No mẹ fidu

di

Pasquale Stoppelli

 

Quando ero bambino veniva a passare qualche tempo in estate a Maratea una zia trentina, sorella di mia madre. Era ancora viva la mia nonna paterna, che aveva labitudine di ripetere spesso: No mẹ fidu! Una volta che era sola con la zia lo fece pi volte. Dopo un po la zia sbott: Perch, signora, non si fida di me?. Lei, trentina, non poteva sapere che quellespressione nel nostro dialetto equivale a non mi sento bene. Da non fidarsi non avere fiducia di qualcuno a non sentirsi bene, il passaggio breve: non ho fiducia delle mie condizioni, del mio stato di salute, quindi non sto bene.

Approfitto di no mẹ fidu per introdurre altri due termini dialettali riferibili a compromissioni di salute: nzurtu e guccia. Corrispondono nel dialetto alle parole italiane insulto e goccia, con le quali condividono anzitutto i significati di base. Nzurtu fa per anche riferimento allinsorgenza improvvisa di una condizione morbosa. Ebbene, fin dal Settecento la corrispondente parola italiana documentata con lo stesso significato:  insulti apoplettici (Giannone), insulti di febbre (Alfieri), insulti di epilessia (Amari), insulto di emottisi (Carducci), insulto di paralisi infantile (Pirandello), insulto dasma (Papini).

Nelluso in cui qui la consideriamo guccia propriamente il colpo apoplettico. Il passaggio dal primo significato (na guccia dacqua) a quello medico non per intuitivo. necessario sapere che nella medicina antica, fondata sulla teoria degli umori, si credeva che laplopessia dipendesse da una goccia di umore discesa dal capo fino al cuore. Parla della goccia lo scrittore cinquecentesco Matteo Bandello: Nuoce [il vino] al cervello, offende la nuca e debilita i nervi; onde causa assai sovente aplopessia, cio la goccia. Nel secolo successivo Ferrante Pallavicino raccont di un cardinale morto appunto per goccia: Cadde improvvisamente la goccia al povero signor cardinale, gli tolse in breve ogni sentimento, e la mattina seguente il priv di vita. Sgneri, altro scrittore secentesco, descrisse anche lui gli effetti su un tale della goccia: Perd ad un tratto la parola su labbri e cos, insieme ammutolito ed attonito, si mor di goccia improvvisa. La sopravvivenza di guccia come colpo apoplettico nei dialetti di tutta larea calabro-lucana (non so se anche in area campana), anche in relazione a un concetto in medicina abbondantemente superato, d la misura di come i dialetti siano conservativi. Ma nel nostro uso dialettale guccia trova impiego anche in situazioni meno preoccupanti, a indicare per esempio uno spavento: no grid, me fattu vẹn na guccia!

 

 

 

Sabato 9 aprile:  Santavenere e Calicastru

Pasquale Stoppelli

stoppelli3491@gmail.com

 

 

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