Il Porto di Maratea motore dArte Cultura ed Economia
Il Porto una contrada di Maratea, sbocco sulla costa tirrenica della
Basilicata, lunga ben trentaquattro chilometri, tra spiagge, insenature, e
grotte, con, o senza stalattiti.
Il suo toponimo motivato dallessere stato
lapprodo sicuro per le piccole barche, a remi, dei pescatori locali, veri e
propri contadini del mare, a caccia di pesce da vendere nel Lagonegrese e
dintorni.
E di questi giorni la notizia secondo cui la
Societ nazionale di salvamento, in collaborazione con il Gruppo di Idraulica
marittima dellUniversit della Basilicata, ha condotto uno studio sullindice
di sicurezza della balneazione del litorale tirrenico lucano tra Fiumicello e
Castrocucco, caratterizzato da costoni rocciosi inframmezzati da cale e
spiagge, con 19 aree di balneazione.
Oggi, il Porto,
delimitato tra la Macchia Mediterranea del Monte San Biagio e la diga foranea,
diventato sede di ormeggio di piccole e medie imbarcazioni, i cui proprietari
provengono da diverse regioni dItalia, ed anche da Tortora Marina e Praia a
Mare, prive di insenature adeguate. E con ci, il
Porto diventato il motore delleconomia di Maratea. Tra le piante di questo Monte San Biagio, le laboriose donne di Maratea, le libanare, raccoglievano le fibre vegetali da intrecciare
per le corde da legare tra barche ed ancore, ed assicurarne lormeggio lungo i
pontili galleggianti.
Al Porto, sono nati ristoranti Grand
Gourmet, pizzerie, bar, gelaterie, boutiques di alta
moda, posti di vigilanza, che danno lavoro a decine di persone.
La via di accesso al Porto
una bretella che discende dalla strada provinciale Sapri Maratea, lungo la
quale sopravvivono secolari ulivi, querce, e pini.
La banchina del Porto
sede di parcheggio per automobili e motocicli, di un distributore di
idrocarburi per imbarcazioni, e di una grossa gru su ruote, o carroponte, per
la manutenzione delle imbarcazioni. Parte della banchina, corredata da comode
panche, sede di passeggiate, seppur brevi, per viandanti occasionali, e per habitu.
Lungo la succitata bretella cՏ lunico negozio di
articoli per imbarcazioni, di piccolo e grosso cabotaggio, alla fonda, il cui
proprietario offre comode sedie ad amici, ed
occasionali clienti, che si incontrano, discutono su temi vari, e, seppure, con
opinioni diverse, si rispettano reciprocamente.
Purtroppo, di questi tempi, anche al Porto, chiudono storici ristoranti a picco sul mare, per anzianit
di servizio dei gestori, e per un comprensibile desiderio degli eredi, di
godersi la pensione.
Risalendo dal Porto, lungo
la succitata bretella, cՏ una vecchia dimora, che si affaccia sul mare, nata
come sede di elioterapia per ammalati di bronchi, polmoni, rachitismo. Ed ancora pi in alto, si intravede, tra pini e cipressi, il
Grand Hotel Cinque stelle Santa Venere, con balconi,
e camere illuminate, su vari piani, che danno limpressione di essere un bastimento
alla fonda.
Anche grazie al Porto,
Maratea stata prescelta da ospiti illustri, quale Giorgio Bassani, che per
anni ha avuto dimora estiva alla Pendinata, ed amava
giocare a tennis nel campo del SantaVenere. Lo
stesso Bruno Innocenti, archistar della statua del
Cristo Redentore, abitava al Porto. Ed ancora oggi,
docenti universitari trascorrono le vacanze estive in case del Porto.
Opera a Maratea anche il maestro Dino Vincenzo
Patroni, diplomatosi allAccademia delle Belle Arti di Napoli, ove ha insegnato
Plastica Ornamentale; ed autore di ceramiche e sculture in pietra e
terracotta.
Infine, un giovane scultore di statue lignee,
Francesco Sisinni, allievo di Scuole dArte di
Firenze, vive, e lavora a Maratea, e partecipa a Mostre in tutta Italia.
Da quanto detto, non fuori luogo affermare che
con il Porto, che d lavoro, Maratea contribuisce a
limitare lo spopolamento che affligge la Basilicata ed il Sud Italia.
E, da quanto detto, si pu concludere
che Maratea ha tutto per essere insignita del titolo di Capitale della Cultura
2026.
Maratea 22 settembre 2024 |
* Presidente dell'Universit Popolare dell'Et Libera |