Salvatore
Settis ascoltato al MAXXI
“Abitare il
paesaggio”, questo il tema discusso ieri al Maxxi
all’interno delle iniziative organizzate a latere
della grande mostra centrale intitolata Re-cycle.
Salvatore Settis è stato introdotto dal giornalista Gabriele Salari,
che ha appena pubblicato con Gribaudo editore il
saggio L’Italia diversa, e nella giornata mondiale della poesia ha
ritenuto opportuno ricordare il poeta Tonino Guerra, che proprio ieri ha deciso
di andarsene, citando un suo pensiero: “Noi poeti
fiutiamo il futuro aspirando il profumo di un mandorlo in fiore.”
Settis,
storico dell’arte dell’Accademia dei Lincei, non si è lasciato addolcire dalle immagini poetiche
del mandorlo in fiore, ed è subito partito in quarta con una sfilza di dati
impressionante. Dal 1995 al
Settis
ha poi raccontato di essere reduce da un viaggio molto
istruttivo compiuto in Campania, e dall’esperienza di quel viaggio ha riportato
tre racconti significativi.
Primo caso,
il sito reale del Carditello, reggia borbonica del ‘700 costruita in stile Vanvitelliano
e circondata da
La quarta
cronaca dolente Settis l’ha raccontata avendo
compiuto una visita a L’Aquila. Lì il centro storico è
del tutto ancora deserto, ventimila persone sono state deportate nelle
cosiddette new towns, dove
non c’è un bar, una piazza, un’edicola, una chiesa, un cinema. Al degrado
rovinoso della parte architettonica è seguita la disgregazione sociale
assoluta. Ai deportati nelle new towns case e mobili
sono state date in comodato, cioè gratis, e ciò
significa che, malgrado isolamento e anomia, da lì
non si muoveranno più. Il ministro Barca, quello della
coesione territoriale, ha annunciato che L’Aquila sarà presto una città
completamente cablata: ma non ci sono più gli abitanti!
Settis
conclude sostenendo che lo stato del paesaggio abitato
del Paese, cioè praticamente tutto, è mille anni luce lontano da ciò che detta
L’altro inganno, ha precisato Settis, è
quello del cosiddetto sviluppo sostenibile: e a chiarire il suo approccio al
tema ha precisato: non è che si fa sviluppo sostenibile perché si mettono
pannelli solari e pale eoliche dappertutto, sulle cime dei colli, sui campi,
sui prati e sui vigneti. Bisogna piuttosto metterli sui tetti dei capannoni industriali.
Da tecnico, a questo governo tecnico, ha concluso Settis, io mi sento di dare un suggerimento: vari una norma
che vieti l’ulteriore consumo di suolo. E poi vari un grande
piano di messa in sicurezza del territorio, perché siamo ridotti a un sempre
più esteso e rovinoso dissesto idrogeologico. Se
continua così, il nostro Paese morirà sotto forma di un lento, terribile
suicidio.