Pillole

Le occasioni gratificanti sono cos scarse di questi tempi che tocca cercarne qualcuna di quelle vecchie nei cassetti. Ad esempio una lettera di Francesco Barbagallo, uno dei migliori storici delle vicende del Mezzogiorno, che cos mi ha scritto vent'anni fa, dopo avere letto il mio libro Colui che non diventato, biografia in forma di romanzo sulla purtroppo breve vita di Gian Paolo Nitti, nipote del grande meridionalista Francesco Saverio.

"Caro Marchesini, ha scritto un libro molto bello, emozionante, intenso. L'ho letto tutto d'un fiato. Ho fatto lo stesso con Mistero Napoletano di Francesco Rea. Mi sembra un contributo importante. Anche sul piano letterario ben riuscito. La figura di Gian Paolo Nitti risalta con grande vigore e fascino. La tecnica della testimonianza, nella forma dell'oratorio, ben riuscita, efficace, coinvolgente. Mi congratulo molto per il lavoro compiuto e per il risultato." A volte vale la pena leggere le vecchie lettere.

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Nell'autunno del 1979 sono partito da Palermo insieme a Cecilia per raggiungere Maratea. Ci voleva una persona molto importante e bella
per convincermi a lasciare la Sicilia. Abbiamo trovato casa ai Garottoli, contrada che sta sulla collina sopra Acquafredda, una delle frazioni di Maratea lungo i suoi 30 km di costa stupenda sul Golfo di Policastro. A Maratea con Cecilia abbiamo vissuto e lavorato cinque anni - cinque ad Agrigento, cinque a Palermo, 5 a Maratea: che questa durata di tempo costante e invalicabile sia per me un tempo ciclico? Lei lavorava come psicologa al consultorio e ad assistere i bambini del Collegio Scuola di Fiumicello, io alla Lega delle Cooperative di Potenza a dare una mano e a organizzare i soccorsi dopo il terribile terremoto che aveva colpito Basilicata e Irpinia. Di Maratea non mi sono solo innamorato per la bellezza incantevole del paesaggio, ma mi sono interessato e impegnato in ambito sociale, culturale e politico fino a raccontare le mie esperienze in 5 libri. Il primo, in cinque
parti e venticinque punti, stato un omaggio in cui ho descritto le ragioni del mio innamoramento.  Il secondo, Maratea il sogno di una cosa, il frutto di un pensiero pi meditato e critico sui problemi e le contraddizioni che via via riscontravo. Il terzo e il quarto libro li ho dedicati a due personaggi famosi: il primo a Francesco Saverio Nitti, il grande meridionalista lucano, che ho immaginato di incontrare e intervistare ottantenne vivo e vegeto nella sua Villa di Acquafredda, in modo da fargli raccontare la sua vita e il suo pensiero. E il secondo libro dedicato a suo nipote Gian Paolo, morto
in un incidente d'auto sulla statale 18, giovane storico e politico talentuoso. Di lui ho ricostruito la ahim breve ma intensa vita attraverso la testimonianza e il racconto degli amici, dei famigliari, e di chi l'ha conosciuto e stimato. Il quarto libro, Lettere dal Sud, una antologia di aneddoti e racconti a comporre e disegnare di Maratea un mosaico. Di molti giovani e meno giovani di Acquafredda e Maratea sono diventato amico. Lo testimonia e conferma Maratea ancora e ancora, l'ultimo mio libro pubblicato. Poi con Cecilia abbiamo sperimentato come e quanto gli inverni ad Acquafredda fossero lunghi e piuttosto deserti, e cos abbiamo deciso di trasferirci a Roma. Dove ancora felicemente stiamo, malgrado gran parte della Capitale sia ridotta a un enorme garage di auto in movimento.

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La personalit di ognuno il risultato del concorso di pi fattori, da quello genetico ereditario a quello del contesto sociale e del periodo storico in cui vive. L'arco delle opportunit ampio, il risultato determinato dalla scelta di soddisfare bisogni e desideri sfruttando le risorse disponibili, dando priorit, tra i tanti possibili, in particolare ad alcuni considerati prioritari e imprescindibili. Tutti puntiamo a ottenere il necessario economico e materiale per vivere in un accettabile benessere, acquisendo abilit tecniche e competenze professionali specifiche. Chi vuole rendersi utile mettendosi a disposizione, chi preferisce l'indipendenza e l'autonomia sfidando anche la solitudine, chi invece si trova bene in
un gruppo a collaborare. E chi predilige il conoscere e lo scoprire attraverso l'esperienza del muoversi e del viaggiare. Chi si impegna nel sociale dalla parte di chi sta peggio e soffre, chi preferisce concentrare le sue energie in un ambito pi ristretto e famigliare. e chi invece lotta per realizzare un modello di societ ideale. C' infine chi tende a imporsi ed eccellere sulla spinta del protagonismo e dell'ambizione pur di soddisfare la sua individuale affermazione. E a volte, pur di ottenerla, disposto a tutto, cambiando disinvoltamente ideali, alleanze e fronte. C' perfino chi muore
ucciso perch si schierato coerentemente e fino in fondo per i valori in cui crede, e chi, pur di cavalcare da protagonista la cresta dell'onda, si schiera dalla parte del potere prima avversato, e che ora gli conviene e frutta. C' anche chi, pur di sottrarsi alla fatica e alla sofferenza, si rifugia nella droga. Mica facile e semplice la vita. Figuriamoci ora che entrata pesantemente in gioco pure la pandemia. Tocca sperare che l'esperienza di una crisi cos pesante e dura induca alla convinzione che necessario cambiare strada e stili di vita.

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Noi del Nord siamo imprenditori e industriali potenti. Siamo veloci ed efficienti, abbiamo artigli feroci e zanne voraci. Abbiamo accumulato cos tanta ricchezza che non sappiamo neanche pi dove metterla. Abbiamo cos inquinato le falde acquifere che i nostri bambini nascono gi malati. L'agricoltura finita, abbiamo trasformato la nostra terra in valanga cementifera e bomba chimica. Abbiamo distrutto territori e natura? Ma chi se ne frega, noi non abbiamo paura. Abbiamo perso anche la sola cognizione di rispetto e coscienza. La nostra vita diventata un gran riempirci la panza, e insieme scavarci la fossa.

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Noi del Sud siamo bellissimi, siamo antichissimi, siamo pieni di chiese, madonne e santi. Non ci manca niente, abbiamo il mare e i monti. Perch dovremmo cambiare? Siamo belli e forti su tutti i fronti. Vogliamo tanti turisti ricchi e spendaccioni. I criticoni sono invidiosi e rosiconi, i poveracci andassero fuori dai coglioni. Vogliamo solo principi e conti, chi non aristocratico ci inquina le fonti. Siamo spocchiosi, autosufficienti e autoreferenziali? La vostra tutta invidia per le nostre ali. (Ma allora perch le case si svuotano, i giovani partono, di bambini ne nascono sempre meno? Forse perch una bellezza che si autocelebra pietrificata non produce pi latte dal seno.)

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Si direbbe che in certe aree del Paese, specie nel Sud, ci sia una coazione a non risolvere i problemi, specie se fondamentali per il buon vivere. Ad esempio, il continuo propagarsi estivo di incendi con le conseguenza ovvia e prevedibile di frane rovinose che interrompono le strade. Ad esempio, la statale 18 che si snoda lungo i 32 km della costa di Maratea,: da quando l'ho conosciuta quarant'anni fa che con inesorabile regolarit estiva qualche incendio devasta un tratto facendo di conseguenza precipitare massi sulla strada con immancabile interruzione del transito. E infatti successo anche questa estate, tra Sapri e Acquafredda, con la statale che dalla met di agosto ancora interrotta. Non basta il Covid a dare una bastonata in testa al libero e necessario movimento di abitanti e turisti, ci voleva anche il fuoco acceso da qualche folle furioso. Cos si devasta e rende irraggiungibile e non godibile un pezzo di paradiso.

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Ogni citt, comunit, territorio dovrebbe avere qualcuno che, conoscendo e amando senza esserne troppo condizionato, ne racconta novit, fermenti, contraddizioni, con sguardo lucido e critico. Empaticamente coinvolto pur restando indipendente e autonomo. Raccontare le comunit e i territori, i loro miglioramenti, le difficolt e gli ostacoli, alimenta il confronto e favorisce il cambiamento necessario. Su Maratea, senza esservi nato, lo sto facendo meglio che so e posso fin dal primo incontro. E me ne ritengo fortunato.

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Sarebbe un capolavoro assoluto se il Sud riuscisse ad accogliere e integrare gli immigrati in arrivo da Medio Oriente e Africa, e nello stesso tempo i turisti vacanzieri dei Paesi del Nord Europa. Che possono permettersi la spesa di una vacanza prolungata anche perch beneficiari delle risorse depredate a quei Paesi dai quali i migranti per la povert indotta sono costretti a scappare.

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Sul referendum attinente il taglio del numero dei parlamentari esprimo anch'io il mio pensiero. Innanzitutto mi sembra infondata e fuori luogo l'opinione di chi sostiene che se vincesse il S la Carta costituzionale subirebbe un grave attentato. L'attuale numero di parlamentari stato deciso dal provvedimento di un governo democristiano del 1963, in origine la Costituzione non stabiliva alcun numero preciso. Il funzionamento dell'attuale Parlamento non in fatto di democrazia rappresentativa al suo meglio, essa va rafforzata e rinnovata con una legge elettorale proporzionale con soglia al 3%, e altri provvedimenti che dovranno necessariamente essere presi. Su questi aspetti importanti mi fido dei pareri espressi da costituzionalisti e intellettuali come Valerio Onida, Salvatore Settis, Lorenza Carlassare, Domenico De Masi, Gad Lerner, Erri De Luca, Barbara Spinelli. Se prevarr il S questa strada potr e dovr essere percorsa, con il prevalere del No le cose rimarranno come sono. Ultima, ma non marginale, la riflessione sull'impatto dell'esito del referendum sull'attuale Governo. Il S lo rafforzerebbe costringendo PD, 5 Stelle e LeU a una collaborazione pi attiva e stretta. Il No lo indebolirebbe a vantaggio dell'unica alternativa possibile: quella orribile costituita da un governo Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia.

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Notizia che sarei felice di leggere. Accolti a Maratea 50 bambini e bambine in arrivo dall'isola di Lesbo, dove erano rifugiati, a causa dell'incendio. Saranno ospitati nel Collegio Scuola di Fiumicello, abbandonato da decenni ma rapidamente riattivato, dove i piccoli saranno nutriti, seguiti, assistiti e scolarizzati dal personale necessario. Il tutto a spese e su finanziamento dell'Unione Europea. Il collegio scuola di Fiumicello riprende cos la sua storica funzione scolastica ed educativa, e la presenza dei 50 bambini e bambine compenser anche il forte calo di nascite locali.

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E' da quando ho conosciuto Maratea nei primi anni Ottata che tutte le estati, inesorabilmente, ho assistito a, o ho avuto notizia di incendi sui monti lungo i suoi trenta e pi km di costa. Ora, non proprio da credere che si tratti di fenomeni spontanei causati dal caldo del sole estivo. C' quindi sicuramente una componente di dolo costante e duratura. Ricordo che c'era chi accennava ai pastori che provocano l'incendio per avere l'anno successivo erbetta nuova e fresca per le bestie al pascolo. E chi includeva nel fattore dolo anche chi, con aerei ed elicotteri, veniva reclutato per spegnere gli incendi in
cambio di un guadagno monetario. So bene che questi fenomeni dolosi e nefasti non accadono solo sulle coste e colline di Maratea, ma anche in Sardegna e Calabria, Puglia e Sicilia. Ci che per colpisce la loro inesorabile continuit. Possibile mai che praticamente tutte le estati il verde del paesaggio stupendo si riempia di piaghe e ferite nere, e i massi precipitino a bloccare l'unica e preziosa strada disponibile? Come possibile che una comunit continui ad accettare che la propria sicurezza sia in balia degli interessi di una esigua ma agguerrita minoranza? E' una vicenda simile all'istituzione dell'Area
Marina Protetta lungo i 32 km della costa. Anche di questa ne sento parlare a partire dagli anni Ottanta, e anche l penso che a condizionare e impedire siano interessi minoritari. Ma fino a quando ha da essere rinviata la messa in sicurezza degli interessi collettivi e della integrit della natura? O alziamo le spalle e ci accontentiamo del fatto che Maratea rimane comunque bellissima?

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Sar che a me le manifestazioni di consenso troppo unanime e unitario provocano per reazione il dissenso, ma dopo avere attentamente seguito in video su fb alcune manifestazioni pubbliche organizzate a Maratea, mi sento di dire questo. Allora: il Sindaco della citt e altri relatori insistono nel celebrare antiche vicende storiche in cui la cittadina stata coinvolta, sottolineando e ribadendo che i Micenei trovarono rifugio lungo le coste del Golfo di Policastro, e i romani venivano ad approvvigionarsi di garum, una salsa saporita di pesce confezionata dai pescatori locali sull'isola di Santojanni; sulla quale, tredici secoli fa, una tempesta costrinse allo sbarco un gruppo di monaci costretti a migrare dall'Armenia perch per le loro credenze religiose perseguitati, recanti con s tra le reliquie anche quelle del loro Vescovo Biagio, accolto e ospitato nella Chiesa del Castello ed eletto come Santo protettore del territorio. Quindi un racconto
corale e ufficiale volto a esaltare accoglienza e ospitalit nei confronti del forestiero in fuga da fame, guerra e perse
cuzione religiosa. Benissimo: ma siamo cos sicuri che se oggi al Porto di Maratea si presentasse un barcone colmo di migranti profughi a causa di fame e guerra, sarebbe accolto come furono accolti allora i Micenei, i Romani e i monaci armeni in fuga? O per essere entusiasticamente accettati bisogna essere portatori delle reliquie di un Santo che viene dall'Armenia? E se si cos aperti e ospitali, perch si d tanto ascolto a chi pontifica No ai migranti e Porti chiusi? Qui non che si vuole insieme la moglie ubriaca e la botte piena?

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Intanto, sarebbe saggia iniziativa che Lagonegro, Lauria, Maratea, Nemoli, Rivello e Trecchina, si tenessero per mano lungo le sponde del Fiume Noce, e liberassero la propria latente consapevolezza di essere una sola Comunit, pronta ad accogliere altri viandanti che vengono da Territori lontani. Sono d'accordo con tutte le riflessioni proposte da Labanca e Mignone, ma lo sono in particolare con questa che ho riportato. Soltanto che mi chiedo, visto anche il successo ottenuto alle ultime regionali dalla Lega di Salvini, che ha molto giocato sul tavolo le carte No ai migranti, Porti chiusi e Prima gli italiani, come  convincere gli abitanti dei paesi citati che allo svuotamento progressivo dei loro borghi c' soluzione se ci si convince e attrezza per accogliere, formare, inserire e integrare i nuovi viandanti. Mimmo Lucano, Sindaco di Riace, alle prese con problemi simili, ci ha provato attirando attenzione ed elogi, ma anche l'ira di Salvini che ha immediatamente capito che se avesse avuto successo una politica di accoglienza responsabile e mirata come quella, il primo ad essere sconfitto sarebbe stato lui.

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Ci si pu godere il mare alla spiaggia del Macarro, e poi incantati visitare la Grotta delle meraviglie a Fiumicello, per poi salire in alto ad ammirare il panorama del Golfo dalla Statua del Cristo. Si pu passeggiare nel labirinto misterioso dei vicoli del Centro Storico indugiando per un assaggio di prodotti tipici da Nicolino. Ma per mangiare bene si pu allungare il tiro approdando da Luigi ad Acquafredda, o a Cersuta da Cesarino. E volendo si pu arrivare a gustare baccal o capretto in un ristorante del Lago Sirino. E poi si pu passeggiare percorrendo l'anello del vecchio sentiero appena ripristinato dentro Acquafredda, dal Porticello dove nel 1848 stato catturato e poi ucciso Costabile Carducci, patriota del Risorgimento, per approdare a Villa Nitti e rendere omaggio al grande meridionalista lucano. Ma ci che particolarmente vi raccomando assistere al tramonto seduti alla piazzetta del Porto sorseggiando un bicchiere di vino. Maratea ancora e ancora. 

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Mi par di capire che c' chi sostiene e teorizza che sulle vicende di un luogo legittimato al diritto di parola solo chi ci abita. Detto in parole pi esplicite: se non sei di qui, se non ci vivi, devi stare zitto e farti i cavoli tuoi. Come se fossero bene accetti solo i residenti, mentre gli stranieri possono essere tollerati, ma non necessariamente graditi. Ma non il principio leghista per eccellenza? L'Italia agli italiani, Maratea ai marateoti, Acquafredda agli acquafreddari:. Ma la scelta giusta non dovrebbe essere quella di sentirsi cittadini del mondo, locali e insieme universali? Ma allora avevano ragione don Peluso e l'altro prete di Sanza ad aizzare la popolazione indigena contro Costabile Carducci e Carlo Pisacane, sbarcati con i loro patrioti uno ad Acquafredda e l'altro a Sapri: si trattava di forestieri invasori e quindi andavano necessariamente eliminati? Credo di cominciare a capire il grande successo della Lega anche nelle regioni del Sud: per l'invito a rintanarsi nel localismo protettivo. Ma non che i dialoghi sbandierati sono in realt monologhi tanto dotti quanto autoreferenziali? Io penso che la strada giusta sia quella indicata da Sindaci come Mimmo Lucano e Angelo Vassallo: e cio da chi salva e accoglie i migranti come cittadini che possono essere formati e integrati diventando una risorsa per tutti, e da chi tutela l'integrit del proprio territorio a costo di rimetterci la vita.  

 

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Ma tu che critichi tanto i Dialoghi di Acquafredda per un omaggio al Grande Esule Francesco Saverio Nitti da parte di chi oggi appare seguace della stessa ideologia di chi allora lo ha esiliato, come avresti impostato, fosse dipeso da te, questi odierni Dialoghi? Nei primi Anni Settanta del secolo scorso ho curato un'antologia sui Nuovi Termini della Questione Meridionale, pubblicata da Samon e Savelli. Io avrei nutrito questi Dialoghi aggiornati della stessa materia di cui ho cercato di nutrire il mio nuovo libro Maratea ancora e ancora. E cio con una rassegna, un racconto e un confronto su temi, questioni e problemi di cui vivono e soffrono oggi le Regioni del nostro Sud. Partendo cio da situazioni problematiche concrete. Tipo Lampedusa travolta dall'ondata di sbarchi grazie alla follia dell'accordo di Minniti con una Libia composta da bande armate in guerra tra loro. E poi la calabra Riace che grazie a Mimmo Lucano, un sindaco illuminato fatto fuori da Salvini ministro dell'Interno, si stava impegnando in un progetto di accoglienza e integrazione dei migranti percepito come necessario anche per salvare borghi altrimenti spacciati. E quindi Acciaroli nel Cilento che si oppone a spaccio di droga e speculazioni edilizie sacrificando all'alleanza torbida tra camorra e alcuni carabinieri Angelo Vassallo, il suo migliore Sindaco. E poi Santa Maria di Castellabate snaturata da una invasione di turisti per la sua bellezza e il successo di un film, Benvenuti al Sud. E Maratea? Appunto, il mio libro intende proporsi non come elogio retorico ed enfatico del passato, ma come riflessione e confronto sul presente per affrontare meglio il futuro. E altrimenti su cos'altro vale la pena dialogare?  

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Alleluia! Durante il mese di agosto, ad Acquafredda di Maratea, ai bordi della piscina dell'Hotel Gabbiano, si svolgeranno i Dialoghi organizzati dal professor Sirignano, docente della napoletana universit Suor Orsola Benincasa. Il pi interessante mi sembra quello in programma la vigilia di Ferragosto. Sirignano presenta il suo nuovo libro dedicato a Francesco Saverio Nitti. E fin qui tutto bene: ogni riflessione che riguardi pensieri e opere del grande meridionalista lucano non pu essere che benvenuta. L'aspetto sconcertante che il libro si apre con un saggio di Domenico Fisichella che ha gi ricevuto qualche anno fa dal prof Sirignano un premio intitolato a Nitti, che dal fascismo stato perseguitato e costretto per anni all'esilio. Ripeto qui quello che allora ho detto: Fisichella ha fondato e diretto con Gianfranco Fini l'Alleanza Nazionale, partito di destra estrema. Coinvolgerlo e premiarlo in iniziative dedicate a Nitti trovo sia una operazione indegna di trasformismo opportunistico. A meno che il Fisichella non si sia convertito al liberalismo antifascista, democratico e progressista di cui era artefice e sostenitore il grande meridionalista lucano.  

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Acquafredda di Maratea, borgo della Basilicata che sorge sulla costa tirrenica, da qualche giorno offre una passeggiata ad anello che si sviluppa per sei km in un susseguirsi di scorci panoramici splendidi tra mare e montagna. Partendo dalla spiaggia di Porticello, dove, costretto dal cattivo tempo, un giorno del lontano 1848 sbarc a capo di un manipolo di patrioti risorgimentali Costabile Carducci, si prosegue lungo la costa sotto la magnifica Villa di Francesco Saverio Nitti, meridionalista lucano, per salire poi tra lecci e pini sopra Acquafredda, dove da una roccia gli sgherri del prete borbonico don Peluso precipitarono uccidendolo Costabile Carducci. Ecco che in un paio d'ore, magari accompagnati da uno dei libri che ho scritto su Maratea e sulla vita e le opere di Francesco Saverio Nitti e del nipote Gian Paolo, morto in un incidente d'auto sulla strada statale il giorno in cui nel 1970 fu eletto consigliere regionale, potrete godervi uno dei pi bei tratti di costa della Basilicata. Vi auguro che succeda almeno una volta nella vita.

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Vieni in vacanza in Molise, ti diamo la casa gratis. E liniziativa organizzata degli amministratori del comune di San Giovanni in Galdo, provincia di Campobasso, diventata virale, tanto che in meno di 24 ore sono arrivate telefonate da Trieste, Ragusa, Genova, Bologna, ma anche da Irlanda, Francia, Spagna, Polonia, Ucraina.

Liniziativa nasce dal progetto Regalati il Molise, organizzata dallassociazione locale Amici del Morrutto: 40 soggiorni gratis da una settimana ciascuno, nelle case del borgo, con lobiettivo di ridare vita piccoli gioielli nascosti, invisibili dai circuiti turistici, nellestate pi difficile per il settore. Il bando si rivolge a chi non molisano, per chi non ha parenti molisani e per chi non ha nessuna propriet immobiliare in Molise proprio per far conoscere il territorio pi possibile.  

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Ogni tanto mi sorprendo a congratularmi con me stesso: come mai, malgrado l'et e i tempi difficili del coronavirus, non solo non sto male, ma addirittura benino? Forse dipender dal fatto che sono cos attaccato alla vita che mi accontento dell'essenziale poco: un bambino che giocando gli sprizza l'energia dal corpo, una parete cos carica di bianco fiore che sembra essere appena nevicato, un bel brano di musica che mi arriva inaspettato. E mi fa dimenticare che la citt prigioniera di inquinamento, barriere, cattivo odore e lamiere. Io resisto e mi applico nel godermi il meglio del creato.  

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Ho letto con attenzione e interesse il nuovo libro su San Biagio di Luca Luongo, autore che personalmente non conosco ma stimo. E' lo stesso Luongo a precisare che il suo libro su San Biagio si aggiunge ad altri dieci sulle vicende del Santo. Ora, io che vengo dal profondo Veneto cattolicissimo, e fin dall'infanzia ho sperimentato quanto pu essere presente in una realt sociale la Chiesa Cattolica con qualcuno dei suoi mille Santi, forse proprio per questo mi sento autorizzato a chiedere: ma come mai Maratea ha costruito in cos larga misura la sua identit storica, sociale e pubblica sulla figura di un Santo il cui petto avventurosamente arrivato sulle sue coste dall'Armenia secoli fa? Cosa ha a che fare Maratea con San Biagio, perch la cittadina lucana si cos intensamente identificata e votata al culto di una persona sia pure di vita, storia e valore sicuramente elevati? Mi spingo a porre una domanda che non mi sembra n irriverente n gratuita: potrebbe esistere una Maratea senza un culto di San Biagio cos intenso e pervasivo? Ma perch si ritiene di maggior senso e significato per il benessere pubblico cittadino tributare tutto questo omaggio collettivo a un personaggio sicuramente di rilievo ma arrivato dall'Armenia gi defunto, mentre la villa di Acquafredda, fatta erigere da Francesco Saverio Nitti, dove l'intellettuale, l'economista, il politico meridionalista, lo statista democratico e antifascista lucano ha composto le sue migliori opere, oggi praticamente vuota e abbandonata, usata un paio di volte l'anno per delle sfilate istituzionali di pura facciata? Ma cosa e chi decide la natura, la storia, l'identit di una comunit?

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Giuseppe Conte un personaggio insolito per il panorama politico italiano. Non mai fazioso o partigiano schierato, di destra, di centro o di sinistra che sia. Non tifa, non ammicca, non usa linguaggi doppi o di consorteria. Non per questo riluttante o indecifrabile nel suo pensiero. Rester nella storia il ritratto con il bisturi che ha fatto di Salvini, seduto accanto a lui, in Parlamento, basito e pietrificato. Conte pienamente dentro, capace e competente, rispetto al ruolo di premier che svolge in modo responsabile ed equilibrato. Non in obbedienza a qualche lobby o potentato, ma al servizio della cosa pubblica e guidato dal senso dello Stato. Cosa che dovrebbe essere un atteggiamento ovvio, ma che in Italia piuttosto raro. Insomma, in Olanda hanno Rutte, in Inghilterra Johnson, in Ungheria Orbn. Noi abbiamo Conte, un premier poco scenografico, n troppo dolce n troppo amaro. Specialmente in questa emergenza drammatica del virus, mi sa che il caso di tenercelo stretto e caro.   

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Il vero responsabile del corona virus chi ha consentito lo sterminio degli alberi, le colate di cemento e la proliferazione delle auto nei centri urbani, la corsa all'urbanizzazione selvaggia e l'abbandono dei borghi, l'agricoltura chimica e l'allevamento intensivo degli animali, lo smaltimento dei rifiuti di tutti i tipi, da quelli chimici ai nucleari, nelle terre dei fuochi, nei corsi d'acqua, nei mari. Il responsabile del corona virus chi ha scelto il portafoglio pieno e non la salute dei polmoni, il conto in banca gonfio e non la prevenzione dei tumori, le cliniche private per ricchi e non la medicina di base per tutti.  

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Mai stato per un periodo cos prolungato in compagnia solo del mio corpo. Per certi versi mi viene da paragonare la situazione in cui vivo alla compagnia continua e fedele di un cane: solo che in questo caso il cane sono io. Respiro, annuso, ascolto, sento e percepisco, registro, soffro e godo il mio corpo pezzo su pezzo anche minuscolo, minuto dopo minuto. Nient'altro mi distrae e disturba, o raramente e poco. Sono chi osserva e chi osservato, chi vive ed vissuto. Mi guardo mentre vivo. Non mi sono mai tanto concentrato su me stesso. Sono il mio protagonista assoluto. Mi apprezzo e sopporto, mi gestisco e mi curo, mi amo e mi odio. Sono oggetto e soggetto del mio stesso giudizio. Come guardarsi allo specchio: solo che qui lo specchio sono io. Sono in attesa non so bene di cosa, di un diavolo o di un Dio. Intanto mi faccio compagnia, prendo nota e scrivo.  

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Il Pio Albergo Trivulzio decimato nei suoi ospiti. La faccia del suo direttore generale, ora indagato per omicidio colposo plurimo, dal ghigno criminale e mefistofelico. Il suo gruppo dirigente che, mentre gli ospiti del Trivulzio morivano come mosche, si spartiva un premio da 580 mila euro. Siamo a Milano, cuore pulsante della Lega. Evviva Napoli, Bari e Palermo.  

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Ma dove siete oggi amici della scuola elementare con cui giocavo alle biglie e alle figurine, a calcio e a guardie e ladri? Ma vi ricordate le pazze corse in monopattino che mi sono costate un buco in testa e una frattura alla clavicola, le discese in slitta sulla neve e le immersioni dentro gli slarghi naturali del torrente? Ma dove siete ora ragazzini con i quali trascorrevo le vacanze estive al mare in quel di Pesaro ospite nella grande struttura diretta da Padre Damiani, o in campeggio con il CAI sotto le cime dolomitiche al lago di Molveno? E dove siete ora amici e compagni della scuola media nel seminario vicentino ai tempi di Carlo Zinato vescovo, e voi compagni di ginnasio del glorioso Liceo Pigafetta? E dove siete ora compagni e amici adolescenti del Pio X di Treviso con i quali ho trascorso cinque anni delle superiori dentro e dietro mura alte cinque metri per scavalcare le quali e andare a vedere di nascosto La fontana della vergine di Ingmar Bergman mi sono slogato una caviglia? E poi dice che quello non era amore per il cinema... E dove siete ora colleghi universitari della Cattolica di Milano con cui ho trascorso un anno al collegio Augustinianum? E dove siete voi amici commilitoni con cui ho affrontato per quindici mesi il servizio militare obbligatorio in quel di Maddaloni? E dove siete ora ragazzini della scuola media salesiana di Arese dove per un anno ho insegnato il francese? E dove siete giovani compagni e amici di Enna, Trapani e Agrigento che ho conosciuto e apprezzato nelle battaglie degli anni infuocati del Sessantotto? E dove siete ragazzini della Casa Amica di San Leone con i quali mi sono cos legato da finire per adottarne un paio? E dove siete finiti voi sessanta ragazzi in rieducazione nella bresciana Villa Paradiso che ho per due anni diretto? E dove siete finiti voi ragazzi apprendisti edili cui ho insegnato i primi elementi politico sindacali al centro della CGIL di Palermo? E dove siete finiti voi ragazzini lucani del Collegio Scuola di Maratea che ho guidato nelle attivit culturali e sportive durante le vacanze estive? E dove siete finiti voi ragazzi e ragazze che ho seguito nel corso alberghiero che si svolgeva all'Hotel San Diego di Acquafredda? E dove siete finiti voi ragazzi e ragazze di scuola media, e minori stranieri non accompagnati, che ho seguito per anni nei laboratori di scrittura creativa alla Falcone e Borsellino, alla Fratelli Bandiera e al Protettorato? Tanti sono i luoghi scolastici, di vacanza e formativi dove vi ho incontrato, conosciuto e amato, da sentire come del tutto famigliare e congeniale l'affermazione di Giovanni Bosco che esclamava: ragazzi, appena vi vedo e gi di voi io mi innamoro. Ecco, io trovo che la mia vita abbia il suo senso specialmente per i tanti ragazzini e adolescenti e giovani dei quali sono stato amico e ai quali ho dato per crescere una mano. Perch l sono i passaggi decisivi della vita di ciascuno. E per i tanti fratelli e figli, naturali o adottati, che lungo l'intera mia vita ho avuto. E penso che sarebbe giusto se il suo approdo finale, il suo cosiddetto paradiso, fosse il ritrovarmi in compagnia specialmente di quelli che in tanti incontri, esperienze e passaggi pi mi sono rimasti dentro. Perch tutto il resto, la salute, il lavoro, il denaro, stato s importante, ma solo come contorno, supporto e accompagnamento necessario. Perch al centro ci devono stare la parola e la scrittura per la conoscenza, la poesia e la musica per l'allegria e la leggerezza, il sorriso e la carezza.  

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Ma no, ditemi che non vero, che si tratta soltanto di uno scherzo. Non posso uscire di casa quando voglio, non posso passeggiare dove mi piace farlo, mi impedito di incontrare gli amici e le persone che amo. Ma che me ne faccio allora delle mie energie, del mio tempo? Devo stare rinchiuso completamente solo davanti a un quaderno e a uno schermo? E le voci, i sorrisi, gli umori e gli odori, l'infinita variet di forme e di colori? E le carezze e gli abbracci? E non mi sapete neppure dire quando tutta questa deprivazione potr finire? Ma io non sono un monaco di clausura, non cerco qualche Dio a conforto della mia paura. Io amo la buona tavola in compagnia, la musica e la poesia, il sole, il mare e la natura rigogliosa. Vi prego, ditemi che tutto uno scherzo, che non vero, che sto facendo un brutto sogno.  

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Posso dire che del centro storico di Maratea mi mancano moltissimo i vicoli, quelli pi interni, nascosti, stretti ma proprio per questo intensissimi? L dentro si percepisce fisicamente, sulla pelle, una concentrazione di identit e di genius loci come se gli spazi ridotti tra le case, le finestrelle e gli spigoli trattenessero un cumulo di storie e di vite che si sono nel tempo succedute. S, certo, ci sono le belle piazze principali, le chiese, i palazzi privati e istituzionali, e ad aprirsi improvvisi ci sono gli squarci panoramici sui monti, la valle e il mare. C' Piazza Buraglia dove sostare circondati da ampi e soccorrevoli bar e negozi caratteristici. Ma perdonatemi se dico che le serate estive pi belle le ho trascorse al tavolo con amici a gustare sapori di cibi e vini squisiti in una piazzetta che si apre improvvisa nel cuore della rete dei vicoli interni. L dove io credo si concentri e sia possibile gustare il meglio che Maratea e la Basilicata possono dare. Qualcuno dir: e sono ricordi questi da somministrare in tempi cos difficili e duri? E io rispondo che proprio assaporando questi ricordi che si ricavano energie e coraggio per meglio affrontare e superare la durezza di questi tempi.  

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Fiumicello uno dei borghi che sorge in riva al mare di Maratea. Lo conosco bene perch vi ho lavorato alcune estati in qualit di animatore dei bambini e bambine dai sei ai dodici anni figli di lucani emigrati. Ne venivano a centinaia per trascorrere al mare le vacanze estive. Venivano dalla Francia, dall'Inghilterra, dal Belgio e dalla Svizzera. La mattina in spiaggia, poi il pomeriggio un paio d'ore in aula per riprendere un p di conoscenza della lingua italiana, e quindi andavamo a passeggiare in gruppo attraversando il parco del Santavenere e poi sullo slancio al Porto a mangiare un gelato. E qualche volta in pullman si arrivava al Cristo o a visitare la Grotta alla Marina. Mi ritengo fortunato di avere conosciuto le bellezze del territorio di Fiumicello in compagnia di decine e decine di figli di lucani belgi, francesi, svizzeri e inglesi. Oggi mi piange il cuore a pensare che il Collegio Scuola, che durante l'anno scolastico ospitava tanti bambini orfani, e d'estate i bambini emigrati dalla Basilicata, ora completamente abbandonato e vuoto. Gesummaria che spreco. E mi viene da pensare che Mimmo Lucano, quando stato per decenni Sindaco di Riace, accogliendo e integrando in lavori utili e produttivi i migranti ha portato il suo paese in forte calo demografico dai 1500 abitanti del Duemila ai 2370 di oggi. Non bisognerebbe seguire il suo esempio? Ovviamente dopo che il virus stato debellato. 

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Acquafredda di Maratea mi ha sempre suggerito l'immagine di una gran donna forte e primitiva sdraiata sulla schiena con le braccia accoglienti spalancate e le gambe aperte per meglio accogliere il vigore delle acque del mare. Acquafredda un piccolo universo completo perch non vi manca nulla. C' infatti in alto la montagna rocciosa e impervia, il verde intenso della collina, e poi in basso le spiagge Porticello e Luppa che offrono l'acqua del mare azzurro e pulito del Golfo di Policastro. Poi c' il piccolo centro abitato ahim in progressivo calo, ma la bottega di alimentari di Ginetto regge ancora, e insieme al ristorante Sfara aiuta a campare; e poi i vari b&b e i tre alberghi per l'ospitalit, e infine una splendida Villa Nitti da visitare per innamorarsene. E l'associazione Scuola e Vita per alimentare gli incontri e la socialit. C' anche la roccia nuda e cruda sopra la Madonnina da cui fu fatto precipitare Costabile Carducci, l'eroe risorgimentale catturato e ucciso da un borbonico prete locale. Insomma, Acquafredda di Maratea ha bellezze naturali, strutture per ospitare e storia da incantare. Peccato per la clausura da virus non poterla raggiungere.

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S, d'accordo, nella storia dell'umanit le pestilenze ci sono state sempre, anche con milioni di morti. Un mio nonno farmacista in quel di Vicenza, nel 1919 morto a causa dell'influenza spagnola. Una delle peggiori, spaventosa. Ma perch il coronavirus esploso prima nel distretto pi industrializzato della Cina, e poi, in Italia, ha colpito innanzitutto Lombardia, Veneto, Emilia Romagna? Si forse mosso su una base di simpatia o antipatia geografica? Una volta, a costituire base di lancio per le pestilenze erano le regioni pi povere del pianeta. E non dice nulla il fatto che il satellite registri che lo smog da inquinamento massimo sulla Pianura Padana, dopo il blocco delle attivit a causa del virus praticamente quasi scomparso? Non sar che c' uno stretto collegamento tra sistema capitalistico mondializzato, potente nei suoi risultati quanto predone e distruttivo, e l'attuale pandemia da coronavirus? Il vaccino, che ancora per non c', andr sicuramente iniettato agli umani: ma non anche al sistema che con i suoi eccessi lo ha provocato?

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Vorrei fare i complimenti al mio amico Roberto Speranza, per come sta svolgendo positivamente in un momento terribile il suo ruolo di ministro della Sanit. E' venuto di persona a portare la sua solidariet in appoggio alla nostra battaglia per Villa Blanc aperta nel suo parco i giorni festivi al pubblico, come sottoscritto ma non mantenuto dalla Luiss. E poi davanti a Villa Paolina per impedire che possa essere abbattuta per costruire al suo posto un anonimo e speculativo mini grattacielo. E permettetemi di dire che una ragione in pi per apprezzare Roberto Speranza sta nel fatto che originario di Rivello.

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Tutto si consuma, tutto svanisce e sfuma.
Ci crediamo onnipotenti: le mazzate che prendiamo sui denti!
Troppi pubblici comizi, troppi commerci di corpi, merci e feticci
La ribellione scoppiata pure nelle carceri con feriti e morti.
E se il virus fosse manifestazione
degli eccessi della globalizzazione?
Tutto si consuma, tutto svanisce e sfuma.
Sola rimane in cielo luminosa e piena la luna.
Varia e mutevole, la nostra parte buona.

Accoglie, conforta, consola, e non si consuma.

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Ma che sorpresa da piccolo piacevole batticuore trovare in una grande libreria dell'usato, in Viale Ippocrate di fronte alla Sapienza, copia di un mio libro uscito quarant'anni fa edito dalla Feltrinelli, diario e testimonianza dei problemi di coppia tra moglie femminista e marito compagno comunista. Avevo deciso di firmare con il cognome di mia madre, Monico, e ricordo la sorpresa del fornitore della libreria Cento Fiori di Palermo, dove allora lavoravo, in presenza del fatto che il libro in una settimana aveva venduto 200 copie. D'altra parte la Feltrinelli ne tir quattro edizioni ciascuna di 5000 copie che andarono tutte in pochi mesi vendute. Ricordo che regalai copia del libro a Leonardo Sciascia, che poi ne parl in un suo articolo apparso su L'Ora. So' soddisfazioni. Anche perch sono passati quarant'anni, e il libro, in qualche modo e nell'usato, ancora circola. Alla faccia del virus corona. Approfitter anzi dell'embargo per rileggerlo.  

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Qualche pensierino sul carnevale. Quanto bello indossare per finta e per gioco l'identit di qualcun altro. Tanto dopo qualche ora tutto finisce e riprende il tran tran consueto. E' come dare dalla fessura della porta di casa un'occhiata al mondo, per poi richiudere e sbarrare per sentirsi protetti e al sicuro. Il carnevale che dura un giorno all'anno dovrebbe riversare i suoi fantasiosi fermenti per animare e arricchire la vita di ogni giorno. Voi dite, meglio un giorno di carnevale l'anno che manco quello? Non ne sono convinto. Mi sa di gioco scherzoso ma inutile di mascheramento per rientrare precipitosamente nei ranghi del camuffamento.

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Ci sono comunit imprigionate da una logica tribale, guidate da gruppi di potere che si oppongono a qualsiasi cambiamento reale. Noi stiamo bene cos, proclamano: gridando di non voler essere infeudati. In realt ad allarmarli il terrore che qualsiasi cambiamento comporti un limite o una riduzione ai loro interessi privati. Ma non proprio una mentalit di rigida conservazione tribale a infeudarli? Il potere di controllo assoluto sulle risorse dei luoghi la logica miope ed egoista su cui si reggono proprio le trib feudali. Destinate prima o poi a morirne. Dalle logiche tribali si esce non per un intervento dall'alto o dall'esterno, ma per la capacit interna alla comunit di evolvere e maturare. Sulle logiche tribali possono andare a nozze solo Berlusconi, Meloni e Salvini.

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Non solo questione di Area Marina Protetta. Maratea potrebbe diventare, forte anche del pensiero di Francesco Saverio Nitti, uno dei luoghi di incontro e confronto, uno dei centri politici e culturali propulsivi dell'area del Mediterraneo. Per la messa a punto delle strategie di tutela dell'ambiente e per guidare a un approdo positivo i flussi migratori tra continenti. Questioni che diventeranno sempre pi cruciali. E Villa Nitti potrebbe costituire centro e punto di riferimento necessario. Quale modo migliore per tenere insieme passato, presente e futuro?

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Stasera, per tornare a casa, sono salito sul tram che percorre Viale Regina Margherita. Mi sono seduto sul primo posto libero e mi sono subito accorto che accanto a me era seduta una ragazza. Era immersa nella lettura di un libro che per la sua forma mi ha fatto ricordare i romanzi che alla sua et leggevo anch'io: Alberto Moravia e Elsa Morante, Emile Zola, Tolstoi, Dostoevskij, o qualcun altro di quegli autori dai capolavori eterni. La ragazza aveva il viso a met coperto da lunghi capelli neri, e da nessun belletto n rossetto intriso, non lacca sulle unghie, scarpe sportive comode senza ombra di tacco. Sono rimasto sorpreso e stupito in presenza di una giovane e bella donna vestita al fine principale di proteggersi dal freddo, senza l'addobbo e l'omaggio a lacche, creme, trucchi e tacchi alti. E che non compulsava frenetica il cellulare, dimentica del mondo perch immersa nella lettura di un classico. Ma allora esiste ancora in circolazione questo splendido esemplare. Sul tram che percorre Viale Regina Margherita stasera devo avere avuto un'allucinazione.  

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Non ho mai avuto una casa di propriet. Non ho mai vissuto con una particolare casa un legame di appartenenza esclusiva e privata. Ogni casa stata parte funzionale del mio impegno sociale e amicale. Le mie vere case sono state i luoghi e i contesti dove ho vissuto: Breganze, Lovara e Altavilla dove sono stato bambino e ragazzo felice. E poi Vicenza, Treviso e Milano dove ho studiato e mi sono emancipato. E Catania, Enna, Trapani, Agrigento e Palermo dove mi sono professionalmente e politicamente impegnato. Ne sono testimonianza due libri che ho scritto: Mia cara, da un marito compagno, e I Nuovi Termini della Questione Meridionale. E poi Acquafredda di Maratea dove ho vissuto e scritto cinque libri sulla bellezza dei luoghi, la loro storia problematica e intensa. E poi il Brasile la cui potente bellezza anche se soltanto assaporata mi ha ispirato il racconto in un libro. E infine, a Roma, i cinque anni di impegno politico trascorsi in un Circolo del PD, i suoi temi, problemi e contraddizioni, esperienza che si pure tradotta in un libro, Diario militante. E quindi l'impegno a fianco del sindaco Ignazio Marino pure quella trasformata in un libro, Io non ci sto. E l'esperienza di laboratorio di scrittura creativa sempre raccolta in un libro, La scrittura che salva. E infine l'incontro con la bellezza e la storia centenaria di Villa Blanc, Io sono la Villa, e l'impegno a favore dei minori stranieri non accompagnati che pure si trasformata in un libro. Insomma, penso si sia capito che casa mia l'incontro tra la voglia di conoscenza e impegno a favore del luogo e del contesto sociale che intellettualmente, emotivamente, socialmente mi hanno coinvolto. Dove c' bellezza e conflitto sociale a causa dello sfruttamento, quella casa mia, e l mi impegno. Anche raccontando e scrivendo.

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Anche nelle prese di posizione pro e contro una istituenda Area Marina Protetta, ad esempio quella di Maratea, i punti di vista divergono sulla base di come si valutano e giudicano gli interessi in gioco. Se a prevalere quello personale e immediato, scatta il rifiuto: lo stato delle cose presenti non deve essere modificato, perch consente di intascare un risultato personale e privato certo. E nessuno, Stato, Regione o Municipio si pu permettere di impedirlo. Se invece prevale un punto di vista pi lungimirante e saggio, e cio l'interesse a tutelare un territorio e un ambiente che per come vanno le cose rischia di degradare e deperire irrimediabilmente, necessario introdurre nuove e diverse regole capaci di garantire il beneficio di tutti: dalle generazioni presenti a quelle dei figli e nipoti. Nel loro diritto a non emigrare godendo dei frutti di risorse naturali ancora cos ricche e sublimi. Mentre se la natura e l'ambiente muoiono, il vantaggio non va proprio a nessuno, il danno a tutti. Il ragionamento appare semplice e persuasivo, ma c' chi per difendere come dogma inviolabile l'interesse suo privato, si direbbe disposto a opporsi anche ricorrendo alle barricate. Nello sprezzo dell'interesse generale collettivo. 

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Io penso che in politica bisogna guardarsi dall'atteggiamento di chi nelle sue posizioni e convinzioni si crede completo, perfetto, definitivamente arrivato e compiuto. La ritengo tentazione propria di chi teme o non accetta i rischi del cambiamento. Con esso la propria identit potrebbe andare in frantumi, e cos si cristallizza e pietrifica trasformandola in monumento. Chi non ha fiducia nella vita e in se stesso, tende a rifugiarsi in qualche credenza: il tifo per una squadra di calcio, il conforto degli amici di una piazza, una forza politica o una chiesa titolare di una verit tanto assoluta quanto immaginaria, capace per di produrre effetti calmanti quanto una droga. La vita senza percorso e processo non ha n senso n forza. Ha energia e direzione solo nel mutamento che accetta l'inevitabile rischio della caduta e dell'inciampo. Altrimenti ai trasforma in slogan e finzione, litania e rito. Cio in un nulla rumoroso.

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In Emilia Romagna hanno vinto le Sardine malgrado una candidatura all'inizio contestata e controversa come quella di Bonaccini. Sardine che hanno comunque sostenuto Bonaccini che quindi continuer a governare grazie alle Sardine. Perch senza le Sardine avrebbe vinto la Lega con Bergonzoni. Complimenti anche a Callipo che, inventato candidato del centrosinistra in Calabria all'ultimo minuto, riuscito ad arrivare al 30% dei consensi malgrado i 5 Stelle che si sono presentati in proprio, crollando dal 43% delle ultime politiche all'attuale 5%. E malgrado la 'ndrangheta che, come dice il giudice Gratteri, il Calabria sposta il 20% dei voti. Vuoi vedere che le Sardine sono oggi, migliorato e rinnovato, pi indipendente e autonomo, il movimento 5 Stelle delle origini?

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Giambattista Mele, medico a Viggiano e Grumento Nuova, comuni della Basilicata interessati dalle attivit estrattive dell'Eni, da una indagine compiuta in quell'area con l'associazione Medici per l'Ambiente ha rilevato che c' un incremento di mortalit per le malattie cardiovascolari fino al 32% rispetto agli altri comuni della Val d'Agri. Ma l'Eni ha stretto un accordo con l'associazione dei presidi scolastici per cui organizzer interventi didattici nelle scuole per illustrare quanto l'Eni rispetta l'ambiente. Arnaldo Lomuti, senatore lucano dei 5 Stelle, sostiene che le attivit dell'Eni sono altamente impattanti proprio per i delicati equilibri dell'ecosistema. Ma a scuola a dire la propria l'associazione dei presidi ha invitato soltanto l'Eni. C' chi pu e chi no. Dipende dal denaro e dai mezzi.

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Ieri sera alla facolt di teologia della Chiesa Valdese eravamo in trenta ad ascoltare Domenico De Masi, Paolo Berdini, Stefano Fassina e Riccardo Magi sul tema cosa vogliamo che diventi Roma nel 2030. I relatori hanno per due ore esposto con grande competenza e ricchezza di riflessioni, dati e stimoli: tanto che mi hanno indotto a pensare che loro dovrebbero far parte della squadra a supporto del nuovo sindaco che verr eletto l'anno prossimo. E siccome la domanda perno era su quale idea guida dovrebbe costruirsi il programma, mi venuto da pensare che se ogni anno a visitare la Capitale arrivano a Roma 24 milioni di turisti, come pu l'idea cardine del programma non essere quella di Roma Capitale della bellezza condivisa? E per cos'altro, se non per questo, arrivano tanti milioni di turisti? E come articolare e riempire di contenuti concreti il programma? Ma se a Roma sono attive 70 universit pubbliche e private frequentate da un esercito di trecentomila studenti, come non mobilitare ed estrarre da l cultura, energia, idee e intelligenza?

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In segno di lutto per la morte del tifoso della Vultur Rionero, Fabio Tucciariello, investito lo scorso 19 gennaio, a Vaglio di Basilicata (Potenza), da un'auto guidata da un sostenitore del Melfi, domenica prossima, 26 gennaio, il campionato di Eccellenza lucana si fermer. La decisione stata presa in serata dal Comitato regionale della Basilicata della Lega nazionale dilettanti dopo la riunione, che si svolta stamani nella Prefettura di Potenza, del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. Non lo dico io come esercizio di sarcasmo e ironia, lo dice stasera l'Ansa.

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Amici calabresi mi dicono che, pur essendo Callipo un imprenditore bravo e di successo, e la candidata leghista del tutto inadeguata al compito, alle elezioni in Calabria vincer Jole Santelli. Ma perch? Perch ad appoggiarla nelle citt e nei territori sono state create decine di liste capitanate da figure locali di potere e influenza clientelare, che saranno quindi votate non per la stima alla candidata, ma in virt degli intrallazzi e interessi in gioco. I miei amici calabresi aggiungono pure che la presentazione di due candidati, uno del PD, l'altro dei 5 Stelle, stato un errore che si riveler fatale, perch sar un ulteriore elemento a favore della Santelli. Il non essere stati capaci di unire il fronte democratico progressista in un solo candidato, metter la Calabria nelle mani di una destra inetta, malavitosa e fascista.  

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Evidentemente io sono un intellettuale astratto, un sognatore privo di contatto concreto con la realt. Forse proprio per questo io immagino la costa di Maratea come un luogo di pellegrinaggio e incontro collettivo, di fruizione e godimento, di predilezione e innamoramento, dove chi cerca pace, benessere e felicit chiamato e accolto. Chi abitante e protagonista del luogo perch vi nato e cresciuto, chiamato a rendere Maratea attrezzata a svolgere compiutamente la sua vocazione, non ad appropriarsene per trasformarla in piccola risorsa per la sua soddisfazione privata. Maratea terra bellissima e privilegiata: volete mai che possa non essere Area Marina Protetta? 

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La memoria conta veramente per gli individui, le collettivit, le civilt: solo se tiene insieme limpronta del passato e il progetto del futuro, se permette di fare senza dimenticare quel che si voleva fare, di diventare senza smettere di essere, di essere senza smettere di diventare.  (Italo Calvino)

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Come mai in Basilicata i Comuni del petrolio non hanno realizzato sviluppo vero e non hanno fermato lemorragia dei loro giovani? La domanda potrebbe pari pari applicarsi a livello regionale, allo sviluppo del quale il petrolio non ha concorso, pur avendo usufruito in modo consistente del rubinetto delle royalties. Sovrapponendo le due situazioni, quelle comunali e quelle regionali, emerge chiaramente la stessa impostazione politica ab inizio, che, di fronte alla domanda dellEni, soldi o sviluppo, ha risposto soldi. E i risultati sono una cassaforte regionale e comunale che anzich aprirsi per gli investimenti veri sul territorio si sono aperte ora per tappare un buco, ora per tapparne un altro. Un fiume di denaro che si disperso in maniera carsica, ora calmando la rabbia dei cittadini con il bonus carburante, ora mettendo al lavoro cinquemila forestali senza che ci fosse un briciolo di organizzazione produttiva, ora portando il gas nelle case dalle condutture, l dove invece entrava dalle finestre. (Rocco Rosa - Talenti lucani))

 

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Dal 2016 il Ministero degli Interni mette a disposizione della regione Basilicata sei milioni di euro per costruire nell'area metapontina centri di accoglienza forniti di servizi al fine di ospitare le centinaia di migranti che vengono utilizzati in agricoltura per la raccolta dei pomodori e di altri prodotti. Esiste inoltre un Piano Nazionale Anticaporalato che prevede l'investimento di altri 17 milioni per recuperare siti e dare occupazione ai giovani lucani nell'assistere, integrare e tutelare i migranti dell'area. Ebbene, a opporsi sono proprio i Comuni di Lavello e Palazzo, maggiormente interessati dal fenomeno migratorio e dai fenomeni di caporalato. Le motivazioni? Evidentemente sfruttare la mano d'opera a buon mercato e con pratiche di vero e proprio schiavismo si pu, attrezzare strutture e servizi per accogliere, tutelare e integrare i migranti troppo impegnativo ed meglio di no. Anche correndo il rischio concreto di perdere i finanziamenti proposti. Questo oggi passa il convento lucano metapontino. E' una visione sterile e miope. Specialmente se sono le istituzioni locali a farla propria. Porter forse pi soldi in tasca a qualcuno nell'immediato, ma cos la comunit, i paesi e le citt, della Basilicata e del Sud si svuotano, i giovani se ne vanno, bambini ne nascono sempre meno. Ci si accontenta di qualche danza finale prima di precipitare?

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Pu Maratea esistere e vivere bene in totale indipendenza e autonomia? Possibile che ogni cambiamento debba essere vissuto come pericolo e minaccia? Ma la sua storia di millenaria apertura non ha contribuito a migliorarla e arricchirla? E se ora molte case si svuotano e sono in stato di abbandono, i giovani se ne vanno e di bambini ne nascono sempre meno, non ci sar bisogno di un supplemento straordinario di apertura, confronto, riflessione, impegno? Ma in buona sostanza non lo stesso passaggio di svolta e cambiamento cui chiamato il mondo intero? E Maratea, all'interno di questo percorso, per la sua naturale straordinaria bellezza non chiamata a dare esempio di come si possa convertire uno stato complesso e problematico in un nuovo percorso di benessere collettivo? E voi volete che Maratea e i suoi cittadini, con il buon senso raziocinante di cui dispongono frutto di una esperienza storica multiforme e prolungata, non sappiano dire la loro e dare un contributo positivo per superare al meglio il passaggio critico in cui ci troviamo? E non si tratta di accettare di mettersi in discussione, affrontare il mare aperto per quanto agitato e tempestoso, capire quale deve essere la meta da perseguire dando il proprio meglio per guadagnare il giusto? Ovviamente non con la presunzione di poter fare da soli, ma rendendosi parte attiva di un concorso e un concerto collettivo. Il primo passo? Ad esempio un referendum tra i cittadini sull'istituzione dell'Area Marina Protetta sulla base di un testo che ne spieghi correttamente obiettivi e contenuti. Per capirne i vantaggi e accettarne regole e vincoli bisogna innanzitutto essere bene informati. Altrimenti rischia di prevalere la logica degli interessi particolari che d s qualche risultato parziale immediato, ma rischia di provocare nel tempo lungo i peggiori danni e disastri. Non di sufficiente conferma la vicenda dei danni provocati in Val d'Agri dall' estrazione del petrolio finalizzato al massimo vantaggio delle multinazionali? I pesci sono un buon segnale per tutti quando nel mare, nel lago e nei fiumi sono abbondanti e vivi. Non solo quando sono pescati e mangiati. Magari scoprendo troppo tardi che sono morti avvelenati.

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E se la bellezza straordinaria di un territorio - parlo ovviamente di Maratea - fosse di una forza tale da entusiasmare ed esaltare, e contemporaneamente tramortire e paralizzare? E se chi ci vive, gi sovrastato da statue del Cristo e chiese a decine, a contatto quotidiano di tanta bellezza si ritrovasse paradossalmente privo di fiducia nelle sue capacit ed energie? Pu essere che nascere e vivere all'interno di un territorio che gi di suo un paradiso naturale, tolga all'intento di valorizzarlo e migliorarlo ogni senso e motivazione? E infatti, a chi sostiene che cos il turismo internazionale non viene, si tende a rispondere: meglio cos, tanto noi stiamo gi perfettamente bene. Solo che poi a comprarsi in un battibaleno il meglio pu arrivare una multinazionale con sede in Arabia o in Cina. E allora si rischia di ritrovarsi ospiti nella propria casa. 

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Vivere nel luogo in cui sei nato, nella casa in cui sei nato, una cosa rischiosa. E' come giocare in fondo al pozzo. Si nasce per uscire, per girare il mondo. Il paese ti porta alla ripetizione. In paese facile essere infelici. I progetti di sviluppo locale devono tenere conto di questo fatto: non li possono fare da soli i rimanenti, perch in paese non c' progetto, c' ripetizione. In genere ognuno fa quello che ha sempre fatto, giusto o sbagliato che sia. Ci sono due abitanti tipici: il ripetente e lo scoraggiatore militante. Spesso le due figure sono congiunte, nel senso che lo scoraggiatore per mestiere abitudinario, non cambia il passo, continua a scoraggiare, appunto un militante. Pi difficile essere militanti della gratitudine, della letizia. E' come se la natura umana in un paese fosse pi contratta, non riuscisse a diluirsi. E si rimane dentro un utero marcito.
Fatte queste premesse, come si fa a fare progetti di sviluppo locale? La chiave dare forza a nuove forme di residenza. Il paese deve essere scelto, non subito. Chi arriva da lontano ha un piglio, una disponibilit che non trovi in chi affossato nel suo paese. Il residente a oltranza anche quando animato da buona volont tende a impigliarsi nelle proprie nevrosi. Il paese tende a essere nevrotico. Il paese non sta bene, questo il punto. E non ha voglia di curarsi. Lo sviluppo locale si pu fare partendo da queste premesse. Allora bisogna aprire porte che non ci sono, esercitarsi nell'impensato, essere rivoluzionari se si vuole riformare anche pochissimo. In paese si fallisce, ma in un certo senso non si fallisce mai perch si fallisce a oltranza. Bisogna arieggiare il paese portando gente nuova, il paese deve essere un continuo impasto di intimit e distanza, di nativi e di residenti provvisori. Questo produce una dinamica emotiva e anche economica. Bisogna agitare le acque, ci vuole una comunit ruscello e non una comunit pozzanghera. Il mondo ha bisogno di paesi, ma non come luoghi obbligati, come prigioni per ergastolani condannati a vivere sempre nello stesso luogo. Il paese deve essere organizzato come fosse un premio, non come una condanna. Non si d sviluppo locale facendo ragionamenti quantitativi, mettendo il pensiero economico metropolitano nell'imbuto del paese. Ci vuole un pensiero costruito sul posto, ma non solamente dagli abitanti del posto. Un'azione di sviluppo locale allora deve essere delicata ma anche dura, deve togliere al paese i suoi alibi, i suoi equilibri fossilizzati. E allora non si fa sviluppo locale senza conflitto. Se non si arrabbia nessuno vuol dire che stiamo facendo calligrafia, vuol dire che stiamo stuccando la realt, non la stiamo trasformando.
(Franco Arminio, poeta paesologo militante)

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Mondadori pubblica in un unico volume (830 pagine!) tutte le opere poetiche e letterarie di Rocco Scotellaro: socialista impegnato, anche come sindaco di Tricarico, suo paese natale, dalla parte dei contadini lucani e dell'intero Sud oppressi e sfruttati dai latifondisti. Apprezzato e amato da intellettuali come Manlio Rossi Doria, Carlo Levi e Franco Fortini, Rocco Scotellaro, cui anche Luchino Visconti si ispirato rendendogli omaggio nel film Rocco e i suoi fratelli, morto di infarto all'et di 33 anni. E questo, confesso, non lo ricordavo. A maggior ragione, per avere dato tanto di importante e memorabile in cos breve tempo, Rocco Scotellaro si conferma come un grande. 

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Come bella e forte la vita. Mezz'ora fa Tony mi chiama al telefono per chiedermi come va. Non ci vediamo da qualche anno, lui adesso ne ha cinquanta, ci siamo conosciuti che lui ne aveva tredici e io il triplo. Suo padre era emigrato in Venezuela dove lavorava sodo per mantenere la famiglia composta da moglie venezuelana e sei figli tutti minorenni che vivevano in una casa sul lungomare di Scario, ai piedi di San Giovanni a Piro. Una bella famigliola ricca di vita esplosiva. Siamo entrati subito in simpatia e amicizia, mi invitavano spesso a mangiare a casa loro insieme a Cecilia quando abitavamo ad Acquafredda di Maratea.. Venendo sia io che lei da famiglie altrettanto numerose, questo contribuiva a farci sentire a casa loro come fossimo nella casa della nostra infanzia. Tony ci ha portati in barca a scoprire le pi belle spiagge e grotte della costa cilentana. Stasera al telefono, dopo avermi raccontato di s, dei fratelli e dei genitori tutte le novit, Tony mi ha alla fine salutato con un tono di voce commosso dicendomi che ero la persona pi affascinante da lui conosciuta nel corso della sua vita. Gli ho risposto ridendo che era bravo ad accontentarsi di cos poco. Incontrati per caso trent'anni fa su uno dei pi bei lungomare del mondo, n parenti n legati da affari, interessi o lavoro, pur cos diversi per origine e et siamo diventati e rimasti nel tempo amici sinceri. Come bella e forte la vita. 

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La mafia non pi quella di una volta: come affrontare temi e questioni terribili attraverso la messa in scena divertente e grottesca di una galleria di personaggi tipici palermitani, ribaltando la retorica e l'ipocrisia con il ricorso a piene mani al sarcasmo e all'ironia. Protagonista del film una vecchia amica, la storica fotografa Letizia Battaglia, indignata per come oramai da anni la ricorrenza delle stragi di Falcone e Borsellino cristallizzata in pura commemorazione di facciata organizzata per consentire alle autorit di turno la loro trionfale parata. Il film un cazzotto alla retorica, e un omaggio al coraggio di Nino Di Matteo, degno erede di Falcone e Borsellino, che ha portato a processo e a sentenza di condanna chi ha favorito la trattativa Stato-mafia. Al cinema Nuovo Aquila, sala Pierpaolo Pasolini, stasera siamo in sette - magnifici anche noi come il film. Riservo un finale omaggio affettuoso alla ottantaduenne fiera e orgogliosa Letizia Battaglia: e meno male che a Palermo sono attive persone indomite e geniali come Franco Maresco, che del potere istituzionale e mafioso se ne fottono. Spero non vi scandalizziate se dico che avrei visto volentieri il film con al mio fianco seduti Falcone e Borsellino. Penso che qualche risata amara e divertita se la sarebbero fatta pure loro.

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Bella la serata all'ex Mattatoio del Testaccio. Innanzitutto noi presenti, nell'ampio spazio centrale all'aperto, eravamo pi di un migliaio. Maggioranza sui sessanta-settant'anni, pochini quelli sotto i trenta. Ma, insieme, sempre sopra il migliaio. Che per una festa dibattito il venerd sera indetta da Articolo Uno non poco. Poi i relatori di grande vaglia: Tsipras a raccontare con le cadenze solenni e suggestive della lingua greca l'esperienza drammatica di questi ultimi anni in Grecia, D'Alema, accompagnato da Santoro, a cercare di capire perch oggi in Italia c' una cos forte destra fascistoide e razzista, mente manca la sinistra. Ma, a saperla giocare bene, c' l'opportunit favorevole del governo 5Stelle-Pd che offre la possibilit di ricostruirla. L'errore grave, precisa D'Alema, stato non avere realizzato l'alleanza prima. Insomma, in mille all'ex Mattatoio, insieme a buoni amici e un bicchiere di vino, tra un saluto a Roberto Speranza e l'altro a Luciana Castellina, la serata stata proprio bella e ricca.  

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Fossi al posto della Preside della scuola di Scampia che ha negato l'ingresso a un alunno che si era tinto in testa le treccine di blu, avrei invece utilizzato l'episodio per avviare dentro la scuola una riflessione collettiva sul perch si ricorre a tanti espedienti pur di segnalarsi, caratterizzarsi e distinguersi: dai pantaloni stracciati alle fogge pi strane dei capelli, ai tatuaggi che a volte ricoprono per intero il corpo. Compito di un insegnante aiutare a conoscere, confrontarsi e discutere per spiegare e meglio capire ci che succede, non vietare ed escludere in base al proprio gusto e opinione. Perch le ragazze possono imbellettarsi e tingersi come pare a loro, e i ragazzi no? Quale il senso e il significato? E perch non la scuola stessa a proporre un ampio ventaglio di attivit e iniziative indirizzate a stimolare la creativit, il pensiero, l'immaginazione? Quindi laboratori di scrittura, di teatro, poesia e musica. O si d tutto per scontato, ed tutto una volta per tutte deciso? Quel ragazzo potrebbe avere segnalato il suo naturale talento per diventare attore, pittore o scenografo. E la preside lo esclude da scuola? Ma non la signora Preside ad essersi bocciata da sola?

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A venticinque anni dal mio Maratea, omaggio in cinque parti e venticinque punti, torno a riflettere sulla cittadina lucana con un altro libro: Maratea. Ancora e ancora. Subito dopo il primo, c' stato Maratea, il sogno di una cosa, che mi ha procurato, a causa di una denuncia per qualche abuso edilizio di troppo, le quattro gomme dell'auto tagliate. Con questo che ho appena terminato di scrivere passo da una tastiera di toni sentimentali, emotivi, poetici, a una diversa impronta, a uno sguardo e un giudizio pi etico e politico. Insomma, passo dalla carezza vellutata a qualche altra forse pi irritante e dura a base di carta vetrata. Ma il libro non intende essere un trattatello compiuto e completo, finale e definitivo, perch composto da riflessioni via via elaborate in questi ultimi anni, suggerite da eventi e accadimenti legati a quel territorio a me caro. Insomma, un libro di tessere e frammenti, come dice il mio amico Pasquale Persico, che lo ha letto e arricchito con un suo commento introduttivo. L dove giustamente suggerisce di volgere il secondo ancora in ncora. Il libro vuol essere un contributo di attenzione, uno stimolo e aiuto ad altri che come me hanno a cuore quella cittadina, quei luoghi e la loro storia, quel territorio dalla natura magnifica. Perch di fronte alla bellezza, ai suoi tesori e armonie, e alla necessit di preservarle e valorizzarle, siamo tutti in gioco, tutti chiamati a dare la nostra testimonianza, il nostro piccolo o grande contributo. 

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Il governo che sarebbe potuto nascere un anno e mezzo fa, e anche molto tempo prima, finalmente nato. Ma si dovuto incarnare nel suo esatto contrario, come se prima, per convincere i tanti scettici recalcitranti, ci fosse stato bisogno di mostrare intero l'orrore alternativo. Gli scettici recalcitranti sono stati tanti, e non sono affatto tutti morti. A riaprire la via maestra stato paradossalmente proprio colui che un anno e mezzo fa l'aveva ottusamente sbarrata. Partner dei vecchi e un p spompati piddini, alla guida del risanamento del Paese dovevano essere i nuovi e scalpitanti grillini. Ci sono volute mille contorsioni e convulsioni perch ci che era nell'ordine naturale delle cose venisse accettato. E' stato come riconoscere un parente stretto, un fratello quasi gemello, dopo che lo si assurdamente e per lungo tempo avversato. Quanto tempo inutilmente perso! Ma alla fine il gioco si ricomposto nel verso giusto. Ora, lavorando bene, possibile riguadagnarlo. Il pericolo pi grosso stato superato. Fare la scelta giusta in politica a volte costa una inaspettata e assurda fatica.   

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Rileggere a vent'anni di distanza un proprio libro, Colui che non diventato, che racconta la storia di Gian Paolo Nitti, morto a Maratea a 37 anni in un incidente d'auto, nipote di Francesco Saverio, il grande meridionalista lucano. E riscoprire di quanto impegno, passione, empatia e immedesimazione pu essere frutto un libro, di quanti incontri, letture, indagini, interviste risultato. Raccontare in un libro la vita di una persona come rivivere insieme a lui la sua vita, quella dei suoi famigliari, dei suoi amici, di chi lo ha conosciuto, apprezzato, amato. Ha ragione Walter Benjamin a sostenere che non c' speranza se non per quel pensiero che tenga aperta la porta della memoria.  

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A Ventotene, come in tanti piccoli centri che rischiano di scomparire perch spopolati, d'inverno mancano i ragazzi. In quest'isola dell'arcipelago pontino gli alunni delle medie sono costretti a prendere un aliscafo per raggiungere la terraferma. Ma il Comune simbolo dell'Europa unita, dove nel 1941 Altiero Spinelli al confino scrisse - con Ernesto Rossi - il manifesto federalista di Ventotene, potrebbe diventare una palestra per la cittadinanza europea. Questo almeno chiede una mozione in Parlamento firmata dal Pd.

"Abbiamo depositato una mozione che impegna il governo - dice l'onorevole Fedeli -, chiediamo di stanziare risorse ad hoc e strumenti specifici per far diventare la scuola, che gi esiste, un luogo di interesse pubblico ufficialmente riconosciuto per l'elaborazione di un curriculum di educazione civica europea". In realt a Ventotene ci sono gi a disposizione - nella scuola statale Altiero Spinelli - aule, banchi, attrezzature multimediali. Mancano appunto - almeno d'inverno - i ragazzi. Tanto che il sindaco nel 2017 propose di accogliere famiglie con migranti per contrastare lo spopolamento.

I costi per la nascita di una scuola europea sarebbero dunque contenuti, secondo i firmatari della mozione. E l'obiettivo dovrebbe essere proprio quello di recuperare lo spirito sociale del progetto originario. Per questo i protagonisti del progetto non possono che essere i ragazzi.

Ad Acquafredda di Maratea non che nella sostanza la situazione sia diversa. La scuola chiusa per mancanza di allievi, la sua struttura utilizzata un paio di volte l'anno per le iniziative promosse dall'Associazione Scuola e Vita. Di fronte, sul ciglio del mare, sorge Villa Nitti che, ad esempio, potrebbe funzionare da osservatorio sui fenomeni migratori nel Mediterraneo. E diventare sede prestigiosa di corsi di formazione organizzati per l'accoglienza e l'inserimento di chi approda per la prima volta in Italia. I finanziamenti dall'UE non mancherebbero, ci vorrebbe un accordo tra le universit di Potenza, Napoli, Cosenza. Ma difficolt e rivalit - tra universit e tra gli eredi di Nitti costituiti in fondazioni varie - sono troppe, e la Villa rimane vuota e inutilizzata. Intanto a Ventotene ci si muove e attrezza.  

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L'Associazione Scuola e Vita di Acquafredda ha festeggiato, dentro la storica sede di Villa Nitti, il decennale dalla sua nascita. Nadia Oliva, presidente dell'Associazione, ha raccontato attivit e iniziative svolte in questi anni, il neo Sindaco di Maratea Daniele Stoppelli si complimentato per l'impegno, il professor Sisinni, ex Direttore generale del Ministero dei Beni Culturali, ha approfittato dell'occasione per tenere una vera e propria lectio magistralis a ricordo di Francesco Saverio Nitti, che nel 1919, quindi cento anni fa, era Presidente del Governo nazionale.Tutto bene, quindi? Tutto bene, certo. A patto per di ricordare che l'Associazione festeggiata dovrebbe pi appropriatamente, e amaramente, definirsi Non Scuola e Poca vita. Perch l'edificio dell'ex Scuola Elementare, dove l'associazione ha sede, oggi vuoto, e si riempie di vita due o tre volte l'anno per ospitare qualche festa. Mentre nelle intenzioni e propositi iniziali avrebbe dovuto ospitare attivit formative organizzate in maniera costante e duratura. Riflessione analoga riguarda Villa Nitti, che ospita per qualche giornata l'anno convegni culturali e incontri istituzionali, calati per dall'alto e poco capaci di incidere lasciando una traccia concreta. Mentre avrebbe dovuto e potuto essere sede importante di attivit formative sistematiche e durature legate alle esigenze di crescita delle comunit e del territorio. Tanto da essere indotti a chiedersi se non sarebbe stato meglio che a occuparsene fosse un imprenditore privato per farne un albergo d'lite, che avrebbe quantomeno generato qualche decina di nuovi posti di lavoro. A me viene da pensare a quando la scuola elementare risuonava di canti e giochi dei bambini, e la Villa ospitava con regolarit feste e incontri organizzati anche dalla comunit cui chiunque liberamente partecipava, senza bisogno della presenza di un Sindaco o di altre autorit. Per concludere, trovo sia stata bella l'idea di affidare al professor Sisinni un discorso di commemorazione e ricordo del Governo di cui cento anni fa era Presidente Francesco Saverio Nitti, lucano di Melfi. Spero per che Sisinni abbia ricordato che il Governo attuale vede al suo interno Ministri di cui Nitti si sarebbe vergognato, quelli ad esempio che propugnano la secessione delle regioni ricche del nord da quelle in seria difficolt del centro sud. Insomma, la festa per il decennale dell'associazione Scuola e Vita di Acquafredda stata doverosa e opportuna. Purch non tradotta in pretesto per nascondere qualche verit scomoda. Tipo quella per la quale il problema oggi nel Sud del Paese, specie nei piccoli borghi, il forte calo demografico abitativo. E senza bambini, come ben si sa, non c' n scuola n vita. Cos come il fatto che la cultura non solo, o non affatto, quella cristallizzata in versione istituzionale convegnistico celebrativa. Ma qui si va necessariamente a evocare un progetto di impegno politico nazionale: la cui assenza non pu certo essere attribuita all'Associazione Scuola e Vita di Acquafredda. Che fa al suo meglio quello che pu.  

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Quando sar l'ultima volta che mi guarder con curiosit intorno, respirer a fondo, dir una parola arguta, lancer un grido di rabbia, mi scapper una lacrima. Quando ricever l'ultimo sorriso, una carezza, un bacio. Quando scriver per l'ultima volta su una pagina bianca un mio pensiero. Quando affonder la bocca sull'ultimo gelato, le labbra dentro un bicchiere di vino. Quando ascolter l'ultimo canto, il suono maestoso delle canne d'organo, il saettare melodioso di un violino. Quando induger per l'ultima volta con lo sguardo sulle luci dell'alba o del tramonto. Quando ascolter rapito la cascata di diamanti della risata di un bambino. Quando sar l'ultima volta che prover un piacere cos forte da pensare di avere unito il diabolico al divino. Quando arriver la fine con il suo artiglio inesorabile e pietoso. Quando non lo so, ma so che arriver. Quando tutto questo non l'ho chiesto io, ma sono curioso, e aspetto. 

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Zingaretti annuncia che nel PD necessario fare senza indugi una rivoluzione. Basta con le correnti agli ordini di un capo. Aspettiamo di sapere a che ora scatta l'attacco al Palazzo d'Inverno. Nel frattempo arriva la notizia che il PD lucano stato sciolto e commissariato. Direi che la famiglia Pittella ha definitivamente perso il suo Palazzo d'Inverno. Roberto Speranza, altro lucano, all'assemblea nazionale di Articolo Uno annuncia che non bisogna arrendersi al muro di incomunicabilit che si alzato tra il PD e i 5 Stelle. A suo sostegno arriva Davide Sassoli che interviene all'assemblea nazionale del PD per dire che occorre costruire un dialogo con i 5 Stelle. Ma guarda guarda: autorevoli esponenti del PD che non ritengono pi i 5 Stelle una intollerabile feccia... Mi sa che i pop corn sono finiti. 

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La casa, la famiglia, la chiesa, la piazza, la comunit. La squadra di calcio e l'attivit sportiva. L'Azione Cattolica, La Democrazia Cristiana, il Partito Socialista. La grande passione per la politica. La figura e il modello di Sindaco per eccellenza. La tutela e la salvaguardia della variet e della ricchezza del territorio nella sua interezza e unit. Il mare, il porto, la campagna e la montagna, le frazioni sparse e lontane, i loro bisogni e necessit. Il mediatore per eccellenza, il referente e l'interlocutore politico della collettivit. L'uomo buono, esperto e saggio, colui cui rivolgersi per risolvere problemi, individuare i compromessi migliori, superare ostacoli e difficolt. Mario Di Trani: colui che amava la citt. E l'ha dimostrato con la sua vita. Ma forse la migliore conservazione dell'esistente pi non basta, i giovani se ne vanno, bambini ne nascono sempre meno, le case vuote si moltiplicano. Serve un altro modello di governo, una visione all'altezza dei problemi generati dalla globalizzazione e dalle migrazioni con i loro flussi in uscita ed entrata. Il mondo cambia, l'amore per la citt deve sapersi mostrare alla sua altezza. Ciao Mario.  

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Noterella scritta in margine alla presentazione di un mio libro, che ripropongo in onore di un valido sindaco che se n' andato.

Il libro Maratea. Il sogno di una cosa stato presentato nell'autunno di dieci anni fa ad Acquafredda nello spazio antistante la scuola elementare, chiusa per carenza di alunni, dall'associazione culturale Scuola e Vita.  Alla presentazione hanno partecipato un centinaio di persone: donne e uomini, adulti e ragazzi, persone del luogo e altre amanti delle sue bellezze e che destate abitualmente tornano.  A intervenire nel dibattito sono stati in molti. L'allora sindaco di Maratea, Mario Di Trani, ha concluso. Se posso proporre qualche osservazione a commento, inizierei proprio dall' intervento del sindaco. Intanto, mi piaciuto che il sindaco abbia rintuzzato alcune insinuazioni che anonimamente circolavano contro il libro (ҏ un libro contro Maratea e i marateoti!), affermando che chi ha scritto su Maratea quattro libri, a Maratea non pu che volere bene. Altrimenti avrebbe scelto di impegnare tempo ed energie in qualcosaltro. E mi sembra necessario segnalare anche unaltra affermazione del sindaco, che ha tenuto a precisare che leggeva con interesse le mie riflessioni pubblicate sul Quotidiano della Basilicata: sempre, bont sua, dense di annotazioni stimolanti. Molte altre sono state le osservazioni di Mario Di Trani, che non si tirato indietro rispetto alle tante e argomentate critiche mosse negli interventi della serata. Scelgo di riportarne un paio: la prima, l dove il sindaco ha evidenziato la difficolt ad amministrare un territorio e una citt come Maratea, frazionata in tante unit abitative lontane una dallaltra.

Una seconda osservazione del sindaco merita un appunto, quella in cui ha sostenuto che, stanti difficolt e complessit del compito di chi amministra, la decisione possibile non pu che essere quella - volta per volta, sulle varie questioni - della ricerca di un compromesso onorevole. Criterio su cui difficile dissentire.  Unultima osservazione: del libro, nel corso della serata, sono state vendute trenta copie, il cui ricavato andato a favore delle sguarnite casse dellAssociazione Scuola e Vita. Una copia stata acquistata anche da chi, per gli articoli di denuncia di un caso di speculazione edilizia ad Acquafredda usciti in anteprima sul Quotidiano della Basilicata, mi ha tagliato nottetempo le gomme dellauto. Ne ho parlato con il sindaco che, allargando le braccia, mi ha confidato che anche a lui qualche tempo prima era stata scassata per sfregio la macchina.

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Tale la calura che ieri pomeriggio mi sono avvicinato per bere a una fontanella pubblica vicino casa. Ma ho trovato gi piazzato un gabbiano che infilava il suo becco sotto l'acqua. Mi sono fermato a due metri per qualche minuto in posizione di rispettosa attesa. Passavano i minuti, e il gabbiano continuava a bere imperterrito senza curarsi della mia presenza. Anzi, con un occhio mi fissava come se volesse dire: non che sto stronzo m pretende che gli lasci il posto... Ho pazientato ancora qualche minuto, perch ho capito che i bisogni primari rendono uguali umani e animali. Ma poi sono sbottato e ho gridato impaziente di lasciarmi il posto. Il gabbiano ha emesso un brontolio contrariato, poi zampettato un p all'indietro, e infine con un colpo d'ala mi ha indicato che mi lasciava il passo. E' la prima volta, grazie alla sete del gran caldo, che mi capita di fare conoscenza diretta e di avere uno scambio polemico con un gabbiano. Che normalmente mi snobba superbo volando alto nel cielo.   

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Franco Arminio, poeta e paesologo dei territori interni delle regioni del Sud, che ho conosciuto dieci anni fa in un agriturismo di Trecchina alla presentazione di un mio libro dove racconto un viaggio in Brasile, su Il Fatto Quotidiano di oggi pubblica un suo intervento intitolato Il nichilismo elettorale del Sud. Nel quale, in confronto al mio consueto un p calcato pessimismo socio politico, lui assurge a vette di nichilismo puro. Riporto a conferma qualche suo passaggio. 1. Le ultime elezioni hanno confermato in maniera clamorosa la crisi tra il Sud e la politica. In molte citt e in moltissimi comuni hanno vinto i candidati meno interessati al bene comune. Si dice giustamente che il resto dell'Italia poco si interessa del Sud, ma forse il caso di ricordare che questo disinteresse dilagante proprio nel Sud. 2. Non abbiamo un Re, ma si pu dire che al Sud la Repubblica finita. Non esiste un partito monarchico, ma lo spirito della monarchia risorto dalle sue ceneri perch qui non era mai morto del tutto. 3. I piccoli monarchi che hanno vinto ora tratteranno da sudditi chi li ha fatti vincere, proveranno a risolvere qualche problema senza neppure immaginare di cambiare strutturalmente la situazione. La poetica un pigro si salvi chi pu, tanto chi si salva non che ha molte pi speranze di chi affonda. 3. Conclusione? Lo chiamano Sud, ma una sorta di palude antropologica che poco ama chi la vuole bonificare. Per fortuna le note dolenti riguardano solo il paesaggio sociale. Quello naturale si pu dire che ancora resiste, resistono i boschi, resiste il mare. E dove la modernit fallisce c' una naturale rimonta dell'arcaico che in qualche caso diventa anche occasione di sviluppo economico: vedi Matera. 4. Nessun governo ci pu salvare, la salvezza forse verr dalla forza del passato pi che da un presente vacuo e isterico. In fondo chi ha vinto le elezioni gi morto, dimenticato.  

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Leggo che il 5 Stelle Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, ha partecipato a un incontro a Castelvetrano, dove stato eletto un sindaco grillino, insieme a don Ciotti di Libera e al magistrato Roberto Tartaglia. Nel suo intervento Nicola Marra cos si espresso: "Sono convinto che Matteo Messina Denaro, capo mafioso originario di Castelvetrano, sia latitante grazie all'aiuto di qualche loggia massonica. Sappia che si sta lavorando affinch venga consegnato allo Stato e possa dare conto delle collusioni che ne hanno favorito la latitanza." Ma che i grillini si stiano montando la testa che vanno a sfidare la mafia a casa sua, proprio l dove sono stati arrestati politici paramafiosi amici della Lega? 

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Non mi era mai successo di andare a vedere un film e ritrovarmi solo in una sala da 250 posti. Non mi sono per questo perso di coraggio, ho seguito il film che mi ha molto emozionato e coinvolto. Il film si intitola Lucania, terra, sangue e magia, stato realizzato da regista, attori e collaboratori di quella regione, e a mio parere bellissimo, una sorta di tragedia greca che descrive la bellezza dei luoghi nella loro natura e storia, e la rottura drammatica di un antico equilibrio provocata dai veleni prodotti dal business petrolifero. Il tutto raccontato non con i toni di una denuncia declamatoria, ma attraverso le fasi di una storia famigliare che vede scontrarsi due fratelli, uno contadino e pastore legato ai ritmi e alle stagioni della natura, l'altro usato dalla politica per il suo inarrestabile e famelico business che dell'integrit dei territori non non se ne fotte per nulla. Dipendesse da me, organizzerei proiezioni con dibattito in tutti i luoghi estivi della Basilicata, a partire da Maratea. Per la grande bellezza del film, non solo per il suo valore di denuncia politica e ambientalista. Sperando che a provare emozioni alla sua proiezione, come stasera a Roma, non ci sia uno spettatore solo.  

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"Ma una mia impressione o Salvini ha realmente una faccia da psicopatico? Guardo al Tg l'ultimo raduno della Lega Nord, e penso: non ho mai visto tanti coglioni insieme. (Scritte su Facebook nel 2012 e 2013 da Mario Guarente, nuovo sindaco di Potenza eletto con la Lega di Salvini. Ma c' ancora qualcuno che abbia dubbi sul potere della sindrome di Stoccolma, che trasforma gli umani liberi in servi inginocchiati ai piedi dei loro carnefici?Tocca rimpiangere il tempo dei briganti, ammirati nella loro capacit di ribellione all'invasore anche dal grande antifascista lucano Francesco Saverio Nitti?) 

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Fino a pochi giorni fa uscire di casa significava per me raggiungere il mare a piedi in due minuti. Svegliarmi, uscire dal mondo dei sogni significava immergere quasi immediatamente lo sguardo nel blu liquido in continuo movimento delle onde. Come passare da un bel sogno a un altro ancora pi bello. Rientrato in citt, uscire la mattina da casa, significa immergersi nel frastuono strombazzante e puzzolente di un mare di macchine. E' la dimensione di vita pi innaturale e malsana che ci potevamo regalare. Il contatto fisico diretto e libero con la dimensione azzurra del cielo e del mare esalta tutti i sensi del corpo, li appaga e pacifica. Il camminare nel rombo mefitico del traffico una aggressione dolorosa al piacere di vivere. A Roma si ritorna umani solo rifugiandosi tra il verde di un parco. La prossima volta voglio rinascere pesce o gabbiano. Il pi lontano possibile da questo tipo di sviluppo umano.  

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Come ogni anno, Legambiente ha conferito le Cinque Vele alle spiagge italiane giudicate le pi pulite e belle. Quella giudicata la migliore in assoluto stata Acciaroli/Pollica, che in effetti, pur collocata nel contesto ambientale primitivo e intenso del Cilento, si propone linda, ordinata, ben organizzata come un pezzo di Svizzera. E' infatti la meta preferita dei pensionati benestanti del nord Europa. Ci sono stato qualche giorno fa a rendere omaggio alla memoria di Angelo Vassallo. Ma mi rendo conto che in questo Paese i Sindaci migliori come appunto Vassallo, e poi Ignazio Marino e Mimmo Lucano, o vengono uccisi, o cacciati o perseguitati. Rimangono saldamente in sella quelli tipo Alfieri di Capaccio, che offre fritture clientelari e fraternizza con la camorra che gestisce anche le ambulanze. Infatti Alfieri meriterebbe il premio non delle Cinque Vele, ma delle Cinque Bare.  

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Raffaele La Regina, giovane lucano membro dell'Assemblea nazionale del PD, analizza il risultato delle comunali a Potenza, dove per duecento voti ha vinto Guarente, candidato della Lega, mettendo in evidenza le colpe del centrosinistra. E' innegabile che ci sia tutto un pezzo di classe dirigente del PD legato al renzismo e al pittellismo che ha deluso ed soggetto a critiche aspre da parte dei cittadini. E conclude chiedendo a Zingaretti di commissariare il PD in Basilicata affinch si possano porre le basi per la ricostruzione di un asse di centrosinistra solido. Lo stesso Tramutoli, che si candidato a rappresentare la sinistra ambientalista lucana, ha dichiarato di avere proposto al PD un'alleanza prima delle elezioni. Proposta che il PD ha rifiutato. Ed cos che anche a Potenza ha vinto la Lega. (Ripreso da il manifesto)  

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Su segnalazione provvidenziale di Cecilia, oggi ho seguito con grande interesse la puntata su Rai 3 di Passato e Presente dedicata a Francesco Saverio Nitti. Che per me, oltre che nel grande passato storico, stato un tuffo anche nel mio percorso di vita personale. A ripercorrere, grazie a Mieli e ai suoi ospiti, la storia di Francesco Saverio Nitti, anticipatore lungimirante di tematiche e indirizzi di politica economica ancora oggi attuali perch frutto di sguardo e intelligenza insieme transnazionali, europeisti e unitari, confesso di essermi emozionato. Perch, grazie alle mie peregrinazioni geografiche e sociali, ho avuto il privilegio e la fortuna, in quanto veneto, di scoprire il Sud vivendo dieci anni in Sicilia, esperienza dalla quale ho ricavato ispirazione e spunti per realizzare un'antologia sui nuovi termini della Questione Meridionale, e cinque in Basilicata, ad Acquafredda di Maratea. Dal quinquennio lucano ho tratto ispirazione per scrivere due libri, un'intervista immaginaria a Francesco Saverio Nitti al quale faccio narrare la sua complessa e illuminante storia intellettuale, culturale e politica. L'altro, Colui che non diventato, sull'intensa ma breve esistenza del nipote Gian Paolo, morto a trentasette anni in un incidente d'auto sulla statale costiera di Maratea. Mi sono cos immedesimato in quel percorso di incontro e conoscenza da essermi ritrovati in testa e nel cuore Francesco Saverio idealmente come padre, Gian Paolo come fratello. E scusate se ho osato forse troppo. Ma credo sia stato il modo migliore per rendere loro onore.  

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Non capisco. L'amministrazione uscente di Maratea esprime su di s e nei confronti del proprio operato un giudizio totalmente positivo. Ha fatto tutto ci che si era proposta di fare, nulla di buono e positivo stato tralasciato. Se realmente cos, perch non si , in toto o almeno in parte, ricandidata? Non capisco. L'amministrazione uscente stata scelta, cinque anni fa, tra tre liste tutte caratterizzate da un orientamento politico di centro sinistra. Come mai nessuna delle tre liste di allora si ripresentata lasciando cos il fronte della sinistra completamente sguarnito? Non capisco. Le due liste oggi in corsa, una delle quali presentata all'ultimo momento, si definiscono una CambiaMenti, l'altra Rinascita. Ambedue quindi, fin dal nome, fortemente critiche se non proprio in totale dissenso con chi ha fin qui amministrato. Una si dice sia orientata a favore dei 5 Stelle, l'altra rivolta a destra tra Lega e Forza Italia. Domanda: ma non che tutta questa latitanza della sinistra si spiega come conseguenza e contraccolpo della caduta di Pittella, di cui il centrosinistra di Maratea inconsolabile orfano? E vuoi vedere che la novit di rinascita e cambiamento spiegabile con la scelta di un allineamento con il nuovo governo regionale di matrice leghista e forzitaliota? Insomma, non che a latitare l'assunzione di responsabilit, difficile ma orgogliosa, nel rivendicare una forza, indipendenza e autonomia, relativa ma concreta, della propria terra?  

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Mi piacerebbe tanto che alle prossime comunali di Maratea ci fosse un candidato o una candidata a Sindaco che nel suo programma prendesse una posizione chiara su una serie di ferite e nodi di cui Maratea soffre. Ad esempio:

1 l'ex Collegio Scuola di Fiumicello e un progetto chiaro e concreto per risanarlo, rilanciarlo, valorizzarlo. Quando nei primi anni Ottanta ci lavoravo, ospitava fino a 250 bambini orfani o figli di lucani migrati. Ora praticamente vuoto e abbandonato. 

2. L'ex area industriale Rivetti semi abbandonata al centro di Fiumicello, e il calzaturificio abbandonato alla Colla: sono forse diventati monumenti a ricordo della industrializzazione che fu?

3. La splendida e fertile area naturalistica delle ex serre di Castrocucco: utili soltanto a esercizi ambientalistici accademico scolastici?

4. Villa Nitti ad Acquafredda, rinnovata solo per restarsene chiusa praticamente inutile e vuota? Perch non un Centro Studi legato all'Universit di Potenza, Napoli e Cosenza sui flussi migratori nel Mediterraneo e i drammatici problemi connessi?

5. E sull'istituzione dell'Area Marina Protetta lungo la costa, possibile che chi ne ama bellezza e integrit debba restare perennemente in attesa? Dice che si tratta di questioni che riguardano Potenza e Roma. Ma possibile che Maratea e una sua rinnovata Giunta non debba dire forte la sua?

Ed evviva le chiese e le statue di Cristo e della Madonna, e i concerti RAI di Capodanno: ma la tutela organica dell'ambiente, della bellezza, della memoria e della Storia, possibile che ai marateoti importi cos poco o nulla? 

 

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Un dirigente dell'Eni, all'epoca dei fatti responsabile del centro oli di Viggiano (Potenza), finito agli arresti domiciliari nell'ambito di un'inchiesta su una fuoriuscita di petrolio che nel febbraio 2017 contamin il "reticolo idrografico" della Val 'Agri. L'arresto stato deciso dal gip di Potenza su richiesta della Procura. Nell'inchiesta sono indagate 13 persone tra le quali anche componenti del comitato tecnico regionale della Basilicata e l'Eni.  E poi c' ancora chi difende l'ENI e i suoi complici ad oltranza...  

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Ma che direbbero oggi, fossero vivi e presenti, Rocco Scotellaro e Francesco Saverio Nitti, Carlo Levi e Leonardo Sinisgalli, in presenza del fatto che gran parte dei loro attuali conterranei hanno applaudito e votato chi fino all'altro ieri li disprezzava, giudicandoli parassiti e fannulloni? Ma come possibile genuflettersi davanti a chi, razzista conclamato, ti etichetta e rifiuta come inferiore, o a chi, condannato in tribunale, viene definito dai giudici delinquente naturale? Non so perch, ma mi viene da rivalutare Ninco Nanco e Carmine Crocco. E da ricordare un verso di Montale: La storia non poi la devastante ruspa che si dice. Lascia sottopassaggi, cripte, nascondigli e buche. CՏ chi si adatta e sopravvive.  

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Per fortuna c' ancora viva in qualcuno, da qualche parte, in qualche misura, la voglia e la capacit civile e civica di mobilitarsi e intervenire per eliminare i rifiuti e pulire parchi e giardini, spiagge e sentieri, dall'abbandono e dall'incuria dei cialtroni e dei menefreghisti. Ma il punto vero : chi percorrer in futuro con piedi giovani e vivi quelle piazze e quelle spiagge, quei sentieri? Con quale progetto si intende contrastare un destino di progressivo svuotamento e abbandono? L'esempio valido quello di Riace e di quei Comuni solidali che si mettono in discussione avviandosi verso la giusta direzione. Insomma, non basta tenere pulito un sentiero, una spiaggia, un borgo per garantirgli un futuro attivo e vivo. Bisogna fare figli e aprirsi e organizzarsi per accogliere quelli altrui. 

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I cinque stelle sono stati sommersi dai voti in Basilicata, perch hanno costruito un percorso di ferma opposizione, sulla onest delle persone, la moralit delle istituzioni, la salute della popolazione e la preservazione dellambiente. Solo che il Comune di Roma, le vicende della Raggi, la Tap e Taranto hanno fatto dire strumentalmente alla stampa nazionale, che non n libera n indipendente ma solo in mano ai detentori del potere, che in fondo sono tutti uguali e che basta rubare una mela per essere chiamato ladro. Questi argomenti sono entrati in ascensore e hanno fatto correre in gi il consenso dei cinque stelle, consenso che per in Basilicata rimasto al di sopra della soglia del 20 per cento, segnalando uno zoccolo duro che fatto di persone che lavorano sul territorio e ci credono. E non poca cosa di fronte ad un Pd che, anche mettendo insieme le due liste (Pittella e comunit democratiche), arriva al 17 per cento. Ora, mentre si va delineando con sufficiente nitidezza il futuro di un centrodestra che conquista le Regioni in attesa di arrivare insieme a Roma, cՏ il pericolo che lindisponibilit a creare prospettive di future possibili alleanze tra Pd e cinque stelle metta ancora in frigorifero un progetto democratico di alternanza, regalando senza combattere il Paese alla destra pi intransigente. Il Pd di Zingaretti vorrebbe aprire un discorso ma frenato dalla paura di avere una emorragia al suo interno, con Renzi che farebbe le valigie. In Basilicata, per di pi, cՏ una maggioranza che dovrebbe essere renziana salvo le metamorfosi conseguenti al voto. E gi qualcuno dice che le condizioni per ripartire nel dialogo del centrosinistra che un segretario che ha perso lelezione deve dimettersi, o deve essere commissariato. E dunque altamente probabile che in Basilicata PD e Leu giocheranno ancora a cercare di capire chi comanda tra i perdenti, con buona pace di chi auspicava una pronta ripartenza. Si andr avanti ancora per mesi senza progetto, senza unidea, senza il coraggio di offrire una linea politica, magari cercando allultimo minuto dellultimo giorno di trovare un farmacista disposto ad aprire la notte pur di alleviare le sofferenze. Eppure, qui in Basilicata, cՏ lesempio di una formazione di sinistra che partita da zero e ha ridato passione e speranza ai giovani perch ha portato facce nuove, un linguaggio nuovo e temi non antichi ma storici, quelli che hanno segnato la migliore stagione della sinistra. Ecco dunque il tema: chi vuole guardare al futuro deve giocare di coraggio, dimostrando che sa affrontare il nuovo e sa rimettersi in gioco senza trasformismi e senza tentennamenti. Dite che cosa si vuol fare! Ditelo subito e chiaramente: siete una sinistra che aspetta di andare in aiuto del potere, oppure una sinistra che vuole rivoltare come un calzino la propria presenza per presentarsi in regola ai prossimi appuntamenti? Questo tatticismo da quattro soldi e questo silenzio falsamente aristocratico hanno rotto le scatole. (Rocco Rosa. Talenti Lucani)

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Sai quale la differenza tra la Calabria e la Basilicata? - mi dice un amico calabrese: che la prima stata nel tempo invasa da molti e non ha mai opposto una resistenza significativa, mentre la seconda si opposta quantomeno con l'orgoglio e l'accanimento dei briganti. E ha cos coltivato e maturato una mentalit e una cultura di alterit e indipendenza cui si sono nutriti, alimentandola, grandi intellettuali e politici come Francesco Saverio Nitti. Mentre la Calabria, di grandi intellettuali e politici, non ne ha espressi alcuno. Ancora - continua a esporre il suo punto di vista l'amico calabrese - la Calabria ha sempre inteso e continua a intendere la politica non come impegno pubblico al servizio del popolo, ma come strumento di potere da usare per asservirlo meglio. Cosa che la Basilicata, o almeno una sua parte significativa, ha rifiutato. Io concludo: vediamo questa parte quanta presenza e peso sapr esprimere oggi con il voto. 

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I candidati alle regionali in Basilicata di domani che rappresentano un netto distacco con il passato, e una speranza per il futuro, sono Mattia e Tramutoli. Mattia leader dei 5 Stelle. Tramutoli a capo di una lista con un programma ambientalista e nettamente di sinistra. Trerotola e Bardi sono l'opposto, la garanzia di continuit con il passato, la  chiusura verso un futuro migliore e diverso. Meditate, o voi che votate.  E fatelo consapevolmente e secondo coscienza, non per convenienza, obbedienza e sudditanza.

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La Lega da sempre un partito aggrappato al potere. Ora Salvini sta facendo unaltra cosa, un partito di destra razzista, che lucra consensi sulla paura. Prima in Italia i razzisti erano al 7%, ora sono al 34%, perch Salvini ha risvegliato sentimenti che le forze democratiche avevano contenuto. Quali? Il razzismo brutale e antisemita del fascismo. Questi istinti si espandono anche al sud, tra le stesse persone che i leghisti volevano seppellire politicamente grazie allaiuto dellEtna e del Vesuvio. Salvini ha sfondato sul terreno del razzismo e del potere. Lui luomo che vince e quindi i disoccupati politici, in virt del trasformismo, si riciclano con il vincitore." (Emanuele Macaluso)

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Se c' uno squilibrio disarmonico, un non senso e un controsenso, essi sono pienamente espressi dall'incontro tra Maratea come luogo naturale, sociale e storico, e un personaggio come Salvini che stasera ha tenuto l in piazza il suo comizio. A meno che i marateoti non siano cos in difficolt da sentire il bisogno di trovare protezione in chi la promette esibendo la maschera dell'uomo forte. Ma l dove succedesse, significherebbe che la paura e la voglia di sicurezza hanno spinto libert e democrazia verso una brutta sorte. 

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Botta e risposta sul petrolio fra Cinque Stelle e Lega. Ieri Salvini ha affermato che lattivit estrattiva deve continuare: non nel senso di portare a termine lestrazione gi programmata, ma in quello di fare nuovi pozzi. Oggi il Ministro dell'Ambiente Costa ha visitato la Val dAgri e quella del Sauro e ha affermato che da ministro appogger il programma penta stellato lucano. Che, stando a quello che Mattia, il candidato presidente Cinque Stelle, ha scritto, contempla il no ad ogni ulteriore trivellazione e il controllo minuzioso di quello che viene fatto a Corleto e a Viggiano. Riteniamo che i lucani abbiano il diritto conoscere le quantit di petrolio estratte. Pretenderemo ispezioni e controlli pubblici sulle produzioni. Cos come riteniamo fondamentale un sistema di monitoraggio pubblico, indipendente e di garanzia, sullimpatto degli impianti. Il Cova e Tempa Rossa possono chiudere subito o nei prossimi anni, tuttavia indispensabile la costituzione di un deposito cauzionale per la rimozione degli impianti alla chiusura e per la bonifica delle aree interessate dalle estrazioni. In questo quadro di trasparenza e di ripristino della legalit riteniamo auspicabile una revisione degli accordi fin qui sottoscritti dalla Regione con le societ petrolifere. Ora, per un Ministro in carica, uno dei pi attenti alle questioni ambientali e persona di spessore morale e professionale, sposare questo programma radicale significa prendersi una responsabilit forte a nome di un Governo che, come sulla TAV esattamente spaccato a met: Salvini pro trivelle e i 5 Stelle addirittura per il fermo degli impianti. 

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E' noto a tutti che la Basilicata innervata nel pieno dellappennino meridionale e per questo orograficamente a prevalenza territorio montuoso con un indice demografico per km quadro molto basso. Un territorio montuoso e con ampie zone soggette a dissesti idrogeologici, frane e smottamenti, molto vulnerabile, sopratutto dinverno sotto la pressione della neve, delle piogge, del gelo. Il funzionamento di tutte le infrastrutture pubbliche che insistono sul territorio debbono fare i conti con questa realt difficile, sia nella costruzione che nella manutenzione. La rete ferroviaria, la rete stradale e autostradale, la rete elettrica, del gas, dellacquedotto, la rete telefonica, dati e televisiva rappresentano lhardware dei maggiori servizi pubblici regionale. I molti disservizi che hanno colpito la popolazione delle zone soggette alle nevicate dei giorni addietro sono la cartina di tornasole della loro inefficienza.

Per mantenere efficienti i servizi che si sviluppano in maniera capillare sul territorio bisogna programmare, progettare, investire ed esercire quotidianamente le reti. Come in tutte le attivit, anche il settore della manutenzione e dellesercizio di una rete, si avvale continuamente di nuovi mezzi e strumenti tecnologici che agevolano il compito di tutto il personale addetto.

Da quando lo Stato ha delegato ad altri soggetti la fornitura e la gestione di alcuni servizi essenziali, e nonostante lausilio di tecnologie sempre pi allavanguardia, abbiamo assistito ad una evidente involuzione della qualit degli stessi interventi, perch al centro dellimpresa non cՏ stato pi il rispetto dellutente. ma del fatturato. In Basilicata in questi giorni non mancato niente: viadotti o tratti di strada fatiscenti, rete idrica che presenta tratti molto vulnerabili, la rete elettrica che sotto il peso della neve o del vento o per la caduta di alberi o tralicci risultata fragile e ha spento la luce alle case di migliaia di famiglie.

Si fermata per pi di dieci ore la tratta ferroviaria Foggia-Potenza, lasciando a piedi centinaia di viaggiatori sempre per i soliti tronchi dalberi che si abbattono sui binari. A complicare il disagio dei viaggiatori stata una completa assenza di assistenza informativa alla clientela, abbandonata nelle sale di attesa al buio incapaci di decidere.

Sono questi una serie di disservizi registrati dai residenti di Potenza e zone limitrofe.

Di questo passo non necessitano competenze specifiche per immaginare che ogni qualvolta le intemperanze atmosferiche si abbatteranno sulla nostra regione, i disservizi non potranno che aumentare. Il problema nelle mani della politica e di chi gestisce in Basilicata le aziende concessionarie; il costo dei servizi pubblici deve essere valutato non solo per la loro realizzazione, ma per una manutenzione pluriennale efficiente e costante. Questanno andato in scena un brutto film, fatto di nessuna programmazione, nessuna prevenzione e una affannosa corsa a rimediare. (Giovanni Benedetto, Passaggio a Sud)  

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"Il fatidico momento delle elezioni regionali in Basilicata del prossimo 24 Marzo si avvicina e, purtroppo, gi si rivedono vecchi modelli e clich da campagna elettorale.

Nonostante i riflettori puntati su Matera Capitale Europea della Cultura, la nostra terra ferma, fragile. I nostri abitanti immobilizzati, spesso demoralizzati.I Comuni della Basilicata, infatti vivono realt quotidiane differenti: come in un deserto, nulla si muove. E quando sintravede qualcosa di nuovo e diverso, spesso si pensa sia un miraggio o magari, una gran bella fregatura. Siamo consapevoli inoltre che per riattivare i piccoli paesi non servono solo soldi e grandi eventi, ma piccoli miracoli che possono fare i giovani, sia quelli che sono rimasti che quelli che potrebbero tornare.

In un periodo storico in cui prendere posizione, prendere iniziativa, mettersi in gioco sono atti di coraggio, noi giovani vogliamo essere coraggiosi. Perseveranti. Tenaci. Abbiamo per una convinzione: vogliamo provocare il cambiamento fuori dalle stanze dei partiti e fuori dai percorsi tradizionali.Vogliamo costruire, insieme, un confronto aperto, che trasformi la mentalit clientelare lucana, che stimoli nuovi percorsi dinnovazione sociale, che sviluppi il pensiero critico e il senso civico di ogni giovane lucano, che non deve pi attendere speranzoso loperato della politica ma che deve assumersi la responsabilit civica e sociale di dare un contributo attivo al cambiamento in Basilicata, costruendosi il proprio futuro da persona libera, in cui lappartenenza deve essere al proprio territorio e non a gruppi di potere o lobby partitiche.

Non cerchiamo consensi, non vogliamo compassione e non vogliamo che nessuno si senta in colpa per leredit che ci viene lasciata. Vogliamo invece costruire un passo alla volta il nostro futuro, che sia migliore per noi e per i nostri figli, senza attendere o sperare che lo facciano altri. Vogliamo conoscere e creare legami con il nostro territorio e i suoi abitanti: entrare in empatia, ricostruire un tessuto sociale ormai quasi inesistente. Vogliamo acquisire e condividere competenze, costruire spazi in cui metterle in pratica, consapevoli che il percorso politico oggi non premia la meritocrazia. Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di comera pericoloso restare fermi. Purtroppo la Basilicata non una regione per giovani: non avremmo avuto bisogno di Generazione Lucana se il mondo politico non avesse fatto tanti errori; se molti avessero avuto la lungimiranza di guardare al di l delle emergenze quotidiane, ora lemergenza pi grande non sarebbe un tessuto sociale giovanile che si disgregato.Eppure la Basilicata un terreno fertile dove piantare il seme di una nuova generazione pi consapevole, pi attiva e pi viva di quella di cui siamo abituati a sentir parlare. Noi vogliamo essere i coltivatori di quel seme, per poi vedere la pianta crescere autonomamente." (Generazione Lucana)  

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uno spettacolo molto intimo. Racconto gli atti delinquenziali che il nostro popolo sta subendo da trentanni" – commenta Ulderico Pesce. Il protagonista un operaio che vive a Viggiano, ha una figlia che fa luniversit in Basilicata e che sta per laurearsi. Ed laddetto alla sicurezza del serbatoio numero quattro, quello della perdita delle 400 tonnellate. Ha visto la perdita di greggio da quel serbatoio. E ha appena scoperto che la figlia ha un tumore del sangue. Dice quello che ha visto, prova a dirlo ai colleghi. Se parla per viene sbattuto fuori, se parla chiude il Centro Oli, e se chiude il Centro Oli chiude luniversit di Potenza e la figlia non pu pi laurearsi. Se parla chiude il Centro Oli e chiude il Crob che si regge con le royalties, e la figlia non pu pi curarsi in Basilicata ed costretta ad andare a Milano. Giovanni incastrato. "Siamo noi Giovanni, non siamo pi liberi noi lucani. Il petrolio va regimentato. Vanno create regole e vanno fatte rispettare, va bloccato qualsiasi altro pozzo. (Ulderico Pesce, Petrolio, in questi giorni messo in scena al Teatro India di Roma.

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Nel mio paesello di campagna veneta, la mattina del Capodanno venivamo svegliati dal coro di alcune voci che cantavano questa filastrocca augurale: bonin bonano son qua anca st'ano a portare la fortuna per tutto l'ano. Bone feste, bone minestre, boni caponi, boni panetoni, na borsa de oro, una d'argento, deme na mancia che mi son contento. Mia madre scendeva, apriva la porta, consegnava una borsa di cibo gi pronta. La famiglia dei canterini era conosciuta come i Piciuni perch, in mancanza di meglio, se li acchiappavano, felici se li mangiavano. Ieri sera ho cenato con due ragazzi albanesi alla trattoria di Fabio, il mio amico calabrese. A servirci a tavola c'era un nuovo cameriere brasiliano di Fortaleza, che ci ha raccontato le ragioni per le quali era dovuto emigrare a Roma in cerca di lavoro. Vedi, ha concluso, dal Brasile, dalla Calabria o dall'Albania il motivo per cui si emigra sempre lo stesso: la sopravvivenza.

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Quest'anno i migranti annegati nel Mediterraneo sono 2.217. E in un suo rapporto l'Onu denuncia che le donne e le bambine rinchiuse nei campi di concentramento in Libia sono violentate, e tutti gli internati subiscono atroci violenze. Nel mondo un bambino ogni 5 secondi muore di fame. E anche in Italia le diseguaglianze sono arrivate a un punto tale che le diciassette persone pi ricche detengono una ricchezza equivalente a quella di diciassette milioni di persone. Piccola perla finale, il centro di Roma, una delle citt pi belle al mondo, in balia di un pugno di teppisti possessori di pullman. Posso dire che non riesco a capire che cazzo c' da festeggiare? E poi mi d fastidio lo sfavillio sfarzoso di luci che c' in giro. Io sono d'accordo con Charles Bukowski che dice: Vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese.  

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Ohib, io qui mi lamento e inalbero. Pasolini ha scritto su Maratea una decina di righe di un reportage sulle coste e spiagge italiane realizzato negli scorsi anni Cinquanta per una rivista. Io su Maratea ho scritto cinque libri. Francesco Saverio Nitti, Una intervista immaginaria. Gian Paolo Nitti. Colui che non diventato. Maratea. Omaggio in cinque parti e venticinque punti. Maratea. Il sogno di una cosa. E infine Lettere dal Sud. E malgrado ci, Maratea non mi dedica n una virgola n un sasso. Sar perch mi chiamo Marchesini e non Pasolini? Ma si ci appropria della fama di un grande, o si rende onore alla dedizione costante di uno scrittore innamorato?  

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Le forme del paesaggio che anticipano un possibile paradiso futuro sono per me quelle di alcuni territori costieri che conosco e amo: San Leone di Agrigento, Selinunte, San Vito Lo Capo e Scopello in Sicilia, Acquafredda di Maratea in Basilicata, Scario, Acciaroli di Pollica e Santa Maria di Castellabate in Campania. Mi piace pensare a un Pianeta prossimo venturo che ci ospiter senza citt rese irrespirabili dall'inquinamento del traffico, ma ricche d'arte, efficienti e conviviali. Da campagne rigogliose e fertili senza discariche e terre dei fuochi, rese armoniche e socialmente coese, come ad esempio Riace, grazie alla solidariet e alla giustizia sociale, e non per le ricchezze enormi in poche mani concentrate. Dove le balene non muoiono spiaggiate per avere ingoiato quintali di plastica. E le armi sono rigorosamente vietate. 

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"Cos nasce la storia di Riace: la mattina del 1998 all'alba arriva un veliero, l'accoglienza sulla spiaggia dei migranti, lle case abbandonate del centro storico perch i nostri concittadini sono andati oltre oceano lasciando vuoto in questo modo tutto il centro storico. Case abbandonate, io non ero sindaco e mi ricordo che non avevamo nemmeno la possibilit economica per ripristinare gli impianti elettrici delle case, per fare i contratti con l'Enel. Abbiamo allora comprato le candele di cera e alla sera si vedeva questa luce fioca che usciva dalle case che di nuovo erano tornate a vivere. Gli emigrati avevano abbandonato queste case e nuovi emigranti erano arrivati, un disegno circolare del destino, poco cambia se hanno il volto pi scuro o se si vestono in maniera differente, sono uguali, sono esseri umani allo stesso livello. Questo stato un processo fantastico, Riace appartiene alle cosiddette aree interne della Calabria che hanno vissuto questi processi di spopolamento, di declino demografico, di abbandono, di rassegnazione sociale, di condizionamenti da parte della criminalit organizzata la cui voce quella che pi si sente e spesso, e lo stato complice di questo. Complice di questo silenzio, di questo far sentire un'unica voce. Mano a mano che la storia ha cominciato a strutturarsi, con la presenza sempre pi numerosa, perch nel 2001 avevamo aderito a quel programma che si chiamava programma nazionale asilo, e con Riace che stava sempre pi diventando una societ multietnica, addirittura interessava i cosiddetti turisti solidali. Turisti che non erano mai venuti per i bronzi di Riace, queste due statue della Magna Grecia che sono state ritrovate nel nostro mare molti anni fa e che dovevano far decollare il turismo sul modello di Rimini, Riccione, ma che cos non stato perch i bronzi sono nel museo di Reggio Calabria, ora venivano per la societ multietnica che Riace stava diventando. Per la curiosit di capire come mai un piccolo comune che non ha nulla per mandare avanti la propria comunit si apre comunque all'accoglienza in maniera spontanea, questo ha incuriosito chi ha fame di umanit, chi vuole un mondo fatto senza barriere, un mondo in cui tutte le persone hanno gli stessi diritti, gli stessi doveri. Non ci vuole molto e addirittura la presenza di queste persone ha contribuito a far rinascere Riace. Voi dovete considerare che la popolazione di Riace come quella di un quartiere di Milano, siamo 1500 abitanti e addirittura nella parte del centro storico dove anch'io abito, abitavo perch adesso non posso andare a Riace, siamo 600 abitanti giusto 300 cittadini riacesi autoctoni cos ci chiamiamo - io vorrei una societ dove nessuno si pu dire autoctono - e 300 cittadini immigrati che provengono da almeno venti nazionalit. Abbiamo fatto l'asilo nido multietnico, e poi un ambulatorio medico in un periodo in cui la sanit un problema molto sentito in Calabria, ma credo in tutta Italia, nato un ambulatorio medico gratuito che servito per i rifugiati ma anche per le persone del luogo. Abbiamo recuperato la scuola, la pluriclasse che abbiamo una cosa fantastica, quando venivano a visitare quest'esperienza aprivamo la porta per entrare in quest'aula e c'era una sensazione incredibile come se si fosse aperta una finestra sul mondo. Bambini di tutte le nazionalit e tra di loro non c' mai nessun pregiudizio per il colore della pelle, non lo avvertono. Sono veramente convinto che l'accoglienza si riconduce all'essenza stessa della calabresit, permettetemi questa considerazione perch il mio amico antropologo dice che l'antropologia dei luoghi fondamentale, questo che ha permesso che questo fenomeno nascesse in una maniera spontanea. A Riace poteva esserci questa storia perch c' anche la fierezza d'incontrare un'altra persona, non lo dico in senso retorico o come luogo comune, l'accoglienza un incontro con un altro essere umano come te, e io credo che ognuno deve essere fiero quando incontra un'altra persona, non avere pregiudizi o secondi fini. Quando succede invece il contrario, quando l'incontro diventa un problema, suscita paura allora io dico che probabilmente c' un disturbo del comportamento, si ha paura di s stessi. Vi pare una cosa normale disprezzare gli esseri umani? Provare odio per il colore della pelle? Essere razzisti, essere fascisti, non una cosa normale." (Mimmo Lucano nel suo intervento nell'aula consiliare del Comune di Milano).

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"La zona in cui esondato il fiume Milicia ad altissimo rischio, non solo per le condizioni dell'alveo che va ripulito, ma per l'enorme numero di case abusive costruite" afferma il sindaco di Altavilla Milicia, Giuseppe Virga, puntando l'indice contro l'abusivismo che colpisce la costa a ridosso di Palermo. "La zona interessata dalla presenza di parecchie case abusive - spiega Virga - Quell'area corrisponde probabilmente al vecchio percorso del fiume Milicia. Quando il fiume in piena abbandona il tracciato naturale ed esonda nella vallata". La colpa dell'avidit miope e irresponsabile dell'uomo, non della natura.  Ad esempio, per avere anni fa denunciato un problema analogo di costruzione abusiva sul letto di un torrente sopra Acquafredda,  mi sono ritrovato una mattina con le quattro gomme dell'auto tagliate. La costruzione abusiva e pericolosa sempre l, ma spero proprio non porti mai a simili conseguenze. 

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E' il mese di ottobre, la frutta di stagione che riempie con i suoi colori e profumi i tavoli induce a sognare a occhi aperti. E a ricordare. Fino a vent'anni ho trascorso le vacanze a casa di mia nonna, in quel di Altavilla, in cima a una collina con ai suoi piedi una lunga pianura che porta a Vicenza. Intorno alla casa c'erano quattro ettari di alberi da frutta e vigna. A ottobre era tutta una esposizione magnifica di cascatelle d'uva, cachi, nespole e prugne, noci e nocciole. Un piccolo paradiso terrestre. Dopo avere corso e giocato e nuotato durante il giorno in una roggia l accanto con i miei amici, in mezz'ora raggiungevo con la Bartali un cinema all'aperto dove mi godevo qualche western avventuroso, poi a mezzanotte rientravo, mi sdraiavo sull'erba del belvedere da cui mi gustavo il profilo luminoso della citt e in cielo il fulgore del firmamento. Ora quella casa stata venduta, non ci posso tornare pi. E' la casa dove bambino e adolescente durante le estati sono stato felice. I miei amici, la bici Bartali, il frutteto e il vigneto, il belvedere erboso con vista sulla citt. Non ho mai pi sperimentato nulla di meglio. O forse no, forse quando ho abitato per quattro anni ad Acquafredda di Maratea, ai Garottoli sotto la Madonnina con l'orizzonte colmo dell'azzurro del mare, o a fianco di Villa Nitti, con a portata di piede un sentiero che in cento passi sullo slancio spingeva a tuffarsi tra le onde. Ecco, quello stato sicuramente nella mia vita un altro periodo felice.

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Manifestazione a Riace del 06/10/2018

Riace, comune della Calabria (RC) a pochi chilometri dal mare Ionio situata su colline con poca vegetazione spontanea per lo pi composta da irti fichi d'india e canneti lungo i canali. Terra desolata e devastata periodicamente da violenti nubifragi. Il numero degli abitanti di poco pi di 2000, ma molte sono le case vuote ed abbandonate, come del resto destino comune a quasi tutti i borghi del sud d'Italia. A vederla dalla strada, piena di curve e che la unisce alla pi nota e importante SS106, nella sua semplicit stupisce per come sia potuta diventare tanto famosa. Ma la ragione ormai nota a tutti. "Quella di Lucano, il suo sindaco, la storia di un maestro di scuola di idee progressiste che inizia nel dicembre 1997, quando un barcone carico di 800 rifugiati curdi attracc nel piccolo porto di questo piccolo paese di pescatori. Lucano non innalz steccati. Anzi: vide - dietro quell'arrivo in massa di disperati - un'opportunit storica per rivitalizzare, anche economicamente, un villaggio che pareva destinato a svuotarsi dei suoi abitanti.

Grazie alla sua associazione (Citt futura) e ai contatti con l'amministrazione locale, offr ai migranti gli appartamenti abbandonati di Riace, spieg loro che, se avessero voluto rimanere l, avrebbero dovuto seguire un corso di specializzazione e inserimento al lavoro. Per anni il sindaco – che nel mirino della criminalit organizzata - si battuto affinch il Ministero dellInterno abolisse strutture come i Cie e i Cara, rifiutandosi di gestire i flussi migratori con le logiche emergenziali, in favore dellampliamento del Sistema centrale di protezione Sprar cui il cosiddetto modello Riace ha fatto da apripista.

Diciotto anni pi tardi, scrive Fortune, Mimmo O kurdu ha cambiato il volto di questo piccolo villaggio calabrese, concedendo ospitalit a 6000 richiedenti asilo, provenienti da 20 diverse Nazioni, e ridando slancio all'economia di questo borgo assurto agli onori della cronaca per il ritrovamento, nel 1972, dei Bronzi di Riace (poi trasferiti a Reggio). Gi nel 2010 Lucano aveva ottenuto un prestigioso premio, terzo classificato nel 2010 tra i migliori sindaci del mondo".

Dopo un viaggio in pullman di pi di cinque ore, arriviamo finalmente a destinazione giusto in tempo per la partenza del corteo.

In prima fila un folto gruppo di ragazzi di colore ballano e cantano a squarciagola, a seguire ci sono gli abitanti di Riace e poi di seguito tutti i manifestanti venuti da pi parti, anche dalla Toscana. I numeri parlano di circa cinquemila partecipanti. Ci sono pochissime bandiere di partiti e, tranne l'ex presidente della camera dei deputati, Laura Boldrini, nominata in precedenza cittadina onoraria di Riace, per il sostegno e la collaborazione dati al suo primo cittadino , e alcuni sindaci riconoscibili dalla striscia tricolore che indossavano, come quello di Cerveteri, Alessio Pascucci, non ci sono esponenti di partiti politici. Lo slogan pi ripetuto ovviamente quello di : Mimmo libero e Riace non si arresta, L'umanit non illegale e poi l'ormai universale Bella ciao cantata da tutti e per tutta la durata del corteo. A pi riprese, giovani muniti di megafono, pronunciano discorsi sull'unica via percorribile per un futuro migliore per l'umanit intera: l'unione e la collaborazione. 

C' negli occhi di tutti una visibile commozione. La sensazione che tutti esprimono quella della consapevolezza di partecipare ad un evento di grande valore simbolico. (Non un caso che manifestazioni pro sindaco di Riace si siano fatte anche in altre citt come Milano ad esempio). Della consapevolezza che si presenti per dire con forza che se dietro l'arresto del Sindaco Mimmo Lucano c' l'intenzione di ostacolare, cancellare o trasformare in fenomeno da megalomane, forse l'unica, vera e concreta proposta di accoglienza di esseri umani che per necessit fuggivano dal loro paese, questa non passer; in una terra, (come d'altra parte tutto il sud), da sempre abbandonata a se stessa, soffocata dalla mala vita e dal potere dei pi forti, e dimenticata perfino dalla politica e dallo stato.

Una leggera pioggerellina non scoraggia i manifestanti che, dopo il saluto al sindaco sotto la sua finestra, confluiscono nella piazza principale del paese,(quelli che riescono ad entrarvi), dove ascoltano i vari interventi a sostegno dell'operato di Mimmo Lucano e del suo modello di accoglienza che unisce il rispetto della dignit umana ad un possibile sviluppo economico. Uno per tutti quello del sindaco di Cerveteri che ha deciso, a seguito dell'arresto di Mimmo Lucano, di autodenunciarsi per lo stesso reato: Se serve la disobbedienza civile di un sindaco per mettere in pratica la solidariet e l'accoglienza, ci dichiariamo tutti colpevoli e complici". Dichiara inoltre: "di avere piena fiducia nei confronti della magistratura, ma al contempo di ritenere Lucano vittima sacrificale sull'altare del salvinismo che vuole attaccare un modello di integrazione vincente. Come insegna il modello di Riace, la vera politica di integrazione si deve basare su diritti e doveri equivalenti e condivisi, per arrivare nel tempo ad una cultura dell'integrazione responsabile. Se atti come questi e come quelli del Sindaco Mimmo Lucano sono reati, se la solidariet stessa a diventare un reato, allora siamo tutti colpevoli e complici"

Girando per il centro del piccolo borgo, ci si sente un po' straniti a vedere per ogni dove murales, scritte, disegni, piccole sculture che fanno riferimento a un vissuto multietnico-culturale. L'ideale per comprendere meglio il sogno che si sta vivendo a Riace, grazie al coraggio e l'impegno del suo primo cittadino, (a prescindere dall'esito delle indagini della magistratura sulla legalit del suo operato), sarebbe quello di soggiornarvi per qualche giorno, e nella quotidianit verificare se quello solo un sogno o una possibile realt.

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Un week end di fine settembre a Maratea. In giro per piazze e viuzze non c' praticamente nessuno. Molti locali sono chiusi. Un tagliere di salumi con una evidente patina di muffa costa 22 euro. E non viene neppure rilasciato lo scontrino. Ma l'accoglienza ai turisti concentrata rigorosamente nei due mesi estivi? La stagione finita, passata la festa e gabbato lo santo? Lo spirito di servizio all'ospite un optional graziosamente concesso, una incombenza da sbrigare, uno sfizio, o un comportamento professionale corretto e bene organizzato, una mentalit e un metodo? Per fortuna quest'estate piovuto molto, non ci sono stati incendi, la natura al suo meglio. La vista dalla cima del Cristo splendida. La spiaggia di Acquafredda o al Macarro sono al mare il miglior introibo. La visita a un agriturismo gestito con passione competente una bella scoperta,  insieme all'ospitalit in un bed and breakfast, dove la colazione al mattino composta di dolce e salato vale come un pasto completo,  riconciliano e fanno dimenticare tutto il resto. 

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Il Vangelo secondo Mattei. Film ambientalista dei materani Antonio Andrisani e Pascal Zullino che spiega il business del petrolio. Una inchiesta divertente e amara, una satira di denuncia sulle estrazioni petrolifere in Basilicata. Una delle battute memorabili del Ges protagonista del film: Non riesco a moltiplicare i pesci. Sono tutti morti. Morale conclusiva: la Basilicata era un Paradiso terrestre. Ma un bel giorno, in questo Giardino dell'Eden, si insinu una tentazione. 

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L'Universit di Potenza terr a settembre, ospitato a Maratea dentro Villa Nitti, un corso sulle peculiarit dei dialetti lucani. Conoscere la variegata e ricca specificit linguistica dei propri luoghi sicuramente interessante. Anche cos si viene a scoprire storia e conformazione delle proprie origini. Per capire meglio chi siamo importante conoscere da dove veniamo. Se posso permettermi una osservazione, penso per che vada anche tenuto in considerazione un ordine di priorit che non poi cos trascurabile. Una societ, una universit che d la precedenza allo studio della glottologia, segnala una propensione a tenere sguardo e attenzione rivolti al passato remoto, quando invece nel presente altri sono i problemi che drammaticamente incombono. L'Universit di Potenza, e con lei altre del territorio meridionale, dovrebbero a mio avviso essere orientate all'utilizzo di una struttura storica importante come Villa Nitti in altre direzioni e su altre questioni. Ad esempio, un osservatorio permanente sulla tutela del mare e la protezione delle coste. O lo studio dei flussi migratori che confluiscono al nostro Paese attraverso il Mediterraneo. Oppure, ancora, sul come attrezzare paesi e citt per accogliere in maniera soddisfacente i crescenti e globalizzati flussi turistici. Magari utilizzando e ripristinando le centinaia di case e terreni soggetti ad abbandono. Applicarsi sull'analisi delle differenze linguistiche in uso tra Maratea e Policoro certo non del tutto marginale, ma ci che preme alle porte, sul piano economico e sociale, pi urgente e fondamentale.

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Durante il suo incarico al vertice della Basilicata, il governatore Marcello Pittella ha coagulato intorno a s unaura di potere che solo parzialmente scalfita dal suo allontanamento dal vertice della Regione. Lesponente del Pd, dunque, pu contare su nuovi incarichi nel partito o in settori comunque di influenza che gli darebbero rinnovati occasioni di inserirsi, seppur in modo indiretto, in ambienti amministrativi con potenzialit significative di distorsione dei pubblici apparati, come accaduto nelle vicende che qui ora interessano. Per questo il Tribunale del Riesame di Potenza ha respinto la richiesta di remissione in libert presentata dai suoi legali. Il governatore si trova agli arresti domiciliari  nella sua abitazione di Lauria (Potenza) dallo scorso 6 luglio, con le accuse di falso e abuso dufficio. Pittella non si dimesso, ma in base alla legge Severino sospeso dal suo incarico visto il coinvolgimento nellinchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Matera sulle raccomandazioni e sui concorsi truccati nella sanit lucana.

Pittella non si faceva scrupolo, in modo sistematico e sprezzante, di asservire il potere istituzionale, che derivava dal suo mandato popolare, ai propri interessi elettorali e personali, scrivono i giudici, spiegando che si visto che lindagato, mercificando le sue funzioni, era in grado di governare procedure amministrative conducendole secondo i suoi desiderata senza esporsi in prima persona, ma profittando di personaggi satelliti mossi con i fili sottilissimi ma tenaci della promessa di avanzamenti di carriera o di benefici vari, in una scambio sempre perfettamente funzionante grazie alla abilit ed alla astuzia delle parti interessate.

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Siamo abituati a esplorare e a descrivere la realt del territorio in cui viviamo in orizzontale e in verticale, ma sempre all'esterno e in superficie. E' come concentrarsi e limitarsi a descrivere di un corpo soltanto ci che appare in evidenza al nostro sguardo. Questo sicuramente importante e necessario, ma non lo altrettanto quello che succede e c' dentro, sotto e al suo interno? Pompeo Limongi, vecchio amico di Maratea e valido geologo amante della natura, del paesaggio, del territorio nella sua interezza, ha raccolto e composto in un libro la conoscenza accumulata nel tempo, grazie alla sua scienza e competenza, su quello che c' di importante sotto e dentro il territorio in superficie di Maratea: cavit, caverne, grotte. Specialmente sulla natura, la composizione, la realt di una di esse: la Grotta delle Meraviglie situata in quel di Marina di Maratea. Forte. Pompeo, anche del fatto che da tempo si propone come guida a chi, indigeno o turista forestiero, chiede di essere accompagnato a di avere raccontate natura, propriet, storia di quel sito. Cavit e grotte, disseminate lungo la costa lucana che si affaccia sul Tirreno, sono interessanti non solo per la loro conformazione fisica, ma anche per la loro storia che nei secoli le ha viste partecipi e protagoniste. Sia per il riparo offerto ai pastori e ai loro armenti in transumanza, che per i monaci basiliani originari del Medio Oriente e approdati sulle coste di Maratea - vedi la Grotta dell'Angelo sotto il Cristo - affascinati e ispirati dalla loro bellezza. Insomma, con un ottimo corredo di fotografie e ospitando e citando gli scritti sulle grotte prodotti nel tempo da altri studiosi, Pompeo Limongi ha realizzato con passione e cura uno strumento conoscitivo che aiuta a far s che Maratea sia un p meno la proverbiale e misconosciuta Bella Addormentata. Contribuendo a risvegliarla. 

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Confesso di sentirmi un perfetto e soddisfatto egoista. Non solo ho felicemente scelto di starmene in agosto in una Roma semideserta, ma a ferragosto mi godo pure il refrigerio della pioggia. E passeggiando per Piazza Vittorio, San Lorenzo e il Pigneto, mi ritrovo ad essere praticamente un indigeno romano residuo in mezzo alla parte di popolazione di quei quartieri che non va in vacanza proveniente da Oriente e Africa, che par di girare per New Delhi o Abidjan. L'effetto che mi sento esoticamente turista senza essermi mosso da Roma. Come stare a casa dell'Aga Khan in Arabia o in Iran. Con il fresco della pioggia.   Ho cenato con mio figlio alla trattoria Conca D'oro, in faccia all'Aniene. Polpette al sugo paradisiache, e patate fritte al parmigiano e pepe che mi hanno fatto tornare goloso come un ragazzino. Poi mio figlio mi ha tenuto una sintetica lectio magistralis sul Web: Internet, Google e Facebook. E mi ha spiegato che Internet la strada gratuita di accesso, mentre Google e Facebook mi spingono a essere attivo e produttivo perch pi tu lo sei e pi Zuckenberg e soci guadagnano. E alla fine mi ha licenziato raccomandandomi di non fidarmi mai delle news che circolano, specialmente quelle pi eclatanti, ma di verificarne sempre accuratamente la fonte. Per evitare di alimentare le bufale. E dopo questi utili insegnamenti, anche il limoncello mi sembrato pi buono. 

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Sto sperimentando dentro di me, con imbarazzo e pena, qualcosa come non mi era mai successo prima. Una difficolt, una resistenza, un atteggiamento di rifiuto istintivo, specialmente sui mezzi pubblici e in luoghi affollati, a rendermi disponibile all'altro. Mi allarmano, mi inquietano, mi spaventano i troppi corpi che vedo malconci, offesi, obesi, le espressioni del viso sofferenti e infelici, gli sguardi sconfitti e disperati. Scopro che la mia curiosit abituale, la mia attenzione naturale, stanno virando verso una reazione di sottrazione e fuga. Preferisco puntare lo sguardo al cielo, o a terra. E quello che per me nuovo e orribile, a volte mi sento e mi vedo reagire rabbioso, in modo sia pure immaginario e allucinatorio, ma per me comunque allarmante e odioso. Mai come oggi mi sento oggetto attraversato e reattivo per quel che di infelice mi circonda e di cui vengo a contatto. Ho sempre idealmente aspirato a un corpo collettivo empatico, un popolo solidale, armonioso e perfino misticamente unito. Ma mi pare che qui ci stiamo collettivamente trasformando, accompagnati da Salvini e dal suo ossessivo e pestilenziale basso continuo, in moltitudine di solitudini arrabbiate, allo sbando e sotto sfratto. (Scritto alla stazione degli autobus della Tiburtina, aspettando nella calura e nel caos vacanziero un amico in arrivo con un'ora di ritardo).

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Mi capitato di seguire un video in cui il parroco di Lauria pronuncia in chiesa la sua omelia in presenza della bara di Domenico Pittella - padre di Gianni, europarlamentare PD, e di Marcello, presidente della regione Basilicata, attualmente ai domiciliari per reati amministrativi vari -, defunto e sepolto nel mese di aprile di quest'anno. Lo schema dell'omelia del parroco a ricordo e in onore di don Mim Pittella segue l'impianto che riassumo. Dio trasmette la sua grazia attraverso i sacramenti: battesimo, comunione, cresima, matrimonio, confessione ecc. ecc. I sacramenti sono canali strategici e decisivi, sta a chi ne fruisce accogliere la grazia divina al suo meglio. Ebbene, secondo il parroco, don Mim diventato prima medico bravo e poi politico importante al servizio della gente perch, da buon cristiano, ha saputo usare i sacramenti divini come autostrade attraverso le quali attingere il massimo di grazia divina. Quindi, e ricapitolando: alla base di tutto c' Dio, poi la Chiesa con la gestione dei sacramenti, e infine, e di conseguenza, il medico e il politico con i suoi mirabili servizi. In tutto questo non si capisce perch don Mim si sia fatto anni di latitanza inseguito da un mandato di cattura, e poi di carcere. E perch suo figlio Marcello, governatore della Basilicata, sia oggi agli arresti domiciliari. La politica come sistema personale e famigliare di potere a prescindere e a tutti i costi, i suoi eccessi ed errori, evidentemente a Lauria e in Basilicata non hanno dimora. L decide e comanda Dio, la Chiesa attraverso la somministrazione dei Sacramenti, la Famiglia devota e unita. Una volta, per il riscatto dei braccianti, c'erano Di Vittorio e il socialismo, il meridionalismo attivo ed europeista di Nitti, la democrazia. Che alla fine abbia vinto Padre Pio?

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Per chi non ne fosse a conoscenza, Pasolini, nel 1959, in un viaggio solitario a bordo di una Fiat 1100 lungo l'Italia commissionato dalla rivista Successo, e con il reportage da lui ricavato e proposto a puntate dalla rivista stessa, approdato anche a Maratea. Ed ecco quello che sessant'anni fa circa ne ha scritto. La costa di Maratea non ha niente di ci che si considera convenzionalmente bello, neanche sulle orme di Boccaccio: semplicemente la costa tremenda. Mai visto tanta perfezione: un enorme scoscendimento, tagliato da biechi torrenti - Mezzanotte, Malcanale - grigio di roccia, tempestato da ciuffi di un verde tutto uguale, che precipita a picco sul mare. Lo schema quello sorrentino, amalfitano, ma riempito da un concreto inferno: ossessivo: ma il risultato stupendo. Maratea per comincia con l'essere un'oasi molto pi dolce: ci sono boscaglie, e la costa finisce con maggiore dolcezza sul mare. Su un grande prato, che sembra quasi un parco inglese, sorge l'elegante, celebre, albergo degli industriali. S, bello: ma io mi ci annoio.

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Senza che nessuno me lo chiedesse, o mi pagasse, anzi, contando sulle mie forze e a mie spese, su Maratea ho scritto cinque libri. Il primo, un Omaggio in cinque parti e venticinque punti, perch incantato e ispirato dalla sua bellezza. Il secondo, Maratea, il sogno di una cosa, su criticit e problemi vari. Il che mi ha regalato le quattro gomme dell'auto tagliate. Il terzo su Francesco Saverio Nitti e sul nipote Gian Paolo, da me assunti come padre venerabile e fratello affine e modello. L'ultimo infine, Lettere dal Sud, a carattere antologico descrittivo. Non mi risulta che qualcun altro abbia scritto su Maratea tanto. Vedo che ad essere premiati sono accademici della destra reazionaria come Domenico Fisichella, mentre a Sofia Loren, che a Maratea non ha dato una briciola, viene attribuita la cittadinanza onoraria. Non che qui a non essere premiati ci si deve sentire grati e onorati? 

 

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Oggi cade il 150 anniversario dalla nascita in quel di Melfi di Francesco Saverio Nitti: grande meridionalista, storico illustre, statista antifascista, europeista ante litteram. L'ho intervistato facendo finta che ottantenne fosse ancora vivo e attivo, come era in realt stato, nella sua Villa di Acquafredda, facendogli raccontare il suo pensiero e le opere, l'attivit politica, i suoi affetti, la vita. Ho avuto il piacere e la fortuna di incontrare chi lo aveva conosciuto ad Acquafredda, e l'onore di avere la mia Intervista immaginaria presentata all'Istituto di Studi Filosofici di Napoli. Auguri per il compleanno, Francesco Saverio. Grande nonno adottivo.

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Bene l'ordinanza del sindaco di Maratea Domenico Cipolla, che impone dal gennaio dell'anno prossimo ai commercianti del suo paese di non utilizzare e vendere buste e altro di plastica che non sia biodegradabile. Iniziativa raccomandabile a tutti i sindaci del Paese, specialmente a quelli di comuni costieri. Il mare un magnifico, unico e indispensabile essere vivente. Va rigorosamente tutelato. Ma perch allora la battaglia che da decenni alcuni conducono perch la costa di Maratea sia dichiarata Area Marina Protetta non ha avuto alcun risultato? Dove sta la coerenza, e come si supera questa politica cos platealmente contraddittoria?

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Perch ho tifato Croazia? Perch la Francia mi sta sul cazzo! Cos, in brutale franchezza, l'amico Biagio di Acquafredda. Quindi non per ammirazione ed entusiasmo per la Croazia, ma per odio verso la Francia. Della Francia l'Italia affine e cugina. E' quindi, a qualsiasi costo, da emulare e superare. Noi ai mondiali non ci siamo neppure qualificati, la Francia li ha vinti. Intollerabile! Insopportabile! La Francia mi sta sul cazzo! Evviva la Croazia! Ma il calcio qui puro pretesto e teatro. A lavorare sono frustrazione, umiliazione, rabbia per l'esclusione e la sconfitta. Si tratta di sentimenti primordiali e cavernicoli. Il calcio fa solo da humus e leva. Noi siamo stati cacciati dal paradiso senza neppure avere assaggiato la mela.  Ha vinto la Francia? In realt ha vinto l'Africa.

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Evviva la Goletta Verde di Lega Ambiente che come tutti gli anni approdata al Porto di Maratea. E l, con accanto il Sindaco e le altre autorit, non ha risparmiato le critiche a una Regione, la Basilicata, che sta da troppo tempo permettendo che le sue migliori risorse idriche, agricole e ambientali vengano progressivamente inquinate e disastrate da logiche di speculazione e mala gestione. Per chi si aspettava uno spot auto promozionale, Lega Ambiente ha mostrato quanto vale non risparmiando critiche e rampogne all'Eni, alle istituzioni di controllo pubbliche e a chi se l' meritate. Poi, mostrando un diplomatico savoir faire, ha per evitato di chiedere come mai il governatore della regione, Marcello Pittella non fosse l presente.

 

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Lo si pu vedere camminare per paesaggi selvaggi dellentroterra lucano. Accanto ai suoi passi, unasina di nome Cometa Libera, ormai chiamata da tutti Cometina. Per Biagio Accardi, lasino lemblema della ruralit e quindi di un mondo perduto, ma anche della lentezza, dal momento che decide il ritmo del cammino. Ed proprio per conoscere con lentezza il Parco nazionale del Pollino, che il 46enne da sei anni si offre come guida alla scoperta della natura della Basilicata, rigorosamente a piedi e accompagnato da Cometina.
Il suo progetto, Viaggiolento, nato dallesigenza di recuperare la figura del cantastorie e farlo rivivere, proprio alla vecchia maniera, nel modo pi autentico possibile, ovvero a piedi di paese in paese per raccontare fatti e leggende. Mi sempre piaciuto pensare a Viaggiolento come un elogio della lentezza, una riflessione sul camminare e il pensare lento. Ma non di quella lentezza statica, quasi immobile, bens una lentezza dinamica che fa veicolare unidea, un concetto o un nuovo modo di pensare la vita. Viaggi, in cui Biagio non chiede di essere pagato ma di ricevere un contributo libero. Non avendo spese e offrendo un servizio immateriale, ci limitiamo a promuovere semplicemente il territorio. Anche se a volte siamo sorpresi dalla generosit delle persone, segno che ci si emoziona ancora di fronte al bello. Perch Biagio Accardi non solo il promotore di percorsi di cammino negli splendidi paesaggi lucani. Con una formazione come guida turistica alle spalle, performer e suonatore, il cantastorie anche tra i fondatori del pi piccolo teatro del Mediterraneo, a Tortora, capace di ospitare in platea un massimo di 15 spettatori. Proprio qui, negli spazi dellassociazione CattivoTeatro, ospitiamo viaggiatori, artisti o semplici curiosi. Non molto lontano dalla sede principale dellorganizzazione, in questi mesi sta prendendo corpo un nuovo progetto, lEco-campo degli Enotri, luogo di condivisione culturale, nel quale arti e saperi vivono e si sviluppano in armonia in un contesto agrario ancora ben conservato. NellEco-campo ospitiamo i viaggiatori appassionati di vita rurale, che possono visitare i nostri orti sinergici, fare attivit olistiche, partecipare a incontri e laboratori sulla musica e la danza tradizionale del sud Italia, godere di una performance presso il nostro teatro, oppure fermarsi semplicemente a meditare sotto una quercia.
Eppure Biagio non resta confinato in terra lucana. Le sue performance, infatti, da pi di dieci anni lo conducono in tutta Europa: nelle piazze, nei circoli, nei teatrini e in qualsiasi luogo dove si promuova cultura. La sua ultima produzione itinerante Kairos, Elogio della lentezza, uno spettacolo che parla dei paradossi dei nostri tempi e fa riflettere sul possibile ritorno al legame con Madre Natura e suoi ritmi. Su questo pianeta luomo ha bisogno di tirare un freno, di rallentare e fermarsi a pensare. CՏ bisogno di dedicare un po pi di tempo a se stessi e non allingranaggio a cui apparteniamo. Ingranaggio che impone andature sempre pi veloci, sempre pi frenetiche al punto di non comprendere pi i segnali che la natura ci sta dando. Tutto questo correre per arrivare dove?
(Da Il Fatto Quotidiano)

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Una festa televisiva di Capodanno dove si inneggia a un sacco di cantanti mediocri, ma ci si dimentica di ricordare Mango. La consegna a Villa Nitti, in quel di Acquafredda, di un premio speciale intitolato al grande meridionalista, statista, europeista e antifascista lucano: e a chi? A un barone universitario che ha fondato Alleanza Nazionale insieme a Fini. Un bel servizio televisivo di Linea Blu in cui si esalta la bellezza di una grotta a Marina, e ci si scorda di segnalare che, dopo vent'anni, la battaglia per fare della costa di Maratea un'Area Marina Protetta fallita. Si esalta il passato remoto per non affrontare efficacemente il presente e il futuro? E che dire di un luogo magnifico come l'ex Collegio Scuola totalmente abbandonato quando potrebbe fornire ospitalit preziosa a chi ne ha estremo bisogno? La battaglia perch le strade di Maratea siano pulite sacrosanta: ma non rischia di diventare un paravento dietro il quale nascondere la vera monnezza?

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In una intervista, a Salvini stato chiesto un giudizio su Domenico Lucano, sindaco di Riace. La sua risposta stata: meno di zero. Chi come me ha vissuto lesperienza di Riace fin dallinizio, ha visto rinascere un paese completamente abbandonato, ha esultato come calabrese e meridionale nel vedere Riace citato dai mass media di tutto il mondo, che normalmente della Calabria se ne sono occupati solo per la ndrangheta. Wim Wenders, un grande regista tedesco, davanti a dieci premi Nobel ha dichiarato: a Riace ho scoperto la vera civilt e quale potrebbe essere il nostro futuro. Un paese di meno di 1.200 abitanti ha ospitato fino a quattrocento migranti senza che ci fosse in ventanni un solo reato, un solo conflitto interetnico, in un clima di fratellanza e amicizia con tutti gli esseri umani da qualunque parte provengano. Oggi Riace, questo paesino calabrese, diventato un punto di riferimento per tanti Comuni italiani e europei, un luogo di incontri, di cultura, di festa. Nei progetti di accoglienza lavorano circa quaranta giovani locali, e grande lindotto che le attivit legate ai migranti hanno prodotto nelleconomia locale. Un esempio virtuoso che dovrebbe essere moltiplicato e applicato su grande scala. proprio dalle aree interne, da quello che Manlio Rossi Doria chiamava losso del Mezzogiorno, che potrebbe rinascere il Sud e di riflesso il nostro paese. (Tonino Perna, il manifesto)

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La Basilicata si estende su diecimila km quadrati, e ha un terzo degli abitanti della Liguria, che per estesa su cinquemila km. La Campania di km quadrati ne ha tredicimila, ma di abitanti dodici volte pi della Basilicata. Io mi affaccio alle finestra della mia casa a Rivello, scruto la rotta dei fenicotteri, le tracce delle lontre, ma di abitanti ne vedo sempre meno. E davanti ai miei occhi c' Nemoli, altrettanto vuoto. Ci sono solo i nostri vecchi e le bulgare, le rumene, le moldave. La ghigliottina che ci sta decimando e uccidendo ha due lame: la prima quella dello spopolamento, la seconda si chiama petrolio, con tutto quello che ne consegue di veleni e scorie tossiche. Ma ogni nostra battaglia di denuncia va a sbattere contro il muro dell'Eni che ci oppone il segreto commerciale, manco fosse la ricetta della coca cola, mentre si tratta di dare risposta ai lucani flagellati da altissime incidenze tumorali. (Ulderico Pesce, attore e autore teatrale in scena con Petrolio, intervistato oggi da Il Fatto Q.)

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Lisola di Ventotene uno dei simboli dellEuropa. Qui nel 1941 Altiero Spinelli scrisse il Manifesto che ispir lUnione Europea, ma oggi lisola rischia di scomparire. Siamo a rischio estinzione racconta Anna Curcio la maestra dellunica scuola dellisola. Lisola si sta spopolando e il prossimo anno non abbiamo iscritti alla scuola media: se continuiamo cos rischiamo la chiusura. Sullisola vivono stabilmente 250 persone, soprattutto anziani, e i servizi sono sempre meno. Cos il sindaco Gerardo Santomauro lo scorso autunno ha proposto di accogliere delle famiglie migranti per ripopolare lisola. Uniniziativa che ha diviso gli isolani tra chi vede i migranti come una risorsa e chi come un problema. 

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A Grottole, Basilicata, le case abbandonate sono seicento. I tutta Italia i borghi parimenti abbandonati sono duemilacinquecento. Nel nostro Paese approdano ogni anno migliaia di famiglie migranti prive di tutto a cominciare dalla casa. Un certo Andrea Paoletti, architetto, lancia l'idea di ripopolare Grottole e gli altri borghi abbandonati mettendo le case vuote a disposizione di non meglio definiti artisti che diventerebbero residenti temporanei internazionali. Ha chiamato tale mirabolante progetto Wonder Grottole (Wow!), ma non fa il minimo cenno alle migliaia di migranti reali e concreti che arrivano in Italia e sono senza casa. Cos, in una botta sola, si nega un dramma e si inventa una fanfaroneria. Infatti questa non Wonder Grottole, ma Grottole immaginaria e surreale. I borghi non hanno bisogno esclusivamente o principalmente della fantasia degli artisti, ma di bravi artigiani operosi, di coltivatori di campagne e orti, di allevatori di animali domestici, di infermieri e badanti. E di giovani capaci che insegnino loro la lingua italiana e tutto ci che serve a meglio inserirsi e integrarsi. Con gli adeguati contributi finanziari dell'Europa, che ha tutto l'interesse a che ci avvenga prima che una emigrazione selvaggia dilaghi perch priva di interventi seri e mirati. Da questo punto di vista, la cittadina che ha scelto una politica di intervento efficace, in termini di accoglienza e inserimento, la calabra coraggiosa Riace.

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Per un luogo, un territorio, gli abitanti di una citt, le tradizioni sono sicuramente importanti perch necessarie a costruire e definire una identit collettiva. Purch, io penso, vengano utilmente connesse e rielaborate lungo un percorso storico in funzione dei temi e dei problemi dell'attualit. Per Maratea, ecco pertinenti e interessanti al proposito le presenze e l'opera di personaggi storici quali ad esempio Costabile Carducci, Francesco Saverio Nitti, l'industriale Rivetti. E oggi? Oggi si riparte dalle ossa del vescovo Biagio, originario di Sebaste nell'Armenia, approdate nel tempo dei tempi sulla spiaggia degli Ilicini. Si intende cos mettere in risalto quanto quell'evento, "luce che venne dal mare", abbia dato forma fisica e impronta simbolica a molti luoghi di Maratea. Bene: ma dal mare oggi non vengono in massa, dalla stessa Armenia, gli emigranti sulle loro imbarcazioni? E alle ombre e luci, alla potenziale ricchezza e ai problemi di cui sono portatori, noi, celebrando solennemente l'approdo delle ossa del vescovo Biagio a Maratea, non facciamo alcun cenno? Ma non si rischia cos di evitare le questioni urgenti e scottanti del presente per rifugiarsi in un rassicurante passato?

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Al seminario organizzato da Cuperlo e dalla sinistra dem al Nazareno, intervenuto Ferrante, un giovane 21enne iscritto e militante nel PD di Avellino, che tra le altre cose ha detto: Nella provincia di Avellino, culla del De Mitismo il Pd ha preso il 15% mentre il M5s il 42% e questi numeri gi dicono tutto. Nella mia federazioni ho assistito a scene in cui aspiranti candidati hanno perso la dignit in cambio di una candidatura. In Irpinia il partito non esiste: il partito promosso dallarticolo 49 della Costituzione in cui i cittadini concorrono con metodo democratico non cՏ, non esiste, ci sono i signori delle tessere: se hai un capitale, un imprenditore che ti sostiene puoi prendere in mano il partito. Credo che sulla forma-partito vada ripresa la proposta di Fabrizio Barca che stata cestinata. Io ho visto scene nei seggi in cui persone che hanno passato una vita a sinistra hanno votato il M5s per liberarsi di un sistema marcio e clientelare. Nel mio collegio – prosegue il giovane militante dem – la logica del Rosatellum truffaldino, ha imposto la candidatura di Giuseppe De Mita, che non era ben visto dal nostro elettorato. De Mita colui che andato in televisione ad offendere il partito democratico ed i militanti in Irpinia hanno poi restituito la tessera. 

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Ciao Biagio, non mio, un p lungo, ma secondo me merita di essere pubblicato.

Gian Carlo M.

I 5 Stelle vincono innanzitutto perch al Sud gli effetti dello svuotamento della democrazia rappresentativa sono pi gravi che altrove. Non solo perch da quando esiste il Porcellum, cio a partire dal 2005, gli elettori non possono pi scegliere i propri candidati. O perch, qualunque sia lesito delle elezioni a cui partecipano da oltre 10 anni, amministrative o politiche, la condizione sociale di una massa crescente di loro non muta, anzi peggiora. Ma il fatto che il ceto politico, soprattutto quello dei governi locali e nazionali, mostra una totale inettitudine a cambiare alcunch della loro vita, e soprattutto si presenta come una lite che vive immersa in privilegi ed affari, qualunque sia la colorazione politica di appartenenza. Infine, in molte aree del Sud il voto non pi libero. La disoccupazione perdurante degli ultimi anni ha creato una dipendenza grave e sempre pi stretta di una platea estesa di cittadini dai favori e dalle influenza dei detentori di potere grandi e piccoli. Una societ civile resa fragile dalle scarse fonti di reddito e occasioni di lavoro, oggi sempre pi assoggettata ai comandi della politica affaristica, quando non della criminalit organizzata.

E' quindi naturale che il movimento 5stelle sia apparso con tutte le caratteristiche di un movimento antisistema, e perci ha finito con lavere questa forza dirompente. Se ci si riflette bene, la vittoria elettorale di tale formazione appare paradossalmente come un segnale positivo. Esprime la volont di ribellione e di libert del nostro Mezzogiorno, una parte del paese che non si vuole arrendere a una visione della politica non solo svuotata di ideali, ma priva di dignit, di una qualche sfumatura morale, piegata in maniera sempre pi sordida a logiche di clan.

I 5Stelle non promettevano posti di lavoro, non sono legati a clientele locali, hanno mostrato di praticare una politica anticasta con i rimborsi (ah, gli idioti che li rimproveravano perch alcuni di loro erano inadempienti!), si battono da sempre per un reddito minimo, si presentano soprattutto come angeli senza passato. E questo appare il pi grande merito. Perch di fronte alla montagna di fallimenti che stata la politica nazionale degli ultimi anni, agli occhi di tanti italiani e soprattutto meridionali, la vergine inesperienza dei 5Stelle di gran lunga preferibile alla competenza delle vecchie volpi, sempre le stesse, impegnate a conservare presidi di potere di piccolo cabotaggio e a non cambiare alcunch.

(Piero Bevilacqua - il manifesto) 

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Come tutti sanno, ci sono i famosissimi Bronzi di Riace, e poi, per chi ancora non lo sapesse, c' il nuovissimo Sistema Riace. E' quello di come si pu fare accoglienza e integrazione dei migranti descritto dai funzionari della Prefettura di Reggio Calabria inviati a verificare la consistenza dei fatti. Nel loro rapporto cos li descrivono. Nella scuola di Riace i ragazzini del luogo scherzano e scambiano battute e commenti ironici con i loro coetanei dell'Africa o del vicino Oriente. Le case vecchie e umili sono pulite, ordinate e arricchite dalla presenza di donne e uomini di provenienza disparata, i cui ospiti di altre parti del mondo conducono la stessa vita dignitosa della gente umile di Calabria. E un abile cuoco egiziano prepara magnifiche pizze, e nelle botteghe artigiane indigeni e stranieri lavorano insieme il legno, i tessuti, la lana. E i terrazzamenti della collina sono trasformati in orti affidati ai migranti per la integrazione del loro sostentamento, e per alimentare il ciclo dell'economia agricola. Cos gli ispettori della Prefettura di Reggio Calabria descrivono ammirati nel loro rapporto quello che hanno visto. Ed tutta Riace che si propone a sistema di accoglienza e integrazione dei migranti, mostrando i suoi migliori muscoli. Che non sono solo quelli dei Bronzi. Cacciassero fuori i loro molti altri borghi del sud, del centro e del nord del Paese. Ne ricaverebbero per s e per tutti grande vantaggio umano, sociale, economico, civico. E lasciamo che Salvini declami san Matteo e Pasolini profanandoli in Piazza del Duomo a Milano.

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Abbiamo tre forze a difesa della legalit, della giustizia, della nostra stessa incolumit: le Forze dell'Ordine - Carabinieri e Polizia -, la Magistratura, la Politica. Come mai, a distanza di otto anni, le indagini sull'omicidio di Angelo Vassallo, il Sindaco di Pollica nel Cilento, si chiudono senza che di quel delitto sia stato individuato il colpevole? Non si tratta di una implicita ma clamorosa dichiarazione di sconfitta delle stesse forze dell'ordine di quella zona? Ma si tratta di incompetenza e inettitudine, o qualcosa o qualcuno dallo stesso interno di quelle forze ne ha ostacolato e impedito un efficace funzionamento? Dario Vassallo, che ha organizzato la marcia di domenica ad Acciaroli in ricordo del fratello, per avere sollevato dubbi al proposito stato querelato dai Carabinieri. Ma Dario dice: come possibile che il sindaco mio fratello sia stato ucciso con nove colpi di pistola nel silenzio della sera su un tratto di strada della collina sopra Acciaroli, a venti metri da una casa dove abitava un carabiniere, e quel carabiniere sostenga di non essersi accorto di nulla? E come mai dopo il delitto scomparso il nastro della videocamera che riprende e monitora tutto ci che succede nella piazzetta e davanti i locali del Porto di Acciaroli? E che dire del fatto che interessato alla realizzazione di un villaggio turistico, al quale il sindaco Vassallo si opponeva perch giudicato illegale e speculativo, c'era anche un alto ufficiale dell'Arma? E che dire del fatto che Antonio, figlio del sindaco ucciso, abbia pubblicamente chiesto al PD che Alfieri, candidato alla Camera, sia tolto dalle liste perch avversario politicamente combattuto allora dal padre che lo aveva denunciato in quanto finanziatore, da Presidente della provincia di Salerno, di alcune aziende che non avevano mai eseguito i lavori pubblici per i quali erano state pagate? Abbiamo tre forze dell'ordine a difesa della legalit, della giustizia e della stessa nostra incolumit: carabinieri, magistratura e politica. E se poi succede che non funzionano? Riposa in pace, Angelo. 

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La scoperta di Maratea da parte di Camilla Cederna avviene a met degli anni Cinquanta, dopo la lettura di un articolo apparso sul quotidiano londinese Daily Telegraph intitolato Andiamo in un posto diverso dai soliti. Scrive Camilla Cederna una volta approdata a Maratea: Chi arriva la sera, sente come unico rumore il respiro del mare che entra dalle finestre insieme ai cento aromi della macchia mediterranea, di rosa selvatica, pepe, miele, anice e menta, e non vede altre luci che stelle. Non una barca sull'acqua, non una persona in vista, ma un silenzio fondo, una calma solenne e antica, una bellezza cos ferma e patetica che prende quasi alla gola (Camilla Cederna - Il paradiso al mare - Vicino e distante - Mondadori). Nel mio libretto riportato anche quanto appunto scrive Indro Montanelli in un servizio apparso sul Corriere della Sera del 1957, dove alla bellezza di Maratea non lesina lodi, arrivando a proclamarla ottava meraviglia del mondo e forse il pi bel panorama d'Italia. A parte alcune inesattezze non del tutto marginali (Maratea l'unico sbocco sul mare della Basilicata), per il grande giornalista non l'ambiente fisico a sollevare problemi, quanto coloro che lo abitano. Essi - secondo il Nostro - sarebbero generosi soltanto di processi per contestazioni di compravendita e di eredit. Per un olivo, un fico, un filare di pomodori ci sono cause che vanno avanti da generazioni e interi patrimoni si esauriscono in carte da bollo e parcelle di avvocati. E ancora: Con quel p p di mare spalancato davanti alla propria scogliera i Marateoti seguitano a costruire le loro case in modo da voltargli cocciutamente le spalle; non sentono neanche la tentazione dei bagni, e quasi nessuno di loro sa nuotare. Il loro attaccamento a quella piccola patria suggerito, pi che da un vero e proprio amore per la sua splendente bellezza, da un complesso di paure e abitudini casalinghe...  Ecco quanto scriveva di Maratea e dei Marateoti Indro Montanelli sul Corriere della Sera nel 1957. Ma dopo tanti anni, sicuramente le cose sono in gran parte cambiate.

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Ebbene s, confesso, ci sono casi in cui mi sento un conservatore convinto. Dopo avere valutato attentamente i pro e i contro, mi rimane dentro densa l'opinione che Maratea sia pochissimo adatta ad ospitare lo spettacolo RAI della festa per gli auguri di Capodanno. Domani notte in poche ore convergeranno su quelle strade decine di migliaia di persone con migliaia di vetture. Ci saranno, crescenti e immani, frastuono e baraonda. Ma avete presente la natura del luogo, le strade strette e risicate che a serpentina fiancheggiano le montagne? Ma vi rendete conto che per gli incendi e le piogge esse sono state recentemente interrotte e chiuse con una frequenza allarmante? Ma stiamo parlando delle stesse strade dove non raro incrociare mucche vagabonde? Maratea un miracolo di bellezza naturalistico paesaggistica in equilibrio risicato: andrebbe trattata come una perla fragile e preziosa. Pretendere di trasformarla, di notte e d'inverno, in un luogo di festa di massa significa violarla e farle violenza, mettere a rischio equilibrio e capacit di resilienza. Cos come non si pu trivellare impunemente petrolio in Val D'Agri mescolando acque purissime con i veleni che residuano dagli idrocarburi. Non si pu coniugare logica del profitto e rispetto per la natura, brutalizzarla con la trivella. Ovviamente tifo perch domani sera a Maratea funzioni tutto al meglio e in allegria. Ma intanto non potevo starmene ipocritamente zitto.

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Il mare all'orizzonte con la sua mutevole immensit azzurra; un bosco sulla collina per le passeggiate e la raccolta di fiori e frutta; magari una piscina nei paraggi di acqua termale calda; sicuramente un tavolo da ping pong sulla terrazza sotto l'ombra odorosa di un carrubo e una quercia; un cane e un gatto come presenza animale amica; sedie e divani sotto il portico per accogliere gli amici e chi voglia partecipare alle conversazioni di attualit politica e filosofica, o ragazzine e ragazzini per un laboratorio di scrittura creativa; una piccola cantina ben fornita e un orticello dove coltivare aromi e insalata; una cucina attrezzata e una dispensa adeguata; una libreria per nutrire fantasia e conoscenza; uno scrittoio per immergersi nel flusso inquieto dei pensieri e dare loro forma sufficientemente ferma; un angolo musica per far volare le emozioni; una camera protetta per godersi i bisogni e i desideri dell'amore e una dormita saporita. Cos'altro da augurare di pi e di meglio per rendere la vita, fin che dura, degna di essere vissuta? E questa, con le variazioni e modulazioni soggettive, dati i gusti, i luoghi e i contesti diversi, dovrebbe essere possibilit per tutti concreta. Le risorse potenziali ci sono, sequestrate per dall'ingordigia e dalla follia di una minoranza. Ma se la diseguaglianza diventa troppa, scoppia la rabbia, che va incanalata nella direzione giusta, non ad alimentare guerre tra poveri. Per questo urge la presenza di una forza politica di sinistra credibile e persuasiva perch forte e unita.

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Lappello a ripopolare i piccoli borghi sempre pi attuale. I paesi lucani, calabresi, pugliesi, secondo lultima fotografia scattata dallIstat, vivono una situazione desolante. Lo scenario segnato da una popolazione che non fa figli ma invecchia, mentre i giovani lasciano la regione. Un patrimonio fatto di case arroccate tra le montagne, che potrebbero salvarsi dallabbandono attraverso laccoglienza dei migranti. Il Sud deve accogliere queste persone ci dice Franco Arminio, poeta e paesologo, nellidea che questo intreccio produca crescita. Anche conflitto, ovviamente, perch nessun processo avviene a costo zero. Questa lepoca in cui siamo e non dobbiamo portarle il broncio. Si tratta di persone che in questo momento storico hanno delle sventure, aggiunge il paesologo. Noi le abbiamo avute cento anni fa, quando in mezzo secolo 12 milioni di italiani sono andati via, soprattutto da queste terre, Calabria, Puglia, Basilicata. E lItalia interna si allarga fino a comprendere anche il mar Mediterraneo, diventato negli anni la grande fossa comune di chi non ce lha fatta. Chi ce la fa pu forse diventare una speranza per i borghi del Sud, secondo quel senso di comunit che affiora dalla filosofia di Franco Arminio

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Il mare all'orizzonte con la sua mutevole immensit azzurra; un bosco sulla collina per le passeggiate e la raccolta di fiori e frutta; magari una piscina nei paraggi di acqua termale calda; sicuramente un tavolo da ping pong sulla terrazza sotto l'ombra odorosa di un carrubo e una quercia; un cane e un gatto come presenza animale amica; sedie e divani sotto il portico per accogliere gli amici e chi voglia partecipare alle conversazioni di attualit politica e filosofica, o ragazzine e ragazzini per un laboratorio di scrittura creativa; una piccola cantina ben fornita e un orticello dove coltivare aromi e insalata; una cucina attrezzata e una dispensa adeguata; una libreria per nutrire fantasia e conoscenza; uno scrittoio per immergersi nel flusso inquieto dei pensieri e dare loro forma sufficientemente ferma; un angolo musica per far volare le emozioni; una camera protetta per godersi i bisogni e i desideri dell'amore e una dormita saporita. Cos'altro da augurare di pi e di meglio per rendere la vita, fin che dura, degna di essere vissuta? E questa, con le variazioni e modulazioni soggettive, dati i gusti, i luoghi e i contesti diversi, dovrebbe essere possibilit per tutti concreta. Le risorse potenziali ci sono, sequestrate per dall'ingordigia e dalla follia di una minoranza. Ma se la diseguaglianza diventa troppa, scoppia la rabbia, che va incanalata nella direzione giusta, non ad alimentare guerre tra poveri. Per questo urge la presenza di una forza politica di sinistra credibile e persuasiva perch forte e unita.

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Cosa diventata nel tempo Acquafredda, piccola comunit collocata sulla costa di Maratea? La scuola elementare da tempo chiusa, la locale stazione ferroviaria che risale ai tempi di Nitti bella quanto vuota e abbandonata, l'ufficio postale trasferito, su tre bar un tempo funzionanti ne rimasto attivo uno, l'area sportiva con campi da calcio e da tennis abbandonata e invasa da erbacce, ha chiuso pure il tabaccaio con il vecchio gestore sempre pronto a regalarti una battuta e un sorriso. Gli abitanti diminuiscono, la popolazione invecchia, di bambini ne nascono sempre meno. i giovani per motivi di studio o per lavoro se ne vanno. Si vive sostanzialmente degli introiti ottenuti dalle presenze dei turisti, che per sono concentrate nei soli due mesi estivi. Cosa resta, cosa permane di questa comunit in un declino che sembra inarrestabile? Sicuramente l'attaccamento e il vanto orgoglioso per una straordinaria bellezza naturale e paesaggistica - purtroppo funestata per da sempre pi frequenti ed estesi incendi. Ma con quella si fanno selfie a valanga, ci si inebria e si sogna, ma non si cresce e non ci si sviluppa. E neppure si mangia. Ma cosa potrebbe invertire il continuo scendere di questa parabola, che non riguarda soltanto una piccola comunit, ma parte della Basilicata se non l'intera area meridionale nostra? E perch i dati dicono che negli ultimi anni sono pi numerose le presenze di turisti nelle Baleari che in tutta la Sicilia? Sembra accertato che la differenza sia determinata dall'organizzazione dell'accoglienza, dalla quantit di servizi e dalla loro efficienza. I pensionati benestanti e i giovani dei Paesi del centro e nord Europa scelgono di visitare e soggiornare, se non proprio di trasferirsi e vivere, in luoghi non solo ricchi di bellezza ambientale, ma degli agi e confort offerti. La bellezza fondamentale, ma da sola non basta. E' anche il fattore umano, la sua moderna e aggiornata imprenditorialit, a fare la differenza. E il dinamismo lungimirante della classe politica.

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Figuriamoci se non piace la notizia data dal Sindaco di Maratea che sono state avviate le procedure per verificare la fattibilit di un progetto di case popolari al posto dell'ex Colonia di Fiumicello... Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, visto che quell'importante struttura, di propriet della Regione, da oltre trent'anni abbandonata e, tranne gli uffici necessari ai pochi carabinieri, chiusa. L dentro ho lavorato anch'io due estati per aiutare 250 bambine e bambini, figli di lucani emigrati, a trascorrere al meglio le loro vacanze. E a lavorare con me c'erano altre decine di persone. E durante l'inverno la Colonia estiva tornava a funzionare come Collegio Scuola che ospitava centinaia di bambini. Recuperarla e riattivarla, sia pure come case popolari, sar un'impresa. Personalmente vedrei bene l'inserimento negli appartamenti ottenuti di famiglie di migranti che arrivano a loro rischio e pericolo attraversando il mare. I soldi per il loro mantenimento iniziale dovrebbero essere sborsati dall'Unione europea. Almeno quelli. E pure gli altri necessari a sostenere chi dovrebbe impegnarsi per avviare un percorso di ambientamento, alfabetizzazione, integrazione sociale. Cos come stanno gi facendo Comuni del Sud lungimiranti come Riace. A questo punto questo penso sia uno dei modi necessari, coraggiosi ma efficaci per rovesciare il crollo demografico, economico e sociale di quelle aree.

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Che Villa Nitti, sia pure dopo quarant'anni,  sia stata recuperata e ripristinata al suo meglio cosa di cui essere lieti. Che sabato prossimo ospiti un premio in onore di Francesco Saverio Nitti motivo di ulteriore soddisfazione. Che poi tra i premiati ci sia anche Emma Bonino, come non apprezzare? E' l'avere attribuito uno dei premi anche a Domenico Fisichella che non poco turba. Fisichella: non colui che ha fondato Alleanza Nazionale insieme a Gian Franco Fini, restandone ai vertici per dieci anni? Ai tempi del glorioso regime, Fisichella e Fini non sarebbero forse stati dalla parte di chi organizz le squadracce che fecero irruzione sia ad Acquafredda che nella loro casa a Roma, inducendo i Nitti all'esilio a Parigi? E ora a Fisichella viene attribuito un premio nella Villa che fu sede di vacanza e impegno sia di Francesco Saverio che del nipote Gian Paolo, eletto consigliere regionale lucano del PCI nel 1970, allora orgogliosamente comunista guevariano

Dice: ma Fisichella uno storico che ha scritto decine di libri... 

E perch non si fa premiare da CasaPound?

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Dopo un'estate di fuoco, serve una riflessione sul perch degli incendi.

In Francia dicono che, per spegnere un incendio, dopo dieci secondi basta un secchio, dopo dieci minuti servono i pompieri e dopo unora ci vuole lelicottero. La rapidit dintervento decisiva. Docente universitario di sociologia economica a Messina, Tonino Perna luomo che, in sei anni da presidente del Parco nazionale dAspromonte, ridusse dell80 per cento il territorio devastato dal fuoco.  E venne mandato via. Oggi, mentre i roghi si moltiplicano e la superficie bruciata raddoppia in un anno,  utile domandargli come comp quel miracolo.

Nessun miracolo. Divisi il Parco in aree e le affidai, con un concorso, a cooperative o associazioni di volontariato. A fine anno, ognuna riceveva una somma, che si dimezzava se il fuoco aveva intaccato pi dell1 per cento del territorio che dovevano sorvegliare. Risultato: non diminu il numero degli incendi, ma la superficie distrutta s.

D. Quanto costava quellesperimento?

R. Circa 220mila euro lanno. Ma la domanda vera perch una buona pratica non diventata un modello da replicare anche altrove.

D. Lei come lo spiega?

R. Ci sono troppi interessi perch i roghi continuino e anzi si estendano. Dalloperaio idraulico forestale che punta allo straordinario, alle grandi societ private che gestiscono gli elicotteri, molta gente guadagna se lItalia va a fuoco. Unora di volo di un Canadair o di un elicottero pu costare fino ai 15.000 euro. E dire che quei mezzi prelevano lacqua dal mare e, scaricandola a terra, determinano un deleterio fenomeno di salinizzazione del suolo.

D. Servirebbe aumentare le pene ai piromani?

R. Non credo. Il punto vero ristabilire la responsabilit sul territorio e assicurare rapidit dintervento. Perch non ci si domanda come mai in Trentino, la regione che ha il maggior numero di boschi, non cՏ la piaga degli incendi.

D. Qual la sua risposta?

R. In quella regione vige unantica tradizione civica, la comunit si sente responsabile del bosco. Ancora oggi cՏ una rete di volontari che si occupano della cura del territorio. E una forma di prevenzione assai efficace. Dopotutto uno studio del Corpo forestale dello Stato ha documentato che met degli incendi si verificano in aree che sono gi andate a fuoco nei cinque anni precedenti. Almeno l la prevenzione dovrebbe essere possibile.

Limperversare degli incendi di questa estate in ogni angolo del territorio della Penisola impone una iniziativa politica non pi rinviabile. Non finiscono in cenere, comՏ accaduto questanno, solo centinaia di migliaia di ettari di bosco, distruggendo talora alberi secolari, uliveti, frutteti, macchia mediterranea, uccidendo un numero non calcolabile di animali selvatici e spesso anche di allevamento. La distruzione non si limita a questo.

Gli incendi bruciano anche il sottobosco e denudano il suolo cos che i terreni in pendio, alle prime piogge autunnali, vengono dilavati e perdono lo strato di humus che talora si era formato per processi secolari. Quando le piogge sono intense danno poi luogo a frane e smottamenti che producono nuovi e spesso ingentissimi danni, perch travolgono abitati, aziende, campi. Alle rovine estive si aggiungono quelle invernali.

Private dei boschi, le alture per anni non assolveranno il loro compito fondamentale: quello di trattenere lacqua piovana e le nevi. I boschi sono grandi serbatoi che trattengono lacqua meteorica e la fanno percolare nel sottosuolo, dando vita alle sorgenti. Senza alberi e sottobosco lacqua scende rovinosamente a valle e viene perduta per lagricoltura e gli altri usi civili. 

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Ma perch l'ex Collegio Scuola di Fiumicello, che in passato e per un lungo periodo ha ospitato, nutrito e scolarizzato centinaia e centinaia di orfani e bambini lucani in difficolt, e che oggi praticamente abbandonato e vuoto, perch non potrebbe ospitare qualche decina di minori non accompagnati o qualche famiglia di migranti? L'Unione europea soccorrerebbe per i costi, il personale per assistere in zona non manca. L'ex Collegio Scuola ricomincerebbe cos a svolgere una funzione sociale benefica.  Oppure, piuttosto che aprirsi per dare siti abbandonati e una mano a chi ne ha drammaticamente bisogno, preferibile il declino demografico e l'impoverimento comunitario?  Ma la pedagogia dell'accoglienza riguarda solo le attese e i desideri dei turisti ricchi? E quando, in drammatica difficolt, eravamo noi a chiedere altrove ospitalit e lavoro?

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Cronachetta di una giornata. Il mattino trascorro alcune ore ad assistere Stephan, quattordicenne dello Sri Lanka, al reparto di chirurgia d'urgenza al Policlinico. A pranzo, a casa, arriva Ahmed reduce dal suo lavoro al bar accanto al carcere di Rebibbia.. Dal primo agosto che lavora, ancora non ha visto un euro. Lui anticipa il suo lavoro, gli altri posticipano il denaro. Fa parte del gioco del mercato. Il pomeriggio telefona Pamela, zingara della Bosnia, che mi chiede un incontro. Ci vediamo al bar vicino al Protettorato, mi racconta felice di scelte e decisioni prese per cercare di costruire al meglio il suo futuro. Arriva anche Johnny, albanese sedicenne,  ad aggiornarmi sul come procede la stesura del suo noir sempre pi ricco di colpi di scena. In Protettorato incontro e abbraccio Francesco, Massimo il bangladino Rachib con i quali si chiacchiera, si ride, si scherza. Poi arriva anche l'egiziano Ahmad che rientra dal suo lavoro di parrucchiere di cui molto soddisfatto. Tiziana l'educatrice mi chiama per scambiare notizie e impressioni sulla degenza di Stephan che gradualmente si riprende e migliora. Alla fine Saverio, che finisce il suo turno, si offre di accompagnarmi a casa in auto per aggiornarmi sulle novit in corso al Protettorato. Prima di rientrare faccio spesa per poi scaldare un minestrone precotto a base di peperoni e olive nere, accompagnato da un bicchiere di ottimo bianco del Lazio. La testa piena di immagini, discorsi e sorrisi degli incontri della giornata. A completare in gloria arriva una telefonata di buonanotte da figlia e nipotini dalla Francia. E una di mio figlio in partenza con tutta la troupe per Verona dove all'Arena andr in scena l'ultima delle centinaia di repliche di Notre Dame de Paris. A quel punto come non scrivere questa intensa cronachetta e dare una buona notte al mondo intero?

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Penso sia utile riportare i criteri di selezione per valutare pi o meno idonei i luoghi che si propongono per diventare patrimonio protetto dell'Unesco:

1. rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;

2. testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico;

3. apportare una testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civilt;

4. offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana;

5. essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;

6. essere direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale (possibilmente in associazione ad altri punti);

7. rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale;

8. essere uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della vita o dei processi geologici;

9. essere uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema;

10. contenere gli habitat naturali pi rappresentativi e pi importanti per la conservazione delle biodiversit, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.

Ora, per meritare la protezione di un ente cos prestigioso e elevato come l'Unesco, penso sia necessario dimostrare che si fatta la propria parte in termini di tutela e conservazione del  territorio. Che fine ha fatto l'istituzione della riserva marina lungo le coste di Maratea di cui si parla da qualche decennio?

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Consideriamo pi pericolosi per la vita umana l'alcol, la nicotina o le droghe pesanti? In Germania, i morti per droga nel 2016 sono stati 1333, quelli per alcol 74.000, quelli per nicotina 120.000. E quanti sono stati sempre in Europa l'anno passato i morti per l'inquinamento atmosferico? L'Agenzia europea per l'Ambiente li valuta intorno al mezzo milione. E quanti sono stati invece i morti per terrorismo? Duecento. L'aria che respiriamo 2500 volte pi mortale del terrorismo. A causa del cambio climatico questo secolo potrebbe essere per l'umanit l'ultimo. Epper il sindaco di Venezia, Brugnaro, proclama che chi gridasse Allah Akbar in Piazza San Marco deve essere immediatamente abbattuto sul posto. Il terrorismo sicuramente una minaccia, ma i dati riportati mostrano come la paranoia sia una infezione psichica molto pi pericolosamente diffusa. E spesso alimentata ad arte al fine di potenziare il controllo sociale. I blocchi di cemento per proteggere i luoghi aperti all'incontro sociale possono essere provvisoriamente necessari: molto pi potenti e dannosi sono i blocchi di cemento mentali.

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Ma insomma, di che cosa ci lamentiamo: forse del fatto che l'ENI ha scaricato 400 tonnellate di petrolio nell'invaso di acque purissime della Val d'Agri? O del fatto che dalle trivellazioni dell'Eni l'area non solo ha ricavato danni ambientali seri, ma a causa dell'inquinamento ha visto anche diminuire lavoro e produzione in agricoltura e nell'allevamento? Ma che volete che sia, non basta il trionfale annuncio che, grazie all'amicizia tra Pittella e Renzi, la RAI organizzer lo spettacolo degli auguri di Capodanno a Maratea? C' solo da augurarsi che dello scambio non faccia parte anche il proposito dell'Eni di cercare petrolio innalzando piattaforme e trivelle al largo della costa. Trasformare una localit incantevole da Perla del Tirreno in barile che inquina ci vuole poco.

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A osservare le bellissime foto di Biagio Calderano, si direbbe che il pubblico che assiste alle manifestazioni artistico-culturali estive in quel di Maratea sia composto in gran maggioranza da settantenni, tra i quali in netta prevalenza donne. I giovani, specialmente sotto i trent'anni, si direbbero non esistere - a parte la simpatica manifestazione organizzata per i bambini da Bice Avigliano davanti alla sua libreria. Allora non posso non chiedermi: ma alle nuove generazioni, le manifestazioni culturali tipo presentazione di libri, dibattiti con ospiti illustri, concerti e opere teatrali, non interessano pi, o chi le sceglie e organizza rimasto in sintonia con linguaggi, contenuti e stili vecchi? Oppure adolescenti e giovani a Maratea in vacanza d'estate non sono pi significativamente presenti? 

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Ho scoperto il Macarro, bellissima spiaggia lungo la costa di Maratea, alla fine degli anni Settanta. Ci approdammo io e un piccolo gruppo di amici un tardo pomeriggio di fine settembre e, almeno a prima vista, non c'era anima viva. Presi dall'entusiasmo per la bellezza verde, azzurra e incontaminata del luogo, ci siamo spogliati d'impeto, e nudi, in armonia con quella natura, ci siamo tuffati in acqua. Uscendone per, dal folto del boschetto arrivata la voce isterica di una vecchietta che vi si era recata per fare legna, che inizi a strillare: diavoli! siete dei diavoli! Evidentemente le nostre nudit l'avevano turbata. Oggi, in una telefonata, amici cui ho consigliato di godersi quella spiaggia mi raccontano allibiti che per riuscire a farsi un bagno tuffandosi da uno scoglio hanno dovuto passare in mezzo a una selva di ombrelloni e tavolini. E' stato tutto scientificamente privatizzato a fini di lucro. Possibile che tra parcheggio, ombrellone e tavolino, per farsi un bagno al Macarro uno debba spendere trenta euro? Che sia questo oggi il vero diavolo?

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Alla presentazione del libro di Ilaria Consolo: Il piacere femminile. Scoprire, sperimentare e vivere la sessualit - Giunti editore -, in una serata in riva al mare ci sono ad ascoltare quaranta donne e due uomini. Sar perch il tema dai maschi straconosciuto, ovvio e quotidianamente sperimentato, o invece perch ancora inquieta e allarma? Ilaria Consolo Vice Presidente dell'Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, esperta in dipendenze, abusi e bullismo. Sar anche per questo che i maschi stanno alla larga?

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Ritenendo di conoscere a sufficienza il carattere del personaggio, mi sento autorizzato s immaginare che Gian Paolo Nitti, comunista nipote di Francesco Saverio che amava Acquafredda e il Che Guevara, e fraternizzava con i pescatori di Sapri che aveva aiutato a costituirsi in cooperativa, da dove si trova ora avrebbe cos ironicamente commentato il Rigoletto rappresentato l'altra sera a Villa Nitti: ma come, per metterlo in scena nella mia vecchia amata dimora hanno impiegato 40 anni? Per poi concludere: intanto il solito incendio s in montagna ha bloccato ancora una volta la strada per Sapri. E m come faccio a raggiungere i miei amici pescatori? Forse meglio che partecipi all'assemblea di protesta indetta al piazzale della stazione dalla benemerita Associazione Scuola e Vita. Perch quella di Verdi sar pure una bella opera, ma questa degli incendi una tragedia che, per mano criminale, sta distruggendo il meglio della natura.

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Ferragosto.
Quando sono ospite ad Acquafredda di Maratea, il luogo della costa che raggiungo pi volentieri quello detto il Porticello perch in passato vi approdavano le imbarcazioni dei mercanti e dei pescatori. Il luogo ricco di acque sorgive, sia a terra che dentro il mare, infatti le donne vi si recavano per lavare i panni. Fu l che, costretto da una improvvisa tempesta, Costabile Carducci, patriota risorgimentale originario di Capaccio a capo nel 1848 dei moti antiborbonici nel Cilento, in viaggio con un manipolo dei suoi dalla Calabria alla Campania fu costretto a sbarcare. Alcune lavandaie che assistettero allo sbarco corsero ad avvisare il prete don Peluso, che abitava dentro il torrione che si sarebbe in seguito trasformato nella Villa dimora di Francesco Saverio Nitti. Il Peluso, originario di Sapri e luogotenente fiduciario dei Borboni, subito organizz una squadraccia armata di compaesani che aggred Costabile Carducci e i suoi imprigionandoli dentro un vecchio frantoio. Da l, nottetempo, con il pretesto di un suo trasferimento a Potenza per essere consegnato ai giudici, Costabile fu trascinato, ferito e torturato, sullo sperone di roccia che domina Acquafredda, a tradimento fucilato e il suo corpo gettato nel sottostante dirupo. Oggi, in vacanza, raggiungo le fresche acque sorgive di Porticello non soltanto perch il luogo appartato e bello, ma pure come piccolo personale pellegrinaggio a ricordo di un martire del nostro Risorgimento. Ovviamente da allora i tempi sono cambiati. A Villa Nitti, dopo oltre quarant'anni di abbandono, la sera, trasformata in teatro all'aperto, si rappresenta Il Rigoletto, mentre sulla spiaggia sottostante viene proposto il formidabile jazz di Glen Miller. S, in alto, intorno allo sperone dove venne trucidato Costabile Carducci, si alzano le fiamme dell'ennesimo incendio. E anche oggi la statale che porta a Sapri interrotta per il pericolo di caduta massi. Sapri, dove nel lontano 1858 un altro prete reazionario guid le sue truppe di contadini all'attacco e al massacro di Carlo Pisacane e dei suoi trecento giovani eroi cantati dalla spigolatrice di Mercantini. Che incendi e caduta massi siano, nel trascorrere del tempo, l'unico tratto di continuit, concreto e simbolico, in tanto cambiamento?

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Auguri per il compleanno della mamma.

Quanta vita intensa sotto quelle pieghe, quelle rughe, quei colpi sulla pelle. Quanto coraggio, impegno e sacrificio in quello sguardo attento e severo. E ancora quanta sfida. 

Quanta determinazione in quelle labbra vigili e tese a fessura.

E quanta bellezza sorridente e fresca nei visi dei nipoti, quanta fierezza affettuosa in quelli dei figli.

Ecco, con tutti i suoi rami ricchi e rigogliosi, una mamma ultracentenaria e la sua famiglia

L c' la riproposizione eterna della forza e della bellezza della vita.

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Mafia alla ricerca di territori da trasformare in discarica? Speculazione edilizia? Pastori che vogliono per lanno prossimo erbetta nuova? Gli stessi professionisti spegnitori di incendi che cos si procurano occasione per pi lavoro e soldi? S, forse, anche, ma non solo. Walter Siti ha scritto un libro, da poco uscito, guarda caso intitolato Bruciare tutto. Mette in scena una umanit disperata che, al di l di alcuni risvolti sessuali scandalosi, spinge i due protagonisti della storia, un prete e un bambino, al suicidio. Anche il fuoco che in questi giorni divampa un po ovunque a me suona frutto di un vento che soffia acre a propagare, alimentato dalla disperazione, un impulso al suicidio collettivo. Le fiamme che si diffondono temo abbiano molto a che fare con una difficolt a vivere. I migranti sono in fuga dalla guerra e dalla fame. Noi, da noi stessi. Le scene mediatiche sono piene delle vicende che un guitto del potere politico racconta in un suo libro. E tutto quello che meritiamo? Io penso ci sarebbe bisogno di scendere in piazza per passare di mano in mano un soccorrevole secchio. Sperando che i pozzi conservino ancora lacqua necessaria.

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Quando lo scoprii grazie a Francesco Barbagallo, di Francesco Saverio Nitti io mi sono cos innamorato da adottarlo come padre ideale e politico. Anche di Gian Paolo Nitti, il nipote, mi sono innamorato grazie. anche ai racconti di chi ad Acquafredda lo ha conosciuti e frequentato, al punto da adottarlo come ideale fratello. Erano  figure generosamente laiche, progressiste, antifasciste, e Gian Paolo anche fervente comunista.  E infatti era stato eletto, poco prima di morire in un incidente d'auto tra Fiumicello e Cersuta, consigliere regionale del PCI.  Io penso che i Nitti, nonno e nipote, sarebbero stati d'accordo nel destinare la loro dimora di Acquafredda, da oltre quarant'anni vuota e inutilizzata,  a centro studi attrezzato per le analisi e la progettazione del governo dei flussi migratori sulle coste italiane in collegamento con le Universit di Potenza, Napoli, Salerno e Cosenza. E da che cosa altro massimamente interessato e sconvolto oggi il Mediterraneo? Non urge la messa a punto di una politica e di una pedagogia dell'accoglienza, formando rapidamente i giovani  del Sud che devono essere in grado di attuarla?  Oggi questi io penso sarebbero stati visione e pensiero dei Nitti: da veri meridionali ed europei  illuminati, progressisti, lungimiranti.

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Domande che ci si pone in et avanzata. Perch la mia Intervista Immaginaria a Francesco Saverio Nitti viene presentata a Napoli, all'Istituto Superiore di Filosofia, e non dentro Villa Nitti di Acquafredda su iniziativa del Comune di Maratea o della Regione Basilicata? Perch Colui che non diventato, biografia romanzata di Gian Paolo Nitti, il nipote dello statista lucano, comunista che amava Che Guevara, viene presentata in piazza a Sapri dai suoi vecchi amici, e non a Maratea? Perch Maratea, il sogno di una cosa, in cui esalto la bellezza di quel luogo e denuncio alcuni abusi edilizi cui stato esposto, mi procura come immediata risposta le gomme della mia auto nottetempo tagliate? Perch il libro in cui racconto la scoperta di quanto malata la logica dell'insegnamento nel Liceo Tasso, il pi prestigioso della Capitale, viene respinto da preside e insegnanti, e invece apprezzato da intellettuali veri come Marcello Cini? Perch Io sono la Villa, in cui faccio raccontare a Villa Blanc i suoi cento anni di storia, viene presentata all'interno del Cinema Palazzo Occupato da Paolo Berdini e Oreste Rutigliano, e non dalla Luiss all'interno di Villa Blanc? Perch La Scrittura che salva, in cui racconto l'esperienza del laboratorio di scrittura creativa nella Fratelli Bandiera, viene presentata non dentro la scuola ma festeggiata in una piazzetta attigua da una quarantina dei ragazzi e ragazze che hanno partecipato e contribuito? Mi sa che ho qualche problema con le istituzioni, specie con quelle che non amano essere messe in discussione da uno spericolato e libertario eretico.

Gian Carlo Marchesini

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