A Maratea una traccia
storica dellĠultima guerra mondiale
Valerio Mignone*
Pubblicato
su La Nuova del Sud marted 30 novembre 2021
Soltanto per
caso si pu scoprire una casamatta a Maratea, traccia storica dellĠultima
guerra mondiale 1943, essendo essa, isolata, in un vecchio orto a
terrazzamento, anchĠesso tipico, lungo la Stradella di Santa Lucia, una
parallela di via Ondavo, nella omonima contrada,
solitamente percorsa soltanto dagli abitanti del luogo. Qualcosa di simile
reperibile a San Nicola Arcella, Comune calabrese del Tirreno, vicino a Maratea,
ed anello della lunga catena di casematte, con inizio verso Vibo Valentia.
Evoluzioni
dellĠuomo e della sua Storia! Alle vistose torri costiere, lungo il Basso
Tirreno, per difendersi da saraceni e pirati, alcune delle quali restaurate ed
utilizzate, si contrappongono queste occulte, opache, e, fortunatamente, inutilizzate
casematte, nate, e costruite, in due-tre giorni, dallĠEsercito italiano.
La casamatta
una struttura seminterrata, di piccola superficie,
ricoperta da un tetto circolare in cemento grezzo, appena emergente, a m di cupola ad arco appiattito, con feritoie orizzontali
al di sotto del tetto, per posizionarvi, e manovrare, le canne delle
mitragliatrici antiaerei. Il volume complessivo della casamatta consentiva
lĠoperativit dellĠuomo a tale fine.
Di questa
casamatta di Maratea nulla si sa, se sia stata operativa, o non. Probabilmente
non lo fu; o, se lo fu, non colp bersagli, perch non si hanno cenni di
cronaca, scritta od orale, su aerei caduti attorno a Maratea prima, e nel corso,
della seconda guerra mondiale.
Infatti, nelle
memorie di storiografi locali, come il dr. Sergio De Nicola, si riferisce, con
dovizia di particolari, la guerra che colp anche Maratea, sulla base di
documenti dellĠarchivio dei Padri Oblati di Maria Immacolata, ove, tra lĠaltro,
si pu leggere: ÒIl 15 agosto, a Sapri, alle ore 13, un rombo improvviso e
assordante di aerei proveniente dal mare lacera lĠaria e squarcia il silenzio
ovattato della cittadina oppressa dallĠafa e dal solleoneÓ. Era il rombo delle
stesse fortezze volanti angloamericane che il 15 agosto 1943 solcarono anche il
cielo di Maratea.
Quel 15
agosto, Sapri fu bombardata dal 320th
bombardment group
americano, di stanza a El Battan, in
Tunisia, come da dati acquisiti presso Gabriele Nicodemo, dellĠAssociazione
Nazionale Partigiani Italiani (ANPI). Ci furono molti morti, e feriti. Gli
americani, infatti, dal luglio 1943, avevano cominciato a bombardare, con loro
ÒCacciaÓ, la costa tirrenica, tra Villa San Giovanni, Paola, Scalea, Napoli per
bloccare lĠavanzata delle truppe tedesche verso il Nord. Alcuni di questi
feriti di Sapri vennero medicati allĠospedale di Maratea che, unico sul
territorio, allĠepoca, era una infermeria, gestita da medici locali, da qualche
suora e qualche dama volontaria; e qui morirono i feriti pi gravi.
Successivamente,
nella mattinata del 7 settembre 1943, verso le ore 7, il 525th fighter Squadron, con base a
Barcellona Pozzo di Gotto, in Sicilia, scaric bombe a Lauria Superiore, sulla
stazione Calabro-lucana, distruggendone ponti e binari. E, tra le ore 9-10, il 321th Squadron,
con base a Soliman,
in Tunisia, bombard sia Lauria Superiore in Via Carlo Alberto, che Lauria
Inferiore, alla Ravita, alla Pietragrossa,
ed allĠingresso della grotta del
Favaro, lungo le pendici dellĠArmo. Il bombardamento di Lauria provoc 37
morti, come da testimonianza del giovane prete don Antonio Spagnuolo, nel suo libro
ÒLauriaÓ. Chi scrive, ragazzino di cinque anni non compiuti, dopo il 7
settembre 1943, al riparo, per qualche giorno, nella grotta di Toccatocca, a Pedali, sulla collina dellĠArmo, ne usciva
per mano con il pap, ed una sera ebbe occasione di osservare razzi luminosi
cadenti su Coccovello.
In realt, il
7 settembre 1943, pur con armistizio gi firmato a Cassibile,
la guerra continuava. Le truppe tedesche risalivano nel Sud Italia per vecchie
strade, che attraversavano centri abitati, non esistendo ancora strade a
scorrimento veloce; e tentavano di ostacolare lĠinseguimento delle armate
angloamericane, minando e facendo crollare ponti alle loro spalle.
LĠItalia era
divisa in due, in una guerra civile di liberazione dal nazifascismo. Mussolini,
per volere, e con protezione, dei Tedeschi, governava il Nord Italia, nella
Repubblica di Sal; il generale Badoglio, con tutela angloamericana, governava
il Regno del Sud con Brindisi capitale, ove risiedeva il re Vittorio Emanuele
III.
Anche lĠesercito
italiano era dissolto; ogni soldato, sbandato, cercava la via del ritorno a
casa. Ma alcuni meridionali, di stanza al Nord, parteciparono alla guerra di
Liberazione come ÒPartigianiÓ, ritardando il loro rientro al Sud, ove tante
donne, giovani madri, ebbero lĠonere di sostenere la famiglia, con ci entrando
indirettamente nella Storia dellĠItalia ÒPartigianaÓ.
LĠItalia del
Nord era massacrata da ÒCentinaia di
bombardieri del Bomber Command e dellĠ8 USA AF che
provenivano dal Sud dellĠInghilterraÓ. I Milanesi, in assenza di ÒgrotteÓ,
si rifugiavano nei seminterrati, o nelle campagne disabitate. Alda Merini
riferisce nella sua autobiografia di essersi trasferita dalla Ripa Ticinese di
Milano verso le risaie di Vercelli, perch le bombe non esplodevano nel cadere
in acqua.
Immediatamente
dopo il 7 settembre 1943, per il Sud Italia, transitavano sia truppe inglesi
festose, sia soldati italiani, e innocui tedeschi, demotivati e sbandati.
La succitata
casamatta della contrada Ondavo un reperto postbellico che, nonostante la sua
scarna essenzialit, si potrebbe valorizzare da parte delle guide turistiche di
Maratea, offrendo essa una occasione per rievocare il secondo conflitto
mondiale, e deplorare gli orrori di tutte le guerre, a visitatori che, nella
stragrande maggioranza, ormai sono convinti della necessit di pace per tutto
il globo terrestre. A tal fine, auspicabile che sĠintervenga da parte delle
Istituzioni pubbliche competenti per ispezionare lĠarea, ripristinare la zona
circostante, catalogarla, e renderla accessibile agli ospiti, nel rispetto
delle norme vigenti.