«Teste mozze», di Franco
Maldonato ( Rubettino editore), è un
libro storicamente, civilmente, politicamente importante. E provo a spiegare il
perché.
Intanto perché
racconta, rivisita, ricostruisce vicende significative del nostro passato. Sostanzialmente dicendo: il Sud del
Paese, il Cilento in particolare, Costabile Carducci come eroico interprete,
hanno avuto un ruolo decisivo nel compimento del percorso del Risorgimento. E
questo, nella storia patria ufficiale, non è stato affatto, o del tutto insufficientemente,
riconosciuto.
«Teste mozze»
lo mostra e dimostra in pieno con il suo racconto. Il libro si propone quindi
innanzitutto come opera di restituzione doverosa, di risarcimento morale,
politico, umano di una parte storica sottovalutata, se non proprio
misconosciuta e dimenticata.
Quella
borbonica è stata una monarchia dispotica di rara ferocia oppressiva e
repressiva. Ma nel popolo, in risposta, non c'è stata affatto una sottomissione
passiva. In tanti si sono ribellati e per l'avvento della libertà repubblicana
hanno dato eroicamente la vita.
«Teste mozze»
mostra con efficacia a che cosa può servire rivisitare
Nel suo
stimolante e coinvolgente raccontare i fatti di allora, la lettura di «Teste
mozze» dice che il suo messaggio
riguarda anche il qui e ora. Costabile Carducci è stato trucidato ad
Acquafredda di Maratea da mani reazionarie fomentate da un prete. Così come
Carlo Pisacane, sbarcato con i suoi trecento a Sapri, dai villici guidati da un
arciprete in quel di Sanza. E Bosco è stata rasa al suolo e bruciata da Del
Carretto e dai giannizzeri del Re borbone. Così come, mutatis mutandis, Francesco Saverio Nitti è stato perseguitato
ed esiliato, un secolo appresso, dalle squadracce fasciste.
Anche oggi, sia
pure in forme diverse e nuove, il Sud è
sempre paesaggisticamente bello quanto economicamente, socialmente,
politicamente emarginato e abbandonato. Cosa fare - a me così viene da
interpretare senso e messaggio del libro di Franco Maldonato - se non
riprendere il filo del ragionamento, il messaggio, l'impegno appassionato di
quelli che allora, a causa della loro lotta indomita, hanno avuto la testa
mozza? E come rendere loro omaggio e risarcimento se non facendo funzionare, al
servizio dello sviluppo, della libertà e della migliore storia del Sud, la
testa nostra? Altrimenti, come possiamo pensare di poter essere eredi alla loro
altezza?
Franco
Maldonato, scrivendo questo libro generoso, di ciò che racconta di eroico e
glorioso, per quanto tragico, si mostra
erede degno.
Una postilla
sul linguaggio e sul gioco ricchissimo di trame su cui «Teste mozze» è
costruito. Sul primo devo confessare di essermi all'inizio trovato un pò spiazzato,
stante la scelta dell'autore di aderire mimeticamente al linguaggio dell'epoca.
Ma poi ne ho apprezzato la funzione evocativa dell'atmosfera d'ambiente così
efficacemente ricostruita. Siamo noi che leggiamo a sentirci contemporanei di
Costabile Carducci e degli altri personaggi. Che si muovono sulla scena del
racconto con una vividezza psicologica e uno spessore umano di una toccante
verosimiglianza.