No al referendum del 20-21 settembre per pausa di
riflessione
Valerio Mignone*
Da vecchio medico di paese, in
applicazione delle buone regole della psichiatria, ho invitato sempre a
recuperare la calma riflessiva a chi manifestava impulsi di rabbia, che, di
solito, generano cattivi consigli. Il quesito referendario confermativo sul
taglio di deputati e senatori per risparmiare risorse finanziarie stato
proposto da un movimento politico che ha raccolto, per moti di comprensibile rabbia,
nelle ultime elezioni del 2018 una maggioranza relativa nel Paese, a scapito
dei partiti tradizionali di destra e di sinistra. Anche elettori di sinistra, delusi
dalla condotta dei suoi parlamentari, e dei dirigenti di partito, per rabbia
hanno votato candidati di soggetti politici allora emergenti. Quindi, lorigine di questa prima rabbia elettorale da
ricercare anche nella deludente condotta dei vecchi partiti. In tanti ricordano
ancora che, dopo la disinfestazione della classe politica da parte della
Magistratura con la operazione Mani pulite, nuove
personalit arrivarono in Parlamento con le elezioni del 1994 e del 1996; ma
nulla cambi nella gestione dei nuovi Gruppi Parlamentari; prevaleva il partito,
facendo passare per Democrazia la Partitocrazia in atto! E a livello Regionale
gestiva il potere la rispettiva Federazione, ed il suo
segretario. In questo quadro, il Movimento 5stelle ha riscosso
consenso tra gli elettori gi per la proposta innovativa nella selezione dei
candidati, tramite una piattaforma digitale, gestita da esperi in materia e
attivata in tutti i collegi. Nel suo programma elettorale era il taglio dei
parlamentari; ed oggi viene mantenuta tale promessa, con
la celebrazione del Referendum il 20 ed il 21 c.a.
Come in ogni evento elettorale, sono
rese pubbliche dichiarazioni di voto, e, tra queste per il S al quesito
referendario confermativo, anche da parte di qualche intellettuale, uomo
politico di partiti moderati e progressisti, che, masochisticamente, vorrebbe
uno sfascio, dal quale poter risorgere! E cos, alla rabbia degli elettori
dellultima campagna elettorale del 2018 che ha
provocato lo sfascio dei partiti tradizionali, si aggiunge, per questo
referendum, una rabbia a freddo di chi vorrebbe provocare un altro sfascio!
E giunto il momento di resettare questi corti circuiti della psiche per una
pausa di riflessione pacata, e per poter contribuire
ad adeguare la odierna vita politica ai nuovi metodi di informazione
socioculturale.
Come noto, la Costituzione della Repubblica italiana nata in
un periodo storico in cui erano ben rimarcate le differenze culturali tra le
forze politiche in Parlamento, e tuttavia esse riuscirono a porre le basi per
garantire il diritto a un Bene comune per tutti i cittadini. Nella realt di
oggi, occorre mobilitarsi per sconfiggere una diffusa, astiosa antipolitica,
e recuperare, e aggiornare lo spirito della sana politica dei padri Costituenti.
Una pausa di riflessione servir ad elaborare un
progetto organico di riforma della Costituzione in modo da non doverne subire
imprevedibili disfunzioni. A tal fine dovranno essere impegnati giuristi e
costituzionalisti per il tempo necessario.
E un momento difficile su pi fronti;
il quadro politico ingarbugliato per la coincidenza di varie date. Manca il
tempo per approvare la nuova legge elettorale, che penalizzerebbe la
Basilicata, e per ridisegnare i collegi elettorali. Tra nove mesi, a giugno
2021, inizier, per la fine del mandato del Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, il cosiddetto semestre bianco, durante il quale
non sar possibile sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni.
Conforta sapere, dunque, che il
risultato del referendum sul taglio dei parlamentari, qualunque esso sia, non
dovrebbe provocare interruzione nella gestione complessa e difficile della
crisi socioeconomica provocata dalla pandemia da
Covid-19. Per neutralizzare eventuali scossoni da parte delle opposizioni, le
forze governative hanno raggiunto un discutibile e contraddittorio accordo
nellindicare il S allelettorato. Ma lintenzione
di voto No, diffusa e numerosa in tutti gli schieramenti, evidenzia la
fragilit politica del momento, e la variabilit del consenso.
Piaccia, o no, oggi la cultura e i vari
messaggi vengono diffusi dalle piattaforme digitali.
Le meditazioni sulle prolisse analisi storicistiche, socioeconomiche
e culturali sono state abbandonate, e sostituite da nozioni e relazioni
stringenti, limitate nel tempo e nello spazio, reperibili strisciando o
premendo il polpastrello di un dito sulla tastiera di un computer o di uno smartphone. In seguito a queste innovazioni strumentali,
non ci sono pi raffronti ravvicinati in cui la dialettica modalit
di elaborazione del pensiero e di programmi sociopolitici. Sono cambiati anche
gli strumenti per mantenere e gestire la democrazia. Certamente occorre
tagliare il numero di deputati e senatori; si potr riformare il bicameralismo diversificando le funzioni delle due Assemblee elettive; e
si potr persino pensare alle Macroregioni, senza temere la perdita delle
caratteristiche antropologiche da parte delle piccole regioni.
Per adesso si nota che il sovvertimento
del clima ha facilitato, nelle assemblee elettive della penisola italica, dalle
Alpi al Canale di Sicilia, la irruzione di stambecchi
che, con collari pi o meno sacri e fedifraghi, si scornano rumorosamente tra
loro, mentre le greggi, anzich produrre anticorpi contro malattie corruttive,
continuano a scodinzolare e a pascolare, sotto la vigilanza del mandriano in
abiti non rurali, con il capo ridondante di riccioli senili e un sorriso sadico
e pensieroso! A cosa pensa?
Da ultimo, il caso di ricordare che
la democrazia, nata nellantica Grecia, ha avuto, nei secoli, riforme, vittorie
e sconfitte, e che necessita di una continua, e
attenta sorveglianza. Oggi ne viene proposta una nuova
modalit di gestione, che genera dubbi e timori, e non lascia tranquilli, come
denuncia Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 13 settembre u.s. Due
equivoci preoccupano: 1) il Movimento 5 stelle gestito da unassociazione
privata, sovvenzionata anche con soldi pubblici, guidata dal capo di una
Societ a responsabilit limitata; 2) il Movimento un partito digitale,
basato sulla rete web per gestire la democrazia in modalit diretta, con il
rischio di un controllo dallalto.
Io andr a votare No al taglio di
deputati e senatori in questo momento storico, in cui nelle due Camere del
Parlamento italiano sono stati eletti tanti parlamentari per rabbia, che
vogliono strumentalizzare la rabbia dei cittadini
per modificare la Costituzione, indebolendo i principi di libert e
rappresentativit.
*Valerio Mignone
Gi parlamentare di Centrosinistra
Maratea 14 settembre 2020