Dal libro di Sergio De Nicola:
Maratea … parliamone ancora

Da lassù guidaci ancora

Padre Amedeo

 

Lo sguardo di Dio è sorgente di azione.

Pur avendo, come si legge nel Salmo 10, il trono nel cielo i Suoi occhi sono aperti sul mondo  (Salmo 10, 4 ).

Ovunque, quindi, si lotta per l’uomo lì il Dio di Abramo e Gesù si manifesta nella storia e una prerogativa del cristiano è quella di raggiungere il regno di Dio appunto attraverso la storia, con la trasformazione del mondo e delle realtà collettive e individuali.

Trasformazione che può avvenire solo attraverso quell’amore, fatto anche di cose concrete, che fa superare barriere ideologiche, razziali e pregiudizi umani.

Su questi principi di fede e di concretezza era appunto impostata la scelta di vita e la catechesi di Padre Amedeo che non si annichiliva di fronte alle ingiustizie e alle violenze quotidiane fatte dall’uomo sull’uomo ma con il suo comportamento e con la parola invitava l’uditorio a non recriminare e condannare soltanto ma a ricostruire la speranza in quell’amore che portò Cristo a salvare Matteo, Zaccheo, la Maddalena, l’adultera.

Più volte, in maniera figurata, nelle sue omelie, ha invitato Cristo a sedersi di nuovo fra noi, per far rinascere in ogni uomo quei sentimenti di misericordia e di umiltà capaci appunto con l’amore di creare, in una società rinata, il rispetto verso l’uomo, immagine di Dio.

Amore, misericordia, umiltà è ciò che Padre Amedeo ci ha testimoniato.

Ce lo ha testimoniato quando superando il disgusto dei sensi prendeva, per soccorrerli, fra le sue braccia emarginati abbrutiti dal vino e dall’abbandono, quando incuteva coraggio, col suo pragmatismo, nel momento del dolore e del bisogno, quando,  per difendere donne rese schiave da un maschilismo prepotente e brutale, affrontava a fronte alta e sicura l’irrazionale cattiveria umana o quando, con umiltà,  condivideva il pane dei poveri e dei miseri, divenendo spesso, come Cristo, pietra di scandalo per i tanti farisei di oggi.

La sua missione, Padre Amedeo, emulando Cristo, l’ha sviluppata nelle strade, confondendosi con la gente, con i giovani, divenendo ora precettore, ora manovale.

Voleva, col suo agire, favorire il dialogo, la tolleranza e la comprensione nella prospettiva di una società nuova, più umana e più giusta dove l’amore e la vera solidarietà fosse testimonianza di una fede rinnovata e più salda.

Diceva testualmente in una sua omelia: Se la misericordia invocata da Dio fin dalle sue prime rivelazioni non tornerà ad essere il costitutivo del nostro vivere quotidiano, se l’amore non sarà l’informatore unico delle nostre azioni, noi continueremo ad ucciderci e ad uccidere e ancora: L’umiltà, quella saggia, quella frutto dell’intelligenza, nasce dal coraggio di guardarci dentro per poter,  poi,  demolire tutta la nostra superbia che: ci da l’illusione di essere più onesti, più saggi degli altri e che mortifica, così, quell’amore che è, come ci ha insegnato Cristo, donazione agli altri, che è rispetto verso gli altri, che è addirittura venerazione degli altri, che è ricerca dei bisognosi e in particolare perdono di quelli che ci hanno offeso perché hanno avuto la debolezza di dichiararsi nostri nemici.

Questi erano i principi sui quali Padre Amedeo ritornava sempre, erano l’alimento, talvolta non appariscente, della sua spiritualità, del suo confrontarsi con gli altri e del suo messaggio.

Soffriva intensamente quando aveva la sensazione che questo suo messaggio non veniva recepito, ma poi trovava nuovamente il coraggio a rimettersi in cammino e a continuare pensando che anche Cristo, girando  per le strade della Galilea, aveva incontrato tanta gente senza averla potuta salvare.

Egli voleva far capire a noi, suoi parrocchiani, che condizione essenziale per la salvezza non è il rispetto delle forme: Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli ma piuttosto il comportamento e la prassi ossia colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli colui, cioè, che avrà veramente amato.

Ho fra le mani, mentre scrivo, alcune poesie di Padre Amedeo: sono momenti di riflessione e di confessione con se stesso,   sono testimonianza di un dialogo interiore fra l’uomo e la sua anima.

Anche da esse traspare la robustezza dei principi che hanno guidato la sua vita e la sua profonda umanità come quando nei momenti di sconforto e di smarrimento …di Dio necessità mi preme e ...il cor d’intima pena è tocco si rifugia nella piccola cappella della congregazione e dopo aver in solitudine pregato trova la forza …a continuar sereno l’inerpicata via.

Padre Amedeo ha veramente amato la nostra comunità, l’ha amata in Cristo, quando si è sforzato, per renderla radicalmente impegnata al servizio degli altri, a rinnovarla sulla via della speranza, dell’umiltà e dell’amore.

L’ha amata da uomo, quando costretto a lasciarla ha pianto, trovando conforto, come scrive in una sua poesia, sul treno pronto a partire, volgendo lo sguardo alla Croce sul Crivi e in quel momento in un impeto d’affetto totalizzante:

... ... forte tutti abbracciai

Croce, dirupo, giovani e paese

E prima che la galleria lo privasse della vista dei tanti giovani che lo avevano seguito alla stazione:

la mia man li salutò e benedisse

... ... Maratea, se t’ho amata tu il sai.

Oggi dal Cielo benedicici ancora.

Da “Un Uomo di Dio a Maratea” Maggio 2004

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