VILLA COMUNALE

CARDINALE GENNARI



Eravamo nel 1952 ed erano passati ben 38 anni dalla morte del nostro amato Car­dinale Casimiro Gennari avvenuta a Roma nel 1914 e nessuno aveva mai pensato di ricordare ai presenti ed ai posteri la grande figura del nostro insigne Cittadino scomparso.

Nominato nuovamente Sindaco con le elezioni del 1952, ripresi lidea che avevo avuto fin dal 1938 di far costruire una Villa Comunale a Lui intestata con un busto marmoreo che rispecchiasse la figura ieratica delluomo che tutto aveva dato per la grandezza di Dio e della Sua Chiesa.

Limpresa che mi ero prefissa era quanto mai ardua ne il Comune aveva aree disponibili nel centro abitato per realizzarvi tale opera.

Ricadde cos la mia scelta sul posto che da tempo mi tentava, posto ameno e di sicuro interesse turistico. Ma il terreno era di propriet privata e, guarda caso, proprio degli eredi dello stesso Cardinale, la Marchesa Malvezzi vedova Marini dArmenia e figli.

Volli azzardare la richiesta di cessione gratuita di tutto lisolato del terreno e con questo intento mi recai alla Torre Santavenere ove gli illustri proprietari villeggiavano.

La discussione fu breve, cordialissima e conclusiva: alla fine i Sigg. Marini decisero di cedere gratuitamente al Comune tutto il terreno che io credevo necessario occupare per lopera che volevo far sorgere.

Con atto del Notaio Incoronato, rogato il 7 Dicembre 1952, il terreno venne do­nate al Comune.

Ottenuto il terreno, molto accidentato e roccioso, bisognava pensare come tra sformarlo in giardini; elaborai un progetto la cui esecuzione sarebbe costata parecchi milioni ma il Comune non aveva disponibilit di fondi.

Come fare?

Avevo troppe responsabilit amministrative sulle mie spalle per poter facilmente provvedere a cose nuove e belle, ma non di ordinaria amministrazione. Pensai di chiedere consigli in merito alle Autorit Ecclesiastiche pi confacenti, trattandosi di unopera che doveva far risaltare e ricordare la figura del nostro pi grande concittadino, Principe della Chiesa.

In quellepoca era a Maratea, per una serie di conferenze, il grande oratore Francescano Padre Izzo di S. Maria La Nova di Napoli. Nel portargli il saluto ed il ringraziamento della cittadinanza per il godimento spirituale che ci aveva procurato con le conferenze, gli parlai della mia idea.

Padre Izzo, approvando liniziativa, mi fu largo di consigli e devo a lui, che fu lunico ad incoraggiarmi, tutta la mia gratitudine. E quando gli comunicai a Napoli che stavo attuando la mia idea indicandogli quello che avevo fatto, egli mi rispose subito con la lettera che integralmente trascrivo :

Convento Francescano

S. Maria La Nova - Napoli - 16.9.1952

Gentilissimo Sindaco,

Plaudo alla sua dinamica attivit di amministratore. E anche trovo indicato bene il posto per il Monumento al loro illustre Concittadino.

La prima mossa che bisogna fare e di sottoporre direttamente al Papa la bella e doverosa idea di onorare questo grande Porporato della Chiesa, chiedendo a Lui il primo fiore per tale opera; il Papa non si potr negare.

La 2^ mossa e alla Amministrazione Provinciale di Potenza. La 3^ mossa e personalmente a De Gasperi. E la 4^ alla Democrazia.

Sintende che codesto Comune dovr pi di tutti concorrere perch e opera e glo­ria cittadina.

Son sicuro che si otterr una larga corrispondenza.

E se vi sono paesani in America, questi sapranno fare il loro dovere.

Io spero che si realizzer questa grande opera. Anticipo i pi sinceri auguri e con molti ossequi mi creda

F. to P.Izzo

Scrissi al nostro amato Vescovo Monsignore Federico Pezzullo la lettera datata 27 Settembre 1952 del seguente tenore :

Eccellenza,

Sono lieto comunicarLe una notizia che Le far certamente molto piacere.

Volendo attuare un mio sogno, lungamente vagheggiato, per onorare la Santa Memoria del Cardinale Gennari, mi son dato da fare ed ho ottenuto, gratuitamente, dagli eredi del Cardinale, Marchesa Malvezzi Campeggi Marini, un appezzamento di terreno in un punto incantevole del paese che domina il mare, la valle e i monti.

In esso desidero creare una Villa Comunale che porter il nome dellalto Prelato Marateese; al centro di essa sar eretto, su piedistallo, il suo busto marmoreo.

II compito che mi son prefisso e abbastanza arduo ma sono certo di attuarlo se avr collaborazione ed incoraggiamento.

Ho bisogno di molto danaro ed il Comune purtroppo e poverissimo, come fare? mi pu dare Lei, che a capo della Diocesi, un suggerimento, un aiuto? Potrei, Suo tramite, chiedere un obolo al Santo Padre ed a qualche Ente Religioso?

Desidero che Lei mi sorregga e mi guidi in questa impresa, io ed i miei amministratori Gliene saremo grati.

Mi sentir onorato di una Sua risposta e dei Suoi consigli.

Le bacio rispettosamente la mono

F. to Biagio Vitolo

 

II nostro Vescovo gentilmente mi rispondeva il 7 Novembre 1952 fissandomi un incontro a Maratea per il giorno 10 dello stesso mese.

Lincontro ebbe luogo e fu cordialissimo, con un largo scambio di idee. Io chiesi, ma non ottenni, il visto ad una lettera con la quale volevo chiedere al S. Padre un contributo per il busto.

S.E. il Vescovo per mi promise che se gli fosse stato richiesto il parere dalle Superiori gerarchie lavrebbe dato ben volentieri e favorevole.

Chiesi al Capo del Governo, al Ministero dellInterno, al Ministero del la P.I. un sussidio, ma senza buon esito.

Valutate tutte le pratiche che fin qui avevo svolto e che mi avevano lasciato alquanto deluso ma non scoraggiato, perch il mio motto e perseveranza e tenacia, mi decisi a scrivere nuovamente senza seguire la via gerarchica direttamente al S. P. Pio XII una prima ed una seconda lettera alla quale il Segretario di Stato di Sua Santit Monsignor Montini, lattuale Papa Paolo VI, direttamente, il 7 Gennaio, mi inviava un assegno di L. 100.000.= accompagnato dalla seguente lettera :

Segreteria di Stato

di Sua Santit

N.288353/s - Dal Vaticano il 7 Gennaio 1953

Illustrissimo Signore,

non ho mancato di umiliare a Sua Santit la nuova supplica, con cui la S.V. Ill/ma in data 13 Dicembre u.s. insisteva nella Sua richiesta per ottenere in dono un busto del compianto Cardinale Casimiro Gennari, destinato allingresso di una Villa Comunale da dedicarsi a Lui in codesta citt.

Sono lieto di comunicare alia S.V. che lAugusto Pontefice, nonostante le numerose richieste di aiuto, che gli pervengono quotidianamente, si e degnato di accordare per lopera progettata, un contributo di Lire centomila, che accompagna con i migliori voti e con lApostolica Benedizione.

Gradisca insieme i sensi di distinto ossequio, con cui godo di professarmi, di V.S. Ill/ma dev.mo

G.B. Montini

III.mo Sig. Biagio Vitolo

Sindaco del Comune di

MARATEA

Questa generosa offerta del Santo Padre mi incoraggi a continuare il mio lavoro e a portare a termine lopera.

Chiesi ed ottenni dallAmministrazione Provinciale il maestoso muro di ingresso alla villa.

S.E. il Prefetto assegn una somma al Comune per dar lavoro ad un certo numero di operai disoccupati.

Mancavano per il completamento ancora tante cose, cos il 18 Aprile 1953 lanciai il seguente appello alla cittadinanza.

COMUNE DI MARATEA

GABINETTO DEL SINDACO

Maratea 18 Aprile 1953

Cari Concittadini,

nel lontano Novembre 1939 e nel Settembre 1940, nella mia qualit di Commissario al Comune, Vi rivolsi un appello per la costruzione della Strada del Castello e per innalzare una Croce monumentale sulla pi alta cima del nostro Sacro Monte.

La Vostra spontanea e generosa adesione fu sollecita e soddisfacente e le Vostre offerte mi dettero la possibilit di portare a termine, nel pi breve tempo possibile, i lavori che avevo progettato. Vecchi ed ammalati potettero recarsi in auto alla Basilica e baciare le Sante Reliquie del nostro gran S. Biagio. I visitatori potettero affacciarsi al girone intorno alla Croce monumentale e godersi il sublime panorama.

Oggi, per questopera da me ideata, diretta ed eseguita merc il Vostro concorso, il Monte S. Biagio e diventato meta ambita e pi accorsata da fedeli e turisti.

Lopera medesima impronta imperitura della mia amministrazione e della Vostra collaborazione.

Ritornato allAmministrazione del Comune, nella qualit di Sindaco, per volere del popolo, mi sono accinto a realizzare unaltra opera che certamente non sar meno utile ed importante della prima: una Villa Comunale, da intitolarsi allE.mo Car­dinale Casimiro Gennari, ubicata in uno dei posti pi panoramici della zona verso S. Elia.

Come Voi sapete, tutti i paesi che ci circondano hanno i loro giardini pubblici e le loro Ville, dove ragazzi e vecchi possono svagarsi, mentre a Maratea mancava un piccolo posto di tranquillo soggiorno al sole.

Era mortificante vedere i nostri vecchi sdraiati per terra e sui gradini delle case, lungo la rotabile, ed i piccoli giuocare, con grande pericolo, sulla stessa sede stradale.

Per questo motive, ho affrontato lardua impresa di dare al popolo di Maratea la sua Villa che dovr anche ricordare e tramandare ai posteri il bene e la figura venerata del nostro pi grande cittadino, lE.mo Cardinale Gennari, gloria e vanto della Chiesa e della nostra Patria.

Sono riuscito ad ottenere il terreno dove sta sorgendo la Villa, dagli eredi del Dott. Antonio Marini DArmenia, parenti del Cardinale, ed una paterna e generosa offerta da SS. Pio XII per il busto marmoreo del Cardinale che e gi in lavorazione a Pietrasanta (Lucca) presso il valente Scultore Armando Battelli.

Concittadini, avrei voluto non importunarVi e darVi solo lannunzio del compimento di questa nuova opera, da me voluta, progettata, diretta ed in parte eseguita, per il bene dei Vostri figli, dei Vostri nipoti e per la generazione ventura, ma non mi e stato possibile. Il Comune povero e nulla pu dare; la Provincia ha costruito un muro di cinta di una certa importanza; la Prefettura mi venuta incontro con somme per la disoccupazione; la generosa offerta di un concittadino mi ha da­te la possibilit di portare lacqua alla Villa; il S. Padre, come ho detto, ha offerto il monumento.

Ma ancora resta molto da fare: il completamento delle opere, le piante orna­mentali, lilluminazione e tante altre piccole cose, che comportano una grande spesa. Ecco perch sono costretto a fare appello alla Vostra generosit, pregandoVi di farmi tenere al pi presto, il Vostro contributo, nella misura consentita dalle Vostre possibilit.

Questa offerta che Vi richiedo non per una festa le cui tracce finiscono alla mezzanotte, ma per unopera che rester nei secoli a dimostrare la bont e la civilt del popolo di Maratea che ha saputo creare, anche tra tante, un posto di ricreazione per i suoi figli e ricordare degnamente uno dei suoi uomini migliori.

Sicuro che accoglierete bene anche questo mio appello, Vi ringrazio e Vi salu­te affettuosamente.

F. to Biagio Vitolo

I mezzi vennero e cos fu possibile rifinire i lavori in meno di sei mesi trasformando la roccia in fiorenti giardini.

La Villa fu solennemente inaugurata il 16 Agosto 1953, con lintervento di S.E. Monsignor Federico Pezzullo Vescovo di Policastro, dei familiari del Cardinale, Marchesi Malvezzi e Marini dArmenia, del Vice Prefetto Comm. Zotta in rappresentanza del Prefetto Rotigliano, del Vice Questore Comm. Marsillo, del Presidente della Deputazione Provinciale e Segretario della D.C. Avv. Venturino Picardi, dellIng. Polcaro, Consigliere della Cassa per il Mezzogiorno, del Vice Presidente del Tribunale di Lagonegro Comm. De Salvo, del Sig. Capitano dei Carabinieri Comandante la Compagnia di Lagonegro, del Giudice Istruttore Fortunato, del Sindaco di Trecchina Prof. Orrico Leandro, del Canonico Rotondano, del Segretario Ca­po del Comune di Lauria Cav. Mona in rappresentanza del Sindaco e di una infini­t di altre personalit venute dai pesi circonvicini oltre tutte le Autorita civili e religiose e militari ed il popolo di Maratea. Moltissimi furano i telegrammi e le lettere di adesione e di compiacimento per lopera che si inaugurava: dal Santo Pat dre, da Ministri, da Parlamentari e da molti nostri concittadini sparsi nel mondo.

Allingresso della Villa tagli il rituale nastro S.E. il Vescovo con grande entusiasmo dei presenti; il busto del Cardinale fu scoperto dal Sindaco e benedetto dal Vescovo al suono armonico della banda cittadina diretta dal Prof .Aristide Limongi, con grande ovazione dei popolo di Maratea che finalmente si incontrava con la fi­gure del suo pi grande e caro Concittadino. La lapide sotto il busto porta la seguente epigrafe :

MARATEA 1839 - ROMA 1914

Col paterno contributo di S.S. Pio XII

a nome della Cittadinanza memore

BIAGIO VITOLO - SINDACO - POSE

15-8-1953

Seguirono i discorsi di occasione. A parlare per primo fu il Sindaco, a cui segu il Vescovo col discorso ufficiale; il suo dire fu lapoteosi del Cardinale, della sua vita e delle sue opere. Non si trascrive il testo non avendolo stenografato.

Parl poi lIng. Francesco Fontana, a nome della Giovent Cattolica di Maratea, non manc la poesia appropriata del nostro bravo poeta Pasquale Iannini e dellallora studente Dottor Franco Sisinni in collaborazione con il Prof. Massimino Vernucci che la music.

Pubblichiamo le poesie e il discorso del Sindaco.

VILLA COMUNALE CARDINALE GENNARI

MARATEA

 

Sopra un costone dallaltezza fiera volge lumano spirito al

Ciel pi anelo,

Sotto il pi puro luminoso Ciel

Di nostra Italia, in mistica raggiera.

Miri la valle, verdeggiante, intiera,

Cui volge il guardo quelletereo velo,

Con lazzurro del mare e il bianco stelo

Dun campanile del Signor, Bandiera.

O Villa Comunale, si raccolta

Con la placida grotta e il dolce viale,

Ecco, si volge a te, la prima volta

II tuo cantore accanto al Cardinale,

Che primeggia su te, nobile faro,

DItalia gloria alla citt natale.

O Villa Comunale, creatura

Del primo cittadino allopra lieta

Grata respira nellattenta cura

II ricordo di lui a tanta meta.

Del Vitolo ricorda lopra dura

Di volont tenace che disseta,

Perch pi emerga la bellezza pura

Di Maratea a progredire, inquieta.

O Villa aereggiante, rigogliosa

Di tutte le belt care ai turisti,

Poeti e innamorati, sii orgogliosa

Nellitalo giardino. A noi ti apristi

Perch la vita emergia al cuor pi bella

Oltre i ricordi bellici s tristi.

Che sia per tutti questo poggio ameno

II luogo del riposo e gaudio puro

Nel nome di Colui che serge pieno

Detera luce oltre il busto duro.

Che sia tal podio, vigoroso seno

Di tersi canti e suono imperituro

Dalte memorie, al guardo del tirreno

Onorando i presenti e quel che furo.

Canore fonte di purezza vera

Nellofferta di tutte le bellezze,

Rendi la gente tua ognor pi fiera

E degna di mirarti in dive ebrezze.

II suo tu sii ove dolore si cheta

Nellornate tue braccia in liete altezze.

Sii tu la voce che richiami al tetto

Di questa terra il figlio che lontano,

Sii tu la fiamma del fraterno affetto

Chegli saluta con lazzurra mano.

Sii tu il sedile sempre benedetto

Del cuor che schiude il sospirar suo arcano,

Su te bril I i damore il sacro petto

Verso la meta al puro suon non vano

II fior, le luci, questo tutto alato

Prendan da chi ci onora al di festoso

Alti gli auspici intorno al Porporato

Per ogni ascesa al salutar riposo.

 

O MARATEA, di Lucania gemma,

sar pi ancora il tuo diman glorioso.

PASQUALE IANNINI

Maratea 16 Agosto 1953

 

Al benemerito Concittadino

ed ossequiabile Signor Sindaco

Cav.Uff. Biagio Vitolo

i giovani Vernucci e Sisinni questa canzone ispirata

allincanto poetico della Villa Comunale

con imperitura devozione

Add 16.8.53

Saccendono le luci ad una ad una

Si schiude una dolcissima visione e sotto il raggio della

Bianca luna vola e si perde intorno una canzone, un canto

Un inno, una poesia che dalla terra alletere sale

Ed al cor par che qui gli Elisi sian, e invece e la Villa Comunale

Tra i viali sapre a un lato della Villa, fra luci mobil una grotta Azzurra e lacqua cristallin sgorga e zampilla e fra le stalattiti

Va e sussurra;

E sulla grotta erto e solenne st

Lo stemma antico di nostra Citt

Memore delle giornate di sua gloria.

Tu accogli al tepor del primo sole il vecchierel che assiso alla Panchina sa qui ridire ancora dolci parole

Alla vecchietta che gli sta vicino.

Dai tuoi poggi protesi a dominare a sera appar dormiente la

Vallata e chiudi in fondo la visione del mare sotto

Larcana volta maculata.

Ritornello

O Villa, o Elicora tutta in fiore

Dai poggi, dai viali, dai giardini seleva dolce il canto dellAmore

O Villa o dolce villa Comunale,

Fantastica visione di belt

Ti fregia il grande nom di un Cardinale

Che gloria e luce di nostra citt.

Nel tuo vergineo incanto naturale Darte ti circonfuse il costruttor, Che membrerai o Villa Comunale: II Sindaco, del popol nostro onor.

Finalino

O Villa o dolce Villa Comunal

FRANCO SISINNI

 

 



 

Discorso del Sindaco -

Eccellenza, Autorit, Signori.

Con animo profondamente grato ringrazio tutte le autorit ed il popolo per essere intervenuti cos numerosi a questa cerimonia inaugurale della Villa Comunale, che porter il norme del pi illustre Cittadino che la storia di Maratea ricordi: il Cardinale Casimiro Gennari; insieme alla Villa inauguriamo anche il suo busto marmoreo. II Cardinale mor a Roma nel 1914 e, trasportato nel nostro cimitero, le sue spoglie mortali riposano nella cappella di famiglia nellurna di marmo che io stesso murai.

Seppure per la mia qualit di Sindaco mi concesso lalto onore di dire la mia parola per tale circostanza, tuttavia debbo dichiarare che non mi sento ne capace ne degno di fare un discorso ove necessariamente bisogna far rifulgere la figura di un alto prelato, Principe della Chiesa di cui questo luogo porter il nome.

Di questa grande figura vi parler S.E. Monsignor Pezzullo con quelloratoria convincente ed affascinante che noi da anni conosciamo ed apprezziamo.

Siamo lieti di rivederlo in mezzo a noi oggi perch noi consideriamo S.E. Mons. Pezzullo non solo il nostro Vescovo, ma il nostro Concittadino degno continuatore del Cardinale nelle opere di bene per le anime e per la Chiesa.

Mi limiter soltanto a far conoscere brevemente come e perch e sorto dal cumulo di rocce questo ameno luogo, questo monumento e la sua denominazione.

dal 1938, quando per la prima volta fui Commissario al Comune, che mi prefissi di dare al paese, e maggiormente ai vecchi ed ai fanciulli, un posto di svago e di riposo al sole, e fermai lo sguardo in questa zona.

Allora non riuscii ad avere il suolo. Ma passarono gli anni, passarono le amministrazioni e per volont del popolo ritornai ancora al Comune e ripresi la pratica.

LAmministrazione non aveva i mezzi per lacquisto del terreno ed io mi rivolsi ai nuovi proprietari, la Sig.ra Marchesa Malvezzi Campeggi, vedova Marini dArmenia e figli Dottor Girolamo, Signorina Giovanna e Signora Maria Rosa maritata DOrlando, parenti del Cardinale, ed espressi loro la mia idea che fu subito accolta.

Con atto in data 7 Dicembre 1952 per il Notaio Dottor Incoronato, la terra fu donata gratuitamente al Comune.

Pensai subito di piazzare al centro della Villa un busto marmoreo del Cardina­le.

Mi rivolsi a S.E. il Prefetto Rotigliano, oggi qui rappresentato degnamente dal Vice Prefetto Comm. Zotta, che mi fu largo negli aiuti.

E doveroso ringraziarlo in questa circostanza non solo per questo ma per tutte le previdenze e le opere proposte per il nostro Comune, pregandolo di continuare a volgere benignamente, come per il passato, il suo sguardo a questo lontano lembo della sua provincia baciato dal mare.

Vada ancora il nostro ringraziamento al Presidente della Provincia ed allIngegnere Capo per il maestoso muro costruito allingresso della Villa, ed a tutti coloro che con la loro generosa offerta in denaro e col lavoro hanno contribuito alla buona riuscita dellopera.

Concittadini, sono contento di voi e vi ringrazio commosso per lincoraggiamento e la fiducia che gran parte del popolo ha dato e da alIe mie iniziative, ma non posso non censurare un piccolo numero di persone che, nate stanche, non possono concepire che volere potere.

Dico a costoro che non si rinnova il paese con lo scetticismo e stando seduti nei bars e nelle poltrone del proprio salotto o nei loro dietro bottega, studiando come possono far rendere meglio i loro titoli ed i loro affari e criticando le opere che si creano per il bene del paese senza fini egoistici ed interessi personali.

Costoro, e fortunatamente sono pochi, con il loro scetticismo, non disgiunto da piccole invidie, non possono concepire che unamministrazione anche senza mezzi pu fare molto quando vi la volont creativa, lonest volitiva e lamore per la propria terra.

Questi tre principi mi hanno sempre ispirato nelle diverse amministrazioni che ho retto e lo stesso ideale mi ha guidato e sorretto nel trattare la pratica dellindustria tessile del Conte Rivetti, al quale in questo momento vada il ringraziamento mio e la riconoscenza della cittadinanza tutta.

Debbo dire che nessuna velleit mi ha tentato nei prendere iniziative che potevano sembrare inattuabili.

Quando nel mio cervello si fermata unidea per creare qualcosa, non la lode che mi incoraggia ad andare avanti ne la critica a fermarmi, ma procedo con la forza della volont e non col vento delle lusinghe.

Autorit, Cittadini !

Termino perch non voglio pi a lungo deviarvi ma desidero soltanto che non mi giudichiate immodesto se vi dico che in questa opera vi e un po del mio cuore, della mia vita.

Sono venuto qui, malato come sono, sotto la tormenta del vento e dellacqua, e sotto i raggi del sole scottante, col solo desiderio di finire presto e bene.

Mi sembra che ci sia riuscito, senza avere la presunzione di avere fatto tutto alla perfezione.

Sono soddisfatto maggiormente perch arricchisco oggi il patrimonio del Comune di unopera del valore di parecchi milioni senza avere intaccato il bilancio del Comune di una sola lira.

Signor Prefetto, mi permetta che nella qualit di primo cittadino, in omaggio allimpegno assunto di servire con amore il mio paese, Vi consegni simbolicamente la Villa Cardinale Gennari di Maratea che Voi ufficialmente passerete al Comune.

A voi cittadini di Maratea ne affidata la custodia, ricordando che la civilt di un popolo si distingue anche nel modo in cui si mantengono i pubblici giardini. Custodite dunque gli alberi, rispettate i fiori, ma soprattutto rispettate il luogo ed onorate la Santa Memoria del Cardinale Gennari, vanto e gloria della nostra illustre e gentile Maratea.

Biagio Vitolo

 

La indimenticabile giornata si chiuse come la descrive il Prof. Biagio Schettino nel trafiletto del suo giornale Vita Nuova del Settembre 1953 che qui riporto in parte : ... La banda cittadina prest servizio per lintero pomeriggio facendoci udire le care note della canzone sportiva Turrita del Maestro Edoardo Limongi, lInno Nazionale ed altri canti popolari.

In serata vi fu una spontanea manifestazione di popolo che, incolonnato con in testa la banda e molti componenti lAmministrazione Comunale, si port fin sotto la casa del Sindaco per esprimergli la sua devozione e, rilevatolo, ripercorse le vie del paese tra gli applausi pi entusiastici e pi sentiti.

Elenco di persone ed Enti che con la loro prestazione dopera e con offerte di ma­teriale e di denaro hanno contribuito alla realizzazione dellopera.

^^^

Segretario Comunale

Picone Antonio

Guardia

Pastorino Biagio

Muratori

Mazzeo Pasquale

Martino Gerardo

Operai Municipali

Pirillo Pasquale

Velardi Biagio

DAlascio Biagio

ed altri

Raffaele Limongi

A proprie spese, per un valore di circa 150.000 lire port lacqua alla Villa, dalla Fontana Vecchia

Ditta Sarsale

Per lavorodimpianto dellacqua, mano dopera gratuita per dieci giornate di lavoro

Candelmo Cauteruccio

Per il modello, la forma e la fusion dello stemma di Maratea eseguito gratuitamente

Impresa Elettrica Brando

Mano dopera per installazione della luce per un valore di 10.000 lire

Ditta Fratelli Di Trani

Legname fornito per 5.620 lire

Ditta Rossi Domenico

q. 8 di cemento

Vedova Pastorino Luigi

Kg. 20 di ferro (vergella)

Ing. Francesco Schettino

q. 1 di cement

Impresa Guarino

Cement tavole e trasporto per un valore di 16.000 lire

Antonio Cernicchiaro Casa Lucana

n. 3 panchine di granite di cement

Biagio e Francesco Vitolo e Pasquale Colamarco

Molti trasporti di materiali gratuitamente

II muro frontale sulla strada stato costruito dallAmministrazione Provinciale di Potenza;

Per lacquisto di piante, fiori e bordure delle aiuole ha contribuito lEnte del Turismo di Potenza, le sorelle Giovannina e Fortuna Limongi, le Suore dellIstituto de Pino e personalmente il Sindaco.

Dimostrazione dellentrate e delle spese sostenute per la costruzione della Villa Comunale:

ENTRATE

S.S. Pio XIII

Lire

100.000

Dottor Nicola Marini dArmenia

50.000

Bruaglia Biagio da Bogot

50.000

Iannini Giovanni da Roma

50.000

Fratelli Vitolo e Campilongo da Caracas

31.000

Dottor German Huetas e Signora da Bogot

20.000

Ing. Francesco Schettino

8.000

Arciprete Don Gaetano Santoro da Caracas

5.625

Comm. Francesco Calderano da Napoli

7.000

S.E. Emilio Colombo

5.000

On/le Michele Marotta

5.000

Nobile Emiddio da Caracas

5.000

Iaselli Biagio

5.000

Mons. Don Domenico Damiano

5.000

Filippo Bombace

5.000

Mandarini Raffaele da Roma

1.000

Diversi N.N.

30.000

Totale Entrate

Lire

397.625

 

 

Le entrate si sono pareggiate con le uscite mediante la somma di L. 30.000, residue della Festa di San Biagio, versate dal Sig. Biagio Schettino fu Angelo – Cassiere di quel Comitato.

Biagio Vitolo

USCITE

Busto del Cardinale, piedistallo, lapide ed iscrizione

Lire

165.300

Impianto luce impresa Brando

132.421

Cemento q.li 21 a L. 1420-IGE

29.820

Ferro kg. 250 a L. 150

37.500

Chiodi kg. 3 a L. 260

780

Gesso speciale per la forma dello stemma ed altro q.li 2 a L. 2.000 compreso trasporto

4.000

Alloggio ed altre spese per due scalpellini di Lauria alla Locanda La Torre

10.000

Spese per linaugurazione, musicanti ed altre

20.000

Balaustrine per le terrazze e colonnine sui muri perimetrali della Villa, fatti eseguire in economia dal cementista Giovanni Russo

27.000

Totale uscite

Lire

427.850

 

Non si tiene conto di tante piccole spese sostenute perch mancano le pezze di appoggio.


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