di tanti altri uccisi perch si opponevano agli interessi della mafia e dei suoi complici. Passerei poi a Riace in Calabria per raccontare di Mimmo Lucano e del suo impegno per accogliere e integrare i migranti avversato dalla Lega di Salvini. Salendo lungo la costa tirrenica racconterei di Maratea e di chi, come Costabile Carducci, lott per l'unit d'Italia a costo di sacrificare la vita. E di Francesco Saverio Nitti e del nipote Gian Paolo che con le loro opere hanno onorato il Sud e la Basilicata. E di Sapri racconterei dei trecento giovani e forti che vi sbarcarono guidati da Pisacane, massacrati dalla plebe incolta guidata da preti borbonici. E, sempre procedendo verso il nord della costa, mi fermerei ad Acciaroli di Pollica per raccontare la storia di Angelo Vassallo e del suo impegno eroico di Sindaco avversato da speculatori e spacciatori malavitosi. E poi farei sosta a Castellabate per raccontare perch al vicer di Napoli, arrivando nel borgo pi alto di quel magnifico territorio, sgorg dal cuore la frase rimasta famosa: Qui non si muore! E poi, approdato a Roma in questa rapida ma sostanziosa carrellata del meglio della recente storia d'Italia, racconterei delle Fosse Ardeatine e dei tanti martiri antifascisti, E infine di Ignazio Marino, cacciato dal Campidoglio dal suo stesso Partito per avere semplicemente cercato di fare il suo lavoro di Sindaco in modo efficace, corretto, onesto.

E poi ditemi se non mi accontento di poco.

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Mi piacerebbe presentare i cinque libri che ho scritto su Maratea, tutti insieme, a partire dall'ultimo Maratea ancora e ancora, e di presentarli dentro Villa Nitti ad Acquafredda. Non solo perch ne ho scritto uno su Francesco Saverio Nitti, grande intellettuale, storico e politico meridionalista ed europeista, l'altro sul nipote Gian Paolo, giovane intellettuale e politico promettente morto in un drammatico incidente d'auto il giorno della sua elezione a consigliere regionale lucano. Ma perch mi piacerebbe che alla presentazione dentro Villa Nitti, bellissima e da troppo tempo vuota e abbandonata, partecipassero gli abitanti di Acquafredda, per ricordare con loro le belle feste organizzate insieme dentro Villa Nitti, nei suoi splendidi saloni, quando era ancora totalmente abbandonata. Perch questa la vocazione di una Villa pubblica magnifica, non di essere utilizzata una volta l'anno per consentire la passerella di qualche politico e funzionario. Ma, ovviamente, proprio per la natura e il senso di questo mio desiderio, so che la presentazione dei miei cinque libri su Maratea non avverr mai in quel luogo. In alternativa, sarei disposto ad accettare che essi fossero presentati dentro l'ex Collegio Scuola di Fiumicello, dove ho lavorato come animatore e istruttore delle centinaia di bambini lucani che vi trascorrevano le vacanze estive. Ma anch'esso, come Villa Nitti, da anni vuoto e abbandonato. Spero si sia capito che sono fermamente ostile allo spreco. Specialmente se si tratta del miglior patrimonio pubblico.

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Ad Altavilla vicentina ho trascorso le pi belle estati della mia vita adolescente e bambina. L, sulle colline dove aveva casa mia nonna con vista all'orizzonte dei palazzi di Vicenza, ho trascorso per quindici e pi anni le mie vacanze estive. In cima a una ripida salita, con uno splendido belvedere sulla pianura, con intorno orti, vigneti e frutteti. Spero abbiate ben presente cosa significhi passare ogni estate le vacanze in un luogo meraviglioso, tra boschi, frutteti e sorgenti, in compagnia di coetanei disponibili a scoprire la vita in tutti i suoi giochi. E poi le corse in bicicletta e vespa, il cinema all'aperto in piazza la sera, la pizza o la fetta di cocomero alla melonara. E le partite di calcio in parrocchia, e la scoperta dei piaceri del sesso con le coetanee nascosti nel granaio tra cachi e grappoli d'uva. E le nuotate nelle vasche del lavandaro, le feste, le musiche e le danze sotto gli archi del portego. E le gare dei botti con il gas esplosivo del carburo compresso in un barattolo. Se proprio della mia vita devo fare un bilancio, quello per me stato il paradiso. Dovessi rinascere, di quei quindici anni di vacanze estive ad Altavilla non cambierei una virgola. Specialmente la sera quando, ballando un lento sotto il portico, a quindici anni Laura mi ha baciato cos a fondo e a lungo che mi ha riempito il cuore e tolto il fiato.

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Lovara il paesino di trecento anime dove ho trascorso felicemente infanzia e adolescenza. A Lovara mio padre era il medico condotto, mia madre la maestra della scuola elementare. tutti e due molto stimati per il loro impegno professionale. Siamo arrivati da Breganze, paese dove sono nato, che io avevo cinque anni. A Lovara Ho fatto l le elementari con la banda di amici e amiche coetanei, i giochi, le scampagnate al torrente e nei boschi, i primi teneri, trepidanti e impacciati amori. Poi a vent'anni sono partito per l'Universit Cattolica di Milano, quindi per i dieci anni in Sicilia, i cinque ad Acquafredda di Maratea, i trentacinque ancora in corso a Roma. A Lovara sono tornato un paio d'anni fa. E della sia pur piccola ma attiva popolazione di agricoltori, commercianti e impiegati non ho pi trovato praticamente nulla. Niente osterie. latterie, macellerie, niente negozi di generi alimentari. Abitazioni e stalle quasi tutte vuote e abbandonate, silenzio, muffe e ragnatele. Nel tempo si sono trasferiti tutti gi in pianura lungo la Valle dell'Agno, nei paesi ricchi di fabbriche e aziende dove c'era lavoro. L'ultima immagine che di Lovara mi rimane la visita che ho fatto al piccolo cimitero prima di tornarmene a Roma. E l ho trovato le tombe di non pochi dei ragazzi e ragazze miei amici di giovent. Con sopra le loro foto sorridenti, ma loro non c'erano pi. E io che in testa mi ripetevo: ma dai, non possibile che chi ha contribuito a rendere felice la mia infanzia e adolescenza finisca l sotto.

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Quindi, come sosteneva Angelo Vassallo, se vogliamo andare avanti dobbiamo tornare indietro. Per esempio a quando, a Roma, Piazza Winckelmann e Villa Massimo erano ricche di pini, e poi il verde stato massacrato e con la demagogia strumentale rutelliana dei Punti Verde Infanzia trasformati in aree al servizio del profitto privato. E Via Como era un piccolo paradiso di giardini e campi da tennis trasformati in enorme parcheggio sotterraneo che una lunare colata di cemento. Per andare avanti bisogna tornare indietro e riprendere la lotta intransigente di Ignazio Marino contro i clan di Mafia Capitale e Roma di mezzo, o quella di Mimmo Lucano per accogliere e integrare i migranti nel tessuto sociale che ne ricava linfa e giovamento. O, ancora pi indietro, a Francesco Saverio Nitti presidente di un governo liberal socialista dal 1919 al 1921, e poi, per essersi opposto all'arrivo di Mussolini e del fascismo, si fatto vent'anni di esilio a Parigi, e infine, durante la guerra, stato internato in un campo di concentramento nazista in Germania. Che come dire una resistenza antifascista che durata l'intera vita.

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A che serve, quale il senso vero di un compleanno in et avanzata? Per quanto mi riguarda, anche ad esempio il ricevere gli auguri da Pamela, che oggi vive a Torino, e che, lei adolescente, ho aiutato a scrivere il racconto della sua vita. La stessa cosa per Daniele che mi ha inviato i suoi auguri da quel di Piacenza. E poi li ho ricevuti dai vecchi ragazzi di Agrigento insieme ai quali, cinquant'anni fa, abbiamo realizzato, oltre all'impegno politico quotidiano, l'antologia I Nuovi Termini della Questione Meridionale. E poi, tra i tanti, sono arrivati gli auguri di Linda che, dieci anni fa, alla terza media della Fratelli Bandiera ha contribuito a comporre il libro La scrittura che salva. E poi da Gaia, Ahmed e Mariamichela e altri ragazzi ospiti del Protettorato che con le loro poesie e testimonianze hanno arricchito il libro sulle esperienze dei minori non accompagnati. E poi gli auguri di Pompeo, Mimmo, Giannino e degli altri amici che hanno collaborato alla stesura dei libri su Maratea e sulle vicende storiche di Francesco Saverio Nitti e del nipote Gian Paolo. E di quelli di Roma che hanno dato il loro aiuto a comporre il racconto dei cento anni di storia di Villa Blanc. E degli altri compagni di impegno politico militante raccontati nei miei diari. E poi, ovviamente, gli auguri e la festa in casa con i miei famigliari che hanno nel corso degli anni partecipato e sostenuto le tante belle esperienze sociali, politiche e letterarie.

Insomma: tanta amicizia legata alla scrittura. E voi dite che un compleanno una scadenza di calendario che si ripete ogni anno monotona?

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Di una citt c' chi preferisce le immagini delle case, delle statue e delle chiese, dei musei e dei monumenti, delle piazze e delle strade, degli scorci panoramici e delle luci suggestive delle albe e dei tramonti. Di una citt c' chi preferisce il variare della storia nelle forme delle costruzioni, nel carattere espressivo delle facce dei suoi abitanti, nelle loro abitudini alimentari. Di una citt c' chi invece predilige le parole che raccontano emozioni e passioni, progetti ed esperienze nelle trasformazioni, successi e fallimenti. Senza il soccorso delle parole la citt rischia di rimanere povera di anima nei suoi mille riflessi mutevoli. Sono pi fiacchi legami e affetti, latita il senso nei suoi molteplici aspetti. Sar per evitare il pericolo di una possibile messa in discussione che non sono pochi coloro che non sopportano che si discuta della loro citt, si sottraggono magari rifugiandosi in qualche bellissima foto?  

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Arrivato nel 1980 a Maratea da Palermo, iniziai subito a lavorare in corsi di formazione con ragazzi e bambini. I primi al San Diego di Aacquafredda, i secondi al Collegio Scuola di Fiumicello. Al San Diego ho lavorato con una sessantina di ragazze e ragazzi, proveniente da tutta la Basilicata, alle prese con l'apprendistato dei vari mestieri connessi all'attivit alberghiera. A Fiumicello, in alcune stagioni estive, mi sono trovato a fare da animatore e guida in mezzo a un centinaio di bambini e bambine dagli otto ai tredici anni figli di famiglie lucane emigrate nei vari Paesi europei - non pochi nati e cresciuti a Parigi, Berlino, Londra. La Regione Basilicata offriva loro una vacanza al mare in uno dei pi bei luoghi della loro terra natia. Erano ospitati nel Collegio Scuola, una grande struttura poco lontano dalla spiaggia. Io e altri animatori ed educatori li accudivamo e intrattenevamo durante i mesi estivi. Io in particolare davo loro lezioni di italiano, storia e geografia. E poi organizzavo passeggiate e gite sulle pi belle spiagge, attraverso il parco del Santa venere fino al Porto. Oppure, con degli autobus, fino a Marina a visitare la Grotta delle Meraviglie, o in alto ad ammirare il panorama mozzafiato dalla Statua del Cristo. Insomma, era come godersi il Paradiso in compagnia di decine e decine di ragazzini e ragazzine di comune origine lucana. Era estate, eravamo sul mare di Maratea, organizzavamo gare di nuoto e tornei di calcio, la sera la pizza e poi musica e danze o un bel film nel grande giardino. Ricordo ancora le facce ridenti e i corpi mai domi di molti di loro: Philippe, Stephane, Emmanuel, Marie. Ho tenuto conto di quelle belle e vitali esperienze scrivendo tutto in un libro che ho intitolato L'estate bambina. Il grande Collegio Scuola, che ospitava fino a duecento bambini, oggi alloggia quattro carabinieri in divisa. Sarebbe potuto diventare un perfetto centro di vacanze per il turismo giovanile internazionale. E io il mio libro su quelle estati bambine non lo trovo pi. Ma quell'esperienza felice l'ho tutta stampata nel cuore. 

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Arrivato a Maratea dalla Sicilia nell'autunno del 1979 al seguito di una donna lucana giovane e bella, di quella cittadina adagiata lungo la costa del Golfo di Policastro mi innamorai subito a tal punto da viverci cinque anni e scriverci cinque libri. Perch Maratea un universo territoriale e paesaggistico, sociale e politico, storico e religioso a s stante concluso, e allo stesso tempo rappresentativo e riassuntivo dell'universo intero. L realmente non manca niente: c' la spiaggia lambita e percossa dalle onde del mare, una lunga costa varia e movimentata, la collina ondulata e la montagna aspra, il casale fornito di stalla con gli animali e l'orto, e lo scorrere canterino di un torrente inesausto. E poi, ecco il centro del paese con Piazza e Municipio, Chiesa cattedrale e lungo Corso pieno di bar, pizzerie e negozi. E poi l'ospedale, il cinema e le scuole. Cosa volete che gliene freghi di tutto il resto che inutile perch artefatto e ridondante? E infine, se della Terra questo il Paradiso, come non essere indotti a pensare che non sia anche la residenza del Cielo, con 44 chiese inneggianti a tutti i santi, il santissimo Biagio in primis, la Madonna ovunque e il Cristo a svettare dalla roccia pi alta verso il Cielo? Il problema vero, per chi laico e si affida alla libert critica del suo pensiero, come destreggiarsi tra troppi mistici fanaticamente esaltati. Come cercare di mettere d'accordo il variegato e complicato tutto, se non seduti a scrivere e riflettere seduti su uno scoglio in riva al mare, proprio l dove Francesco Saverio Nitti aveva scelto di vivere? Chiss cosa avrebbe pensato oggi di Maratea, e della stessa Basilicata, guidate da una destra a impronta leghista?

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A crescere fin da piccoli con altri quattro fratelli e una sorella si cresce prima e meglio. Se si figli unici certo si fanno a scuola molti amici, ma la differenza che i tuoi fratelli, oltre a essere presenti in casa, ti fanno conoscere anche i loro. E poi ti raccontano le esperienze che in giro stanno facendo, ti insegnano il calcio e gli altri giochi, la musica e il canto, le storie e i loro trucchi e segreti. Ti fanno capire cosa rischi se non afferri l'importanza di un rapporto di forze equilibrato, ti consolano per il dispiacere di qualche sbaglio, ti spiegano perch hanno scelto quello che stanno leggendo, ti fanno ridere con le battute, i giochi di parole e qualche scherzo. Ti danno qualche sculaccione meritato o meno. Sono cresciuto insieme ad altri cinque e sono diventato pi esperto imparando l'importanza di ogni spazio e stimolo. In pi sono cresciuto in paesini di campagna dove puoi uscire di casa e correre in grandi spazi aperti senza pericolo. Io andavo all'asilo a piedi da solo, e il pomeriggio correvo in monopattino per le strade del paese con il mio amico Araldino. Sono esperienze che con piacere ancora ricordo. 

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Mio padre svolgeva il lavoro di medico condotto in alcuni paesi della campagna vicentina. Andava in ambulatorio la mattina dove riceveva e visitava i suoi pazienti, e il pomeriggio girava per strade e contrade prima con la sua bicicletta Bartali, poi con una vecchia immarcescibile Balilla. Con noi sei figli era presente ai pasti seduto a capotavola accanto alla mamma, che di mestiere faceva la maestra. E poi la domenica quando andavamo insieme allo stadio a tifare per il Marzotto a Valdagno, oppure per il Lanerossi a Vicenza. Nei momenti di riposo dal lavoro mio padre sedeva accanto alla radio per ascoltare qualche brano di musica lirica, oppure leggeva Il Corriere della Sera. E alla fine accavallava le gambe in modo che qualcuno di noi potesse salire a cavalcioni su un suo piede per dondolarci cantando immancabilmente la strofa Tutt tutt mussetta, la masse xe and a messa. Io lo accompagnavo in Balilla nel suo giro di visite in campagna. I contadini, spesso poveri, pagavano il suo servizio mettendo tra le mie mani un pacco di uova o una gallina spennata pronta per essere cucinata. Ed essendo in nove a casa, nonna compresa, sapevo che sarebbe stata molto apprezzata. A volte la sera mio padre raggiungeva l'osteria del paese dove si sedeva a un tavolo con un gruppo di amici per giocare a carte. Io lo raggiungevo di soppiatto, lui mi regalava una caramella e un sorriso, e poi soddisfatto me ne andavo.

Ah, dimenticavo: mio padre nato nel 1899. A diciassette anni era sull'Altipiano di Asiago a combattere sotto le bombe l'esercito invasore austro ungarico. E suo padre stato operaio in uno stabilimento tessile dei Marzotto confinato in un reparto di punizione perch organizzava gli altri operai contro lo sfruttamento. Ciao pap.

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Otto marzo.

Nel 1979, in piena offensiva femminista di contestazione del maschio in tutte le sue forme di oppressione, reali e immaginarie, ho espresso il mio punto di vista in un libretto pubblicato da Feltrinelli - Mia cara. Da un marito compagno - firmandomi con il cognome di mia madre in completa sincerit di opinione e di pensiero. Avendo da sempre considerato come comune nemico il Capitale con il suo padronato predone, mi riusciva difficile capire e accettare come per le donne potessi essere un nemico anch'io. Scoprivo di avere gli effetti della lotta di classe, e di genere, dentro le mura domestiche. Forse che le donne compagne sono state pi consapevoli e coerenti di noi compagni maschi?

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Era l'inizio della seconda met degli Anni Settanta, ero a Palermo, senza lavoro, messo fuori casa dalla mia compagna e con una figlia piccola da campare e crescere. Lotta Continua era stata sciolta, la Rivoluzione finita. Mi chiedo ancora: perch anch'io non ho fatto la scelta della lotta armata, o non mi sono gettato nelle braccia della droga, o perch non sono partito per l'India a cercare certezza elargita da Osho in quel di Poona? Dopo tutto non era quello che molti dei miei compagni allora hanno scelto? Sapendo scrivere da buon giornalista e saggista, avrei anche potuto trovare lavoro in qualche giornale o casa editrice di matrice berlusconiana, come hanno fatto altri miei compagni di allora. Sono invece rimasto a Palermo a lavorare gratis in una libreria, e a insegnare educazione civica ai ragazzi apprendisti dell'edilizia, e mi sono dedicato alla scrittura di un libro, Mia cara, che era un p la mia risposta al femminismo che imperversava, alla presunta risolutrice lotta armata, alla droga che consolava, alla religiosit mistica ed esotica che pretendeva di dare risposte alla ricerca di sicurezza. Poi ho incontrato l'amore in una giovane donna lucana che mi ha fatto conoscere Maratea, una piccola citt meravigliosa della Basilicata. Che ha definitivamente messo in fuga le tentazioni della verit religiosa conclamata, del rifugio nella lotta armata o nella droga.  

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I cinque anni trascorsi insieme a Cecilia ad Acquafredda di Maratea negli anni Ottanta sono stati tra i pi ricchi e belli della mia vita. I rapporti cordiali e affettuosi con i nuovi amici del luogo, la scoperta delle bellezze del territorio, l'impegno con ragazze e ragazzi lucani del corso alberghiero al San Diego, e con i ragazzini ospiti per le vacanze estive al Collegio Scuola di Fiumicello, le passeggiate e le gite con loro alla scoperta del parco del Santavenere, del porto di Maratea, della Grotta delle Meraviglie a Marina, del Cristo con le braccia spalancate sopra la montagna. E poi le serate a Sapri a ragionare e discutere con un gruppo di giovani amici a casa di Felice Cesarino, o a bere e cantare sul lungomare. E poi la scoperta di Scario e l'amicizia con una famiglia di pescatori che ci portava in barca a scoprire spiagge e grotte lungo la costa del Golfo di Policastro. E le magnifiche pizze gustate nella trattoria sotto il Faro. E infine, la notte e in sottofondo, a raccogliere tanta bellezza, amicizia, conoscenza e scoperta, per alimentare la nascita di nuovi libri. E' stata realmente una delle pi belle stagioni della mia vita. Ripensarci oggi, con l'isolamento sociale e le tristezze del Covid, lo conferma in abbondanza.  

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Mio figlio Roberto mi ha inviato in visione il documentario degli anni Cinquanta Le donne di Acquafredda, che gi avevo visto ma che a rivederlo mi ha ancora colpito e intenerito. Racconta e mostra come nella storia di Acquafredda ci fu un lungo periodo in cui gli uomini emigravano per necessit alla ricerca di lavoro, al nord ma specialmente in America Latina. Restavano a casa le donne, ma di bambini ne nascevano sempre meno, e troppe case restavano vuote. Anche adesso bambini ne nascono pochi, i giovani emigrano, troppe case rimangono ancora malinconicamente abbandonate. Questo non riguarda ovviamente solo Acquafredda, ma molti borghi del Sud. Solo che, insieme alle case private, a restare vuote e inutilizzate sono anche strutture belle e importanti come Villa Nitti e l'ex Collegio Scuola di Fiumicello, che quando l'ho conosciuto lavorandoci insieme a Cecilia ospitava duecento bambini. C' per chi esulta perch il Santavenere stato acquistato dal gioielliere Bulgari per farne meta del turismo del lusso. Servirebbero uno sforzo e un progetto di rinascita e rilancio pi organico e serio: da Maratea a Potenza, da Roma all'Unione europea. Ma dubito che Mara Carfagna, nuova ministra per il Sud, possa dare una mano.

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Con Cecilia, lucana doc di Lauria, ho vissuto cinque anni ad Acquafredda di Maratea, dalla fine del 1979 al 1984. Tornandoci poi negli anni successivi a trascorrere bellissime vacanze estive con gli amici. Cinque anni ad Acquafredda non sono tantissimi, ma per me sono stati molto intensi. Il coinvolgimento con la bellezza del luogo, la sua storia, le relazioni e gli stimoli sono stati tanti e tali da tradursi nella scrittura di cinque libri. Tra questi l'intervista a Francesco Saverio Nitti, che ho indotto a raccontarmi la sua storia ricchissima, e l'altro, Colui che non diventato, cio la vita ahim breve e drammaticamente interrotta da un incidente d'auto del nipote Gian Paolo. Per quanto riguarda l'altro eroe di Acquafredda, Costabile Carducci, con gli amici acquafreddari si andava spesso a rendere omaggio alla roccia scoscesa sopra i Garottoli, dalla quale i giannizzeri di don Peluso, prete borbonico di Sapri, nel 1848 uccisero e fecero precipitare l'eroe e martire risorgimentale di Capaccio. E con Eduardo Lamarca, detto o barone, seduti sulla panchina della piazzetta davanti la chiesa di Acquafredda, quella con sopra la ceramica da lui creata con scritto Assettate e cuntami o fatto, abbiamo spesso e a lungo amichevolmente chiacchierato. Di molte cose, perch Eduardo era attento, curioso, informato. In effetti di Acquafredda era un p la memoria storica. Avendo lui lavorato per anni emigrato in America Latina, e avendo io scritto un libretto in cui raccontavo una mia esperienza di viaggio e vacanza in Brasile, a Eduardo piaceva farmi domande stupito del mio essere riuscito a ricavare da una vacanza di quindici giorni un libro. Ringrazio Emanuele Labanchi per il bel pezzo che su Acquafredda ha scritto e dei bei ricordi che mi ha suscitato. 

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I segnali dell'et che avanza sono le mani che mostrano una inaspettata difficolt nella presa, il piede che sul minimo ostacolo inciampa, il corpo intero che senza una ragione evidente barcolla. Poi c' la memoria che sempre pi si distrae e latita, la bocca che con qualche difficolt mastica, la vescica che non sempre al meglio si controlla, il sesso che a volte preferisce la semi vacanza. Eppure l'attaccamento alla vita continua cos forte che basta un inaspettato sorriso d'intesa, la vista di un bambino luminoso come un'aurora, che anche l'esperienza dei segnali della vita che se ne va diventa meno dura. Ma poi, non sono segnali assai simili a quelli del bambino che comincia? Ma vuoi vedere che siamo l'anello di un ciclo, e quella che suona come uscita altro non che l'annuncio di una nuova esperienza? 

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ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) Raccontare la storia e l'identit della comunit gigliese, scoprire le ricchezze del territorio, gustare le sensazioni e i sapori della natura, i panorami mozzafiato, un'attivit di walking experience all'avanguardia, con la creazione di percorsi tematici ed una mappatura gps dei sentieri dell'Isola del Giglio (Grosseto) per informare i visitatori di cosa stanno scoprendo durante il loro cammino. E' il progetto del Comune, sposato anche dal Parco dell'Arcipelago Toscano. Camminare per i sentieri non pi soltanto una scelta per gli sportivi o per gli amanti del trekking, oggi una passione molto diffusa e per tutte le et. Significa scoprire in modo pi autentico e profondo i territori che si percorrono. Con i suoi oltre 60 chilometri di sentieri affacciati sul mare, l'Isola del Giglio ha davvero molto da raccontare ed ha tutte le carte in regola per divenire una meta ambita anche per questa specifica realt, nonch proiettarsi alla promozione del turismo destagionalizzato. Per queste ragioni l'amministrazione comunale porter al rifacimento di tutta la segnaletica e al rilascio di una nuova mappa dei sentieri. Ma non progetto da fare proprio anche a Maratea e in molti altri dei borghi, delle coste marine e dei territori naturali bellissimi di cui ricca l'Italia?

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Scorro su facebook il lungo elenco degli amici di tante stagioni e fasi al momento collegati. A ogni nome ho un interiore piccolo sobbalzo emozionato: quante storie, immagini e ricordi... E ora, con le restrizioni del Covid, incontrarsi impossibile, o quantomeno un azzardo assai complicato. E' come registrare non una possibilit, ma una mancanza, una latitanza, una piccola morte. O quantomeno la sua anticamera. Sicuramente una esperienza di deprivazione e impotenza. Il Covid ci ha messo sotto scacco e sequestro. Non possiamo pi muoverci come ci piacerebbe. Possiamo solo zampettare. E noi che ci eravamo convinti di poterci espandere illimitatamente... Ieri sera, non riuscendo a prendere sonno, ho riletto il libro dove racconto il viaggio compiuto anni fa in Brasile. Rispetto alla condizione castrante di oggi, mi sembrato di tornare libero e volare.

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Nel tempo, a Maratea, ci sono stati Sindaci come Fernando e Francesco Sisinni, Mario Di Trani, Franco Ambrosio, Domenico Cipolla, o intellettuali impegnati in politica come Valerio Mignone e altri ancora con i quali si poteva anche essere in dissenso, ma con i quali era possibile confrontarsi. I valori di riferimento restavano sempre quelli democratici. Tocca oggi prendere atto che il gruppo che costituisce l'attuale Giunta comunale cos arroccato dentro il recinto della destra leghista che lo spazio residuo per segnalarsi e distinguersi si direbbe essere rimasto solo quello di Forza Italia. Ma possibile mai che una forza politica aperta, democratica e progressista abbia a Maratea perso ogni identit e capacit di iniziativa? Tocca proprio avere nostalgia del PD di Pittella? E pu essere che gran parte del Sud si sia consegnato a tal punto nelle mani di Salvini e Meloni? 

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Ieri mi capitato di rivedere su internet la registrazione di un'opera di Edoardo De Filippo magistralmente recitata dagli amici di Acquafredda nei locali della vecchia scuola elementare attualmente sede dell'associazione Scuola e Vita. Confesso di essermi cos emozionato da non riuscire a trattenere le lacrime. Ci sono momenti e iniziative in cui una comunit esprime il meglio di se stessa. Averne conferma in un periodo come questo fa un gran bene all'anima.

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Ad Acquafredda di Maratea, borgo lucano di 300 abitanti sulla costa del Golfo di Policastro, quando negli anni Ottanta vi ho abitato per alcuni anni c'erano due negozi di generi alimentari, quattro bar, anche se due soltanto estivi, due tabaccai, cinque alberghi e un ristorante con pizzeria, una scuola elementare, un ufficio postale, una stazione ferroviaria inaugurata da Francesco Saverio Nitti, che sul ciglio a strapiombo sul mare fece costruire la sua bella villa dove vi scrisse la trilogia sull'Europa, e poi vi furono ospitati molti politici e intellettuali, da Giovanni Amendola a Giorgio Bassani. Ad Acquafredda si costru anche un bell'impianto sportivo con campi da calcio e di tennis dove si esibivano Teresa e Giuliana De Sio. Sono anche sorti, su iniziativa di famiglie locali, diversi B&B. Ora la stazione ferroviaria come non ci fosse, scuola elementare, ufficio postale, due bar, un tabaccaio, un negozio di generi elementari hanno definitivamente chiuso, e gli alberghi funzionano qualche mese d'estate. E molte delle case del borgo sono permanentemente chiuse. E i giovani se ne vanno e di bambini ne nascono sempre meno. E' praticamente chiusa anche Villa Nitti che, regionalizzata, si apre e funziona solo per qualche rara passerella delle istituzioni. Ho scritto quel che ho scritto semplicemente per rendere evidente il declino subito in questi ultimi anni da gran parte dei borghi del Mezzogiorno, perfino di quelli tipo Acquafredda che gode di un contesto paesaggistico fatto di montagne, colline e mare tra i pi belli che io abbia mai visto e goduto. Ma per imprimere una svolta di sviluppo agro turistico serio tocca sperare che arrivino capitali dalla Cina o dagli emirati arabi? Per adesso tocca aspettare che passi il marasma del Corona.