Ai nostri antenati il panno rosso di S. Biagio non piaceva.
Ai
nostri antenati il panno rosso con cui viene coperta
la statua di S. Biagio, nei gioved“ e nella seconda domenica della festa di
maggio, proprio non piaceva.
Il
3 maggio del 1695, il sindaco Federico Riccio e gli altri notabili del paese,
con il notaio Giovan Pietro Lombardi (1659-1737),
redassero l'atto con cui l'antica festa plenaria di maggio dedicata al santo patrono venne allungata fino alla seconda domenica del
mese.
PerchŽ S. Biagio si
copre col panno?
PoichŽ
emanata il sede civile, la deliberazione non tenne
conto della materia di diritto ecclesiastico legata al far iniziare una
processione in una parrocchia (S. Biagio al Castello) all'altra (S. Maria
Maggiore in paese). A lungo andare, la cosa cre˜ delle
frizioni tra i due parroci. Francescantonio Vita-Diodati
(1711-1794) e Domenico Lebotti (1729-1797) esacerbarono le liti al punto che si dovette andare in
tribunale.
Il
panno venne imposto dopo che, il 20 gennaio 1781, la
Regia Camera di Santa Chiara di Napoli sentenzi˜ che Çinformato il Re delle contese [...] che si fa[nno] in occasione della
restituzione della Statua di S. Biagio alla Chiesa di Maratea Superiore, in
quella Inferiore, la quale restituzione debba farsi privatamente, e senza
accompagnamento, e pompa verunaÈ.
Ai nostri antenati non
piaceva.
Ai
fedeli di Maratea, per˜, questa usanza proprio non
andava gi. Giˆ nel dicembre del 1785 la cittadinanza chiese al governatore
della cittˆ di fare ricorso alla Camera di Santa
Chiara per trovare un modo per eliminare il panno rosso e ripristinare la
processione solenne.
Purtroppo,
l'archivio di Stato di Napoli - che conserva il fondo - non ha indicizzato
ancora alla perfezione le carte della Regia Camera. Pertanto, non ho potuto
trovare le carte originali del ricorso, ma solo le sentenze che ne scaturirono.
Il
28 gennaio 1786 la Camera di Santa Chiara rispose negativamente, lasciando
intuire, per˜, quale fosse stata la controproposta dei fedeli di Maratea.
Nella
sentenza si legge: Çin vista di quanto ha
V. S. rappresentato, il Re mi ha comandato di rescriverle
di fare sentire a cotesta Cittadinanza, che non ha luogo la sua dimanda di poter dopo Vespero fare la processione del S. Martire Biagio; ma che la M. S. vuole osservata
esattamente la sua legge rispetto a tale assunto.È
Il tentativo di Iannini.
Il
7 maggio 1819 i parroci Giuseppe D'Alitto
(1766-1832) e Carmine Iannini (1774-1835) firmarono
un patto con cui le parrocchie di Maratea fissavano dei precisi confini. Con
questo patto, i due sacerdoti sedarono la gran parte delle controversie incorse
tra i loro predecessori.
Nel
settembre del 1833, quindi, Iannini, conscio che
ancora l'usanza del panno rosso non era stata digerita dai fedeli, Çche reca uno Scandalo
non solo ai Naturali di Maratea, ma anche agli altri de' Paesi della Provincia
di Basilicata, e delle limitrofe di Calabria e Principato Citeriore [...] perchŽ notizia di tutti, che l'inibizione
[della processione, n.d.r.] deriv˜ dal lungo litigio sostenuto tra i due ParrociÈ.
Ma
il vescovo di Cassano, a cui Iannini
era ricorso, neg˜ il permesso di togliere il panno.
Nei decenni successivi, morti tutti i testimoni dell'antico fatto, il popolino razionalizz˜ il fatto immaginando che la statua venisse coperta per tema che il luccichio della statua attirasse l'attenzione dei pirati. Questa storiella, per˜, piacque a tutti...
Luca Luongo