Maratea
descritta da Lorenzo Giustiniani.
Luca Luongo |
Il Dizionario
geografico ragionato del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani un testo
molto noto tra gli studiosi di storia meridionale. Contiene la descrizione
minuziosa di pressoch tutti i centri abitati del Regno di Napoli: tra questi
anche Maratea e i suoi villaggi. In questo articolo, scopriamo cosa fu scritto
a proposito della nostra Citt.
Lorenzo
Giustiniani.
Il Giustiniani fu
un giureconsulto e professore napoletano. Sappiamo poco della sua vita. Da
adolescente intraprese la carriera militare, poi per si ritir per passare
allo studio del diritto, laureandosi in giurisprudenza. Esercit per qualche
tempo l'avvocatura, che abbandon per dedicarsi alla compilazione di opere bio-bibliografiche.
Il
suo Dizionario gli prese diciannove anni di lavoro. Per compilarne i
dieci volumi comp ricerche d'archivio e attravers tutte le terre del regno,
studiandone la geografia e la storia.
Mor nel 1825,
poco dopo esser stato nominato professore di critica d'arte e diplomazia
all'Universit di Napoli (ora Federico II).
La voce
"Maratea".
Nel Quinto Volume
del Dizionario si trova la voce Maratea. In realt,
Giustiniani separ la superiore dalla inferiore, ma qui, per comodit le,
riunisco.
Dopo averci detto
che si tratta di una Citt Regia in provincia di Basilicata, compresa nella
diocesi di Cassano. Da Matera distante miglia 70, da Cassano 60, da Mormanno
24, 8 da Policastro, e dal mare un miglio in circa, l'autore specifica che
la inferiore posta alle falde di un monte a settentrione. Gode di un vago
orizzonte, e di aria niente insalubre, sebbene da novembre fino a gennaio non
gode affatto del sole venendo impedito dallaltezza della montagna, ovՏ
Maratea superiore.
Quest'ultima invece in alto del monte, tutta cinta di mura, e di bastioni, onde Maratea superiore detta il Castello, e la Inferiore chiamasi il Borgo.
Fotografia del 1880
Un po' di storia.
In poche righe,
Giustiniani riassume quelle che alla sua epoca erano le notizie
sull'origine di Maratea:
nominata -
scrive - in una bolla di Alfano arcivescovo di Salerno del 1079 citato
dal Manelli. Lorigine di Maratea si vuole antica. indubitato un tempo essere
stato luogo abitato da Greci, ma finora non sonosi ritrovati vestigi certi e
sicuri di esserci stata ne vecchi tempi qualche citt di molto nome. Alcuni
pretendono, chivi fosse stata lantica Blanda nominata da Livio, ma altri lo
negano, volendola dove oggi Belvedere. Il ch. Camillo Pellegrino scrisse:
Blanda nunc Maratea; Il Manelli per lo avvert dellerrore.
da notare che il
Giustiniani ignori completamente gli autori locali della sua epoca,
concentrandosi unicamente su quanto di Maratea scrivevano gli eruditi
napoletani. Ci dovuto senz'altro al fatto che, all'epoca la circolazione dei
libri, e in particolare quella dei libri stampati da autori non napoletani, era
particolarmente limitata.
Economia.
Le notizie pi
interessanti che ci d Giustianini solo quelle economiche.
Il territorio
di questa citt - si legge - non molto fertile, perch assai petroso,
nulla di meno fa del buon vino, specialmente in alcuni luoghi, ed ogni altra
produzione ancora per forza dindustria. abbondante di acqua, e vi sono
molti molini, gualchiere, che recano del guadagno a quella popolazione. Il
massimo prodotto quello dellolio. Il detto territorio abbonda di mortelle,
le quali ridotte in polvere vendono altrove per la concia de cuoj. Gli ortaggi
vi si coltivano con successo e similmente gli agrumi, e i fichi dIndia, che
ne mesi estivi serve per alimento della povera gente, come anche le carrube.
Vi la caccia di lepri, volpi, lupi, e di pi specie di pennuti, e il mare d
abbondante pesca.
E ancora:
Gli abitanti
ascendono al numero di circa 3800 - ma l'autore ne aggiunge poi 450 al Castello,
per un totale di 4250 - addetti allagricoltura, alla pastorizia, facendosi
de buoni formaggi, ed hanno ancora lindustria de bachi da seta, e di fare
calze di cotone, e di filo, che vendono ad altri paesi della provincia. Le
donne son molto dedite alla fatica si della campagna; che a quella del
trasporto di varj generi. In Napoli quelli, che hanno le botteghe di formaggio
per lo pi sono di Maratea, come anche i pizzicagnoli.
Le frazioni.
Proprio in
quell'epoca, cio alla fine del XVIII secolo, si stavano sviluppando i primi
villaggi (oggi frazioni) di Maratea. Le prime a formarsi furono il Porto,
Acquafredda, Cersuta e Massa. Ma il Porto non fu subito abitato in maniera
stabile, per cui Giustiniani si concentr sulle altre tre.
Di Acquafredda
scrive: posta vicino al mare, e gli abitatori ascendono al numero di 35.
In alcuni luoghi del suo territorio si fa un vino di color giallo, e di
esquisito sapore, che accostandosi al fuoco di accendeva, per quanto ne dicono
quelli di Maratea. In oggi questo prodigio pi non si vede; e sarebbe stato ben
degno, che gli scrittori tutti ne avessero fatta parola nelle opere loro.
Quelli che si avvisano, che il Falerno fosse stato di tal natura, ci dicono una
favola e Plinio stesso, non avrebbe tralasciato certamente di menzionarlo, tra
tutti gli altri vini, chegli dice produrre effetti quasi incredibili. Il mele
che vi fa nel detto villaggio, di color bianchiccio. Nel luogo detto Marizzo
vi si trovano molte vipere. Dio solo sa che cosa fosse questo vino...!
Poche le parole su
Cersuta, di cui Giustiniani ci dice solo distare 4 miglia da Maratea ed essere
abitata da 100 persone. Oggi la cosa ci sorprende, ma all'epoca era normale che
un posto pi vicino al paese e alle sue comodit fosse pi popolato di uno pi
distante.
Di Massa, ove
si veggono molti giardini, l'autore ci dice ancora meno, dimenticandosi
anche di appuntare distanza e numero di abitanti.