Quant
antica la festa di S. Biagio?
di Luca Luongo
Dare i
numeri unespressione
associata a confusione, se non, nei casi peggiori, alla follia. Lorigine del
modo dire starebbe nellastrologia, poich in passato molti divinatori si sarebbero sforzati di dare una corrispondenza precisa tra le
tematiche dei sogni e certi numeri (la pi famosa di queste
Purtroppo,
anche tutti noi appassionati di Storia locale siamo costretti a dare i numeri quando ci chiediamo quanto sia antica
la festa di maggio a Maratea. Da diversi anni a questa parte, sul manifesto che
comunica ai cittadini e ai fedeli il programma, campeggia un cardinale
dellanno della festa: il 2017 segnato come il 341esimo. Recentemente, il
giornale Roma ha pubblicato un articolo
dellamico prof. Domenico Sarsale che segna, nel
titolo, 456 anni di festeggiamenti.
Chi ha ragione e chi
sta dando i numeri? Nessuno dei due, ahinoi, in entrambi i casi.
Sfortunatamente, lo studio storico non solo non una scienza esatta che pu
rispondere a interrogativi a risposta chiusa. Sono
pochissime le domande a cui lo storico pu rispondere con un vero o falso
oppure con un giusto o sbagliato. La stragrande parte delle volte bisogna
rassegnarsi a un Ǐ complicato e aver la pazienza di
ascoltarne la spiegazione
Da che anno stiamo
contando?
la prima domanda che dobbiamo porci. Facendo due rapidi
calcoli, il manifesto del programma calcola a partire dallanno
1676 (escluso), il prof. Sarsale dal 1562 (compreso).
A cosa si riferiscono le due date?
Il
1676 fu un anno particolare per Maratea. Il 21 maggio di quellanno
il paese fu preso dassalto da una torma di briganti e assediato per quattro
ore. Dopo lo shock, i marateoti presero coraggio e a
suon di fucilate e cannonate (dal Castello) massacrarono quasi tutti i
centosessanta banditi che ebbero la brutta idea di rompergli le scatole. I
quattro briganti superstiti presero in ostaggio altrettanti cittadini, che
tornarono dalle loro famiglie raccontando che i loro sequestratori erano stati
convinti a liberarli da un venerando vecchio barbuto, che venne
associato a unapparizione del santo patrono. Perci si decise di fare, il 21
maggio di ogni anno, la processione di un cero per le
vie del Borgo (lattuale centro storico) in ricordo dellavvenimento.
Il
1562, invece, lanno di una Bolla pontificia emanata da papa Pio IV (al
secolo Giovanni Angelo Medici di Marignano,
1499-1565), passato alla storia come liniziatore del concilio di Trento e del
famigerato Index librorum prohibitorum. In questa Bolla il papa concesse
lIndulgenza Plenaria per coloro che avessero pregato
nel Santuario di Maratea dopo il tramonto della prima domenica di maggio. Il
testo della Bolla non parla specificamente di una festa che cadesse
in quel periodo, ma pi che lecito intuirne la presenza tra le righe.
Come
giustamente fa notare il prof. Sarsale nel testo del
suo articolo, il calcolo di 456 anni va inteso per difetto.
Ragionando un pochino
ci si accorge che, nonostante entrambi i punti di vista siano affascinanti,
portano un invincibile difetto. Per quanto sembri assurdo, n la festa a cui si
riferisce
Partiamo
dal punto pi lontano.
Ancora pi ovvia linadeguatezza del 1676 (escluso) come
data di partenza. Allepoca si decise una processione di un cero per le vie del
centro storico in un particolare giorno dellanno, il 21 maggio. Non solo
questo giorno, per motivi di calendario, sarebbe mai pi potuto cadere nel
periodo della festa, ma non veniva scomodata neppure
la statua del santo dal Castello!
Fu nel 1695 che i nostri antenati
impostarono la festa solenne della traslazione delle reliquie di S. Biagio a Maratea nel modo pi simile a quello conservato
oggi. Il 3 maggio di quellanno il sindaco Federico
Riccio e altri notabili del paese decisero che in ogni anno nella Domenica
prima o nella seconda dopo la festa plenaria di Maggio, con vera contrizione e
con tutta solennit si dovr portare processionalmente per tutta questa citt
il Simulacro del nostro S. Protettore, e, in segno di dominio e di
riconoscenza, per ciascun anno ed in perpetuo, offrire un cero e dieci ducati. Il testo
dellatto, rogato dal notaio Giovan Pietro Lombardi,
interessante perch cita esplicitamente la festa plenaria di Maggio (cio quella a cui si riferisce
La discesa della statua del santo coperta dal panno rosso, infatti, iniziata solo dopo il 1781, anno in cui una lite giurisdizionale
tra i parroci del Castello e di S. Maria Maggiore
costrinse
Detto tutto questo,
allora, da quando contare? La risposta, come anticipato, non pu che essere
complicata. La festa di maggio di S. Biagio un evento storico che si
stratificato nel corso dei secoli e modellato fino a giungere a noi nella forma
in cui oggi. E nel futuro continuer a evolvere,
assumendo forme diverse, in eterno. Di conseguenza, stabilire una data di partenza
non pu che essere una operazione arbitraria. Forse
sarebbe meglio omettere un qualunque numerale, forse dovremmo scegliere di
contare il 1695 (escluso) come data di istituzione
della festa (sarebbe probabilmente la cosa pi logica) ma in ogni caso,
continueremmo comunque soltanto a dare i numeri!