Un bambino, una volta, mi ha chiesto di
voltarmi.
Non
guardare! - mi ha detto - devo piangere.
Mi
voleva bene, lo sapevo perch me lo diceva in continuazione e perch, quando mi
teneva la mano, tra le dita riuscivo a leggere che voleva che restassi. Sono
cose che so perch me le spiegavano i suoi occhi, le sue
mani intrecciate.
A
volte basta un attimo e ti senti distante da tutte le cose e le persone. A
volte basta un attimo e comprendi che forse non ci sei mai
stato pi dentro, che di tanto in tanto il troppo pu far venire la
nausea di tutto.
Sono
stati i momenti come questo che mi hanno aiutata a
capire quanto in quel periodo quello non fosse solo un lavoro, per me.
Desideravo
ricambiare la stretta, prendergli la mano, pi piccola della mia,
ma affamata d'amore quanto me.
Desideravo
tenergliela perch avvertivo, per quanto mi lusingasse, il modo in cui avesse
bisogno di me.
Tutto
quello che sapevo fare, tutto quello che potevo fare
per ovattare quella piccola perdita nell'anima era stringerlo, e allora lo
stringevo. Gli promettevo che non me ne sarei andata, non ancora.
I
ricordi semplici si rivelano sempre i pi faticosi.
Forse
avrei dovuto chiedergli il motivo di quelle lacrime, prima di soddisfare le mie
curiosit. Perch devo girarmi? Non capisco gli dissi. Lui rispose che se ne vergognava troppo.
Non potevo vederlo piangere perch lo imbarazzava, non era da uomini. Forse
qualcuno gli aveva insegnato che piangere significava essere deboli, gracili,
poco coraggiosi. Come si sbagliavano!
Mi
vuole bene, pensai. Forse potrei dire qualcosa che
pesa, che non cada sorda nel buio.
Io
penso che di petto si pianga meglio, vuoi provare? gli dissi, ma aveva gi iniziato a darsi al mondo delle lacrime. Si era
seduto per terra, di schiena, accovacciato e nascosto come un piccolo fiore. Mi
appoggiai con la schiena contro il muro, in silenzio, e nel silenzio provai a capirlo.
Allora
aveva sette anni e mezzo e un amore troppo sviluppato per un corpicino tanto piccolo.
Trovai
le parole per tranquillizzarlo, facendo leva sulla consapevolezza che spesso un
legame profondo pu esercitare un grande potere. Non rispose quando gli chiesi cosa fosse successo, cos andai
avanti, aggrappandomi alla credenza che la stima per una persona pu
influenzare molto le proprie condizioni. Perch forse l'amore anche questo,
essere consapevoli di potersi addossare le battaglie di chi ci sta a cuore, farsi carico di un armamento non nostro.
Francesco,
penso che dovresti piangere con il petto rivolto verso di me, ti sentiresti
meglio continuai ad insistere. Il modo in cui piangi tu per chi si trova da
solo e tu non lo sei. Ci sono io ora. Io mi comporto come te
quando sono sola, ma ora non ce n' motivo. Non c'
nulla di cui vergognarsi, te lo prometto. Mica
quando ridi ti vai a nascondere? Questa la stessa
cosa. Si alternarono due o tre silenzi che si risolsero con un paio di occhioni pieni di vita che
finalmente si decisero ad abbracciarmi. Cos ti faccio compagnia, piangiamo
insieme se vuoi gli dissi.
Cosa
mi importa delle cose che dovrei dire e di quelle che
dovrei fare, se dentro di me c' qualcosa di pi grande che mi suggerisce i
dettagli? Avrei dovuto andare contro me stessa, dirgli
di smetterla di lamentarsi perch i bambini grandi non piangono? Ma i bambini grandi chi?
C'
una sola verit, ed questa: chi, quando ride, ride
di cuore sa piangere bene.
Come
se le lacrime attestassero la debolezza di un cuore! Come se si dovesse
mascherare la natura umana, sacrificare una parte di s!
Come
se il canale delle nostre esperienze fosse troppo elevato per
abbassarsi al livello del pianto! Un'assurdit, insomma.
Avrei
voluto proprio dirlo a Francesco.
Avrei
voluto dirgli con tale franchezza che il mondo delle lacrime sublime e
coraggioso, proprio come il mondo degli eroi e di coloro che
non hanno paura di aprire le stanze della mente e permettere al loro
contenuto di attraversarli.
cos, a volte ti senti distante da tutte le cose e le persone e gli occhi
opachi appaiono spenti perch i campanellini hanno smesso di suonare.
Forse
vero che sono tutti uguali ti dici, per lo sai che non vero. Lo sai che
non mai stato vero.
Miriam
2 novembre 2017