Salvatore Pagliuca avvocato antifascista e deputato
Valerio Mignone*
EĠ
lodevole lĠiniziativa della Biblioteca della Camera dei
Deputati di pubblicare i discorsi parlamentari di Salvatore Pagliuca, che, gi
nel 1922, a Muro Lucano, visse vicende politiche che Lo videro protagonista.
Il Prefetto di Potenza il 30 dicembre 1922
inviava al Ministero dellĠInterno il telegramma NĦ 4099, con il seguente testo:
ÒSono noti a codesto On.le Ministero gli incidenti di Muro Lucano provocati da
noti Nittiani che imperavano nelle diverse amministrazioni.
Sono
stati presi diversi provvedimenti amministrativi, in seguito ai quali una certa
calma rientrata.
Poich
alcuni impiegati statali, occupatisi di propaganda politica Nittiana, non
godono la pubblica stima e fiducia, e mantengono sempre viva lĠagitazione
fascista, urgente e necessario che siano subito
trasferiti lĠufficiale giudiziario, ed il cancelliere di quella Pretura Signori
Gasparre Vincenzo e Arugnone (sic,
vale per Mignone) Ernesto, nonch i supplenti telegrafisti e supplenti postali
Sigg. Di Canio Luigi e Masi GiovanniÓ.
Il
3 gennaio 1923, anche il Direttore Generale della P.S. del Ministero
dellĠInterno scriveva a Sua Eccellenza lĠAvv. ALDO OVIGLIO Ministro della
Giustizia ed Affari del Culto, la seguente lettera:
ÒEĠ
espresso intendimento di S.E. il Presidente che lĠufficiale giudiziario
Gasparre Vincenzo ed il cancelliere Arugnone (sic, vale per Mignone) Ernesto addetti
alla Pretura di Muro Lucano, siano subito allontanati da quella sede,
trattandosi di elementi che non godono la pubblica stima e fiducia, e contro i
quali viva lĠagitazione dei fascisti per la propaganda antinazionale fatta.
Gradir
conoscere i provvedimenti adottati, mentre porgo distinti ossequiÓ.
Il
17 gennaio 1923 il Ministro della Giustizia ed Affari
del Culto rispondeva con la seguente lettera:
ÒPresa
notizia di quanto risulta dalla lettera sopra
ricordata della S.V. ill.ma, mi affretto a comunicarle che con decreto in corso
di firma il cancelliere della Pretura di Muro Lucano MIGNONE ERNESTO viene
tramutato alla pretura di Serino.
In
quanto allĠufficiale giudiziario GASPARRO VINCENZO debbo
far rilevare che lĠart. 7 della legge organica 24 marzo 1921, NĦ 298, a favore
di questa speciale categoria di funzionarii ( che non
possono considerarsi quali veri e propri impiegati dello Stato perch ricavano
i loro emolumenti dagli atti del loro ufficio senza percepire uno stipendio) ha
stabilito che non possano essere tramutati per motivi disciplinari senza essere
sentiti dalla competente commissione di vigilanza presso la propria Corte di
appelloÓ.
ÒPertanto,
allo scopo di evitare lĠindispensabile deferimento del Gasparro alla
Commissione presso la Corte di Appello di Napoli, ho disposto che, almeno per
ora, gli sia rivolto da quel Procuratore Generale un monito severissimo di
astenersi da qualsiasi azione politica, con diffida di immediati
e gravi provvedimenti disciplinari in caso di mancata resipiscenzaÓ.
In
data 11 giugno 1923, la Procura generale del Re presso la Sezione della Corte di Appello di Potenza, inviava, a sua volta, al Ministro
della Giustizia, il seguente ÒRapportoÓ:
ÒMi onoro di rassegnare
allĠE.V. che il Procuratore del Re di Melfi mi riferisce avere lĠavv. Pagliuca Salvatore,
di Muro Lucano, sporta e ratificata querela contro il Tenente dei RR.
Carabinieri di Muro Lucano, Rizzo Domenico, pei
seguenti fatti:
1Ħ)
- Nella sera del 17 Dicembre 1922 un gruppo di
neofascisti, si propose di dare una purga di olio di ricino al sig. Luigi Di
Canio, cassiere della Cassa Depositi e Prestiti. Questi si
rifugi presso il negozio di Giuseppe Angela pronto a difendersi con la
rivoltella. Sopraggiunse il Tenente Rizzo dei CC.RR. il quale (secondo la
querela) col pretesto di difenderlo lo invit ad
ingoiare il purgante. Visto cos, il Di Canio non essere difeso dal Tenente fu
costretto a bere lĠolio di ricino.
Nella
querela si enumerano fatti ed anche antecedenti causali personali fra i datori
della purga e il Di Canio. Uno dei primi, certo Lamorte, aspirava al posto di
Cassiere, occupato dal Di Canio, il quale, per effetto della violenza e delle
continue insidie, stato costretto a dimettersi, e il Lamorte Pietro ha
conseguito il fine personale, perch divenuto egli il Cassiere.
2Ħ)
– Il Tenente Rizzo Domenico, nel 26 Dicembre
1922, si rec agli Uffici della Cassa Depositi e Prestiti di Muro Lucano ed
impose a tutti gli impiegati di rassegnare le dimissioni, e ci per mandati di
coloro che aspiravano ad occupare i posti in detto Istituto essendo il Tenente
Fascista.
3Ħ)
– Nella sera del 26 Dicembre 1922 il Tenente
Rizzo avrebbe fatto la stessa cosa come al n. 2 con i salariati comunali.
4Ħ)
– Nel 14 Settembre 1922 fu pubblicato in Muro
Lucano un manifesto umoristico anonimo. Per tale manifestazione il notaio Lupo
si ritenne ingiuriato, e il Tenente Rizzo avrebbe indicato esso Pagliuca per
modo che il Lupo si querel ed esso Rizzo si esib come testimone.
5Ħ)
– Nel 25 Maggio 1923 il Tenente Rizzo fece
arrestare il sig. Travaglia Felice Antonio, perch portava il giorno innanzi
una effigie del nostro Re allĠocchiello.
6Ħ)
– Nel 25 Dicembre 1922 il Tenente Rizzo
Domenico, in occasione di un assalto tentato alla casa del Pagliuca (e per cui
vi processo separato e definito davanti il Tribunale di Melfi) avrebbe
consigliato ed aiutato il gruppo di fascisti operanti in danno del Pagliuca ad
armarsi di fucili e rivoltelle per costringere il Pagliuca ad aprire lĠuscio ed
arrestarlo.
7Ħ)
– Inoltre non avrebbe denunziato coloro che col fucile e la rivoltella
avrebbero tentato di ammazzarlo.
Ci
premesso il Pagliuca ha sporto querela per arresto arbitrario, violenza privata
continuata, abuso di autorit ed altro.
EĠ
stata richiesta lĠistruttoria formale al Giudice Istruttore di Melfi.
Ho
avvertito il Procuratore del Re, che ai sensi degli art.
227 e 283 p.p. lĠistruzione formale non doveva essere
richiestaÓ. LĠAVVOCATO
GENERALE fĦ : Rispoli
Chi
scrive, ragazzo nel 1948, con madre nativa di Muro Lucano, ricorda lĠospitalit,
offerta a Lauria, allĠavv. Salvatore Pagliuca, anchĠEgli
di Muro Lucano, candidato al Parlamento con il numero 6.
Al
pranzo ÒpreelettoraleÓ parteciparono i cosiddetti ÒnotabiliÓ di Lauria
Inferiore, ove candidato concorrente della Democrazia Cristiana (D.C.) era
anche Michele Marotta della vicina Trecchina.
AllĠepoca
era ancora diffuso lĠanalfabetismo. E per facilitare il voto agli analfabeti, si
allest uno stampino metallico con il numero 6. Con
questo stampino si ritagliava il numero 6 su mezze
carte da gioco, di quelle ÒnapoletaneÓ, dismesse dal locale Circolo ricreativo
ÒRinnovamentoÓ. Agli analfabeti si indicava di mettere
la base della mezza carta, resa trapezoidale, per evitare che il 6 diventasse
9, sulla scheda, a lato del simbolo D.C., e passarvi la matita; in tal modo, il
voto espresso sarebbe stato valido. Pagliuca ebbe molti voti a Lauria
Inferiore.
Contrariamente
a quel che accade oggi, allora si era orgogliosi dellĠamicizia con un deputato
o con un senatore!
In conclusione, dopo averne letto lĠAttivit parlamentare, si pu affermare che Salvatore Pagliuca, nella vita civile, e dai banchi del Parlamento, si sempre impegnato per la Libert e per il Bene del Popolo.