Opportuno per nefropatici prenotarsi per le cure
Valerio Mignone*
Prudenza vuole che turisti, affetti da malattie
croniche, come i nefropatici in dialisi, nel programmare le loro vacanze al di
fuori del proprio domicilio, prenotino, presso le sedi di arrivo, le
prestazioni delle cure. Ci, al fine di prevenire disagi logistici per se
stessi, e presso le sedi sanitarie nate per un numero limitato di pazienti,
seppur dilatabile, come per i nefropatici.
Nei primi anni 70 del Novecento, anche nellOspedale
C Granda-Niguarda di Milano cera sofferenza per
ammalati di insufficienza renale cronica; e per gli stessi medici che non
avevano reni artificiali, strumenti e personale per le cure adeguate. Perci,
nellospedale di Sesto San Giovanni, Sezione staccata della C Granda-Niguarda, si praticava la dialisi peritoneale in
collaborazione con i nefrologi della C granda-Niguarda.
Questa esperienza acquisita nellospedale di Sesto
San Giovanni permise a chi scrive di praticare, nel 1980, la dialisi
peritoneale in una paziente ricoverata nellospedale di Maratea. Si pot depurare il sangue utilizzando la ricca
vascolarizzazione del peritoneo nella cui cavit era stato facilmente inserito
un catetere attraverso il quale si somministrava il liquido dializzante, che,
attraverso lo stesso catetere, veniva recuperato dopo
alcune ore.
Questo caso indusse a sensibilizzare le Autorit
della Regione Basilicata ad affrontare il problema della insufficienza renale
in fase cronica, e le opportune soluzioni. Infatti, la insufficienza renale in
fase uremica pu essere confortevolmente curata con l'emodialisi, o la dialisi
peritoneale, e con il trapianto di rene. E in
attesa che quest'ultima modalit terapeutica si renda praticabile, soltanto
l'emodialisi potr assicurare la sopravvivenza dell'uremico per molti anni
ancora, garantendo una buona qualit di vita, se i centri emodialitici saranno
opportunamente diffusi sul territorio.
E negli anni 80 del Novecento, purtroppo, anche
nelle nostre zone esistevano pazienti uremici, ma erano assenti strutture
sanitarie per la loro cura, per un largo raggio territoriale. Perci, la
necessit di un presidio emodialitico nel Lagonegrese veniva sentita nella
popolazione e, prima ancora, tra gli operatori sanitari. La imperviet del
territorio, infatti, e la lontananza dei grossi centri ospedalieri accentuavano
il disagio di quei pazienti che tre volte a settimana, e per tutto l'anno, dovevano
andarsi a collegare ad un lontano rene artificiale per poter sopravvivere.
La dialisi peritoneale era, ed
una pratica medica semplice, che, per, va programmata opportunamente
nellinteresse dei pazienti, e per il buon funzionamento delle istituzioni
sanitarie.
Era il periodo in cui si proponeva la dialisi
persino al domicilio delluremico, quando le condizioni economiche lo
permettevano, previo laddestramento dei familiari. Ed a maggior ragione si
riteneva realizzabile tale servizio in un piccolo ospedale. Ci si volle
organizzare per raggiungere tale obiettivo.
Allepoca, cinque uremici del Lagonegrese venivano
trattati presso l'Ospedale San Carlo di Potenza, una paziente di Maratea veniva
seguita presso una casa di cura di Agropoli; ma certamente in zona cerano
altri uremici sfuggiti al nostro rapido e informale censimento. In quel momento
era degente nella divisione di medicina dellospedale di Maratea una paziente
bisognosa di trattamento emodialitico, ma la gravit delle condizioni generali
non ne permetteva il trasporto trisettimanale in
altra sede; proprio per questo, in via alternativa obbligata, la paziente veniva
curata a Maratea mediante la dialisi peritoneale, non scevra di pericoli e
complicanze potenziali.
Va ricordato, inoltre, che nel corso degli ultimi
anni erano occorsi casi in cui si era reso necessario trasferire con urgenza
alcuni pazienti dall'ospedale di Maratea presso centri emodialitici con
notevoli difficolt nel reperire il posto rene. Se si considera, infine, che,
per ogni anno, sessanta pazienti per milione di abitanti sarebbero diventati uremici,
fu facile prevedere che nel solo Lagonegrese tre pazienti all'anno avrebbero avuto
necessit dell'emodialisi.
Per prepararsi al futuro, nel lontano 1982, il dr.
Sergio De Nicola, assistente della Divisione di Medicina generale, fu inviato a
Milano presso la Divisione di Nefrologia dell'Ospedale San Carlo Borromeo di
Milano, diretta dal prof. Giuseppe D'Amico, pioniere della
nefrologia in Italia gi negli anni '60, presso la Clinica Medica dell'Universit
di Milano.
Oltre alle esigenze sanitarie della popolazione
residente nel territorio e nelle zone contigue, venivano considerate le
potenzialit dell'ospedale di Maratea nel contesto di una localit di notevole
rilevanza turistica. La emodialisi sarebbe stata
fattore di richiamo per la particolare categoria di turisti nefropatici in fase
uremica. Da ci si deduceva la opportunit di istituire presso l'ospedale di
Maratea un servizio di emodialisi, aggregato alla divisione di medicina
generale, con sei posti rene.
La imperviet del Lagonegrese e delle zone
limitrofe, la lontananza dei centri emodialitici, dislocati a 150 km. di
distanza, la relativa semplicit di conduzione del servizio, avrebbero indotto
gli organi di programmazione ad accogliere la suddetta richiesta, proprio in
accordo con lo spirito della riforma sanitaria per cui va erogata unassistenza
omogenea ai cittadini. Cos fu, e Maratea pu vantare una lunga e qualificata
esperienza in campo nefrologico. Ad onore della Nefrologia dellospedale di
Matera doveroso ricordare che suoi nefrologi furono tra i primi gestori della
Dialisi di Maratea.
Maratea, dunque, una localit turistica di alto
pregio, di cui possono godere anche pazienti nefropatici, grazie al reparto
dialisi che a suo tempo fu progettato, considerando la vasta ricettivit del
nuovo complesso ospedaliero, che si aggiungeva al vecchio. E cos, tra
lospedale di Lauria e quello di Maratea, il Lagonegrese dispone di un buon
numero di posti rene per dialisi. Sanno bene tutto ci i turisti che prenotano
la dialisi nel nostro Territorio, cui hanno dovuto rinunciare solo negli anni
2020 e 2021 a causa della pandemia da Covid-19.
La Regione Basilicata, da parte sua, valuti lopportunit di accertare la esistenza di carenze di
personale e di strumenti, e prevenga disagi agli operatori sociosanitari, primo
bersaglio del malcontento di ammalati ed accompagnatori, che, imprudentemente,
arrivano in Basilicata, senza prenotazioni.
*Gi primario medico in
Maratea
Maratea 22 agosto 2021