Napoleone Colajanni medico del Sud contro Crispi e Giolitti a cento anni dalla morte

Valerio Mignone*

Oggi, 2 novembre 2021, si compie il primo centenario della morte di Napoleone Colajanni. Nato nellĠaprile 1847 a Castrogiovanni - oggi Enna – cominci˜ gli studi di medicina allĠUniversitˆ di Genova, e li concluse allĠUniversitˆ di Napoli nel 1871. Dopo un viaggio nellĠAmerica del Sud, nel 1872, inizi˜ ad esercitare la professione medica a Castrogiovanni, e contemporaneamente svolgeva unĠattivitˆ giornalistica ispirata allĠideale mazziniano, repubblicano e socialista, pubblicando in molte riviste tali orientamenti. Ebbe contatti con Filippo Turati e con Camillo Prampolini, che ne ammiravano i pregi di pensatore.

In quei tempi, sulla scia della filosofia positivista di Cesare Lombroso, e della sua scuola con Alfredo Niceforo - nato a Castiglione siciliano! - Enrico Ferri, nato a Castiglione Po, ed altri, si discuteva su un antimeridionalismo razzista, secondo il quale gli abitanti del Sud erano biologicamente inferiori, corrotti, improduttivi, e statalisti; e come tali, erano un ostacolo allo sviluppo del nord. Questa teoria venne considerata priva di carattere scientifico. Ed il Colajanni, contrario alle teorie lombrosiane sulla genesi razziale della delinquenza, attribu“ questa alla povertˆ, ed al profondo disagio sociale diffuso nel Mezzogiorno dĠItalia. Respingeva le accuse di barbarie rivolte alle plebi del Mezzogiorno, contrapposte al ÒcivileÓ proletariato milanese nel corso degli scioperi operai dellĠottobre 1907, e tendeva a rendere palese il malcostume del ceto politico nazionale, come avvenne per lo scandalo della Banca Romana.

Questo Istituto, fondato nel 1825, gestiva ingenti somme di denaro nello Stato Pontificio, con emissione e stampa di banconote, analogamente ad altre banche, tra cui il Banco di Napoli, con il limite di non superare il triplo del capitale sociale della Banca. Ma la Banca Romana non rispettava tale limite, per poter finanziare una speculazione edilizia in Roma, e pagare tangenti a politici dellĠAmministrazione romana, e ad organi di stampa per comprarne il silenzio. Tra questi giornali era il quotidiano La Riforma, edito da Francesco Crispi, allĠepoca Presidente del Consiglio. Seguirono dimissioni di Crispi, cui subentr˜ Giovanni Giolitti, costretto anchĠegli alle dimissioni. Ci furono arresti, e morti misteriose. Istituita una Commissione parlamentare dĠinchiesta, durante lĠudienza alla Camera dei Deputati del 20 dicembre 1892, Colajanni denunci˜ pubblicamente lo scandalo della Banca Romana.

Ed ancora, nel 1900, Colajanni pubblic˜ il saggio ÒNel Regno della MafiaÓ, in cui ribadiva che i Siciliani avrebbero sconfitto questa criminalitˆ soltanto con lĠacquisizione del potere di punire i prepotenti con Òla Giustizia giustaÓ.

Anticolonialista, fu contrario allĠimpresa in Libia del 1911, e di Tripoli del 1912, sollecitando il Governo ad impiegare risorse nel Mezzogiorno dĠItalia, anzichŽ in Africa. Estimatore ed amico di Francesco Saverio Nitti, ne riportava in Parlamento gli studi ed il pensiero, che condivideva. Anche Colajanni era convinto che sussisteva una sperequazione fiscale a danno del Sud, e Òche al Nord pi che al Sud si son profuse le spese dello Stato; esso ha avuto pi strade, pi porti, pi scuole, pi UniversitˆÉ, pi magistrati, pi pensionati, pi militariÓÉDunque per lĠunitˆ si volle il liberismo, e il liberismo produsse questo: che tutte le industrie bambine del Mezzogiorno non poterono resistere alla concorrenza delle industrie pi sviluppate del SettentrioneÉsi era fatto fino a quel momento della politica doganale a danno del Mezzogiorno e che incominciava per lo Stato il dovere di fare qualche  cosa per lĠagricoltura delle provincie meridionaliÉÓ. Fall“ il piano per trasformare il Sud agricolo in Sud industriale, essendo inadeguato il piano per i trasporti e per le infrastrutture, dalle strade agli acquedotti.

In realtˆ, la monarchia favor“ la sopravvivenza del feudalesimo. Tra il 1848 ed il 1860 divent˜ protagonista la borghesia, non nata dal traffico e dallĠindustria, ma da tre funzioni, che la rendevano ugualmente odiosa al popolo: lĠintermediarismo agrario, il piccolo commercio del denaro, le professioni liberali e soprattutto lĠavvocatura, che Colletta chiam˜ Òpeste del reame di NapoliÓ.

La borghesia prese il posto della nobiltˆ, e nŽ sotto i re francesi, nŽ dopo intese cur˜ il popolo minuto, che cos“ non si trov˜ mai amico. Le terre tolte ai feudi e ai demani la borghesia non le fece Òrimanere nelle mani degli agricoltori, a cui il re Giuseppe Bonaparte aveva voluto compartirleÓ.       

Al Colajanni, oppositore delle teorie razziste, morto settantaquattrenne, il 2 settembre 1921, cento anni orsono, la Storia ha risparmiato di vedere la crudeltˆ del nazifascismo, che in Europa avrebbe attivato lĠOlocausto, il razzismo contro gli ebrei, con persecuzioni, deportazioni in campi di concentramento, uccisioni con morte lenta nei forni crematori. Ed oggi, il Colajanni, politico illuminato giˆ nel secolo scorso, soffrirebbe ancora di pi nel leggere i ritardi culturali di una fazione che, in una prevalente politica di integrazione europea, tende ad emarginare il Sud.  

                                                       *Medico

 

Maratea 1 settembre 2021

      

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