GIAN
CARLO MARCHESINI
Pillole del 2021
Ho avuto la fortuna di
trascorrere questi giorni di festa in particolare con due vecchie amiche nate e
cresciute insieme in quel di Lauria. Donne seriamente e
proficuamente impegnate nel loro lavoro professionale, colte ed esperte grazie
a un percorso di vita complesso e difficile, determinate e volitive nel
superare ostacoli e risolvere problemi. Posso dire che al di
l di ogni Cristo, Natale e Chiesa, Budda, Maometto e Allah, l'amicizia
nella vita la pi bella risorsa?
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Ma vi rendete conto che ora anche Acquafredda
avr l'onore e il vanto di essere attraversata da una Grande Opera di Alta
Velocit? Le sue montagne tra i Crivi e il Canale di Mezzanotte saranno sventrate da due lunghe gallerie,
cos chi in auto potr infilarsi in un buco e correre pi veloce per
guadagnare dieci minuti di tempo prezioso. Evitando cos la noia e il fastidio
di osservare sempre gli stessi panorami del Golfo di Policastro: quelli che le
grandi aziende mondiali usano come spot promozionali dei loro prodotti, e 50 anni fa erano definiti di una bellezza terribile perfino
da Pasolini. Ma bisogna pur mettersi al passo con i
tempi. Ora una impresa di costruzioni di Brolo, in
quel di Messina, occuper nei prossimi anni scuola elementare e campo sportivo
di Acquafredda per ospitare i suoi macchinari e gli operai sventratori. Ma possibile mai che per una logica di protagonismo ultra
moderno pilotata dall'alto e dall'esterno, e molto sensibile al denaro, si sia
cos disponibili a compromettere visione del territorio, e di una comunit
storica identit e orgoglio? Ma ci rendiamo conto che
un progetto cos devastante e prolungato nel tempo stato approvato nel 2016
da regione Basilicata e Anas, con il Comune di Maratea che non l'ha neppure
approvato e sottoscritto, ma soltanto in virt del suo dubbioso e recalcitrante
silenzio assenso?
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In Basilicata succedono anche
cose incredibili. Regione e ANAS decidono di mettere in sicurezza il tratto
della Statale 18 che collega Sapri ad Acquafredda. Troppe frane e cadute massi.
E cosa decidono? Forse di intervenire sui pascoli abusivi e sugli incendi
estivi che contribuiscono a far precipitare frane e massi, e con un piano di
sviluppo del verde e con nuove reti e barriere arginanti? manco
per niente. Decidono piuttosto di realizzare due gallerie dentro le montagne di
Acquafredda, costo di 47 milioni, i cui lavori
dureranno minimo tre anni. Varano il progetto nel 2016, e indicono una gara
d'appalto per affidarlo a una impresa. La gara viene vinta dalla Ricciardello
costruzioni di Brolo, provincia di Messina, impresa che lavora molto spesso con
l'ANAS. Nel frattempo inviano il progetto al Comune di Maratea che per non
risponde nel tempo previsto. Quindi il progetto passa
in virt della regola del silenzio assenso. Oggi, il progetto varato cinque
anni fa partito con l'avvio dei primi cantieri. I cittadini di Acquafredda,
diretti interessati, pi gli innamorati di quel borgo e di quel magnifico
tratto di costa sul Golfo di Policastro, reagiscono costituendosi in Comitato
civico, e invitando l'attuale Sindaco a un incontro pubblico che ho seguito
attentamente grazie al digitale. Bell'incontro, stimolanti
e interessanti tutti gli interventi. Il Sindaco ha confermato che fin dal 2016,
nell'accordo tra Regione Basilicata e ANAS, stato tutto deciso, e che quindi
si pu soltanto chiedere qualche marginale miglioramento. Ma il territorio
dove sono nati, cresciuti e vivono gli acquafreddari
che per i prossimi anni sar sottoposto a un un carico pazzesco. Si tratta di un magnifico tratto di
strada panoramica che verr frequentissimamente chiuso
per i lavori in corso. La Statale 18 collega ai
servizi necessari in quel di Sapri, e porta nei territori i turisti. Le
gallerie, sostiene il Sindaco, hanno ragione d'essere per la messa in sicurezza
della Statale 18. Ma poi
precisa che, una volta in funzione, la Statale non sar pi di competenza
dell'ANAS. Quindi non sar pi n gestita n messa in
sicurezza. Insomma, a un certo punto io non ho pi capito una mazza. Nel
frattempo, l'impresa che ha in questi giorni iniziato i lavori, ha chiesto di
utilizzare due delle migliori risorse di Acquafredda: la scuola elementare, da dieci anni chiusa e sede dell'Associazione Scuola e Vita, e il
campo sportivo dove i ragazzi del luogo vanno a giocare. Il che come vedersi
arrivare in casa qualcuno che, per poterti aiutare, ti chiede come prima cosa
di occupare e utilizzare quello che hai di meglio a proprio vantaggio. Ma siamo sicuri che le istituzioni pubbliche e le grandi
imprese lavorino d'intesa per migliorare le condizioni di vita delle comunit
locali?
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Quindi, invece di essere onorati
si avere sul proprio territorio una piazzetta intitolata a Pasolini, uno dei
nostri poeti e intellettuali pi importanti del secolo scorso, l'attuale Giunta
comunale di Maratea ha deciso di eliminare quella intitolazione
per sostituirla con un altro nome locale. Quindi, a
Maratea pu succedere che un precedente Sindaco, Domenico Cipolla, decida di
onorare Pier Paolo Pasolini, che a Maratea c' stato e ne ha scritto,
intitolandogli una piazzetta, mentre il Sindaco attuale decide di levare targa
e intestazione della piazza a Pasolini. Quanto mi piacerebbe avere spiegate di un gesto cos emblematico e grave motivazioni e
ragioni. Forse non accettabile il fatto che Pasolini fosse omosessuale?
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Siete morti. Voi che non amate e non siete innamorati, siete morti. Voi che avete rinunciato a guardarvi intorno mentre camminate, siete morti. Voi che mangiate insieme senza guardarvi negli occhi, siete morti. Voi che non alzate lo sguardo sorpreso e ammirato alla luna in cielo, siete morti. Voi che avete perso il desiderio di entrare in un parco per passeggiarvi in lungo e in largo rapiti, siete morti. Voi che inneggiate all'alta velocit a scapito della bellezza del mare, del verde e della natura, siete morti. Voi che state intrappolati nelle auto, una mano con la sigaretta, l'altra con il cellulare, siete morti. Anche se, o proprio perch, vi credete esperti, benestanti e onnipotenti.
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Oscilla tra il minimo necessario e il massimo
vertiginoso la mia amata Acquafredda, borgo verso Sapri lungo la costa di
Maratea. Vuole il sentiero che attraversa e lega insieme tutto il verde e aspro suo territorio in ogni minuscolo dettaglio, vuole che
ancora si produca l'erba tagliamano per fare ceste
leggere buone per ogni uso. Anche in versione lampada e lampadario. E, insieme,
vuole accelerare i tempi di percorso e attraversamento degli spazi sventrando
rocce e montagne per costruirvi gallerie che consentano di stringere i tempi
lunghi in un lampo. E' un bel dilemma: essere al passo con i tempi correndo a
perdifiato, o restare il pi possibile beati e protetti
dentro ogni piega, risvolto e ombelico su cui si costruita e nutrita la
propria identit? Insomma, mica si tratta di poca
roba. Detta altrimenti: quale la forma migliore di
transizione ecologica per chi vissuto finora di naturale bellezza, e teme che
l'alta velocit, del mercato nuova divinit, la scombussoli e rovini portando
in tasca a pochi molti soldini? Dite che non quesito e dilemma che oggi
riguarda la sola Acquafredda? Appunto, a maggior ragione partiamo da l per
farne tema e soggetto di un laboratorio di formazione e scelta collettiva.
Villa Nitti l'adatto contenitore, l'Associazione Scuola e Vita il miglior
motore.
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Il mio primo Sessantotto stato
piuttosto precoce: l'ho praticato scappando da casa, dalla famiglia, dalla
scuola. Avevo quattordici anni, misi due panni in una valigetta, un gruzzoletto
di lire in tasca, inforcai la bicicletta e poi il trenino che da Trissino mi ha
portato fino a Vicenza. E poi sono salito sul treno
scendendo a Milano, dove, dopo avere visto gli Ammutinati del Bounty con Marlon
Brando, trascorsi la notte alla stazione ferroviaria sdraiato su una panchina.
Proseguii il giorno dopo per Genova, avevo voglia di godermi la libert del
mare. Rimasi una settimana a passeggiare lungo l'angiporto di Via Pr, la
strada cantata da De Andr. Il secondo Sessantotto l'ho praticato tra Trissino, Arzignano e Valdagno, a manifestare contro
l'inquinamento del territorio e lo sfruttamento operaio. E poi a Milano
occupando in massa la Cattolica e la Statale diventate una
prigione autoritaria. Il terzo Sessantotto l'ho fatto portando soccorsi nella
terremotata Valle del Belice. E poi insieme alla migliore
giovent lottacontinuista di Enna, Trapani, Agrigento e Palermo. Esprimendo appassionatamente insieme bisogni e idee libertarie e
scontrandoci con ogni tipo di potere. Tra esperienze che potevano
sfociare nella mistica religiosa, nella lotta armata e nella droga. L'ultimo
Sessantotto l'ho praticato a partire dai primi anni
Ottanta con i giovani di Acquafredda di Maratea, Sapri e altri luoghi del Golfo
di Policastro e della Basilicata. Energie e passioni in libert contro ogni
caligine oppressiva. Il mio pluridecennale Sessantotto
continua anche oggi a navigare, in mezzo a molte difficolt, dentro una
irriducibile corrente. E poi volete che non mi metta a piangere ascoltando
Pietrangeli che canta Contessa?
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Ad
Acquafredda di Maratea sono attivi quattro alberghi e due ristoranti, un
negozio di alimentari con l'essenziale per campare e
una chiesetta dove sepolto Costabile Carducci, eroe risorgimentale. E poi una
splendida Villa che si innalza sul ciglio del mare e
conserva le memorie della famiglia di Francesco Saverio Nitti. Non vi basta per
venire? C' il pi bel tratto panoramico della statale 18
sul Golfo di Policastro dove passeggiare, e spiaggette sul mare dove nuotare.
Non ci sono impianti sportivi e campi da calcio, chiusi perch troppo
impegnativi. Ahim, non c' pi neppure la scuola elementare con la sua festa
di bambini. Ma se accettate l'invito a venire e magari
poi decidete di restare, pu anche darsi che tutto riprenda piano piano a
funzionare. Conviene sia al luogo che a chi se lo
gode.
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Penso non esista al mondo nessuno che nel corso della sua vita e nel suo cuore non sia stato innamorato di un luogo. E magari anche pi di uno. Si tratti di un borgo o paese, di una citt o di una costa sul mare, di una campagna, collina o montagna. Si tratti di un colpo di fulmine legato alla scoperta dell'infanzia, ai fervori dell'adolescenza, o alla maturit dell'et adulta. Sia stato alimentato da un incontro speciale, da un innamoramento, da una particolare esperienza. Io e Cecilia siamo approdati a Maratea nell'autunno del 1979. Siamo subito scesi al mare, e l a tuffarsi tra le onde abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi del posto di cui siamo diventati subito amici. Il giorno dopo, nel nostro desiderio che spingeva a conoscere il mare, siamo arrivati alla spiaggia del Macarro. Era tanto splendida quanto deserta, per cui cedemmo felici all'impulso di immergerci completamente nudi nell'acqua. Male ce ne incolse perch dal boschetto alle spalle usc gridando una vecchietta che vi stava a raccogliere la legna, e che ci si rivolse incollerita definendoci diavoli. Per consolarci siamo poi saliti a scoprire il centro storico di Maratea, dove in una piazzetta interna grande come un fazzoletto scoprimmo una minuscola trattoria che per offriva il meglio della lucana gastronomia. Ci siamo seduti a un tavolino e abbiamo gustato tutto con grande delizia. Ecco le immagini del primo incontro di quarant'anni fa con Maratea: il mare, i ragazzi e i vecchi, la rete dei vicoli del centro storico e la scoperta di piatti gastronomici squisiti. Come si pu non restarne innamorati? Questo e altro ho raccontato nel mio settimo libro uscito nel 2004 e intitolato Maratea. Un omaggio in cinque parti e venticinque punti. Confesso che mi piacquero molto i complimenti e l'abbraccio che Edoardo La Marca, u barone di Acquafredda, mi diede commosso dopo averlo letto.
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A proposito del gemellaggio tra Maratea e Rio de Janeiro: posso dire che sarei felice se Maratea riuscisse finalmente a gemellarsi con la parte migliore di se stessa?
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Il
mio quinto libro, pubblicato nel 2002, si intitola Colui che non diventato, e
racconta la vita ahim piuttosto breve di Gian Paolo, nipote di Francesco
Saverio Nitti. Nato nel 1933, morto nel 1970 in un incidente d'auto sulla
statale costiera di Maratea nel giorno successivo alle elezioni regionali, cui
aveva partecipato come candidato indipendente in lista con il PCI ed era risultato eletto. Riporto parte della lettera che mi ha
scritto Francesco Barbagallo dopo avere presentato il libro all'Istituto
Superiore di Studi storici di Napoli. "Caro Marchesini, ha scritto un
libro molto bello, emozionante, intenso. L'ho letto tutto d'un
fiato. Mi sembra un contributo importante. Anche sul piano letterario ben
riuscito. La figura di Gian Paolo Nitti risalta con grande vigore e fascino. La
tecnica della testimonianza, nella forma dell'oratorio, ben riuscita,
efficace, coinvolgente. Mi congratulo molto per il lavoro compiuto e per il
risultato." Nel libro, raccontando la vita breve
di Gian Paolo, in buona sostanza mi chiedo quale contributo avrebbe potuto dare
all'universit, alla scienza, alla politica, all'intera societ. Sarebbe
diventato un leader ascoltato della sua regione? Avrebbe avuto un incarico
importante in qualche governo nazionale? Sarebbe diventato uno storico di
valore? Tutto ci appariva naturalmente iscritto nel suo percorso. Una sequenza
disgraziata di fattori, e il fato, gli hanno impedito di essere oggi con noi.
La sua parabola spezzata ricorda la minaccia che incombe su ogni essere umano:
il titolo, piuttosto crudele, stato scelto per questo. Gian Paolo appartiene
alla schiera delle anime che "essendosi in vita generosamente spese"
come dice Walter Benjamin "nella memoria si mantennero." Per questo
mi piace immaginare che ora si trovi in compagnia di quelle che Fabrizio De
Andr definisce "Anime salve".
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Il terzo libro che ho scritto,
pubblicato nel 1999, intitolato Francesco Saverio Nitti, Una
intervista immaginaria, ed in stretta relazione con il primo. Nel
senso che tutti e due sono frutto degli stessi
fattori: la bellezza dei luoghi e l'importanza della storia che li
contrassegna. Nel primo, la Questione Meridionale e la bellezza del territorio
agrigentino. Nel secondo, l'innamoramento per la bellezza di
Maratea e la scoperta di un grande pensatore storico e politico meridionalista
come Francesco Saverio Nitti. Ma voi avete
visto la villa in stile liberty che Nitti ha fatto costruire sul ciglio della
costa di Acquafredda da cui si gode il panorama sul Golfo di Policastro?
L'eleganza e l'armonia dell'edificio e la bellezza del contesto
non inducono al pensiero che la decisione di viverci viene a chiunque naturale
e perfino ovvia? In quel luogo, in quel contesto,
prima di essere per vent'anni esiliato in Francia dal fascismo, e poi al suo
rientro, Francesco Saverio Nitti ha ideato e composto tutte le sue principali
opere. Io mi sono cos lasciato coinvolgere e appassionare dalla sua storia che
ho letto tutti i suoi scritti e ci che altri su di lui hanno scritto. E ho
immaginato, Nitti ottantenne vivo, di andarlo a
trovare dentro la Villa di Acquafredda per fargli raccontare la sua vita
intensissima, le sue opere, la sua storia. Insomma, mi sono fatto raccontare da
Nitti in presa diretta la sua importante e magnifica vita. Tale e tanta stata l'energia che mi ha suscitato dentro la conoscenza
del suo pensiero e l'incontro con la sua bellissima Villa. E di questo devo
essere riconoscente a Cecilia, senza l'incontro con la quale
probabilmente non avrei mai conosciuto Maratea e la Basilicata.
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La
mia vita ha preso corpo e forma anche attraverso la scrittura di una ventina di
libri. Che, in termini di progressione temporale, di seguito elenco.
1974.
I nuovi termini della Questione Meridionale.
1979. Mia cara. Da un marito
compagno.
1999. Francesco Saverio Nitti.
Una intervista immaginaria.
2001.
Verso un mondo globale.
2002. Gian Paolo Nitti.
Colui che non diventato.
2003.
L'impresa etica e le sue sfide.
2004.
Maratea. Omaggio in cinque parti e venticinque punti.
2005.
Quando. Trecento proposizioni per interrogarsi sulla scuola.
2009.
Shock Brasil.
2010.
Maratea. Il sogno di una cosa.
2010.
Compagno di viaggio.
2010.
Ragazzi. Storia di possessione e disincanto.
2011.
Lettere dal Sud.
2012.
Io sono la Villa.
2013.
Diario militante. L'impegno politico in un circolo del PD.
2014.
La scrittura che salva.
2016.
Io non ci sto (alla cacciata di Ignazio Marino dal
Campidoglio)
2020.
Maratea ancora e ancora.
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pi due che non sono stati pubblicati: L'estate bambina e Se la Coop non sei
tu. Ognuno di questi libri raccoglie testimonianza dell'esperienza di una
stagione della mia vita. Ci sono dentro viaggi e
luoghi, scuola e amici, amori e odi, famiglie e figli. Impegno sociale e
professionale, politico e culturale. Preghiere e comizi, passioni e visioni,
invettive e poemi. Non parlo di stile, di qualit e valore letterario. Ci
penseranno eventualmente i critici. Parlo di come ho vissuto la vita, del mio tentativo di darle forma e sostanza, traccia e
consistenza. Tutto il resto vanit. Forse anche questa.
Con un suo comunicato, la Regione
Basilicata annuncia che dal 15 gennaio prossimo saranno cantierati i 3 km di
Statale 18 tra Acquafredda e Sapri per avviare la realizzazione dei tunnel
previsti. L'investimento stanziato di 47 milioni, 20
dei quali a carico della Regione Basilicata. In cambio - si garantisce nel
comunicato - si eliminer il pericolo della caduta massi. Cos sar sicuramente
dentro le gallerie: ma sulla Statale 18? O si prevede
che quel tratto di statale meravigliosa rester definitivamente chiuso? Ah,
dimenticavo: nel comunicato della Regione Basilicata si dice anche che,
approfittando dei lavori per la realizzazione dei tunnel, si provveder anche
ad ampliare il cimitero di Acquafredda dotandolo di un pi ampio parcheggio. A
dire il vero, nel comunicato della Regione che annuncia l'avvio dei lavori per
i tunnel ad Acquafredda anche precisato che i
materiali rocciosi ricavati saranno destinati a ripascere
le spiagge sempre pi ristrette e risicate. La cosa per era stata promessa
anche per le spiagge di Cersuta in occasione dei lavori di
quel tunnel. Per poi scoprire che il materiale ricavato dagli scavi era stato
venduto per far finire nelle tasche di qualcuno altri soldi.
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Qualche domanda sulle gallerie
la cui costruzione prevista a breve tra Sapri e Acquafredda. Quanto
previsto in finanziamenti pubblici? C' chi dice 42 milioni di euro, ma non si
sa nulla di preciso. Quanto ci vorr di tempo? c' chi
sostiene almeno due anni, ma potrebbero anche essere tre o quattro. La statale 18 quindi destinata a restare chiusa per tanto tempo. Ma, assicurano, poi sar possibile da Sapri arrivare ad
Acquafredda in pochi minuti, e viceversa. Ma perch
non si considerata pi soddisfacente la mezz'ora di stupenda strada
panoramica? Non quella la ragione per cui i turisti di tutto il mondo vengono
a Maratea? E non era meglio spendere un decimo di quella cifra per mettere in
sicurezza dalla caduta sassi la montagna? Quando si
muovono tanti soldi, e si tace su chi, quando e come, sui dati e sui tempi, c'
sempre da temere il peggio. Serve un controllo degli abitanti dal basso e
dall'interno. Si chiama democrazia trasparente e partecipata. Altrimenti
rischia di diventare business per i clan.
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Dieci anni fa usciva il mio
Lettere dal Sud, dove scopro e racconto la bellezza di Capri e Ischia. del Cilento e del Golfo di Policastro, di Maratea e della
costa della Calabria Tirrenica. Duecentocinquanta pagine in cui descrivo
luoghi, citt e territori tra i pi belli delle nostre coste e isole meridionali,
e racconto storie, fatti ed episodi significativi di
cui sono stato testimone nei miei incontri con comunit e persone. Del libro
non possedevo pi neanche una copia, Francesco Salvia, che gestisce la comune
di Brefaro dove ogni anno ospita 150/200 persone desiderose di godersi le
bellezze di Maratea, ieri me ne ha procurata una che conservava. Stanotte ho
trascorso un paio d'ore rileggendo quello che anni fa ho raccontato nel mio
libro, e i ricordi di tanti incontri e scoperte si sono riaccesi ancora emozionandomi.
Penso abbia proprio ragione Pasquale Persico ad assegnarmi, nella sua
Universit ideale, la cattedra di esperto nel racconto dei luoghi e delle loro
trasformazioni economiche, politiche, sociali.
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Scusate,
io sono stato a Rio, sono salito fino al Cristo, ho ammirato e apprezzato la
bellezza che si gode dall'alto. Sulla bellezza del Brasile e di Rio, pur
essendoci stato solo dieci giorni, ho scritto un libro: Shock Brasil. Quello che mi convince poco questo gemellaggio
Maratea-Rio. Ma come si pu paragonare una citt con
sette milioni di abitanti a Maratea che non arriva ai cinquemila? Sono forse
contrario agli incontri, ai confronti, ai gemellaggi? Assolutamente no. Vorrei
per che si avesse il senso delle dimensioni, della diversit, delle
proporzioni. Non basta una statua sulla vetta di una montagna per dare per
fondato e acquisito un gemellaggio Ci vuole molta pi
strada, pi umilt, pi conoscenza. Non bastano una formula e uno slogan.
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Non sono un ingegnere esperto,
n un tecnico arci competente, ma mi permetto di porre qualche quesito. Come
mai non si riesce a tenere sotto controllo gli incendi estivi sulle colline tra
Maratea e Sapri, e si ha tanta difficolt ad accettare e organizzare l'area
marina protetta, e poi si decide di investire ingenti risorse per attraversare
rapidamente con dei tunnel il tratto di statale tra Acquafredda e Sapri, quando
si spenderebbe molto meno a ripulire e imbrigliare i punti pi pericolosi delle
rocce, mantenendo cos aperta e fruibile una delle strade pi panoramicamente
belle del Paese? E perch comunque si procede senza coinvolgere e consultare i
diretti interessati, cio i cittadini che vivono su quel tratto di territorio? Ma viviamo in una democrazia partecipata, o qualcuno
dell'oligarchia politica ha bisogno di tenere nascosti i movimenti cospicui di
denaro?
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Sono
andato al cinema a vedere l'ultimo 007 James Bond in No time to die, perch
sapevo che alcune scene erano state girate anche in Basilicata, a Maratea e a
Matera. E infatti nella parte iniziale mi sono goduto
le panoramiche sulla statale che porta da Sapri ad Acquafredda, e poi le scene
girate a Matera, e infine la vacanza che il protagonista si gode sulla spiaggia
del Santa Venere a Fiumicello. E rivedere quelle parti di territorio a me care mi cos piaciuto che mi sono perfino emozionato. Ma per il resto il film un susseguirsi di tonitruanti
sparatorie da trasformarlo via via in una specie di apoteosi paranoica della
morte. Tanto che, a met circa. mi sono chiesto: ma io
che ci faccio qui? E la risposta stata che mi sono alzato e me ne sono da
quell'inferno e da quella sala uscito. Maratea e
Matera sono state le immagini pi belle e i veri effetti speciali. Il
susseguirsi di mitragliate mortali le ho lasciate a James Bond.
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Un mare, un territorio, un
ambiente sostenibile grazie anche all'accoglienza e all'integrazione dei
migranti visti non come minaccia, ma come risorsa da accogliere, mettere
all'opera e integrare. Non successo cos nei decenni passati anche per i
lucani migranti? Nel 2012 Fabrizio Barca, allora ministro della coesione
territoriale, propose che Villa Nitti diventasse sede di un laboratorio di
formazione permanente. L'Italia al centro del Mediterraneo e delle tematiche che ne conseguono: un mare e una natura
sostenibili, il crescere dei flussi migratori. Cosa aspettano
Maratea e la Regione Basilicata ad attrezzare Villa Nitti destinando fondi,
risorse ed energie perch l'indicazione data da Barca dieci anni fa finalmente
si realizzi? O vogliamo che Villa Nitti continui ad
essere utilizzata due giorni l'anno come passerella istituzionale o come set
per un film?
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In che cosa consiste la bellezza
particolare di Maratea? Nel non avere in s nulla di estraneo, superfluo o
eccessivo. Nel non avere alcun elemento squilibrante o squilibrato. Nel
contenere l'essenziale e l'ottimo di cui capace la natura al suo meglio. L
non c' macchia o difetto, trucco o abbaglio. La sua voce forte e pura come
un grido o un silenzio assoluto, non povera come un gemito o stonata come un
raglio. A dominare nella loro migliore vena sono il blu del mare, l'azzurro del
cielo, il grigio della roccia, il verde della pineta. Ci sono fragole e
ciliege, melograni e fichi, arance e carrube, limoni e cachi, uva, castagne e
olive a mai finire. E nell'orto tutte le insalate. Perch Maratea natura
piena.
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Ma che ne sappiamo noi se la spigolatrice
di Sapri aveva o meno un bel corpo formoso, un bel
seno, un bel culo? Cosa sappiamo di come amava
vestirsi e drappeggiarsi, se con una vestaglia trasparente o con un copricapo e
mantello da suora talebana? Vogliamo lasciare all'artista che l'ha scolpita con
una statua, ora esposta sul lungomare di Sapri, la libert di immaginarla?
E l'artista diventa un maschiaccio sessista se sceglie di scolpirla con le
forme del corpo in evidenza? Ma la spigolatrice di Sapri d fastidio se
immaginata come guagliona giovane e bella? Nella
poesia da tutti imparata a memoria fin dalla scuola media
non accoglie forse Pisacane porgendogli in confidenza la mano e chiedendogli in
motivo del suo sbarco? Ma non che circola anche tra
di noi un pregiudizio sessista talebano?
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Venite, venite a
visitare, conoscere e godere la bellezza di Maratea. Venite a contemplare i
suoi paesaggi e ad assaporare i mille frutti della sua natura. Venite ad
aspirare odori e profumi di piante e fiori, ad ascoltare i racconti e le
esperienze dei suoi abitanti. Venite a dare una mano per cercare di capire
perch in tanta abbondanza di storie, esperienze e risorse o giovani se ne
vanno, di bambini ne nascono sempre meno, gli abitanti diminuiscono, le case,
una volta morti i vecchi, rimangono vuote.
Maratea si riempie di turisti famelici di vacanze solo d'estate, specie in
agosto. Non sar che l'eccesso di bellezze tale da
faticare assai a farci i conti tutto l'anno? Per conoscere e capire un
territorio bello, complesso e importante, per poterlo trasformare
valorizzandolo al suo meglio, non bastano attenzione,
studio, interesse. Serve l'amore. Il che significa immedesimazione, empatia,
condivisione. E, nel luogo, le amicizie vere.
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Mia figlia Angela, che vive in
Francia, oltre a crescere i quattro figli adolescenti si occupa con passione e competenza
di una disciplina dell'alimentazione che l hanno
inventato e battezzato con il nome di Cuisine Therapie. Per spiegare di che si tratta dir qualcosa sul
rapporto con il cibo che ho avuto in varie fasi della mia vita. Dei tanti anni
trascorsi nell'anonimato collettivo - 3 anni in seminario, 5
anni in collegio gestito da religiosi, 2 anni di servizio militare trascorso in
caserme varie - del cibo che veniva somministrato in grandi refettori non
ricordo praticamente nulla. Nessuna immagine, nessun sapore.
Veniva tutto preparato a nostra totale insaputa in
grandi cucine, io non ci mettevo alcuno sguardo, conoscenza, parola. E' come
se, in ci che ricordo, in quegli anni di collegi e caserme io non avessi mai
mangiato. Ricordo invece perfettamente i gustosi piatti di polenta e baccal. o pollo, o coniglio, che mangiavo in campagna in casa dei
miei amici contadini, le enormi e gustose pastasciutte preparate nel campeggio
del CAI al lago di Molveno e divorate al rientro delle escursioni sulle
Dolomiti, la scoperta dell'ottimo vino Sciacchetr alle Cinque Terre in
Liguria, le ottime torte e budini preparati da mia nonna nella sua casa di
campagna dove andavamo a trascorrere le vacanze estive. Ecco, a seconda del legame con chi lo preparava, in che atmosfera
emotiva e affettiva, il cibo pu essere ristoro allegro, consapevole e gustoso,
oppure un impasto necessario alla sopravvivenza che non sa di nulla e non
lascia alcuna esperienza positiva. Penso ora abbiate capito che cosa la Cuisine Therapie che sta praticando
in casa, e insegnando a chi lo desidera, mia figlia.
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Perch Sapri in qualche decennio
passata da quattromila a settemila abitanti? Perch invece Maratea scesa da
5750 a 4800?
E come intervenire per invertire
chi colpito da un cos evidente processo di spopolamento? Una delle possibili
soluzioni, oggi, accogliere profughi e migranti in fuga da miseria e guerre.
Ad esempio 50 famiglie afghane, cio circa duecento
persone, alle quali assegnare come alloggio abitazioni da decenni abbandonate. Ristrutturandole e rendendole funzionali, con il concorso attivo
della regione Basilicata e del Comune di Maratea, grazie ai finanziamenti previsti
dall'Unione europea. Famiglie alle quali assegnare appezzamenti di orti,
campagne e boschi oggi abbandonati e da riprendere a curare e coltivare
producendo, come succedeva in passato, frutta e verdura e altri prodotti
agricoli e animali domestici. Questo il modo concreto per rallentare e far
cessare l'abbandono e lo spopolamento delle zone boschive
e collinari del territorio di Maratea e di tanti altri borghi delle aree
interne delle regioni meridionali. Pi presenza umana anche di chi in fuga da
miseria e guerra, pi terreno coltivati, meno frane e
incendi, pi strade e sentieri, pi nascite a compensare le morti. Pi sviluppo
economico e benessere equo e solidale per tutti. Non facile, ma la sola
strada oggi percorribile. Se si vuole rendere efficace l'agire locale grazie al
supporto di un realistico pensiero globale.
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Oggi si celebra la Basilicata
come il Texas petrolifero dell'Italia. Qui si estrae l'80% del petrolio
italiano: una produzione aumentata nel 2020 e che dovrebbe ulteriormente
aumentare nel 2021, specialmente con la messa a regime del nuovo giacimento di
Tempa Rossa di propriet della francese Total. Dopo le
vigorose proteste per i danni ambientali a seguito degli sversamenti
dell'impianto di Viggiano di almeno 400 tonnellate di
petrolio vicino al bacino idrico del Pertusillo (il
maggiore dell'Italia meridionale), l'Eni ha firmato recentemente un nuovo
accordo con la regione Basilicata. Esso prevede una aggiunta
fissa di un euro per barile di petrolio come prezzo per far dimenticare i danni
all'ambiente. Il petrolio della Basilicata non ha cambiato di una virgola il
suo posto come una delle economie pi povere d'Italia.
(Giuliano Garavini,
Il Fatto Quotidiano)
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Vaccino contro il Covid e Green
Pass hanno messo in gioco una questione non da poco: il peso riconosciuto o
meno della credibilit di autorit istituzionali importanti dello Stato e del
Governo. Se si convinti che a decidere e comandare in cabina di regia ci sono
le multinazionali del farmaco, gli interessi e la crescita del loro profitto,
chiaro che si invoca il diritto alla libert personale
per sottrarsi a quella che si ritiene una operazione di imbroglio e
sfruttamento. Se invece a prevalere un giudizio di credibilit
e affidabilit delle istituzioni che ritengono fondata la minaccia del virus,
come ci si pu rifiutare di assumere il vaccino, ritenendo prevalente il
diritto alla salute di tutti? Io propendo per la seconda opzione,
mi sono quindi vaccinato e ora ho in tasca il relativo attestato. Sono convinto
di avere correttamente scelto. Certo che ad essere
rafforzata ed estesa deve essere la sanit pubblica, e alle multinazionali va
tolto, sul brevetto dei vaccini, il potere assoluto.
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Tutti gli amici importanti della
mia vita, tutte le persone con le quali nelle varie fasi e stagioni ho avuto
relazioni significative, da Milano alla Sicilia, da Maratea a Roma, questa
notte in sogno sono convenute, come le avessi convocate, in un grande edificio
per partecipare a una sorta di terapia collettiva. L'intento e il senso era
quello di una verifica e un confronto da cui nessuno era escluso, perch
finalizzato a spiegare e capire meglio cosa era veramente successo, il perch
dei conflitti, dei malintesi e dei disaccordi a causa dei quali ci eravamo
allontanati e persi. Eravamo nel mio sogno riuniti in tanti, non so se proprio tutti,
ma moltissimi. Ognuno ascoltava e interveniva per chiedere spiegazioni o dire
la sua. Stanotte in sogno stato come se tutti i corsi d'acqua si fossero
collegati sfociando in un solo mare. Io ero felice di questo iconcerto di tante vite di cui ero
parte. Stanotte ho avuto conferma che io sono io grazie alla somma di tanti
incontri. Io sono quello che sono, omdividuo
trasversale, multiplo e collettivo, perch tutto lascia traccia, niente mai
definitivamente concluso. Tutto finir solo con l'ultimo respiro.
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La causa principale degli
incendi l'abbandono dei territori. Le zone interne negli ultimi decenni hanno
conosciuto un imponente movimento migratorio verso le coste. Un processo di
urbanizzazione delle aree costiere che ha fatto crescere in fretta e male le
citt e spopolato le campagne. Da una parte uno sconsiderato consumo di suolo
per attivit edilizie e e
turistiche sulla costa, e dall'altra paesi che si sono svuotati, tanti piccoli
centri dove gli indicatori demografici predicono addirittura l'estinzione di
alcuni di essi perch l le morti sono stabilmente superiori alle nascite.
Spopolamento significa riduzione delle colture tradizionali, che sono una sorta
di stabilizzatore degli equilibri ecologici, in mancanza dei
quali si ha una prevalenza della macchia e dei boschi che, se non
governata, pu essere pericolosa. I boschi e la macchia sono abbandonati a s stessi. Il lavoro del corpo forestale regionale non
basta. E' la presenza attiva dell'uomo, delle piccole comunit locali, il
fattore che garantisce che il bosco e la macchia siano mantenuti puliti e in
condizioni di controllo e sicurezza. (Ignazio Camarda, docente universitario di
agraria a Sassari)
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Buone notizie da quel di
Maratea.
L'ex Collegio Scuola di
Fiumicello, che per decenni ha ospitato bambini orfani o socialmente problematici, e da altri decenni era chiuso e abbandonato,
si trasformato in Ostello Internazionale della Giovent. I giovani
provenienti da tutto il mondo, sottoposti a vaccino, possono soggiornare a
prezzi modici godendosi il mare che si apre splendido a duecento metri, ed
essere accompagnati a visitare il bosco del Santavenere e il
Porto, la Grotta delle Meraviglie, il centro storico e la statua del Cristo, la
spiaggia di Acquafredda con sopra la svettante Villa che fu dimora di Francesco
Saverio Nitti. Senza dimenticare una puntata per godersi le
colline di Massa e Brefaro fino alla cima del Coccovello.
Intanto, in quel di Castrocucco, l'ex Pamafi, grande
azienda florovivaistica e zootecnica, stata riattivata come laboratorio di
agricoltura biologica ricca di ortaggi naturali. Villa Nitti, infine, grazie ai
contributi finanziari europei e alla collaborazione tra universit di Potenza,
Salerno e Cosenza, diventata laboratorio di formazione permanente su tematiche strategiche quali i flussi migratori nel
Mediterraneo e il loro impatto sui Paesi europei. Inoltre, la Regione
Basilicata ha ripreso a finanziare e organizzare durante il periodo invernale,
all'interno di alcuni alberghi disponibili, corsi di formazione professionale
nel settore del turismo per giovani lucani.
Tutto bene, quindi? S:
quantomeno per la capacit di immaginazione di chi non
si arrende al pessimismo rinunciatario.
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Scrivo un post piuttosto lungo
in cui parlo di me. Narcisismo puro? A voi il giudizio. La scelta di
rivendicare corre il rischio dell'enfasi auto elogiativa. Ma
io penso che quando ce v ce v.
1. Rivendico
di essere scappato di casa a 14 e a 16 anni come prove generali di emancipazione
da un sistema famigliare e sociale che mi andava troppo stretto. (Ah, dimenticavo di rivendicare anche che a cinque anni,
all'asilo, per puro e naturale istinto conoscitivo, sfilavo, sotto lo sguardo
allibito delle monachelle, le mutandine a Bianca, mia amichetta coetanea che
non opponeva alcuna resistenza. Anzi appariva entusiasta).
2. Rivendico
di avere partecipato a Milano all'occupazione delle Universit Statale e
Cattolica, r di avere contribuito attivamente all'assedio del Corriere della
Sera in Via Solferino per le sue miserabili menzogne diffuse contro gli
anarchici indicati come autori della strage di Piazza Fontana. Garantendo cos
la morte di Pinelli scaraventato dal quarto piano della Questura perch non
confessava.
3. Rivendico
la scelta di lasciare Il Veneto e Milano per migrare dieci anni in Sicilia,
cominciando con il portare soccorso ai terremotati del Belice. Decidendo poi di restarci a lavorare dirigendo a Enna, Trapani e
Agrigento i Centri Servizi Culturali forniti di biblioteche di settemila volumi
e spazi creativi per i giovani. Realizzando con un gruppo di
loro un percorso di analisi e studio che si tradotto in una antologia
di scritti sui Nuovi Termini della Questione Meridionale pubblicata da Savelli
e venduta in quattro edizioni.
4. Rivendico
poi di avere detto schiettamente la mia in un libro, Mia cara, sul femminismo e
sul rapporto uomo-donna, pubblicato da Feltrinelli e venduto in 20.000 copie. E
poi di essere stato a Cinisi tra i mille che hanno lanciato fiori sulla bara di
Peppino Impastato, e di avere partecipato a Trapani piangendo ai funerali di
Mauro Rostagno.
5. Rivendico di avere lavorato e
vissuto cinque anni a Maratea, della cui bellezza mi sono innamorato.
Esperienza dalla quale ho ricavato cinque libri in cui racconto quello che ho
visto e vissuto in quei luoghi.
6. Rivendico di avere lavorato
vent'anni con la Lega delle Cooperative utilizzando quell'esperienza per
ricavarne due libri: Verso un mondo globale e L'Impresa etica e le sue sfide
pubblicati dalla Bocconi. Rivendico pure di avere raccolto documentazione per
un libro di denuncia - Se la Coop non sei tu - per le cose che anche nel mondo
cooperativo della gloriosa sinistra non andavano bene affatto,
tipo l'uso del risparmio conferito dai soci per alimentare speculazioni
finanziarie finalizzate ad arricchire i loro gruppi dirigenti. Libro che non
stato mai pubblicato per la paura delle case editrici di ritorsioni da parte della Coop proprietaria tra l'altro di diverse catene di
librerie.
7. Rivendico
la manifestazione del 2001 a Genova dei trecentomila contro il G8 e la
globalizzazione neo liberista. Sono stato anch'io moralmente picchiato e
torturato alla scuola Diaz e nella caserma Bolzaneto. E anch'io ucciso insieme a Carlo da una pallottola sparata da un carabiniere
a Piazza Alimonda.
8. Rivendico
di essermi nel 2010 iscritto nel PD al Circolo romano di Via Catanzaro, lo
stesso dove stato iscritto Pietro Ingrao, tenendo su quell'esperienza critica
e conflittuale appunti e riflessioni poi trasformati nel libro Diario
militante.
9. Rivendico
di avere convintamente aderito alla figura e all'opera del Sindaco Ignazio
Marino, dimettendomi dal PD una volta che i 19 consiglieri capitolini, su
ordine di Renzi e Orfini,
si sono dimessi davanti a un notaio pur di cacciarlo. Ho raccontato in cronache
quotidiane il tutto raccolto in un libro intitolato Io non ci sto.
10. Rivendico
di avere contribuito, come componente dell'omonimo comitato, e insieme a
migliaia di cittadini del quartiere, a tutte le iniziative messe in atto per
impedire che Confindustria e la Luiss realizzassero al posto di un ettaro di
verde pubblico, un parcheggio di 300 auto proprio sotto le finestre della
scuola pubblica frequentata da 1400 bambine e bambini. E di averne ricavato, insieme a Mimmo Fischetto, un
libro, Io sono la Villa, in cui vengono raccontati di Villa Blanc
i cento anni di storia significativa.
E qui smetto e mi taccio. E
chiedo scusa se ho infastidito.
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La vecchiaia quell'et in cui
in testa ti si sono accumulati tanti di quei dati, nomi, volti, esperienze e
fatti da ritrovarti alle prese con un sovraccarico sempre pi confuso e senza
nuovi spazi disponibili. E cos i rischi cadono anche sull'amicizia, gli
affetti, i sentimenti e le emozioni. Hai sempre meno risorse ed energie,
abbracci, parole e sorrisi da distribuire. La vecchiaia come un paio di
vecchie scarpe consumate per il troppo camminare. E' sempre pi difficile anche
il semplice tentativo di risuolarle. Rimangono un quadernetto e una penna per
scrivere. Ma devi farlo subito e raccontare, perch la
memoria si sgretola e cede.
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Ecco, prima di andarmene
definitivamente, mi piacerebbe immensamente sapere chiari
e precisi i nomi dei responsabili di tutte le bombe, delitti politici e stragi
commesse nel nostro Paese: a partire da quella di Milano nel dicembre del 1969
nella banca di Piazza Fontana. I nomi di tutti: ideatori, organizzatori,
esecutori e complici. Allora s che scenderei in piazza a gridare, ridendo e
piangendo con chi ci sta, tutto il mio entusiasmo. Sentirei finalmente questo
Paese come mio. Ma temo che questa resurrezione
politica, sociale, morale e civica non accadr mai. Pier Paolo Pasolini al
proposito ha detto: io so, ma non ho le prove. Ma
anche soltanto per averlo detto, poi stato ammazzato.
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Ovviamente sono contento che
l'Italia abbia vinto sull'Inghilterra - molto per merito di Donnarumma.
E capisco i tifosi scesi in strada a esultare. Ma posso dire che io penso che si esulta come matti per le strade per una partita di calcio
vinta ai rigori perch da troppo tempo che non vinciamo nulla in alcun campo
n pubblico n privato?
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Come possibile che in una cittadina lucana
splendida come Maratea, alla quale del meglio della natura non manca nulla, su
dieci manifestazioni pubbliche una sia di carattere civile, le altre nove
ecclesiastiche e religiose? Come possibile che in
una comunit che vive su un territorio strepitosamente bello, Chiese, Cristi,
Santi e Madonne, siano nel Duemila e passa dopo Cristo ancora modelli cos
importanti se non assoluti? Ma non che stare
perennemente genuflessi davanti a creature celesti onnipotenti ha a che fare
con la necessit di sentirsi importanti e speciali, temendo in loro assenza di
non esserlo per nulla? Ma quanto c' di spiritualit
religiosa autentica, quanto di astuzia bambina strumentale e
opportunistica?
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Universo
io
Battito
e respiro, percezione e stimolo,
intuizione e desiderio, emozione e pensiero.
Idea
e progetto, tensione e fermento,
beatitudine nellappagamento.
E
ricomincio indomito da battito e respiro.
Tutto
si tiene, tutto si muove insieme,
tutto precede e procede, tutto avanza e segue.
Se
cՏ mistero e buio perch non capisco o non vedo.
Sono
degno di stare al mondo quando, eretto,
partecipo e non cedo.
Vivo
e lotto tra notte e luce,
chioma fremente e fonda radice,
feccia e monnezza,
lampi di grazia, genio e bellezza.
Universo
io.
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Sono stato in attento ascolto di
qualcuno degli interventi - in particolare quelli di Amato e Finocchiaro -
fatti ieri e oggi ad Acquafredda nel convegno che si tenuto dentro Villa
Nitti. Una immagine che mi ha colpito, usata da un
relatore per definire l'opera di Francesco Saverio Nitti, stata quella che ha
definito il grande storico, politico e meridionalista lucano come un ponte
interrotto. Nitti, che giusto cento anni fa stato Presidente del Governo
nazionale, per realizzare il suo progetto di sviluppo socialista e democratico
del Paese aveva iniziato a costruire in quella direzione il ponte che riteneva
necessario. Qualche anno dopo arrivato Mussolini con
le sue squadracce fasciste finanziate dagli agrari padani, e Nitti, minacciato
e aggredito sia ad Acquafredda che nella sua casa romana, se n' dovuto
emigrare con la sua famiglia esule e perseguitato in Francia. Altrimenti
probabilmente sarebbe stato ammazzato come Giacomo Matteotti. Ma quanti sono
stati i, questi ultimi anni i ponti che altri come
Nitti hanno cercato di costruire a partire dal Sud del Paese, da Pio La Torre a
PierSanti Mattarella, da Mimmo Lucano ad Angelo
Vassallo, e sono stati costretti a interrompere e a lasciare? E la stessa Villa
Nitti non rimasta oggi una bellissima opera costruita per marcare la
necessit di quel ponte, e poi abbandonata in attesa dei due giorni di convegno
annuale?
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Nel 2011, cio un decennio fa,
la Fondazione Francesco Saverio Nitti, nata in quel di Melfi e promossa dagli
eredi del grande statista, storico e meridionalista lucano, si affid a
Fabrizio Barca, allora ministro per la coesione territoriale, per avviare ad
Acquafredda, ospite della magnifica Villa Nitti acquisita nel 1971 dalla
Regione e poi per i successivi decenni abbandonata, un laboratorio di alta
formazione centrato su tematiche e progetti quali le politiche per lo sviluppo
locale, la qualit dei servizi, una classe dirigente adeguata. E poi per
promuovere eventi culturali, attivit editoriale, comunicazione. Tale
laboratorio di alta formazione si ispirava alla visione del pensiero moderno
liberal democratico di Nitti, a una cultura di pace condivisa, a uno sviluppo
economico e delle infrastrutture capace di suscitare la migliore vitalit della
societ civile. Aderirono entusiasti a quel progetto del laboratorio di alta
formazione l'allora presidente della Regione Vito De Filippo, e Mario Di Trani,
allora Sindaco di Maratea. Il laboratorio doveva partire gi nel 2012, l'anno
successivo. Ci fu qualche mese di tentativo di avvio, poi tutto si blocc e da
allora Villa Nitti viene utilizzata un paio di giorni
l'anno per consentire la passerella a qualche autorit accademico
istituzionale. D'altra parte cosa ci si pu aspettare
da una Giunta regionale come quella attuale guidata da un ex Generale della
Finanza indicato nel suo ruolo da Berlusconi e dalla destra leghista? Voi
riuscite a trovare qualcuno che sia pi incompatibile e lontano da Francesco
Saverio Nitti di Berlusconi, Salvini e Meloni?
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Ovviamente c'ero anch'io tra i cinquecento
partecipanti all'incontro con Giovanni Caudo e
Ignazio Marino a Piazza Conca d'Oro. Li ho ascoltati, e mi hanno come al solito colpito e impressionato positivamente perch
persone impegnate e appassionate in politica come dovremmo esserlo tutti.
Insomma, non sono dei fenomeni eccelsi o eccezionali. E' la politica in Italia
e a Roma ad essere precipitata a livelli infimi. Loro
agiscono perch credono che far politica significhi occuparsi concretamente del
benessere di tutti, a partire dagli ultimi. Questo
significa di questi tempi apparire come dei fenomeni incredibili. Ma per questo
Marino e Caudo appartengono al filone e al genere di pochi, tipo Pio La Torre e Piersanti Mattarella, Mimmo
Lucano e Angelo Vassallo. Quelli appunto cos convintamente integri, sani e
normali da non poter essere tollerati.
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Acquafredda di Maratea. Il
sentiero pulito, la quercia e il carrubo protetti dalla voracit dello
scoiattolo, il mare stupendo,. Tutto buono e bello,
certo. Ma le troppe case vuote, la scuola abbandonata, la stazione ferroviaria praticamente chiusa, l'area sportiva dalle erbacce invasa,
Villa Nitti bellissima ma spettrale come un fantasma? Ma come
possibile che essendo di risorse naturali e storiche tanto ricchi, ci
si possa accontentare di cos poco? Ma possibile che,
ad esempio, una collaborazione tra Universit - Potenza, Napoli, Salerno,
Cosenza - non riesca a utilizzare Villa Nitti, grazie anche ai fondi europei
disponibili, come Centro Studi sui flussi migratori? Penso che Francesco
Saverio Nitti, meridionalista ed europeista storico convinto, ne sarebbe felice
e soddisfatto.
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Come traccia di un percorso per
raccontare ai ragazzi di oggi parti e persone della storia dell'Italia che mi
piace, partirei dalla Sicilia con la strage di Portella della Ginestra, la
prima di una lunga serie organizzata da mafia e pezzi dello Stato contro i
braccianti e i sindacalisti che si opponevano al latifondo. Sempre restando in
Sicilia, racconterei di Mauro Rostagno e Peppino Impastato, dei giudici Falcone
e Borsellino e di tanti altri uccisi perch si opponevano agli interessi della
mafia e dei suoi complici. Passerei poi a Riace in Calabria per raccontare di
Mimmo Lucano e del suo impegno per accogliere e integrare i
migranti avversato dalla Lega di Salvini.
Salendo lungo la costa tirrenica racconterei di Maratea e di chi, come
Costabile Carducci, lott per l'unit d'Italia a costo di sacrificare la vita.
E di Francesco Saverio Nitti e del nipote Gian Paolo che con le loro opere hanno onorato il Sud e la Basilicata. E di Sapri racconterei
dei trecento giovani e forti che vi sbarcarono guidati da Pisacane, massacrati
dalla plebe incolta guidata da preti borbonici. E, sempre procedendo verso il
nord della costa, mi fermerei ad Acciaroli di Pollica per raccontare la storia
di Angelo Vassallo e del suo impegno eroico di Sindaco avversato da speculatori
e spacciatori malavitosi. E poi farei sosta a Castellabate per raccontare
perch al vicer di Napoli, arrivando nel borgo pi
alto di quel magnifico territorio, sgorg dal cuore la
frase rimasta famosa: Qui non si muore! E poi, approdato a Roma in questa
rapida ma sostanziosa carrellata del meglio della recente storia d'Italia,
racconterei delle Fosse Ardeatine e dei tanti martiri antifascisti, E infine di
Ignazio Marino, cacciato dal Campidoglio dal suo stesso Partito per avere
semplicemente cercato di fare il suo lavoro di Sindaco in modo efficace,
corretto, onesto.
E poi ditemi se non mi
accontento di poco.
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Mi piacerebbe presentare i cinque
libri che ho scritto su Maratea, tutti insieme, a
partire dall'ultimo Maratea ancora e ancora, e di presentarli dentro Villa
Nitti ad Acquafredda. Non solo perch ne ho scritto
uno su Francesco Saverio Nitti, grande intellettuale, storico e politico
meridionalista ed europeista, l'altro sul nipote Gian Paolo, giovane
intellettuale e politico promettente morto in un drammatico incidente d'auto il
giorno della sua elezione a consigliere regionale lucano. Ma perch mi
piacerebbe che alla presentazione dentro Villa Nitti, bellissima e da troppo
tempo vuota e abbandonata, partecipassero gli abitanti di Acquafredda, per
ricordare con loro le belle feste organizzate insieme dentro Villa Nitti, nei
suoi splendidi saloni, quando era ancora totalmente
abbandonata. Perch questa la vocazione di una Villa pubblica magnifica, non
di essere utilizzata una volta l'anno per consentire la passerella di qualche
politico e funzionario. Ma, ovviamente, proprio per la
natura e il senso di questo mio desiderio, so che la presentazione dei miei
cinque libri su Maratea non avverr mai in quel luogo. In alternativa, sarei
disposto ad accettare che essi fossero presentati dentro l'ex Collegio Scuola
di Fiumicello, dove ho lavorato come animatore e istruttore delle centinaia di
bambini lucani che vi trascorrevano le vacanze estive. Ma
anch'esso, come Villa Nitti, da anni vuoto e abbandonato. Spero si sia capito
che sono fermamente ostile allo spreco. Specialmente se si tratta del miglior
patrimonio pubblico.
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Ad Altavilla vicentina ho
trascorso le pi belle estati della mia vita adolescente e bambina. L, sulle
colline dove aveva casa mia nonna con vista all'orizzonte dei palazzi di
Vicenza, ho trascorso per quindici e pi anni le mie vacanze estive. In cima a una
ripida salita, con uno splendido belvedere sulla pianura, con intorno orti, vigneti e frutteti. Spero abbiate ben presente
cosa significhi passare ogni estate le vacanze in un
luogo meraviglioso, tra boschi, frutteti e sorgenti, in compagnia di coetanei disponibili
a scoprire la vita in tutti i suoi giochi. E poi le corse in
bicicletta e vespa, il cinema all'aperto in piazza la sera, la pizza o la fetta
di cocomero alla melonara. E le partite di
calcio in parrocchia, e la scoperta dei piaceri del sesso con le coetanee nascosti nel granaio tra cachi e grappoli d'uva.
E le nuotate nelle vasche del lavandaro,
le feste, le musiche e le danze sotto gli archi del portego.
E le gare dei botti con il gas esplosivo del carburo
compresso in un barattolo. Se proprio della mia vita devo fare un
bilancio, quello per me stato il paradiso. Dovessi rinascere, di quei
quindici anni di vacanze estive ad Altavilla non cambierei una virgola.
Specialmente la sera quando, ballando un lento sotto il portico, a quindici
anni Laura mi ha baciato cos a fondo e a lungo che mi ha riempito il cuore e
tolto il fiato.
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Lovara il paesino di trecento
anime dove ho trascorso felicemente infanzia e adolescenza. A Lovara mio padre
era il medico condotto, mia madre la maestra della scuola elementare. tutti e due molto stimati per il loro impegno professionale.
Siamo arrivati da Breganze, paese dove sono nato, che
io avevo cinque anni. A Lovara Ho fatto l le elementari con la banda di amici
e amiche coetanei, i giochi, le scampagnate al
torrente e nei boschi, i primi teneri, trepidanti e impacciati amori. Poi a
vent'anni sono partito per l'Universit Cattolica di Milano, quindi per i dieci
anni in Sicilia, i cinque ad Acquafredda di Maratea, i trentacinque ancora in
corso a Roma. A Lovara sono tornato un paio d'anni fa.
E della sia pur piccola ma attiva popolazione di
agricoltori, commercianti e impiegati non ho pi trovato praticamente nulla.
Niente osterie. latterie, macellerie, niente negozi di
generi alimentari. Abitazioni e stalle quasi tutte vuote e abbandonate,
silenzio, muffe e ragnatele. Nel tempo si sono trasferiti tutti gi in pianura
lungo la Valle dell'Agno, nei paesi ricchi di fabbriche e aziende
dove c'era lavoro. L'ultima immagine che di Lovara mi rimane la visita
che ho fatto al piccolo cimitero prima di tornarmene a Roma. E l ho trovato le tombe di non pochi dei ragazzi e ragazze miei
amici di giovent. Con sopra le loro foto sorridenti, ma loro non c'erano pi. E io che in testa mi ripetevo: ma dai, non possibile che
chi ha contribuito a rendere felice la mia infanzia e adolescenza finisca l
sotto.
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Quindi, come sosteneva Angelo
Vassallo, se vogliamo andare avanti dobbiamo tornare
indietro. Per esempio a quando, a Roma, Piazza Winckelmann
e Villa Massimo erano ricche di pini, e poi il verde stato massacrato e con
la demagogia strumentale rutelliana dei Punti Verde Infanzia trasformati in
aree al servizio del profitto privato. E Via Como era un piccolo paradiso di
giardini e campi da tennis trasformati in enorme parcheggio sotterraneo che
una lunare colata di cemento. Per andare avanti bisogna tornare indietro e
riprendere la lotta intransigente di Ignazio Marino contro i clan di Mafia
Capitale e Roma di mezzo, o quella di Mimmo Lucano per accogliere e integrare i
migranti nel tessuto sociale che ne ricava linfa e
giovamento. O, ancora pi indietro, a Francesco Saverio Nitti presidente di un
governo liberal socialista dal 1919 al 1921, e poi, per essersi opposto
all'arrivo di Mussolini e del fascismo, si fatto vent'anni di esilio a
Parigi, e infine, durante la guerra, stato internato in un campo di
concentramento nazista in Germania. Che come dire una resistenza antifascista
che durata l'intera vita.
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A che serve, quale il senso vero di un compleanno in et
avanzata? Per quanto mi riguarda, anche ad esempio il ricevere gli auguri da
Pamela, che oggi vive a Torino, e che, lei adolescente, ho aiutato a scrivere
il racconto della sua vita. La stessa cosa per Daniele che mi ha inviato i suoi
auguri da quel di Piacenza. E poi li ho ricevuti dai vecchi ragazzi di
Agrigento insieme ai quali, cinquant'anni fa, abbiamo
realizzato, oltre all'impegno politico quotidiano, l'antologia I Nuovi Termini
della Questione Meridionale. E poi, tra i tanti, sono arrivati gli auguri di
Linda che, dieci anni fa, alla terza media della Fratelli Bandiera ha
contribuito a comporre il libro La scrittura che salva. E poi da Gaia, Ahmed e Mariamichela e altri ragazzi ospiti del Protettorato che
con le loro poesie e testimonianze hanno arricchito il libro sulle esperienze
dei minori non accompagnati. E poi gli auguri di Pompeo, Mimmo, Giannino e
degli altri amici che hanno collaborato alla stesura dei libri su Maratea e
sulle vicende storiche di Francesco Saverio Nitti e del nipote Gian Paolo. E di
quelli di Roma che hanno dato il loro aiuto a comporre il racconto dei cento
anni di storia di Villa Blanc.
E degli altri compagni di impegno politico militante
raccontati nei miei diari. E poi, ovviamente, gli auguri e la festa in casa con
i miei famigliari che hanno nel corso degli anni partecipato e sostenuto le
tante belle esperienze sociali, politiche e letterarie.
Insomma: tanta amicizia legata alla scrittura. E voi dite che
un compleanno una scadenza di calendario che si ripete ogni
anno monotona?
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Di una citt c' chi preferisce
le immagini delle case, delle statue e delle chiese, dei musei e dei monumenti,
delle piazze e delle strade, degli scorci panoramici e delle luci suggestive delle albe e dei tramonti. Di una citt c' chi
preferisce il variare della storia nelle forme delle costruzioni, nel carattere
espressivo delle facce dei suoi abitanti, nelle loro abitudini alimentari. Di
una citt c' chi invece predilige le parole che raccontano emozioni e
passioni, progetti ed esperienze nelle trasformazioni, successi e fallimenti.
Senza il soccorso delle parole la citt rischia di rimanere povera di anima nei
suoi mille riflessi mutevoli. Sono pi fiacchi legami e affetti, latita il senso
nei suoi molteplici aspetti. Sar per evitare il pericolo di una possibile
messa in discussione che non sono pochi coloro che non
sopportano che si discuta della loro citt, si sottraggono magari
rifugiandosi in qualche bellissima foto?
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Arrivato nel 1980 a Maratea da
Palermo, iniziai subito a lavorare in corsi di formazione con ragazzi e
bambini. I primi al San Diego di Aacquafredda,
i secondi al Collegio Scuola di Fiumicello. Al San Diego ho lavorato con
una sessantina di ragazze e ragazzi, proveniente da
tutta la Basilicata, alle prese con l'apprendistato dei vari mestieri connessi
all'attivit alberghiera. A Fiumicello, in alcune stagioni estive, mi sono
trovato a fare da animatore e guida in mezzo a un centinaio di bambini e
bambine dagli otto ai tredici anni figli di famiglie lucane emigrate nei vari
Paesi europei - non pochi nati e cresciuti a Parigi, Berlino, Londra. La
Regione Basilicata offriva loro una vacanza al mare in
uno dei pi bei luoghi della loro terra natia. Erano ospitati nel Collegio
Scuola, una grande struttura poco lontano dalla
spiaggia. Io e altri animatori ed educatori li
accudivamo e intrattenevamo durante i mesi estivi. Io in particolare davo loro
lezioni di italiano, storia e geografia. E poi
organizzavo passeggiate e gite sulle pi belle spiagge, attraverso il parco del Santa venere fino al Porto. Oppure,
con degli autobus, fino a Marina a visitare la Grotta delle Meraviglie, o in
alto ad ammirare il panorama mozzafiato dalla Statua del Cristo.
Insomma, era come godersi il Paradiso in compagnia di decine e decine di ragazzini e ragazzine di comune origine lucana.
Era estate, eravamo sul mare di Maratea, organizzavamo gare di nuoto e tornei
di calcio, la sera la pizza e poi musica e danze o un bel film nel grande giardino.
Ricordo ancora le facce ridenti e i corpi mai domi di molti di loro: Philippe,
Stephane, Emmanuel, Marie. Ho tenuto conto di quelle belle e vitali esperienze
scrivendo tutto in un libro che ho intitolato L'estate bambina. Il grande
Collegio Scuola, che ospitava fino a duecento bambini, oggi alloggia quattro
carabinieri in divisa. Sarebbe potuto diventare un perfetto centro di vacanze
per il turismo giovanile internazionale. E io il mio
libro su quelle estati bambine non lo trovo pi. Ma
quell'esperienza felice l'ho tutta stampata nel cuore.
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Arrivato
a Maratea dalla Sicilia nell'autunno del 1979 al seguito di una donna lucana
giovane e bella, di quella cittadina adagiata lungo la costa del Golfo di
Policastro mi innamorai subito a tal punto da viverci cinque anni e scriverci
cinque libri. Perch Maratea un universo territoriale e paesaggistico,
sociale e politico, storico e religioso a s stante concluso, e allo stesso
tempo rappresentativo e riassuntivo dell'universo intero. L realmente non
manca niente: c' la spiaggia lambita e percossa dalle onde del mare, una lunga
costa varia e movimentata, la collina ondulata e la montagna aspra, il casale
fornito di stalla con gli animali e l'orto, e lo scorrere canterino di un
torrente inesausto. E poi, ecco il centro del paese con
Piazza e Municipio, Chiesa cattedrale e lungo Corso pieno di bar, pizzerie e
negozi. E poi l'ospedale, il cinema e le scuole. Cosa
volete che gliene freghi di tutto il resto che inutile perch
artefatto e ridondante? E infine, se della Terra questo il Paradiso, come non
essere indotti a pensare che non sia anche la residenza del Cielo, con 44 chiese inneggianti a tutti i santi, il santissimo Biagio
in primis, la Madonna ovunque e il Cristo a svettare dalla roccia pi alta
verso il Cielo? Il problema vero, per chi laico e si affida alla libert
critica del suo pensiero, come destreggiarsi tra
troppi mistici fanaticamente esaltati. Come cercare di mettere d'accordo il
variegato e complicato tutto, se non seduti a scrivere e riflettere seduti su uno scoglio in riva al mare, proprio l dove
Francesco Saverio Nitti aveva scelto di vivere? Chiss cosa avrebbe pensato
oggi di Maratea, e della stessa Basilicata, guidate da una destra a impronta
leghista?
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A crescere fin da piccoli con altri quattro
fratelli e una sorella si cresce prima e meglio. Se si figli unici certo si
fanno a scuola molti amici, ma la differenza che i tuoi fratelli, oltre a
essere presenti in casa, ti fanno conoscere anche i loro. E poi ti raccontano
le esperienze che in giro stanno facendo, ti insegnano
il calcio e gli altri giochi, la musica e il canto, le storie e i loro trucchi
e segreti. Ti fanno capire cosa rischi se non afferri l'importanza di un
rapporto di forze equilibrato, ti consolano per il dispiacere di qualche
sbaglio, ti spiegano perch hanno scelto quello che stanno leggendo, ti fanno
ridere con le battute, i giochi di parole e qualche scherzo. Ti danno qualche
sculaccione meritato o meno. Sono cresciuto insieme ad
altri cinque e sono diventato pi esperto imparando l'importanza di ogni spazio
e stimolo. In pi sono cresciuto in paesini di campagna dove
puoi uscire di casa e correre in grandi spazi aperti senza pericolo. Io andavo
all'asilo a piedi da solo, e il pomeriggio correvo in monopattino per le strade
del paese con il mio amico Araldino. Sono esperienze
che con piacere ancora ricordo.
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Mio padre svolgeva il lavoro di medico
condotto in alcuni paesi della campagna vicentina. Andava in ambulatorio la mattina dove riceveva e visitava i suoi pazienti, e il
pomeriggio girava per strade e contrade prima con la sua bicicletta Bartali,
poi con una vecchia immarcescibile Balilla. Con noi sei figli era presente ai pasti seduto a capotavola accanto alla
mamma, che di mestiere faceva la maestra. E poi la domenica quando andavamo
insieme allo stadio a tifare per il Marzotto a Valdagno, oppure per il
Lanerossi a Vicenza. Nei momenti di riposo dal lavoro mio padre sedeva accanto
alla radio per ascoltare qualche brano di musica lirica, oppure leggeva Il
Corriere della Sera. E alla fine accavallava le gambe in modo che qualcuno di
noi potesse salire a cavalcioni su un suo piede per dondolarci cantando
immancabilmente la strofa Tutt tutt
mussetta, la masse xe and a messa. Io lo
accompagnavo in Balilla nel suo giro di visite in campagna. I contadini, spesso
poveri, pagavano il suo servizio mettendo tra le mie mani un pacco di uova o
una gallina spennata pronta per essere cucinata. Ed essendo in nove a casa,
nonna compresa, sapevo che sarebbe stata molto apprezzata. A volte la sera mio
padre raggiungeva l'osteria del paese dove si sedeva a
un tavolo con un gruppo di amici per giocare a carte. Io lo raggiungevo di
soppiatto, lui mi regalava una caramella e un sorriso, e poi soddisfatto me ne
andavo.
Ah, dimenticavo: mio padre
nato nel 1899. A diciassette anni era sull'Altipiano di Asiago a combattere
sotto le bombe l'esercito invasore austro ungarico. E
suo padre stato operaio in uno stabilimento tessile dei Marzotto confinato in
un reparto di punizione perch organizzava gli altri operai contro lo
sfruttamento. Ciao pap.
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Otto marzo.
Nel 1979, in piena offensiva
femminista di contestazione del maschio in tutte le sue forme di oppressione,
reali e immaginarie, ho espresso il mio punto di vista in un libretto
pubblicato da Feltrinelli - Mia cara. Da un marito compagno -
firmandomi con il cognome di mia madre in completa sincerit di opinione e di
pensiero. Avendo da sempre considerato come comune nemico il Capitale
con il suo padronato predone, mi riusciva difficile capire e accettare come per
le donne potessi essere un nemico anch'io. Scoprivo di avere gli effetti della
lotta di classe, e di genere, dentro le mura
domestiche. Forse che le donne compagne sono state pi consapevoli e coerenti
di noi compagni maschi?
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Era l'inizio della seconda met
degli Anni Settanta, ero a Palermo, senza lavoro, messo fuori casa dalla mia
compagna e con una figlia piccola da campare e crescere. Lotta Continua era
stata sciolta, la Rivoluzione finita. Mi chiedo ancora: perch anch'io non ho
fatto la scelta della lotta armata, o non mi sono gettato nelle braccia della
droga, o perch non sono partito per l'India a cercare certezza elargita da Osho in quel di Poona? Dopo tutto
non era quello che molti dei miei compagni allora hanno scelto? Sapendo
scrivere da buon giornalista e saggista, avrei anche potuto trovare lavoro in
qualche giornale o casa editrice di matrice berlusconiana, come hanno fatto
altri miei compagni di allora. Sono invece rimasto a Palermo a lavorare gratis
in una libreria, e a insegnare educazione civica ai ragazzi apprendisti
dell'edilizia, e mi sono dedicato alla scrittura di un libro, Mia cara, che era
un p la mia risposta al femminismo che imperversava,
alla presunta risolutrice lotta armata, alla droga che consolava, alla
religiosit mistica ed esotica che pretendeva di dare risposte alla ricerca di
sicurezza. Poi ho incontrato l'amore in una giovane donna lucana che mi ha
fatto conoscere Maratea, una piccola citt meravigliosa della Basilicata. Che
ha definitivamente messo in fuga le tentazioni della verit religiosa
conclamata, del rifugio nella lotta armata o nella droga.
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I cinque anni trascorsi insieme a Cecilia ad Acquafredda di Maratea negli anni
Ottanta sono stati tra i pi ricchi e belli della mia vita. I rapporti cordiali
e affettuosi con i nuovi amici del luogo, la scoperta delle bellezze del
territorio, l'impegno con ragazze e ragazzi lucani del corso alberghiero al San
Diego, e con i ragazzini ospiti per le vacanze estive al Collegio Scuola di
Fiumicello, le passeggiate e le gite con loro alla scoperta del parco del
Santavenere, del porto di Maratea, della Grotta delle Meraviglie a Marina, del
Cristo con le braccia spalancate sopra la montagna. E poi le
serate a Sapri a ragionare e discutere con un gruppo di giovani amici a casa di
Felice Cesarino, o a bere e cantare sul lungomare. E poi la scoperta di
Scario e l'amicizia con una famiglia di pescatori che ci portava in barca a
scoprire spiagge e grotte lungo la costa del Golfo di Policastro. E le
magnifiche pizze gustate nella trattoria sotto il Faro. E
infine, la notte e in sottofondo, a raccogliere tanta bellezza, amicizia,
conoscenza e scoperta, per alimentare la nascita di nuovi libri. E'
stata realmente una delle pi belle stagioni della mia vita. Ripensarci oggi,
con l'isolamento sociale e le tristezze del Covid, lo
conferma in abbondanza.
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Mio figlio Roberto mi ha
inviato in visione il documentario degli anni Cinquanta Le donne di
Acquafredda, che gi avevo visto ma che a rivederlo mi ha ancora colpito e
intenerito. Racconta e mostra come nella storia di Acquafredda ci fu un lungo
periodo in cui gli uomini emigravano per necessit alla ricerca di lavoro, al
nord ma specialmente in America Latina. Restavano a casa le donne, ma di
bambini ne nascevano sempre meno, e troppe case restavano vuote. Anche adesso
bambini ne nascono pochi, i giovani emigrano, troppe case rimangono ancora
malinconicamente abbandonate. Questo non riguarda ovviamente solo Acquafredda,
ma molti borghi del Sud. Solo che, insieme alle case private, a restare vuote e
inutilizzate sono anche strutture belle e importanti come Villa Nitti e l'ex
Collegio Scuola di Fiumicello, che quando l'ho conosciuto lavorandoci insieme a Cecilia ospitava duecento bambini. C' per chi
esulta perch il Santavenere stato acquistato dal gioielliere Bulgari per
farne meta del turismo del lusso. Servirebbero uno sforzo e un progetto di
rinascita e rilancio pi organico e serio: da Maratea a Potenza, da Roma
all'Unione europea. Ma dubito che Mara Carfagna, nuova ministra per il Sud, possa dare una mano.
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Con Cecilia, lucana doc di Lauria, ho vissuto cinque anni ad Acquafredda di Maratea, dalla fine del 1979 al 1984. Tornandoci poi negli anni successivi a trascorrere bellissime vacanze estive con gli amici. Cinque anni ad Acquafredda non sono tantissimi, ma per me sono stati molto intensi. Il coinvolgimento con la bellezza del luogo, la sua storia, le relazioni e gli stimoli sono stati tanti e tali da tradursi nella scrittura di cinque libri. Tra questi l'intervista a Francesco Saverio Nitti, che ho indotto a raccontarmi la sua storia ricchissima, e l'altro, Colui che non diventato, cio la vita ahim breve e drammaticamente interrotta da un incidente d'auto del nipote Gian Paolo. Per quanto riguarda l'altro eroe di Acquafredda, Costabile Carducci, con gli amici acquafreddari si andava spesso a rendere omaggio alla roccia scoscesa sopra i Garottoli, dalla quale i giannizzeri di don Peluso, prete borbonico di Sapri, nel 1848 uccisero e fecero precipitare l'eroe e martire risorgimentale di Capaccio. E con Eduardo Lamarca, detto o barone, seduti sulla panchina della piazzetta davanti la chiesa di Acquafredda, quella con sopra la ceramica da lui creata con scritto Assettate e cuntami o fatto, abbiamo spesso e a lungo amichevolmente chiacchierato. Di molte cose, perch Eduardo era attento, curioso, informato. In effetti di Acquafredda era un p la memoria storica. Avendo lui lavorato per anni emigrato in America Latina, e avendo io scritto un libretto in cui raccontavo una mia esperienza di viaggio e vacanza in Brasile, a Eduardo piaceva farmi domande stupito del mio essere riuscito a ricavare da una vacanza di quindici giorni un libro. Ringrazio Emanuele Labanchi per il bel pezzo che su Acquafredda ha scritto e dei bei ricordi che mi ha suscitato.
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I segnali dell'et che avanza
sono le mani che mostrano una inaspettata difficolt
nella presa, il piede che sul minimo ostacolo inciampa, il corpo intero che
senza una ragione evidente barcolla. Poi c' la memoria che sempre pi si
distrae e latita, la bocca che con qualche difficolt mastica, la vescica che
non sempre al meglio si controlla, il sesso che a volte preferisce la semi vacanza. Eppure l'attaccamento alla vita continua
cos forte che basta un inaspettato sorriso d'intesa, la vista di un bambino
luminoso come un'aurora, che anche l'esperienza dei segnali della vita che se
ne va diventa meno dura. Ma poi, non sono segnali
assai simili a quelli del bambino che comincia? Ma
vuoi vedere che siamo l'anello di un ciclo, e quella che suona come uscita altro
non che l'annuncio di una nuova esperienza?
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ISOLA DEL
GIGLIO (GROSSETO) Raccontare la storia e l'identit della comunit gigliese,
scoprire le ricchezze del territorio, gustare le sensazioni e i sapori della
natura, i panorami mozzafiato, un'attivit di walking
experience all'avanguardia, con la creazione di
percorsi tematici ed una mappatura gps
dei sentieri dell'Isola del Giglio (Grosseto) per informare i visitatori di
cosa stanno scoprendo durante il loro cammino. E' il progetto del Comune,
sposato anche dal Parco dell'Arcipelago Toscano. Camminare per i sentieri non
pi soltanto una scelta per gli sportivi o per gli amanti del trekking, oggi
una passione molto diffusa e per tutte le et. Significa scoprire in modo
pi autentico e profondo i territori che si percorrono. Con i suoi oltre 60 chilometri di sentieri affacciati sul mare, l'Isola del
Giglio ha davvero molto da raccontare ed ha tutte le carte in regola per
divenire una meta ambita anche per questa specifica realt, nonch proiettarsi
alla promozione del turismo destagionalizzato. Per queste ragioni
l'amministrazione comunale porter al rifacimento di tutta la segnaletica e al
rilascio di una nuova mappa dei sentieri. Ma non progetto da fare proprio
anche a Maratea e in molti altri dei borghi, delle coste marine e dei territori
naturali bellissimi di cui ricca l'Italia?
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Scorro su facebook il lungo
elenco degli amici di tante stagioni e fasi al momento collegati. A ogni nome ho
un interiore piccolo sobbalzo emozionato: quante storie, immagini e ricordi...
E ora, con le restrizioni del Covid, incontrarsi impossibile, o quantomeno un azzardo assai complicato. E'
come registrare non una possibilit, ma una mancanza, una latitanza, una
piccola morte. O quantomeno la sua anticamera. Sicuramente una
esperienza di deprivazione e impotenza. Il Covid
ci ha messo sotto scacco e sequestro. Non possiamo pi muoverci come ci
piacerebbe. Possiamo solo zampettare. E noi che ci eravamo
convinti di poterci espandere illimitatamente... Ieri sera, non riuscendo a
prendere sonno, ho riletto il libro dove racconto il viaggio compiuto anni fa
in Brasile. Rispetto alla condizione castrante di oggi, mi sembrato di
tornare libero e volare.
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Nel tempo, a Maratea, ci sono stati Sindaci
come Fernando e Francesco Sisinni, Mario Di Trani,
Franco Ambrosio, Domenico Cipolla, o intellettuali impegnati in politica
come Valerio Mignone e altri ancora con i quali si
poteva anche essere in dissenso, ma con i quali era possibile confrontarsi. I
valori di riferimento restavano sempre quelli democratici. Tocca oggi prendere
atto che il gruppo che costituisce l'attuale Giunta
comunale cos arroccato dentro il recinto della destra leghista che lo spazio
residuo per segnalarsi e distinguersi si direbbe essere rimasto solo quello di
Forza Italia. Ma possibile mai che una forza politica aperta, democratica e
progressista abbia a Maratea perso ogni identit e
capacit di iniziativa? Tocca proprio avere nostalgia del PD di Pittella? E pu
essere che gran parte del Sud si sia consegnato a tal
punto nelle mani di Salvini e Meloni?
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Ieri mi capitato di rivedere su internet la registrazione di un'opera di Edoardo
De Filippo magistralmente recitata dagli amici di Acquafredda nei locali della
vecchia scuola elementare attualmente sede
dell'associazione Scuola e Vita. Confesso di essermi cos emozionato da non
riuscire a trattenere le lacrime. Ci sono momenti e iniziative in cui una
comunit esprime il meglio di se stessa. Averne conferma in un periodo come
questo fa un gran bene all'anima.
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Ad Acquafredda di Maratea, borgo lucano di
300 abitanti sulla costa del Golfo di Policastro, quando negli anni Ottanta vi
ho abitato per alcuni anni c'erano due negozi di
generi alimentari, quattro bar, anche se due soltanto estivi, due tabaccai,
cinque alberghi e un ristorante con pizzeria, una scuola elementare, un ufficio
postale, una stazione ferroviaria inaugurata da Francesco Saverio Nitti, che
sul ciglio a strapiombo sul mare fece costruire la sua bella villa dove vi
scrisse la trilogia sull'Europa, e poi vi furono ospitati molti politici e
intellettuali, da Giovanni Amendola a Giorgio Bassani. Ad Acquafredda si
costru anche un bell'impianto sportivo con campi da calcio e di tennis dove si
esibivano Teresa e Giuliana De Sio. Sono anche sorti,
su iniziativa di famiglie locali, diversi B&B. Ora la stazione ferroviaria
come non ci fosse, scuola elementare, ufficio postale, due bar, un tabaccaio,
un negozio di generi elementari hanno definitivamente
chiuso, e gli alberghi funzionano qualche mese d'estate. E molte delle case del
borgo sono permanentemente chiuse. E i giovani se ne vanno e di bambini ne nascono
sempre meno. E' praticamente chiusa anche Villa Nitti
che, regionalizzata, si apre e funziona solo per qualche rara passerella delle
istituzioni. Ho scritto quel che ho scritto semplicemente per rendere evidente
il declino subito in questi ultimi anni da gran parte dei borghi del
Mezzogiorno, perfino di quelli tipo Acquafredda che gode di
un contesto paesaggistico fatto di montagne, colline e mare tra i pi belli che
io abbia mai visto e goduto. Ma per imprimere una
svolta di sviluppo agro turistico serio tocca sperare che arrivino capitali
dalla Cina o dagli emirati arabi? Per adesso tocca aspettare che passi il
marasma del Corona.