Il monacello di Gina Labriola

Poetessa, pittrice, affabulatrice, dopo l'infanzia lucana, per seguire studi classici Gina Labriola (Chiaromonte, 193 1 - Marsiglia, 201 1) si sposta a Bari e nel capoluogo pugliese incontra un gruppo eccezionale di intellettuali del Circolo "Gabriele Pepe": Tommaso Fiore, Vito Laterza, Rocco Scotellaro. Il cammino formativo di Gina continua a Bologna, poi in Svizzera, in Iran, Spagna e Francia, dove insegna Letteratura italiana presso l'Universit di Rennes, in Bretagna.

La sua sensibilit resta per attratta dal mondo iraniano, nel quale ha vissuto undici anni, conquistata dalla complessit, dall'imprevedibilit edall'inafferrabilit dell'anima espresse e vissute nelle opere e nella vita di quel popolo. Bench affascinata da civilt e costumi tanto diversi, non dimentica per la condizione, il significato misterioso e mitico della nativa terra lucana, da cui trae la malinconia dei versi e la tenace voglia di fuga nell'immaginario dei racconti. Ho davanti a me una delle meravigliose sete policrome su cui sono stampati alcuni versi suoi: sono colori e parole che dimostrano le sua intima natura di scrittrice fra utopia e umorismo, fra nostalgia della terra lontana e sorriso, spesso sereno ma a volte amaro.

Di tutti i suoi numerosi personaggi, quello che pi mi ha affascinato per l'incanto della poesia che lo anima senz'altro il "monachicchio", lo spiritello che vive anche nelle pagine lucane di Carlo Levi. Cara Gina, veramente insopportab ile questo tuo folletto: mi trovo a sedere per terra per uno dei tanti suoi dispetti, nell'antica casa della prozia ha tirato a s la sedia e sono rimasta cos con l'ago sfilato. Non ti dico quello che ha combinato a mia sorella: le ha fatto scivolare nell'acqua il sapone che aveva tra le mani mentre lavava i panni al fiume in compagnia di nostra zia, alla quale ha alzato a ventaglio la lunga gonna di panno. Mi sposto tutt'intorno per acchiapparlo , ma non ci riesco: gi, " fatto d'aria"...

Ti aggiri col tuo "folletto" tra i ricordi del paese, abbandonato con una nostalgia velata e commovente : l'amore per le tue radici tenero e forte. La tua inesauribile fantasia ti fa volteggiare nelle strade e nei vicoli fra streghe, fate, ragni, civette, gechi. L'affetto per il mondo dei bambini ti fa creare situazioni affascinanti, magiche, incontri tenerissimi. Fai sognare, s, Gina: fai sognare. Rippoli il paesello, fai suonare per le vie la musica di tutti gli strumenti tradizionali. Fai rifiorire gli alberi per la gioia dei bambini e, in particolare, per la felicit di Manuel, Elena, Landre.

 

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