Un incidente ferroviario a Maratea nel 1898
Il 3 dicembre 1898 ci fu un incidente ferroviario alla
stazione di Maratea. AllĠepoca il treno solcava il nostro territorio da soli
quattro anni: era una cosa nuova. Possiamo immaginare che impressione suscit
lĠevento: fu un trauma, un qualcosa di cui sicuramente si parl per anni.
Eppure ora dimenticato.
La ferrovia
a Maratea.
Come il treno arriv a Maratea ancora una storia tutta da
scrivere. Gli storici locali hanno debitamente registrato che la stazione di
Maratea fu inaugurata il 30 luglio 1894, ma non hanno mai ancora approfondito
la tormentata vicenda della progettazione della Ferrovia Tirrenica Meridionale.
Per quel che ci serve ora, basta dire che il tracciato della
linea tra Battipaglia e Castrocucco fu al centro di un aspro confronto tra
politici locali e ingegneri. CĠerano due alternative: una prevedeva un
tracciato costiero, disegnato dallĠing. Giordano e appoggiato dai parlamentari
cilentani, lĠaltra un percorso nellĠentroterra, disegnato dallĠing. Gargiulo e sostenuto dai deputati del Val di Diano e
dallĠon. Pietro Lacava. Il confronto parlamentare dur ben sette anni (dal 1870
al 1877) e nello stesso periodo molti ingegneri si sfidarono a colpi di pamphlet (secondo la moda culturale
dellĠepoca) per appoggiare un progetto anzich lĠaltro.
Nel 1878, il consigliere comunale facente funzioni di sindaco
di Maratea, Raffaele De Cesare, riun le amministrazioni di tutti i comuni dellĠarco
costiero del golfo. Con loro sottoscrisse una petizione alla Camera dei
Deputati per far correre la ferrovia lungo la costa. La riunione si tenne
nellĠaula consiliare di Vibonati, comune in posizione baricentrica tra i
petitori. Simili iniziative, ovviamente, si ebbero nel Val di Diano.
Alla fine, la Camera dei Deputati accontent tutti: si
decise che la Ferrovia Tirrenica Meridionale si sarebbe biforcata a
Battipaglia: una linea avrebbe proceduto lungo la costa e unĠaltra
nellĠentroterra, per poi ricongiungersi a Castrocucco o a Praia a Mare.
La
cancellazione del tracciato interno.
Ovviamente, gli amministratori marateoti furono felicissimi:
Maratea avrebbe avuto la ferrovia nel suo territorio e ben tre stazioni:
Acquafredda, Maratea e Castrocucco, dove probabilmente le due linee si
sarebbero ricongiunte.
La linea interna fu la prima ad
essere completata: nel 1892 il treno raggiunse Lagonegro. Sulla costa, invece,
il treno attravers per la prima volta il golfo di Policastro il 30 luglio
1894, quando fu inaugurato il tratto Pisciotta-Praia a Mare.
Poi per arriv lĠimprevisto. Mentre i lavori sulla linea
costiera procedevano spediti, gli ingegneri e geologi che supervisionavano
lĠopera constatarono che i terreni della Valle del Noce non erano abbastanza
stabili a livello idro-geologico per garantire la sicurezza di una linea
ferroviaria. Di conseguenza, nel 1895 il progetto della tratta
Lagonegro-Castrocucco fu cancellato. La stazione di Castrocucco non fu mai
costruita perch ritenuta inutile in assenza del raccordo tra le due linee:
bisogna ricordare che allĠepoca la piana era disabitata. Il Comune di Maratea
ebbe a risarcimento una nuova stazione a Marina di Maratea, aperta nel 1916.
Tra il 1915 e il 1930, invece, vennero
costruiti i vari tratti della cosiddetta Ferrovia Calabro-Lucana tra Lagonegro
e Spezzano Albanese: di fatto si tratt di un risarcimento per la linea interna
mai completata.
Il
deragliamento di Maratea.
A fine Ottocento a Maratea si pubblicava un
giornale, LĠAraldo Canonico Mariano, ideato dal monsignor Vincenzo
Scognamiglio (1856-1914). Malgrado il nome, il giornale non trattava solo
argomenti religiosi ma dava anche notizie di cronaca cittadina.
Nel numero del 1Ħ gennaio 1899 si legge:
ÇIl d 3
Dic. un disastro ferroviario attir lĠattenzione pubblica. Mentre il primo
treno, proveniente da Sapri, giungeva alla stazione, alle ore 5 e 44 a. m., per
causa non ancora ben determinata, diverse carrozze uscirono dalle rotaje [sic] e
ribaltando si rovinarono. Fortunatamente erano carri-merci, mentre le vetture
con i passeggieri [sic] rimasero
dietro ed incolumi. Il solo frenatore ebbe a soffrire, e piuttosto gravemente.È
Senza dubbio si tratt di un problema ai binari: difficile
individuare altra causa considerando che allĠepoca i treni con carrozze
passeggeri potevano viaggiare, per legge, al massimo a 35 km/h.
LĠincidente sicuramente suscit scalpore, paura, apprensione
nella Comunit. Ma poi fu dimenticato. é un esempio di come eventi che ci
paiono tanto importanti nella misura di una vita, non lo siano poi nelle misure
della Storia.
Corsi e
ricorsi storici.
Il lettore pi attento avr notato come la storia del
tracciato della prima Ferrovia Tirrenica Meridionale si stia ripetendo, quasi
alla lettera, oggi, nella discussione sul progetto della nuova Ferrovia ad Alta
Velocit Salerno-Reggio di Calabria. Sembra ormai chiaro che la Ferrovia AV non
passer nel Cilento: stato appaltato a fine anno scorso il tratto
Battipaglia-Romagnano. Tuttavia, lĠidea del progetto originario di congiungere
la linea nuova con quella storica a Praia a Mare - che praticamente riprende a verbatim il progetto dellĠing. Gargiulo
del 1877 - sembra aver definitivamente subissato la folle idea di far procedere
la linea AV tra le montagne dellĠAppennino fino a Cosenza.
Una domanda sorge spontanea: comĠ possibile che oggi si progetti di costruire laddove gi a fine Ottocento si erano trovati terreni inadatti? Senza dubbio, la tecnologia del XXI secolo altra cosa rispetto a quella del XIX. Eppure, il fatto che le Ferrovie dello Stato abbiano gi progettato una variante per congiungere la linea AV del Vallo di Diano alla linea storica costiera allĠaltezza di Villammare, cos da confermare implicitamente lĠinopportunit di costruire nella Valle del Noce, sembra presagire unĠincredibile lungimiranza degli ingegneri di duecento anni fa...
Maratea 11 gennaio 2023 |
Luca Luongo |