Si parlava di punti deboli.

Qual il tuo?

Volendo essere sincera o banalizzando? avrei voluto chiedere, ma chiss poi perch finisco sempre col rispondere con un'altra cosa.

Quanto fastidiosa la sensazione di dover sintetizzare tutto in due parole e, se ti va bene, qualche frase. Ci perseguita questa fretta della giornata, la sensazione di doversi sbrigare, di restare socchiusi.

Si parlava di punti deboli. L'ascolto ho subito pensato.

L'ascolto senz'altro il mio, per non l'ho detto: a volte le persone si lasciano suggestionare, meglio rispondere con qualcosa che sia pi realistico.

Un tramonto, il mare. Va gi meglio?

Forse vero che dietro a ci che tentiamo, con tanto trasporto, di dare agli altri si nascondono le nostre pi grandi mancanze.

Fino a che punto bene rivelare a qualcuno i propri angoli scoperti, gli spazi dove la pelle viva e la carne accesa?

L'ascolto sempre stato il mio punto debole.

Mi piace quando, parlando, scopro negli occhi di una persona di star comunicando per davvero, di starlo facendo come dovrebbe essere pi spesso.

la mia sensazione preferita, mi commuove, mi indebolisce, mi disorienta ed cos vera da farmi bruciare gli occhi.

vero e lo riconosco con un sorriso e un po' di imbarazzo, spesso stato per me causa di distrazione. per questo che ho riconosciuto nell'ascolto il mio tallone d'Achille. Quando si parla, credo, si dice molto di s con le parole che si scelgono, ma pi di tutto con quelle che si lasciano inespresse, sospese.

Mi intestardisco, mi aggrappo alla necessit di essere sinceramente me, eppure talvolta riaffiorano interferenze e disturbi dall'esterno, distrazioni e prese di coscienza talmente piacevoli da farmi perdere il filo del discorso.

Credo che siano questi i motivi per cui si possa essere portati ad ascoltare qualcuno:

1. L'interesse per ci che si sta raccontando

2. La voglia di sapere di cosa si sta parlando

3. Il desiderio di comprendere profondamente chi si ha davanti

Il mio preferito il terzo. Me ne accorgo sempre quando cos e mi piace. bello perch ascoltare in quel modo come rispondere; come ve lo posso dire? Quella gi una risposta. Una risposta a tutto.

Una volta ho addirittura dimenticato cosa stessi dicendo, per concentrarmi sulla sensazione di essere io, per un istante, l'oggetto di studio di qualcuno.

A pensarci, non fondamentale che tutto sia al posto giusto, che le situazioni siano perfette e le persone impeccabili.

Alla fine della giornata, quando ti guardi le mani, speri sempre che non siano vuote. Conta la sensazione che ne sia valsa la pena, che i sentimenti non siano stati sprecati e che le parole, ormai giunte a destinazione, vengano riscaldate.

E poi, che tu decida di parlare o meno, ascoltare un meccanismo sempre acceso, non si scarica mai.

L'ho lasciato andare: i punti deboli ogni tanto hanno bisogno di prendere aria.

Mica ne ho solo uno!

Miriam

3 novembre 2017

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