Le cascanti campane di Maratea.
di Luca Luongo
Se Maratea la citt delle 44 chiese, essa
anche la citt di qualche campanile. Cinque, attualmente, per la precisione.
I cinque campanili di Maratea.
Il primo quello del santuario e basilica di S.
Biagio, fatto costruire nel 1741 da Giovanni Ventapane (figlio del pi celebre
Carmine).
Il secondo, pi antico e pi alto, quello della
chiesa madre di S. Maria Maggiore, costruito poco dopo se non insieme alla
fabbrica della chiesa stessa.
Il terzo sempre in paese, proprio della chiesa
succursale dell'Annunziata. La prima versione, non
pi esistente, aveva anche
un orologio. Distrutto probabilmente dal terremoto del 1694, venne ricostruito
un secolo dopo per interessamento del cappellano Angelo Fedele Buono (1737-1805)
su disegno di Giuseppe Tarantini, marateota che fu anche impiegato al Corpo per
i Ponti e Strade del Regno di Napoli.
Quarto quello della chiesa di Acquafredda,
costruito nel 1833 per interessamento del vicario Daniele Faraco
(1819-1866). Ultimo e pi recente quello della chiesa del Porto, costruito nel
1956.
Le campane cascanti.
Problema piuttosto sentito nell'antica Maratea era
quello di tenere ben funzionati i campanili e gli orologi l posizionati. Fino
al XVII secolo in paese ce n'erano due, poi quello dell'Annunziata, di cui
ancora esiste il segno del vano, non venne mai pi ripristinato.
Altra spesa era quella delle funi per le
campane. Queste andavano facilmente a usurarsi, causando notevoli pericoli per
la pubblica incolumit. A proposito sono narrati due aneddoti tra le carte
dell'archivio parrocchiale, entrambi relativi al campanile della chiesa madre
di S. Maria Maggiore.
Il primo risale al 6 gennaio 1588, quando venne
annotato che per disgrazia occorsa
Il secondo molto pi drammatico. A d 25
ottobre 1758. SՏ sonata la campana funebre per la morte di Felice Curcio,
seguita in Napoli, e nel sonarsi detta Campana casc sino al 2 appartamento
del Campanile, e per prodiggio [sic] della
Vergine Assunta no' si fe' minima lesione; come pure
per altro miracolo della stessa, sonata non si periclit il Sacerdote D. Biase
Felice Buono, che si trovava sopra il Campanile, mentre da due persone si
sonava la sudetta Campana, che sebene
[sic] fosse cascato fin al Piano, no' si fe' male,
e le due Persone, che sonavano, restarono ferme davanti il Fenestrone.
Si registra tal Memoria per Gloria della Madre di Dio.
Li riporto qui come testimonianza di piccoli ma
simpatici eventi del passato.
Luca Luongo