Sintesi degli interventi di Pasquale Stoppelli, Franco Maldonato e altri

alla presentazione questa estate del mio Lettere dal Sud a Maratea.

Secondo Pasquale Stoppelli, docente di Filologia alla Università La Sapienza di Roma, il mio libro racconta in maniera specchiata e trasparente ciò che sono, cosa penso e come osservo, come trascorro le mie giornate, le emozioni e le passioni che provo, i miei sogni, desideri, incubi.

E’ vero, dice sempre Stoppelli, io molta importanza all’impegno sociale e alla politica, ma, rispetto all’impegno dell’etica, io prediligo l’estetica e l’amore per la bellezza. Anzi, si direbbe che io faccia del mio meglio per far coincidere etica con estetica. Per me una cosa buona non può non essere anche bella, e viceversa.

Prediligo il vigore, l’energia e la forma fisica; prediligo la bellezza e l’intensità dell’età bambina rispetto a quella adulta; il presente, il qui e ora, rispetto al passato; il Sud del mondo rispetto al Nord.

Colgo con particolare interesse e acume il contrasto tra infanzia, giovinezza e vecchiaia; in me il senso della morte è sempre presente, necessario a dare più valore e significato alla vita.

Nel libro le donne raffigurate sono tutte attente, curiose e vitali, fanno domande, intervengono, commentano. Gli uomini sono chiusi, assenti, spesso vanesi e ottusi.

Ma questa, di me, nella mia scrittura – precisa sempre Pasquale Stoppelli - , è ancora superficie: sotto, in profondità (come pare realmente succeda sotto il Rio delle Amazzoni), scorre un secondo fiume, che è il flusso ribollente e sotterraneo del senso simbolico che, come vettore privilegiato, io affido alla scrittura.

Ciò che infatti connota e caratterizza i miei scritti è la fame di vita, la nostalgia per la felicità di un paradiso perduto che a Maratea, in qualche scorcio, barbaglio e frammento, ho ritrovato.

Lettere dal Sud è frutto dell’assemblaggio di numerosi pezzi: ma mentre spesso in casi di struttura e costruzione simili il valore del libro è dato dalla somma del valore dei singoli pezzi, il mio è costruito e funziona in modo che ogni pezzo riceve valore dal precedente e contribuisce a darne al successivo, per cui la somma di valore finale è diversa e più elevata della somma di valore dei singoli pezzi.

Da un punto di vista della storia della letteratura, precisa Stoppelli, io appartengo al filone e al percorso pasoliniano, cui convergono e approdano gli affamati di vita, gli orfani del paradiso perduto.

Franco Maldonato, avvocato penalista in quel di Sapri, mi ha generosamente paragonato, nei racconti da me raccolti nel libro, ai grandi viaggiatori quali Goethe, Ungaretti e Comisso, e ha inoltre sottolineato la forza fisica e simbolica, morale e mentale che io attribuisco all’atto del camminare: come ritorno alla essenzialità nel rapporto con la realtà, le persone, il mondo, la vita. E, inoltre, la mia capacità di cogliere e descrivere i guasti e le responsabilità della televisione berlusconiana – ma anche della irresponsabilità, al proposito, di famiglie e scuola – nell’avere lasciato allo sbando e portato a pessimi comportamenti le nuove generazioni.

Franco Maldonato sottolinea anche la presa di posizione forte che nel mio libro c’è a sostegno della qualità e validità del contributo che Cilento e altre regioni del Sud hanno dato al Risorgimento, contro però le forzature alla Pino Aprile che costituiscono la faccia contraria ma speculare al leghismo razzista della Lega Nord.

Giusi, insegnante in un paesino del Cilento, ha dichiarato che per la prima volta nella vita la lettura di un libro l’ha così coinvolta e appassionata al punto da entrare al mare in acqua senza rendersi conto di quello che faceva, tenendo in alto il libro per evitare che si bagnasse mentre continuava a leggerlo.

Mimmo ha letto ad alta voce tre capitoletti con una tale partecipazione, condivisione, adesione, che vibrava e tremava come mai l’ho visto in vita mia.

Rispetto ai cento e passa dell’anno scorso, alla presentazione del libro su Maratea, i presenti quest’anno sono stati una cinquantina: ma la qualità e l’intensità degli interventi è stata nettamente superiore.

Anche Pompeo alla fine è intervenuto, con un intervento chiaro e forte, di sollecitazione a darsi tutti da fare altrimenti qui le botteghe chiudono, i bambini non nascono, le luci si spengono, e andiamo tutti in malora.

Marco, figlio diciottenne di Biagio, alla fine si è avvicinato di soppiatto, mi ha abbracciato e dato un bacio, e poi se ne è scappato senza dire una parola. E anche questa è la forma possibile di una bella e originale recensione letteraria.

Ottavio, dieci anni, mi è ripetutamente arrivato alle spalle a tradimento per darmi affettuosissimi e dolorosissimi pugni sul culo.

Salvatore , figlio di Lea, e Mario il bagnino, sono stati per tre ore, dalle nove a mezzanotte, fermi immobili e con la bocca aperta come se fossero rapiti in cielo.

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