CONCITTADINI
A nome
dellAmministrazione Comunale non posso non offrire un modesto tributo di
affetto, non posso non deporre il candido fiore della nostra commossa
riconoscenza su questa bara che passa e che racchiude le spoglie mortali del
grande ed umile lavoratore Giuseppe Vitolo.
per
noi un sacrosanto dovere rendere la pubblica attestazione di affetto e stima al
Capo della nostra Citt, nella meditazione pubblica della vita del babbo suo
che, nel silenzio di questo mondo turbinoso, dal quale da alcuni anni viveva
nascosto, ieri notte, nella casa che ha accolto gli ultimi suoi palpiti, ha
reso a Dio la sua anima, mentre stava per scoccare un secolo di vita esemplare
e di operosit, di modestia e di eccelse virt familiari.
Non avranno le mie
modeste parole la pretesa di essere lelogio funebre
di un grande scienziato, di un alto uomo politico, ma esse vorranno solamente
esaltare un umile lavoratore, che stato nella sua vita maestro di tante
generazioni di lavoratori.
Nato nel giugno 1854 a
Nocera Inferiore, nel 1876, a 22 anni Giuseppe Vitolo
si trasferisce qui, nella nostra Maratea, per ragioni di lavoro e, due anni
dopo, il 1876 si spos con Giacomina Marzano.
Inizi subito la sua
opera di costruttore di una notevole parte del nostro paese e i migliori
edifici, le pi belle palazzine, le pi ridenti case delle nostre campagne,
quasi lintero rione di Via A. Mandarini sono opera
sua!
Ti rivediamo nei tuoi
cantieri, o invitta tempra di lavoratore, allorch con
fermezza e decisione davi ordini precisi e, come per incanto, quando non vi
erano ancora le moderne attrezzature di oggi, i palazzi si elevavano e
sorridevano al sole e Tu, quale gigante, dirigente ed operaio eri soddisfatto
dellopera tua. A centinaia i giovani educati da Te al lavoro e Ti ricordano quale loro maestro e seguono il Tuo esempio ed onorano la
Patria e allEstero, la citt natale.
Tutti ricordano la Tua
laboriosit, la Tua esemplare onest che non dette a Te, costruttore di tante
case, la possibilit di costruire la tua casa e finisti i tuoi giorni in quella
di tuo figlio, costruita accanto a quella di un tuo discepolo, e tale casa fu
la prima da Te costruita.
Le pure gioie della
famiglia non dovevano, per, durare a lungo e nel 1908 tuo figlio Francesco
cadde vittima del lavoro.
Poco tempo dopo perdesti
anche la tua diletta compagna. Sapesti per raccogliere ancora le tue potenti
energie e, in collaborazione di tuo figlio, che oggi regge le sorti della
nostra cittadina, continuasti lopera costruttiva di Maratea, e continuasti ad educare al lavoro ed a preparare alla vita tanti giovani
che oggi ti rimpiangono e ti benedicono.
Tale vasta mole di opere
che mettono in evidenza le tue doti geniali e le tue
capacit lavorative svolte nella pi limpida onest, con aver dedicata tutta la
tua lunga vita al lavoro per noi un monito ed un esempio.
Il poter dire su una
Bara le semplici parole Fu un uomo onesto motivo
di santo orgoglio per i familiari che restano e noi questa frase possiamo, con
piena coscienza, profferirla sulle esamine spoglie di Giuseppe Vitolo. Questa
nostra affermazione sar di conforto al figlio vicino che fu prodigo di tante
affettuose premure per il suo amato Babbo, al figlio Raffaele che lavora in
terra lontana, alle figlie Carmela e Vincenzina e alla lunga serie di 65 nipoti che facevano degna corona al caro scomparso e che,
nelle varie esplicazioni del lavoro, in Italia e allEstero, onorano ed
onoreranno sempre il suo nome.
Quel che a noi,
amministratori e cittadini di Maratea, di grande conforto, ,
che lopera di Giuseppe Vitolo non morta, il suo senso di onest non si
spento, il suo spirito di operosit costruttiva, il suo senso artistico, il suo
amore per questa sua terra di adozione non sono morti, ma si sono centuplicati,
con senso moderno nella visione delle cose nel figlio che, per volont di
popolo il nostro Sindaco.
Egli, che sente una
sovrana poesia per tutto ci che bello e che sorride allo spirito, sapr
trovare nella nostra profonda ammirazione per il Babbo suo un sereno conforto
per la grave perdita subita e sapr ancora dare alla nostra citt la sua
intelligente fattivit operosa.
Non dunque lode al
Padre per merito del figlio, ma lode al figlio per
merito del Padre che seppe essere a tutti noi esempio di lavoro e di onest.
E ancora, a nome di tutta la cittadinanza, o veneranda figura di
Giuseppe Vitolo, Ti sia caro il nostro ultimo saluto e la nostra fervida
preghiera di pace.
Maratea, 24 – 2 – 1953
Maestro BIAGIO SCHETTINO