Lassedio di Maratea del 1806. Nuovi documenti e studi

Lo scorso 4 gennaio ho avuto il piacere e lonore di organizzare un evento, Lo spirito del Natale passato: la storia di Maratea attraverso le fonti darchivio, con la partecipazione dei ricercatori di storia locale Biagio Moliterni e Ferruccio Policicchio, della dott.ssa Chiara Arenella e dellamico Francesco Santoro.

La chiesa dellAddolorata stata gremita di pubblico nonostante il solo, piccino, piccolo grado centigrado sopra lo zero che quella serata ci ha concesso!

In quelloccasione, stato riconsegnato al patrimonio archivistico di Maratea un documento, perduto chiss come e quando e recuperato, grazie alla sensibilit dellAmministrazione Comunale, in circostanze a dir poco fortunose, che traccia una inedita memoria sullassedio al Castello di Maratea del dicembre 1806. Tre anni fa, tra laltro, mi stata data loccasione di pubblicare un piccolo studio sui caduti dellassedio. Sperando di fare cosa gradita agli appassionati di storia locale cos come avevo promesso durante levento del 4 gennaio consegno al sito dellamico Biagio Calderano la digitalizzazione e trascrizione del documento e il mio piccolo studio:

Memoria sullAssegio di Maratea di Carmine Iannini PDF                                           Archivio storico della Calabria e Lucania PDF

Trascrizione della memoria.

Memoria sullassedio di Maratea del 1806, n firmata n datata, ma da attribuirsi a Carmine Iannini (1774-1835), parroco di S. Biagio dal 1804 alla morte, e databile tra il 1825 e il 1835 poich si fa riferimento a Ferdinando IV di Borbone, poi Ferdinando I delle Due Sicilie, come gi defunto.

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Maratea

In Luglio dellanno 1806 lAmmiraglio Inglese Syr Sydeni [sic] Smith, col suo Vascello denominato Pompeo, si port nelle vicinanze del lido di Maratea, ed il suo Luogotenente Signor Cavaliere Sleslor, con degli Officiali, ed un Prete chiamato D. Francesco Saracino Regnicolo, sal in Citt, e fatto arrestare il Regio Governatore, per nome D. Francesco Carvelli, dal perch non aveva ubbiti [sic] gli ordini dellAmmiraglio, ricevuti per mezzo di D. Giovanni Zaccaro di Maratea, ed aveva dissarmati [sic] gli abitanti, e rimesse le armi ai Francesi in Lagonegro, cre Luogotenente della Citt D. Alessandro Mandarini.

Costui posteriormente, si port a Bordo del Vascello, per rendere un Omaggio allAmmiraglio, il quale in nome del R Ferdinando di felice memoria, lo dichiar Vice Preside di Basilicata, ed Incarricato [sic] delle due limitrofe Provincie di Calabria, e Principato Citeriore.

Il R, da Palermo, tanto conferm; e gli diede a sue Istanze, per assessore D. Luigi Maria Leo; e per assistente, relativamente alle Armi, il Tenente di Cavalleria, del Reggimento detto di Rocca Romana D. Gregorio di Lieto. Questi due, sono parimenti di Maratea.

Passata tal notizia alle Truppe in Massa, chiamate per ischerno Briganti, da Francesi: le stesse comandate dal Tenente Colonello D. Rocco Stoduti: dal primo maggiore D. Antonio Guariglia: e dal Maggiore D. Giuseppe Necco, piombarono in Maratea, per dipendere dagli Ordini del Mandarini.

Venne pure da Sicilia, una competente Flottiglia, composta di Lancioni, Bombardiere, Galeotte; posta sotto i suoi ordini; e comandata dal Capitano di Marina D. Ignazio Cafiero: morto poi Colonello, e Comandante della Piazza di Messina. Vi venne aggiunta pure la Fregata Minerva, comandata dallallora Colonello di Marina Cavaliere D. Carlo Vicuna.

Perch cadde Gaeta: e le Truppe de Francesi, piegarono per le Calabrie: nel passaggio brugiarono Lauria, per ordine del Generale Massena, atteso se lera fatta della Resistenza: e Lagonegro si fece Piazza dArmi, e Residenza di un Generale di Divisione; perci il Mandarini, and a far permanenza su lIsola di Dino, Garantino venendo dalla divisata Flottiglia in quella Rada.

Ivi, un tempo fortunale, avvenuto la notte de 27. Ottobre, comera stato preveduto dai nominati Signori Vicuna, e Cafiero, pose la Flottiglia in iscompiglio. Pi Lancioni, e Bombardiere naufragarono. Molti dellequipaggio vi morirono. La Fregata, rotto lalbero principale, e spinta dal vento impetuoso, and sino alle vicinanze di Strongoli.

Considerando Mandarini, non potere pi, atteso la Stagione dInverno, reggere in Mare, si ritir in Maratea superiore; e tutto si occup nel far riattare i Torrioni, e le Muraglie di [quella]

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quella, che per la situazione, un Forte assai imponente: ebbe in altri tempi, una Guarnigione, con un Comandante, tra quali una volta il Castellano del Forte S. Erasmo di Napoli di cognome Galeota, morto in Napoli, e sotterrato nella Chiesa di S. Pietro Martire, come dalla lapide nella parete del terzo Cappellone, a sinistra si rileva: e nellanno 1441. capitol altra volta, cogli Aragonesi, usciti che furono dal Regno gli Angioini.

Non ebbe tempo per il riferito Mandarini, di fortificarvisi, come disegnato aveva, giacch nel d 4. Decembre, contemporaneamente arrivarono al lido, altri Bastimenti spediti dalla Sicilia, con munizioni, provvisioni, e pezzi di artiglieria; ed intorno alla Citt soldati in n. di 4000. circa, tra Francesi, Corsi, e Mori; comandati dal Generale di Divisione Maurizio Lamarque, dai di cui cenni dipendevano, il Generale di Brigata lEspagne, alla Testa de Corsi: ed il Grosso Maggiore Guý, alla Testa de Mori.

Nel venire la mentovata Truppa, che sera divisa in tre Colonne: di esse la prima f, per poco tempo, attaccata alla Coda dal Capitano Falco, nel punto detto la Colla, in territorio limitrofo, tra Rivello, Trecchina, e Maratea. La seconda, dagli abitanti del villaggio di Maratea superiore, chiamato la Massa, nel lugoo detto Arenaglia, e nella Montagna come la prima; li quali sebbene si fossero veduti posti in mezzo, perch tra essi, si trovavandi [sic] coloro, cherano stati Soldati, formarono il Quadro, e si battero [sic] disperatamente sino a che venne la notte. La terza, attaccata venne dal maggiore D. Giuseppe Necco, pl Posto svantaggioso, retrocedendo per la Marina, venne garantito dal Cannone de legni comandati, dallinfelice Mosca, e da D. Raffaello Falsetta, nel punto nominato Ilicini, e simbarc, con della perdita, per parte sua.

Il Generale, subito fece intimare la resa, a Maratea superiore, forte di circa uomini 700. ma da Mandarini: dal Colonello D. Rocco Stoduto; e dal primo maggiore D. Antonio Guariglia, nebbe risposta negativa non solo; benvero ardita, e temeraria.

Si attacc quindi il Fuoco. I Francesi, postato avevano un Cannone, nel luogo detto Mantinia, per battere la Porta, ma dopo due giorni, si rese inutile. Posero pure due Barili di polvere, sotto delle mura, ma gli Assediati, che se navvidero, ne fecero lacquisto, a loro danno. Fecero uso del Mortale, per le Granate, e le stesse passando per sopra la Citt, andarono a cadere, dallaltra parte, nella Falda del Monte, dove nuino potevano offendere.  Una solamente, diede in un Sasso, e lo scheggi; e la Scheggia colp nel petto di Carmine Cascello Napoletano, che visse due giorni, e munito di Sagramenti, mor a 10. Decembre. Niunaltro pass pericolo veruno: e la morte del Sudetto fu stimata, come un castigo del Signore, ed in pena di un Omicidio, commesso da lui proditoriamente in Napoli.

Disperato il Generale, per qualche perdita de suoi, e per la Soverchia Ostinatezza de Reclusi: chiamato il Colonnello D. Andrea Pignatelli in ajuto [sic], chera in Sapri, con altri [300]

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300. uomini: e fatta una requisizione di Scale, e di Matarazzi [sic], tent un Assalto; ma era meglio se se ne fosse astenuto, poich vi perdette circa 500. Uomini, ed un Capitano de Corsi, il quale f sotterrato, con tutta la pompa funebre, nella Parrocchia di Maratea inferiore.

Finalmente astretto si ravvis daprire delle Trattative: e quantunque avesse saputo di certo, aver terminata gli Assediati, tutta la munizione, e tutta la provisione [sic], non dimeno stipol la seguente Capitolazione.

 

Dal Castello di Maratea il d 10. Decembre 1806

Signor Generale

 

Gli articoli da essere approvati sono i seguenti

I. Che gli Officiali si rinvieranno in Sicilia, sulla loro parola donore, di non pi servire, contro di S. M.

2. Li Soldati tutti, che sono nel Forte, sono tali per averli dichiarati cos S. M. Ferdinando IV con Dispaccio de 12. Agosto corrente anno. Posto ci, a tenore del secondo articolo accordato, devono imbarcarsi, tutti coloro, che lo vogliono, e ritornare nelle proprie Padrie coloro cui ci piace.

3. La Truppa Francese, dar libero, e sicuro il passaggio, sino al luogo dellImbarco, facendola scortare da Uffiziali, a quali si consegneranno le Armi.

4. stato accordato, che si sarebbero fatte rispettare le Vite di tutti, e le propriet, s la parola di General dOnore.

5. Col suo ajutante speditoci, jeri, tuttocci rimase conchiuso; onde siamo pronti di cedere la Piazza, e di osservare la nostra parola.

Alessandro Mandarini Vice Preside di Basilicata

 

Accordo, dove brameranno andare.

I Paesani, saranno rimandati alle loro Case, con una Carta di sicurezza, segnata dal Signor Generale mediante la quale, saranno rispettati; ma prima giureranno sopra il Cristo di non prendere pi le Armi.

Il Generale, rilascer i Passaporti, ai Paesani, che avranno consecutivamente deposto le armi, ad un Quartiere Generale.

Sulla parola donore del Generale la Vita di tutti, sar rispettata.

 

Campo di Maratea                                                                  Maurizio Lamarque

 

In seguito uscirono gli Assediati: si unirono coi Francesi: ed in modo di Processione, colla Statua di S. Biase, si portarono tutti, nella Chiesa de Minori Osservanti. Ivi dOr[dine]

 

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dine del Generale, il f Sacerdote D. Nicola Mandarini, Fratello Consobrino del Vice Preside, fece un Sermone sulla Santit del Giuramento. Indi stando sullaltare, e tenendo inalberato il Santissimo Crocifisso, coloro cherano stati assediati, alzarono la man destra, in segno del Giuramento, e furono licenziati.

Il Generale dopo dati gli Ordini, che si fosse demolita universalmente la Fortezza: e lasciata una porzione di Truppa, col Capitano Delan, per lesecuzione, e ne part, e ritorn in Lagonegro.

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