A un dodicenne in coma per la
pallottola sparata da un cacciatore.
Siano maledetti i fabbricanti d’armi, che per avidità di guadagno
riempiono il mondo di fucili e pistole, missili e bombe, mitraglie e testate
atomiche, aerei e navi da guerra.
Siano maledetti quei politici che ci lucrano sopra favorendo e
intermediando, corrompendo e coprendo, prostituendo e profanando il loro
mandato.
Maledetti i cacciatori che pur di soddisfare il loro impulso
distruttivo fanno di uccelli, cinghiali, lepri
innocenti carneficina e poltiglia.
Maledetti i politici e gli amministratori che autorizzano la caccia
a creature inermi, consentendo e favorendo di parte della natura vivente
scempio e massacro.
Maledetti tutti coloro che stanno in
silenziosa fila omertosa dietro la pallottola conficcata in testa al dodicenne
di Nuoro sparata da un cacciatore.
Se nessuna morte
violenta può essere tollerata, nel terzo millennio dopo Cristo, in un Paese che
si reputa e dichiara cattolico e civile, questa è barbarie che non può essere
perdonata.
Che il sangue di quel disgraziato e infelice ragazzino sardo, e
quello dei 100 morti vittime della caccia negli ultimi quattro anni, ricada sulla testa di tutti i carnefici e i loro complici
dal business delle armi lautamente foraggiati.
E maledizione cada su chi ha responsabilità politica, e in presenza di una natura nelle sue risorse sempre più
ferita ed esausta, ancora tollera e autorizza una barbarie come la caccia.