BUSTO DEL COLONNELLO

ALESSANDRO MANDARINI

 


Incominciai ad apprezzare ed amare il valore del Colonnello Alessandro Mandarini fin da piccolo, nel periodo in cui frequentavo le scuole elementari sotto la direzione del non mai dimenticato grande maestro Don Federico Rossi.

Fu durante una lezione di storia che il nostro caro maestro ci parl˜ dellĠassedio del Castello da parte delle truppe francesi e della valorosa difesa del Mandarini fino allĠesaurimento dei viveri e delle munizioni, suscitando una gara fra gli alunni su di un compito assegnatoci sul comportamento valoroso e dignitoso del difensore del Castello di Maratea.

Rest˜ fin da allora impresso nella mia mente la riconoscenza per quel nostro concittadino che con tanta abnegazione aveva difeso lĠantica cittˆ di Maratea.

Attraverso libri storici ho sempre cercato di apprendere fatti e cose del nostro Alessandro Mandarini, ma ci˜ che pi mi  rimasto impresso  stato quello che con tanta sapienza fu scritto da Monsignore Don Domenico Damiano sul suo apprezzato libro ÒMaratea nella Storia e nella Luce della FedeÓ e sul bollettino di S. Biagio.

Furono questi scritti e la fotografia del Mandarini pubblicata sul Bollettino che mi fecero pensare ad un ricordo imperituro con lĠerezione di un busto marmoreo servendomi proprio della fotografia apparsa sul Bollettino.

Era mio desiderio far eseguire il busto con una sottoscrizione attraverso la classe magistrale numerosissima nel nostro Comune, perchŽ simbolicamente ritenevo che era la pi adatta per far conoscere la storia degli uomini migliori.

Il tentativo fatto attraverso il Fiduciario Scolastico Insegnante Pasquale Stoppelli fu infruttuoso; pertanto decisi di far eseguire il busto a mie spese e regalarlo al Comune pur di tramandare il ricordo ai posteri.

Arrivammo al giorno dellĠinaugurazione. Il corteo arriv˜ alla Villa Comunale alle ore 11 e si dispose intorno al Monumento mentre il Sindaco con uno strappo al Tricolore che lo avvolgeva scopriva il busto pronunziando il seguente discorso:

ÒConcittadini,

al dolore al dovere. Noi siamo qui ed abbiamo scoperto un busto marmoreo al Colonnello Alessandro Mandarini, busto ideato, voluto ed offerto dal Cav. Vitolo con un contributo dellĠAmministrazione Comunale per la costruzione del piedistallo e la lapide. A nome di tutti ringrazio ancora il Cav. Vitolo per quanto ha fatto con sacrifici personali.

Molti e particolarmente i giovani forse si diranno: ma chi era costui?

Non un Carneade qualunque, rispondo, ma un degno figlio della nostra terra, della nostra Maratea, qui nato nel 1792.

Il 1806 lo troviamo Colonnello della guarnigione del Castello.

Erano tempi tristi quelli per lĠItalia e la furia conquistatrice dei francesi, che servendosi di un motto bugiardo spogliavano castelli e capanne, giunse fin qui, obiettivo il Castello.

Fu in questo triste momento per Maratea che la nobile figura del Colonnello Mandarini si eresse a baluardo del nostro popolo.

Egli difese Maratea con un coraggio ed una perizia che lo resero famoso anche tra i nemici. Fu ammirato e stimato dal Generale francese Lamarque e perfino dal re Giuseppe Bonaparte. Gli furono offerti onori, gradi e denaro perchŽ passasse dalla parte del francesi ma egli rifiut˜ sdegnosamente e si ritir˜ in Sicilia.

Esule a Cefal dove fu dichiarato Nobile cittadino. Stimato Intendente della Calabria Citra. Temuto dai prepotenti, benedetto dai deboli, mor“ a San Lucido il 21 settembre 1820 in piena attivitˆ di bene.

Ricordando ed onorando oggi il Colonnello Mandarini noi non intendiamo esaltarci al ricordo dei grandi del passato e vivere allĠombra della loro gloria, ma intendiamo additare, soprattutto ai giovani, questa nobile figura, simbolo di purissimo patriottismo, quale fulgido esempio di vita vissuta sempre allĠinsegna dellĠamore, del dovere e dellĠaltruismo pi sincero e pi commovente.

Si dice che lĠuomo si giudica dopo morto ed  vero in quanto non  il passato che garantisce il futuro o per lo meno non basta a garantirlo poichŽ basta un errore solo, un attimo di esitazione per distruggere tutto un passato: il Colonnello Mandarini non ebbe mai quellĠattimo negativo; mor“ comĠera vissuto, integro, sano, retto fino allĠultimo istante. Non si immortala chi non compie il dovere per intero, incessantemente, con sempre maggiore intensitˆ: oggi migliore di ieri, domani migliore di oggi, e cos“ via. Ci˜ che conta nella vita non  il raggiungimento del nostro IO, ma il continuo incessante perseguire di quella volontˆ continua di raggiungerlo senza stancarsi mai, senza arrendersi davanti agli ostacoli che ci sbarrano la via. Un grande filosofo nordico affermava: Se Dio avesse nella sua destra tutta la Veritˆ bella e raggiunta e nella sinistra solo lĠaspirazione, il desiderio eterno, la brama di raggiungere quella veritˆ e mi dicesse: Scegli, io senza esitazione mi precipiterei sulla sinistra gridando: Dio, ho scelto.

Il Colonnello Mandarini segue questo meraviglioso sistema di vita per cuo io, accanto a questo busto, oggi auguro a tutti voi, cari giovani, auguro sinceramente e fervidamente tutta la perseveranza possibile e necessaria per la realizzazione delle vostre aspirazioni.Ó

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Discorso di Vitolo:

ÒSignor Sindaco,

Le Sue cortesi parole di ringraziamento per lĠofferta del busto marmoreo del Colonnello Alessandro Mandarini al Comune di Maratea, che io in questo momento simbolicamente consegno, mi fanno gioire. Pertanto La ringrazio insieme alla Giunta ed al Consiglio Comunale anche in modo cos“ sensibile col quale hanno accettato lĠofferta.

La ringrazio ancora di aver voluto far ricordare il mio nome sul piedistallo.

Ripeto, gioioso nel vedere avverato il mio sogno di ricordare degnamente colui che tutto diede per il suo paese natale, nella vita civile, amministrando molte volte il Comune con saggezza e rettitudine, nella vita militare difendendo con coraggio, valore ed onore il suo Castello, assediato dalle truppe francesi.

Mi piace ripetere qui che io sar˜ sempre presente ed operante quando vi siano decisioni da prendere ed opere da eseguire per la grandezza della nostra cara Maratea.

Autoritˆ, Concittadini,

Sono trascorsi oltre 13 anni da quel 16 agosto 1953 che ci vide riuniti per una fausta  ricorrenza: lĠinaugurazione di questa Villa Comunale e del Busto eretto allĠuomo pi illustre della nostra terra, il Cardinale Casimiro Gennari. Ricordo quella data con tanta emozione e nostalgia perchŽ la ricorrenza fu onorata dalla presenza di S.E. il Vescovo, dai parenti del Cardinale, da tutte le autoritˆ provinciali e comunali e dal popolo di Maratea ansioso di incontrarsi simbolicamente con la cara figura del suo Cardinale.

Con nostalgia perchŽ ricordo con quanto entusiasmo il popolo seguiva ed incoraggiava le mie iniziative e con quanta gioia io dividevo il lavoro materiale con gli operai, tra i quali mi sentivo giovane e orgoglioso.

Purtroppo sono passati 13 lunghi anni e qui oggi mancano tanti che vi erano quel giorno. Ma la mia maggiore nostalgia  nel vedere attenuato lĠentusiasmo che prima si aveva per questo ameno luogo, che ora giorno per giorno si abbandona sempre pi; vorrei ricordare e ripetere quello che dissi il giorno dellĠinaugurazione: ÒLa civiltˆ di un popolo si denota anche da come si mantengono i giardini pubbliciÓ.

Il popolo di Maratea deve dimostrare che non  secondo a nessuno in quanto a civiltˆ e progresso.

Ci siamo riuniti qui, come dicevo, per la seconda volta per unĠaltra celebrazione non di natura ecclesiastica, ma civile direi anzi militare, ossia per lĠinaugurazione del busto marmoreo del Colonnello Alessandro Mandarini, nostro illustre concittadino difensore del Castello. Dei suoi meriti si potrebbe dire tanto, ma io non sono capace, legger˜ solo quello che di lui ha scritto il molto reverendo Don Domenico Damiano, Tettore della Basilica, nel Bollettino di S. Biagio del dicembre 1952, che in sintesi  lĠapologia della sua vita civile e militare interamente spesa al servizio del suo paese.

Queste sono le sue parole: ÒTra le nobili figure della nostra cittˆ, spicca senzĠaltro quella del Colonnello Alessandro Mandarini.

Egli nacque a Maratea il 17 luglio del 1762 da Francesco e da Lucrezia De Fortuna. Da giovinetto si dedic˜ allo studio delle lettere. Fu in diverse epoche sindaco della cittˆ per la sua generositˆ in modo speciale verso i bisognosi ed anche perchŽ ambiva il maggiore bene della sua terra natale.

Nel 1795, poco prima di essere nominato Vice Console di Malta, spos˜ la colta giovane Eleonora Tartaglia di Rocca Imperiale (di origine spagnola) dalla quale ebbe ben dieci figli, che poi occuparono cariche importantissime nel Regno delle Due Sicilie.

Nel 1799, per aver curato la conciliazione degli animi nelle terre della sua giurisdizione, gli fu dato meritatamente il titolo di Salvatore della Patria. Ma dove maggiormente si distinse e leg˜ il suo nome fu nellĠeroica difesa del Castello di Maratea, contro i francesi nel 1806. Dalle memorie del Colonnello Ferrari, Capo dellĠUfficio Storico, risulta quanto segue: La Resistenza de Castello di Maratea segna nella guerra dellĠInsurrezione Calabrese uno dei momenti pi belli della lotta e lĠoperazione fu condotta dal Mandarini con tale correttezza che indusse il Generale francese a trattare la guarnigione del Castello quale milizia regolare e non come formata da bande dĠinsorti.

Il Generale francese Maurizio Lamarque ebbe tanta stima del Mandarini che, personalmente, lo volle presentare al Re Giuseppe Bonaparte in Napoli. Gli furono offerti onori, gradi, denaro, ma, senza nulla accettare, ammirato dagli stessi nemici il valoroso Alessandro Mandarini, si ritir˜ in Sicilia, esempio di incrollabile fede e di purissimo patriottismo. Esule a Cefal, fu dichiarato dal Senato del luogo ÒNobile CittadinoÓ.

Fu intendente della Calabria Citra; ma prima di accettare questa carica, volle visitare Maratea, la cittˆ che gli aveva dato i natali. Quivi fu accolto con indescrivibile affetto e tutto il popolo volle accompagnarlo al Castello che egli con tanto ardore aveva difeso. Indi, lasciati larghi sussidi ai poveri ed una forte somma al Municipio per opere pubbliche, ripart“ per le Calabrie con immenso dispiacere di tutti, festeggiato lungo il viaggio dai Calabresi.

Non  troppo facile descrivere la sua opera benefica di Amministratore della Calabrie, dove dopo cinque anni di saggio governo, nonostante le preghiere e le insistenze di tutti, si ritir˜ a vita privata. Gli fu concessa una pensione vitalizia privilegiatissima e fu decorato della Gran Croce dellĠOrdine Cavalleresco Costantiniano.

Ritiratosi a San Lucido, nellĠantico Castello Ducale, colpito da febbre il 21 Settembre 1820 cristianamente si spense, compianto dai cittadini di ogni condizione sociale.

Fu sepolto nella chiesa parrocchiale, a destra dellĠAltare maggiore dove sorse un mausoleo costruito a Napoli dallĠArch. Cuciniello. Vi si legge ancora la seguente epigrafe:

In memoria

del Colonnello Alessandro Mandarini

Cavaliere Gran Croce

dellĠinclito Ordine Costantiniano

intendente della Calabria Citra

pio ingenuo generoso

pi che dei suoi figli padre dei poveri

furono sue virt preclare

rettitudine umiltˆ vero valore

am˜ tanto auguro Re Ferdinando I

cui era carissimo

che prodig˜ ad onor di lui le sue fortune

nacque a Maratea nel 1762

che coraggiosamente difese dai Galli nel 1806

fin“ in S. Lucido nel 22 settembre 1820

La sua famiglia rispettosa e riconoscente

Se, alcuni anni dopo, lĠItalia, merc lĠeroismo e lo spargimento di sangue di tanti suoi figli, seppe rendersi libera ed una, riconquistando i confini segnati da madre natura, ci˜ non significa che, in precedenza, bisognava starsene supini o ribellarsi, al governo giˆ esistente per far si che un altro usurpatore venisse impunemente a calpestare il sacro suolo, senza trovare alcuna resistenza.

Quindi il Mandarini e quanti si strinsero intorno a lui in quella grande circostanza del 1806 sentirono il bisogno di muoversi, sentirono scottante lĠamor patrio, che fu come il preludio di ci˜ che doveva succedere in un tempo migliore, quando lĠintera penisola si sarebbe redenta da se senza passare malauguratamente sotto lĠambizioso dominio di un dispotismo stranieroÓ.

Fin qui il Molto Reverendo Don Domenico Damiano.

Era mia intenzione fin dallĠinizio dei lavori di questa Villa, preso comĠero dallĠentusiasmo e dalla volontˆ , di fare erigere insieme a quello del Cardinale anche il busto del Colonnello Alessandro Mandarini ma i fondi non bastarono e si rimand˜. Ma dalla mia mente non scomparve lĠidea che viene attuata oggi nel 146esimo anno della sua morte, in questo ameno poggio, di prospetto al Castello che lui difese ed alla Chiesa del Rosario dove lui con il suo Stato Maggiore, in processione con la statua di S. Biagio, si rec˜ per firmare lĠarmistizio con le truppe francesi.

Da Amministratore del mio paese e da libero cittadino ho sempre ritenuto doveroso ricordare e far ricordare ai posteri coloro che nella societˆ di sono distinti; noi abbiamo ancora tanti nostri cittadini meritevoli di ricordo e speriamo che altri prendano uguali iniziative per compiere questi doveri sociali.

Sicuro di interpretare i sentimenti dellĠintera cittadinanza ho voluto offrire questo busto con immenso piacere e con orgoglio pur di poter tramandare ai posteri il ricordo di questo grande cittadino di Maratea da secoli non troppo ricordato.

Sono anche convinto che le nuove generazioni ne conserveranno vivo il ricordo e lĠesempio, ispirandosi a lui e rendendosi benemeriti difensori della Patria, della famiglia e del popolo.

Viva Alessandro Mandarini!

Viva Maratea!Ó

Ultimata la cerimonia il corteo si avvi˜ verso Piazza Europa per deporre una corona ai piedi del Monumento ai Caduti.

Con questi ultimi lavori e svolgimenti di cerimonie che si tramandano ai posteri, ho voluto chiudere la mia modesta attivitˆ di cittadino amante del progresso e del benessere del suo paese e se bene o male ho fatto a dirlo saranno quelli che verranno.


 

 

 

 

 

 

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