Come era
fatto il teatro di S. Biagio?
Luca Luongo |
Lo
scorso sabato ho avuto modo di presentare larticolo Storia del teatro
comunale San Biagio di Maratea pubblicato nel quinto volume della
rivista Basilisks. Ringrazio leditore
che ha voluto il mio contributo, lamministrazione comunale che ha appoggiato
la presentazione e tutte le persone intervenute.
Un
ringraziamento particolare, a nome anche di Francesco Fontana, va al dott. Mignone, per le sue belle parole spese per noi. In
particolare, io lo ringrazio per avermi definito coinvolgente
uomo di spettacolo. Sto valutando di farmi fare
delle t-shirt con questa scritta.
Scherzi
a parte, questo articolo vuole rispondere alla
curiosit che pi emersa lo scorso sabato. Ma come era
fatto lantico teatro di Maratea?
La descrizione di Carmine
Iannini.
Secondo
Carmine Iannini (1774-1835), che vide e frequent il
teatro durante la sua vita, la struttura aveva una non meglio specificata competente
Grandezza: con un magnifico Palco Scenico: con due Ordini di Palchi, pe
Nobili; e con una Platea spaziosa, agiata, e commoda
per la Popolazione non solo, ma eziandio per la Gente de convicini
Paesi: con tre Ordini di Scene rappresentantino un Bosco: una Citt, una Sala Regale: con primo, secondo, e
terzo Duomo; e con grande e commodo luogo, per farsi
delle manovre, tanto nella parte di sopra, quanto dalla parte di sotto del
Palco Scenico; non che con tutti gli altri Ordegni,
Attrezzi, ed Istromenti, per eseguirsi i voli in
aria: gli estasi: i precipizj nellabisso; e tutte le
altre Rappresentanze, a secondacch vengano richieste
.
Il
teatro, quindi, va immaginato con la classica struttura a ferro di cavallo dei
teatri allitaliana. Alme-no per la prima met del XIX secolo, il teatro aveva,
per la precisione, diciotto palchi. Nel 1849, poi, durante un robusto
intervento di restauro i possessori dei palchi
consentirono che si fossero ristretti [] nel doppio scopo di
vendere i superanti alle famiglie che nerano sprovvedute [e] per
ottenere altre somme per i lavori, e cos si portarono i palchi al numero
di trentasei.
Dai documenti darchivio.
Il
fatto che nella sua prima citazione documentale, datata al 1696, la struttura
si qualificata come la stanza ove si piantato il teatro oltremodo suggestivo di come doveva apparire in origine.
Seppure non abbiamo evidenze documentali, possiamo
legittimamente immaginare che fu solo durante il XVIII secolo che il teatro
cominci ad assumere la fisionomia descritta da Carmine Iannini
nel 1835.
Nelle
perizie dei vari interventi di manutenzione si dice indica lesistenza di due
gradinate e altrettante porte dingresso ai palchi
con serrature.
Nel
1827 il proscenio era munito anche di una porta segreta,
non sappiamo se di servizio o se utilizzata anchessa per effetti scenici.
Niente
sappiamo dellaspetto esterno. In una perizia redatta
il 31 marzo 1831 dai muratori marateoti Biase Iasello e Francesco Raele
si parla di un coverticcio della Platea
e di uno del Palcoscenico. Si pu ipotizzare che la copertura non
fosse stata realizzata uniformemente: forse loriginaria struttura fu
ingrandita e i due coverticci
erano uno del tetto originale e laltro quello dellampliamento. Ci, forse,
potrebbe essere alla base dei continui problemi del tetto lungo gran parte del
XIX secolo e che, in ultimo, portarono al crollo della struttura.
Per approfondire.
Ovviamente,
per chi volesse approfondire la storia del teatro, cՏ larticolo pubblicato
sulla rivista Basilisks, che pu essere
acquistata anche da questo link.
Ci sono dei teatri
simili?
In
Italia sono esistiti senza dubbio numerosi teatri simili al nostro, piccolini,
con due file di palchi e una piccola platea.
Per
fine meramente esplicativo, chiudo questo articolo con
le foto dei teatri di Penna Sangiovanni (MC) e San
Vito al Tagliamento (PD), due dei teatri allitaliana pi piccoli sopravvissuti
sino ai nostri giorni.