La legge del cuore

 

Pap

stasera non sei tornato

sono davanti al piatto

e il posto a tavola vuoto

pesano come mattoni cotti

le ferite di risate che mancano.

 

caduta una forchetta

in terra, pap mi avresti

sgridata, la solita sbadata che

guarda la televisione,

fantasticando nuvole

di zucchero filato intrecciate

alle stelle future che si rincorrono.

 

Quante volte sono caduta

e ti ho cercato con gli occhi

che trotterellavano come

un cavallo impazzito,

ma non ceri.

 

Ti ho cercato nei ricordi allora

e davanti alla finestra

in braccio alla mamma

dalla grata di condanna

di quel girone infernale

chiamato prigione

un grido:

non piangere, torno presto

 vita di pap e mi raccomando

non far arrabbiare la mamma.

 

Ti giur pap

che non ho mai fatto arrabbiare mamma

e le lacrime

le ho nascoste sotto

i ventagli del letto,

tra le pieghe e le piaghe delle lenzuola.

 

Pap sono

quindici anni che aspetto

il tuo ritorno,

anche per sapere come suona

la parola

casa,

per davvero.

 

Pap

quanta vita mia

hai perso,

non sai che

mi piace il gelato al caff e

che spesso mi perdo nei boschi

perch conto le stelle col naso allins.

 

Pap

non ho imparato

ad andare in bici

lequilibrio

troppo precario,

ho costruito i miei soli

sulla roccia.

 

Pap

so cucinare

dei gustosi spaghetti al pomodoro,

mamma dice che come me

non li fa nessuno.

Chiss

se un giorno li assaggerai

a tavola e finalmente

raccoglierai la forchetta

che mi sar caduta

per lemozione.

 

Pap

non ce lho

con la giustizia,

anche se allo scoccare della sentenza

il giudice ha martellato

anche la mia vita.

 

Pap

mi chiama mamma:

Antigone, a tavola!

 

Pap

cos giusto e cosՏ sbagliato?

Tu lo sai

dopo tutto il tempo

che hai contato,

che ci ha diviso.

 

Pap

sono io, Antigone,

oggi credo

nella legge degli uomini

ma spero, da secoli,

nel giorno in cui sar

necessaria,

solo e soltanto,

la legge del

cuore.

 

Vincenza Laino