Un “Fotocronista tra Poesia e Storia locale”
Valerio Mignone*
Per una corretta “Cronaca” di Maratea degli
ultimi anni – diventata, ormai, “Storia locale” – non si può non parlare
di Biagio Calderano, fotografo amatoriale, giornalista per immagini.
Egli discende da antica famiglia, come viene
evidenziato da un blasone sul suo sito Web. Ed oggi è un sereno “Pensionato”,
ultrasettantenne, del vecchio Ospedale “Giovanni
De Lieto”, di Maratea, ove svolgeva funzioni amministrative presso la
Direzione Sanitaria.
Nella seconda metà degli anni ’70 del Novecento,
il Consiglio di Amministrazione dell’Ospedale acquistò, di sua iniziativa,
senza alcuna sollecitazione, un “elaboratore elettronico”. E Biagio Calderano,
suo malgrado, si ritrovò ad essere il “primo” a gestirlo, per poter ammodernare
la prestazione dei Servizi amministrativi, e trasmettere la sua nuova
esperienza anche ad altro “Personale” interessato.
Questo “elaboratore” era un progenitore della
cosiddetta ’Intelligenza “artificiale”, oggi, decantata, indebitamente, come
grande invenzione dei nostri tempi. E Biagio Calderano fu l’unico utente di questo
elaboratore, in cui bastava premere pochi bottoni per poterlo utilizzare.
Fortunatamente, la Intelligenza naturale dei
compagni di lavoro, nel succitato Ospedale, era bene allenata a risolvere i
problemi che sorgevano, e per Essi quell’elaboratore elettronico, ancora privo
degli attuali “Motori di ricerca”, risultò inutile, e superfluo.
D’altronde, erano gli anni in cui in Direzione
Sanitaria si “battevano” “Avvisi e
Disposizioni” con le macchine da scrivere, in più copie, interponendo, tra
i fogli, carte copiative che lasciavano macchie di “bleu”, o di “nero”, sui
polpastrelli del dattilografo!
Compagno di lavoro, Biagio era anche compagno di
gite culturali, come risulta da fotografie eseguite da un suo Familiare
acquisito, appassionato di scatti, prima ancora dello stesso Biagio.
In questi ultimi anni, Calderano, con la sua
Intelligenza naturale, e con macchine fotografiche tecnologicamente avanzate, ha
accumulato, ed accumula, un quantitativo enorme di fotografie! E adeguandosi
alla modernità tecnica dei tempi, ha creato un copioso Archivio Fotografico, che
è una “Memoria storica di Fatti e Personaggi in Maratea”.
Oggi Lo si può definire un “Fotocronista” di eventi contemporanei, e attuali. Infatti, Egli
guarda anche al passato non lontano, e per poter attribuire ad esso “Storicità”,
acquisisce dati tra più testimoni. A tale proposito, ricorda che le prime
statuine in pietre marine, a Maratea, furono ideate, e composte, da Fulvio
Labanchi, con pietre della “Secca di Castrocucco”, nell’omonimo Palazzo
Labanchi, in cui abitava.
Ogni statuina di Fulvio Labanchi era lunga 20
centimetri circa, e, a quel tempo, veniva venduta per 5.000 lire. Queste
piccole opere di “Arte povera” di
Fulvio Labanchi piacquero al conte Stefano Rivetti, industriale tessile di
Biella, e scopritore delle potenzialità turistiche di Maratea, che le fece
esporre, ripetutamente, negli anni ’60 del Novecento, alla “Mostra mercato dell’Artigianato e dei Vini”.
Oggi, non c’è personaggio, od evento, più o meno
famoso, o raro fenomeno naturale, che non sia stato, o non venga fotografato
dal Calderano.
Egli ritrae non solo paesaggi dall’alba al
tramonto, e nelle ore notturne, rivelando un’indole poetica, ma, non visto, e
con passo felpato, ritrae Persone e Personaggi, in “stato emozionale”,
coinvolti in eventi pubblici, e privati, o in visita turistica tra Costa, e
Centro urbano di Maratea. Questo patrimonio di “Documenti” è reperibile nell’Archivio,
e nei “Cassetti” del suo sito Web, che è un vero Album di Socioantropologia.
Animato dalla Fede Cristiana, Calderano è membro
della Confraternita della seicentesca Chiesa dell’Addolorata, di Maratea - una
cui statua, in pietra dura, si staglia sull’obelisco barocco antistante la
stessa Chiesa - e veste, in prestabiliti giorni di festa, tonaca in bianco e
nero, come da rito.
In questi ultimi giorni d’estate, pur di non perdere
occasioni da fotografare, da buon “Paparazzo” di felliniana memoria, Calderano
cavalca un agile motorino per addentrarsi nel “Centro Storico” e in luoghi di
Maratea, non raggiungibili in automobile, evitando abilmente, a zig-zag, le non
poche, pericolose buche del manto stradale.
Con la macchina fotografica a tracolla è sempre
pronto a scattare foto, da archiviare nei propri “Cassetti”, consultabili sul
suo Blog. L’alto numero di “Followers” ne conferma la credibilità di cronista,
e il suo intuito di artista.
Di spirito socievole, ed autoironico, nei suoi
dialoghi, spesso rallegra gli interlocutori con fragorose, e coinvolgenti,
risate.
Tra l’altro – e “Fuori malocchio” – ha trasmesso cromosomi d’arte ai suoi figli,
uno dei quali è uno stimato Musicista, compositore, ed esecutore, di spartiti
al pianoforte.
Per quanto esposto, merita un “Grazie di cuore” il nostro Biagio
Calderano, che, per Maratea, con la sua cinepresa, copre anche i vuoti
informativi della Stampa, e delle Radio Televisioni Regionali.