Vacanze al Sud. Generazioni. I quindicenni.

I quindicenni, in assenza e in attesa di riferimenti migliori, se ne stanno il più possibile abbarbicati al loro computer. Viene da dire che, tutto sommato, va anche bene, si può anche capire. Perché, di questi incerti e tumultuosi tempi, il computer è un amico e un rifugio: senza tante storie,  racconta un sacco di belle storie. E’ una tua protesi, una docile e servizievole appendice, è maneggevole, interattivo, manipolabile, inesauribile ed esaustivo, impersonale e obiettivo. Ti fa fare quello che vuoi, ti fa andare dove vuoi. Non si ribella, non si oppone, non resiste, ha mille proposte, mille programmi, giochi e finestre. E’ meglio della mamma: ti dà tutto subito, in cambio non ti chiede niente. E’ un vero asso, difficilmente ti pianta in asso. Ti fa vagare nel mondo fatato di Alice, non ti fa mai annoiare, ti rende felice.  E’ una via aperta – anzi un’autostrada gratuita – all’intrattenimento e al divertimento, alla informazione e alla  conoscenza. Non ti fa pagare pegno, non ti fa sentire in difficoltà, in ritardo o indegno. Ti toglie dai piedi insegnanti, maestri e docenti, genitori e preti saccenti. Ti soccorre a tutte le ore, ti fa sentire riverito come un principe o un re, un vero signore. Ti toglie tutti gli sfizi, ti soddisfa i più segreti vizi. Tu sei il dominus alla sua tastiera: un colpo ai tasti, e la mattina si confonde con la sera. Tutto quello che ti secca e scoccia, l’imbarazzante peso organico dei corpi fisici, diventa fluido e scorrevole come l’acqua,  eppure fermo e solido come roccia. Tutto ciò che è rigido, bloccato e superato, viene spazzato via e ridicolizzato. Insomma, a farla breve e dirla per benino, il computer è oggi la migliore incarnazione possibile della Lampada di Aladino.

Il sesso e i suoi piaceri, grazie alla sua finestra magica, non è più aleatorio e impegnativo, problematico o insicuro. Non hai più vincoli né impegni, parole date o scadenze fissate. E’ tutto è facile e fluido, immediato e potente – eppure disimpegnato e gradevolmente epidermico. Il centro non è più tra te e l’altro, ma tra te e te stesso.  Un quindicenne si chiude la notte in camera, o a chiave dentro il bagno, a smanettare tastiera e se stesso fino a ridursi a una estenuata e spalancata appendice del cesso. Il computer sei tu: chi può darti di più?  Un quindicenne al computer perde nozione,  senso e  bisogno della scuola tradizionale: quella diventa del tutto inaffidabile e scarsamente credibile, superata, obsoleta e trapassata. Le informazioni nel computer le trovi tutte: di immagini, video, musica e film c’è un mirabolante e inesauribile universo. E’ tutto comodo a casa tua, senza adattarti e sottometterti, senza umiliarti e piegarti: il computer ti mette il mondo a portata di sguardo, di mente e desiderio. Non devi più conquistarti con fatica nulla, hai già tutto in tuo semplice, immediato e illimitato possesso.

 

I quindicenni diventano così, insieme e contemporaneamente, ipertrofici e atrofizzati. Incamerano e incorporano tutto in stessi, sono supermen prodigiosi e insieme larve evanescenti. Sono spettri onniscienti e arcisapienti. Non affrontano, non combattono e non agiscono la loro inesperta insicurezza, non la riflettono e metabolizzano attraverso qualche necessaria sconfitta. Il succhiare continuo l’inesausta mammella computerizzata, gliela fa semplicemente ritenere inesistente e annullata.

Il computer è la finestra e la conquista che in pochi anni hanno reso anacronistici, superati e obsoleti il maestro, il docente, il prete, il medico, il padre – il padre soprattutto! – come figure per antonomasia titolari di saperi e poteri.  Attenzione, però, che è rimasto attuale e vivo il valore e la funzione del senso critico. Bella la conoscenza e la competenza: ma al servizio di chi, di cosa? Di qualche potere prepotente e privilegiato, parziale e privato, o di una crescita di capacità diffusa nell’autogoverno? Chi detiene il potere teme il senso critico. E la capacità di autogoverno confligge con il comando. E’ di acquisire questa capacità che hanno bisogno le nuove generazioni.

Cosa possono fare gli adulti che stanno loro accanto? Evitare che il computer, senza per questo vietarlo o criminalizzarlo, diventi divorante droga. Evitare che sia lui a comandare ritmi e tempi, intervenire e interagire perché rimanga protesi utile, docile servizio. Un mezzo e uno sfizio, non un irrinunciabile, immedicabile, prepotente vizio.

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