Ferragosto 2017 a
Maratea
Sarei rimasta
cos“, assorta a
guardare in una vetrina una
collana brasiliana,
se un bimbo non mi avesse dato una
spinta. Da quanto tempo ero ferma, l“, a guardarmi intorno? Un
anziano signore, seduto al tavolino di un bar, sorseggiava il suo bicchiere oscuro di birra, calandosi in gola il liquido, come facesse gargarismi. Non era quello il solo avventore
del bar. In cerchio c'erano dei tavolini occupati da giovani che discutevano allegramente, davanti a bicchieroni
di birra; poco
lontani, altri gustavano panini sotto una luce fioca,
ma abbastanza vicina ad un'altra rossa, e
ancora un'altra blu.
Erano tanti angoli di conversazione. Fatti alcuni passi, mi
fermo di botto, obbligata da
un'esplosione di
luce. I bagliori provenivano da un insolito
negozio con merce di fattura artigianale, invitanti per
la loro provenienza da paesi vicini lucani,
calabresi, siciliani, campani, da come potevo
sbirciare.
A passo lento, osservando ancora intorno, sentivo di trovarmi in un'atmosfera particolare. Finanche i negozianti, solitamente un po' diffidenti, sempre sulla loro, si portavano sulla soglia dei negozi e con fare gentile
accoglievano i
turisti.
Tutt'intorno, questo pullulare di vita
mi emozionavo fin
quasi a commuovermi. Questo piccolo
centro storico, cos“ bello, che con lento, lentissimo passo avanza nei secoli e che, a volte, d'inverno, sembra quasi sostare, quella sera mi riportava in atmosfere tipiche
di angoli turistici, dove
la poesia degli scambi e dei luoghi, vincendo ritrosie, pregiudizi, nazionalismi,
fa scaturire un'umanitˆ in cammino.